Non si PUÒ AVERE DUE FINI


di Don Curzio Nitoglia



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PREFAZIONE

LA RIVELAZIONE DIVINA
 
Nel Vangelo (Mt., VI, 24-25) è rivelato: “Nessuno può servire due padroni: o Dio o Mammona”.
In SAN PAOLO è divinamente rivelato: “Quale alleanza può esserci tra Cristo e Beliar?” (II Cor., VI, 15).
La RETTA RAGIONE NATURALE con gli scolastici era solita insegnare: “Ponere duos fines haereticum est / porre due fini ultimi è eretico”.


PRIMA PARTE

L’UOMO & DIO

LA TRADIZIONE PATRISTICA

Il Verbo divino “s’è annichilato sino a prendere forma di uomo” (Fil., II, 3-7), “affinché l’uomo non osasse farsi simile a Dio” (S. AGOSTINO, Discorsi, LXXVII, 11-12).

IL MAGISTERO PONTIFICIO

PIO XII nel Radiomessaggio natalizio del 24 dicembre 1952 ha insegnato: “Il Satanismo più profondo e capillare è l’apoteosi dell’uomo”.

SAN PIO X ha scritto, nell’Enciclica E supremi apostolatus Cathedra del 1903, che il “culto dell’uomo” rappresenta “l’essenza del Regno dell’Anticristo”.

GLI AGENTI DELLA “CONTRO-CHIESA” DI SATANA INFILTRATI NELLA CHIESA DI CRISTO

Il CONCILIO VATICANO II, nella Costituzione Gaudium et Spes n. 24, (7. XII. 1965), insegna che «l’uomo è in terra la sola creatura che Dio abbia voluto per se stessa (“propter se ipsam”)», ora, ciò è il contrario del “principio e fondamento” del Cristianesimo, il quale insegna che “l’uomo è stato creato per conoscere, amare e servire Dio e mediante questo salvarsi l’anima” (SAN PIO X, Catechismo Maggiore).

PAOLO VI ha detto: “La religione di Dio che si è fatto uomo s’è incontrata con la religione (perché tale è) dell’uomo che si fa Dio. Che cosa è avvenuto? Uno scontro, una lotta, un anatema? Poteva essere, ma non è avvenuto. […]. Una simpatia immensa l’ha tutto pervaso. […]. Anche noi, più di tutti, siamo i cultori dell’uomo!” (Enchiridion Vaticanum, Documenti. Il Concilio Vaticano II, Omelia della nona sessione del Concilio, 7 dicembre 1965, EDB, Bologna, IX ed., 1971, pp. 282-283).  Basterebbe questa sola frase per porre una pietra tombale sul Concilio Vaticano II.

GIOVANNI PAOLO II - nell’Enciclica Dives in misericordia del 30 novembre 1980 - cerca la quadratura del cerchio, scrivendo: «Mentre le varie correnti del pensiero umano nel passato e nel presente sono state e continuano a essere propense a dividere e persino a contrapporre il teocentrismo con l’antropocentrismo, la Chiesa [del Concilio Vaticano II, ndr] […] cerca di congiungerli […] in maniera organica e profonda. E questo è uno dei punti fondamentali, e forse il più importante, del magistero dell’ultimo Concilio». Questa sarebbe la scritta da apporre sulla lapide.

Monsignor BRUNERO GHERARDINI (Concilio Vaticano II. Il discorso mancato, Torino, Lindau, 2011, p. 36, nota 3) commenta: «Gaudium et Spes n. 24 è un testo assurdo e blasfemo. […]. Il “per se stessa, propter seipsam” sovverte i valori, sottoponendo il Creatore alla creatura». Insomma, Dio diventa il tributario dell’uomo, un suo sottoposto e l’uomo, il valore primario.

In pratica il Vaticano II vuole 1°) che l’uomo si faccia “D-Io” da se stesso tramite le sue forze naturali (Gaudium et Spes) e 2°) che Cristianesimo e Giudaismo (Nostra aetate) siano profondamente “congiunti”.

Invece, il CRISTIANESIMO insegna che a) Dio si è Incarnato e si è fatto uomo per salvare l’uomo dal peccato originale (“propter nos homines et propter nostram salutem descendit de Coelis et Incarnatus est”) e che b) Cristo è Dio ed è stato rifiutato e crocefisso dal Giudaismo talmudico (cfr. PIO XI, Enciclica Mit brennender Sorge, 1937: “Il Verbo s’Incarnò in un popolo che poi lo avrebbe confitto in croce”). 

La conciliazione tra “Dio e Mammona”, “Cristo e Beliar”, il Cristianesimo e il Giudaismo talmudico è stata tentata dal Concilio Vaticano II (Gaudium et spes; Nostra aetate), con Giovanni XXIII (1958-1963) e Paolo VI (1963-1978).

Poi è stata portata avanti dal post-concilio, partendo da Paolo VI (1965) sino a Francesco, è del tutto fuori posto asserire che la crisi e l’apostasia nell’ambiente ecclesiale iniziano con Francesco, il quale è soltanto il frutto più maturo della “Nuova Teologia” del Vaticano II.


SECONDA PARTE

CRISTO & GIUDA ISCARIOTA

Il Concilio Vaticano II, nella Dichiarazione Nostra aetate n. 4, innanzitutto insegna: “Secondo S. Paolo (Rom., XI, 29) gli Ebrei, in grazia dei padri, rimangono ancora carissimi a Dio, i cui doni e la cui vocazione sono senza pentimento”. Quest’asserzione poi è stata esplicitata nel periodo postconciliare da GIOVANNI PAOLO II, Discorso tenuto a Magonza il 17 novembre 1980: “L’Antica Alleanza non è stata mai revocata”. Dunque, per il Vaticano II e il postconcilio l’Ebraismo attuale sarebbe ancora oggi titolare dell’Alleanza con Dio.

In secondo luogo, riguardo all’uccisione di Gesù, Nostra aetate insegna: “Quanto è stato commesso durante la Sua Passione, non può essere imputato né indistintamente a tutti gli Ebrei allora viventi, né agli Ebrei del nostro tempo”, poiché essi “non sapevano quel che facevano”.

Invece in SAN PAOLO è divinamente Rivelato tutto il contrario di quel che ha insegnato Nostra aetate.  Infatti, l’Apostolo scrive: “I Giudei hanno perfino messo a morte il Signore Gesù e i Profeti ed hanno perseguitato anche noi; essi non piacciono a Dio e sono nemici di tutti gli uomini, impedendo a noi di predicare ai Pagani perché possano essere salvati. In tal modo essi colmano la misura dei loro peccati! Ma oramai l’ira di Dio è arrivata al colmo sul loro capo” (I Tess., II, 15). Perciò, il Giudaismo postbiblico non è “carissimo a Dio” e “I Giudei hanno perfino ucciso Gesù”.

S. TOMMASO D’AQUINO (il “Dottore Ufficiale o Comune” della Chiesa, che compendia la Tradizione patristica e la sublima nella Teologia scolastica) commenta: «Non importa se furono i Romani ad ucciderlo, perché furono gli stessi Giudei che con le loro grida chiesero a Pilato di crocifiggerlo. […]. Perciò essi non piacciono a Dio perché non operano con una fede retta e “senza la fede è impossibile piacere a Dio” (Ebr., XI, 6). Infine, S. Paolo mostra che i Giudei “sono nemici di tutti gli uomini”. Infatti, essi sono nemici perché vietano e impediscono a noi Apostoli del Nuovo Testamento di predicare a tutti gli uomini e così ostacolano la loro conversione. […]. Così, essi vivono sino a quando giungeranno al punto in cui Dio permette. Infatti, Dio, dopo la passione di Cristo, concesse ai Giudei uno spazio di 40 anni per la penitenza, però essi non solo non si convertirono, ma aggiunsero peccati a peccati. E Dio non lo tollerò più. […]. Tuttavia, non pensare che quest’ira divina duri per 100 anni, bensì durerà “sino alla fine” del mondo, allorché, la totalità dei Pagani avrà abbracciato la fede in Cristo» (S. TOMMASO D’AQUINO, Commento alla I Tess, Lezione II, capitolo 2, vv. 15-16).


GLI AUTORI CONTRORIVOLUZIONARI

DON JULIO MIENVIELLE spiega e dimostra magistralmente che l’Antropocentrismo, il culto dell’uomo, l’auto-deificazione sono le colonne della Cabala giudaica e di ogni Esoterismo da essa emanante (cfr. J. MIENVIELLE, Dalla Cabala al Progressismo, Proceno – Viterbo, Effedieffe, 2019).

MONSIGNOR LÉON MEURIN, citando il rabbino cabalista di Livorno Elia Benamozegh, ammette l’identità tra la teologia massonica e quella cabalistica: «I dogmi della Massoneria sono quelli della Cabala, e in particolare quelli del libro Zohar. Questo fatto non è palese in nessun documento massonico. È questo uno dei grandi segreti che gli ebrei hanno saputo serbare per se stessi. [...]. Secondo la Massoneria cabalistica, il triangolo equilatero è un emblema della Trinità infinita di cui l’uomo è un’emanazione finita. I tre punti (.˙.) rappresentano una forma limitata dell’Essere infinito che è rappresentato dal triangolo in linee (Δ). I punti che i massoni aggiungono al loro nome sono una professione di fede, essi esprimono con ciò la loro credenza al dogma fondamentale del loro Ordine, che l’uomo è un’emanazione individuale della Divinità e quindi divino lui stesso: essi si rendono colpevoli di un’audace deificazione dell’uomo, che è propria della Cabala» (LÉON MEURIN, La Frammassoneria Sinagoga di Satana, Siena, Ufficio della biblioteca del clero, 1895, pagg. 17-18; rist. Proceno, Effedieffe, 2109).

Questo spiega perché Jules Isaac e Nahum Goldman del Bené Berìth risposero a Bea e a Roncalli che occorreva rivedere la dottrina cattolica sui rapporti tra Cristianesimo e Giudaismo e sulla Libertà delle false religioni e quindi partorirono la Dichiarazione Nostra aetate (28. X. 1965) e la Dichiarazione Dignitatis humane personae (7. XII. 1965) (1). 


IL CONCILIO VATICANO II
E

LA “CABALIZZAZIONE” DEI CRISTIANI


Dunque è un fatto, e “contro il fatto non vale l’argomento”, che il CONCILIO VATICANO II ha cercato di conciliare l’inconciliabile: “Cristo e Beliar” (II Cor., VI, 15), “Dio e Mammona”, “Cristo e Giuda Iscariota”, il “Cristianesimo e il Giudaismo talmudico” (cfr. Dichiarazione Nostra aetate, n. 4), ma Gesù ha insegnato che “nessuno può servire due Padroni: Dio e Mammona” (Mt., VI, 24).

L’insegnamento del Vangelo di Cristo è esplicito e chiaro, non lascia spazio a incertezze e ambiguità o doppie interpretazioni ed è diametralmente contrario a quello del Vaticano II.


IL “LUCIFERISMO”

Il “Luciferismo” consiste nell’affermazione eroica dell’Io, che vuole farsi simile a Dio (“Eritis sicut Dii / sarete come Dio”) e nell’apoteosi della creatura (“Non serviam / non mi piegherò davanti a Dio”); esso ha molti contatti col Titanismo o Antropocentrismo odierno e con la Cabala ebraica. Ora il medesimo rischio titanico, che osa “luciferinamente” di “farsi simile a Dio” e di “congiungere Dio e uomo”, è stato esaltato da Montini nel Discorso di chiusura del Concilio Vaticano II, 1965; e anche da Giovanni Paolo II nell’Enciclica Dives in misericordia del 1980.


I SANTI

S. AGOSTINO D’IPPONA, commentando l’episodio della la tentazione da parte del Serpente infernale verso Adamo, ci ha parlato di due Città: quella del diavolo, composta da coloro che per amore di sé disprezzano Dio e quella di Dio, abitata da coloro che per amore del Signore umiliano se stessi (La Città di Dio).

S. IGNAZIO DI LOYOLA ci mostra due Accampamenti o Stendardi schierati uno contro l’altro: quello di Cristo, che invita gli uomini all’amore dell’umiltà e tramite essa a tutte le altre Virtù e lo Stendardo di Lucifero, che spinge l’uomo all’orgoglio e da esso a tutti i Vizi (Esercizi Spirituali).

S. LUIGI MARIA GRIGNION DE MONTFORT descrive due Partiti, quello del Serpente infernale, ossia i mondani che vivono contro le massime del Vangelo e quello di Maria, composto dai Cristiani fedeli, insidiati del Serpente che vorrebbe mordere il calcagno di Maria, ma dal quale essi saranno schiacciati (Trattato della vera devozione alla Vergine Maria).

Ora tra questi due Eserciti, Partiti, Città, secondo i Santi, non vi è “simpatia profonda” (Paolo VI), ma lotta perpetua; non vi è “coincidenza o congiunzione” (Giovanni Paolo II), ma contrapposizione per diametrum.


CONCLUSIONE

QUANTO A NOI dobbiamo tenerci alla larga dal Concilio Vaticano II. Infatti, S. AGOSTINO ci avverte che “il diavolo, essendo stato legato alla catena da Cristo, può abbaiare, ma non mordere, a meno che, noi non vogliamo essere morsi / latrare potest, mordere non potest nisi volentem”. Perciò “Cave canem!”.

Sta a noi scegliere sotto quale “Stendardo” militare: sotto quello di Lucifero, esaltandoci sino a voler diventare simili a Dio (Gaudium et Spes) oppure sotto quello di Cristo, umiliandoci come Lui che si annichilò Incarnandosi. Oppure sotto quello di Gesù che morì per darci la vita o sotto quello di Giuda Iscariota che tolse la vita a Gesù con un bacio traditore (Nostra aetate). Ma attenzione poiché “chi si umilia sarà innalzato e chi si esalta, sarà abbassato” (Lc., XIV, 11).    



NOTA

1 -
Nel 1990 Jean Madiran ha svelato l’accordo segreto di Bea - Roncalli con i due dirigenti Ebrei (Jules Isaac – Nahum Goldman), citando due articoli di Lazare Landau, sul Quindicinale ebraico/francese “Tribune Juive” (n. 903, gennaio 1986 e n. 1001, dicembre 1987). Landau scrive: «Nell’inverno del 1962, i dirigenti Ebrei ricevevano in segreto, nel sottosuolo della sinagoga di Strasburgo, un inviato del Papa [...] il padre domenicano Yves Congar, incaricato da Bea e Roncalli di chiederci, ciò che ci aspettavamo dalla Chiesa cattolica, alla vigilia del Concilio [...] la nostra completa riabilitazione, fu la risposta [...]. In un sottosuolo segreto della sinagoga di Strasburgo, la dottrina della Chiesa aveva conosciuto realmente una mutazione sostanziale».







 
maggio 2023
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