Un diversivo dello Stato-Moloch


di Elia


Articolo pubblicato sul sito dell'Autore: La scure di Elia

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Edgardo Mortara in abito talare insieme alla madre e al padre


Spesso la Provvidenza si serve dell’operato dei Suoi nemici per mostrarne all’evidenza l’ipocrisia e la malafede. Tale è il caso di una pellicola, di recente uscita in Italia, con cui si intende ricostruire il caso Mortara. La prima carenza che salta all’occhio (purché sia buono, piuttosto che bello) è l’assoluta indifferenza nei confronti delle fonti storiche, fra le quali eccelle, in riferimento alla vicenda trattata, il Memoriale autobiografico redatto dall’interessato stesso, il sacerdote cattolico nato in una famiglia ebraica e battezzato dalla domestica in pericolo di morte. Entrando in un istituto di vita consacrata, egli aveva scelto il nome del Papa regnante per riconoscenza a colui che tanto si era adoperato perché fosse educato nella vera fede, vedendo così aprirsi davanti a sé le porte della vocazione religiosa e, in ultima istanza, quelle del Paradiso.


Dov’è finita l’onestà?

Sarebbe ovviamente ridicolo aspettarsi anche solo un minimo di onestà intellettuale da un vecchio sessantottino maoista, già amico di notori pederasti incalliti come Pasol*** e Pann*** (dimmi con chi vai…), votato alla sistematica diffamazione della Chiesa Cattolica e alla sacrilega denigrazione di qualunque cosa abbia a che fare con la trascendenza. Com’è ancor più palese negli ecclesiastici corrotti, certi vizi offuscano l’intelletto a tal punto da assuefarlo a un grado inimmaginabile, per la gente comune, di falsità, doppiezza e disprezzo della verità, della giustizia e delle cose più sacre. Di fatto è moralmente impossibile che si convertano individui del genere, i quali sono talmente avvezzi a respingere la grazia da esserle diventati completamente refrattari e da non meritarla più neanche per le preghiere dei giusti, viste le loro colpe gigantesche.

Certo non è privo di responsabilità neppure chi dà credito alla cinematografia, quasi riprendesse gli avvenimenti nel loro stesso compiersi quando invece, evidentemente, si tratta di una ricostruzione in cui la fantasia dello sceneggiatore gioca un ruolo spesso ben superiore alla doverosa fedeltà alle fonti.
C’è poco da meravigliarsi, d’altronde, della credulità di un pubblico manipolato da decenni di mistificazioni divulgate con un mezzo potentissimo nel condizionare l’emotività anziché nell’istruire correttamente la ragione, così che gran parte delle persone, ormai, pensa solo con la pancia e si è resa incapace di farlo con la testa.
Sarebbe compito dei Pastori (a cominciare dal primo, anche per l’onore di un predecessore così volgarmente calunniato) difendere i fedeli – e tutti gli altri – dalla violenza mentale inflitta dai mezzi di comunicazione con le loro spudorate menzogne; come possono farlo, però, presi come sono dall’impossibile riabilitazione dello squilibrato di Barbiana?


La verità storica, le esigenze del diritto

Il piccolo Edgardo, nato a Bologna nel 1851 da genitori ebrei, nel primo anno di vita si era ammalato gravemente, fino a ridursi in punto di morte. Ciò aveva indotto la quattordicenne Anna Morisi, in servizio presso la famiglia, a impartirgli di nascosto il Battesimo, di cui, da buona cattolica, conosceva la necessità ai fini della salvezza eterna. Il fatto, tenuto segreto, emerse solo sei anni dopo, quando un fratellino di Edgardo, Aristide, contrasse una grave malattia ma la ragazza, questa volta, esitò a battezzarlo per il fatto che il primo era sopravvissuto. Avendo ella posto il dilemma al confessore e datagli facoltà di parlarne, il caso fu deferito alla Santa Inquisizione, la quale decretò che Edgardo fosse sottratto ai genitori onde assicurarne l’educazione cristiana. Nonostante il clamore suscitato dalla massoneria a livello internazionale, dopo vari tentativi infruttuosi di conciliazione Pio IX confermò la decisione e lo adottò, ordinandone il trasferimento a Roma.

Com’era prevedibile, il caso fu ampiamente sfruttato per motivare nell’opinione pubblica una posizione sfavorevole al potere temporale dei Papi, ma il Beato non volle cedere per alcun motivo alle pressioni politiche, ben sapendo che una singola anima, essendo spirito, vale ben più dell’intero universo. Edgardo, del resto, si rifiutò sempre di tornare a vivere con i genitori; ancor prima del trasferimento, come egli stesso racconta, la grazia del Battesimo gli aveva fatto sentire una forte attrazione per le chiese e i riti cattolici, dimostrandosi poi più forte dell’attaccamento naturale alla famiglia. Se un condizionamento mentale è teoricamente possibile nell’infanzia, esso va escluso nell’età adulta, quando il giovane, accolto nei Canonici Regolari Lateranensi, fu ordinato sacerdote e si consacrò alla missione di convertire gli Ebrei, che condusse instancabilmente fino alla morte, sopraggiunta all’età di ottantotto anni. Incredibile potere della propaganda ecclesiastica… o della grazia?

I nemici di Dio, ovviamente, non capiscono nulla delle Sue opere soprannaturali; probabilmente penseranno che pure Alphonse Ratisbonne, a ventisette anni, sia stato vittima di un raggiro clericale. Tuttavia una difficoltà sembra sorgere sul piano del diritto: come già sostenuto all’epoca da alcuni cattolici liberali, sarebbe stato violato il diritto naturale dei genitori sui figli. Con ciò si dimentica che il diritto della Chiesa sulle anime è superiore, essendo di ordine soprannaturale; sebbene anche il primo sia di origine divina, il secondo prevale in quanto attinente a un piano molto più elevato. Il Vicario di Cristo, oltretutto, ha autorità non soltanto sui cattolici, ma su ogni singolo essere umano, a prescindere dal fatto che la riconosca o meno. È vero che la conversione è per sua stessa natura un atto libero che non può in alcun modo essere forzato; ciononostante, con i bambini che non abbiano ancora raggiunto l’età di ragione e non siano quindi in grado di decidere, battezzarli è dovere grave di ogni cattolico, qualora siano in pericolo di morte.


La natura di chi muove rimproveri alla Chiesa


Ciò che più colpisce è l’incoerenza con cui quanti attaccano la Chiesa per le sue legittime istanze sono al contempo accaniti sostenitori di presunti diritti inappellabili dello Stato laico, il quale, non riconoscendo alcun fondamento metafisico nella legge naturale, pretende di stabilire la propria autorità sopra un’inesistente sovranità popolare, che dovrebbe esprimere un supposto consenso tramite mezzi facilmente manipolabili, come elezioni e plebisciti.
Lo Stato così concepito, nel suo assoluto giuspositivismo, viola sistematicamente il diritto naturale divino dei genitori sulla prole con frequenti provvedimenti giudiziari di sequestro dei figli e loro affidamento a strutture pubbliche la cui adeguatezza educativa è tutta da dimostrare, oppure a coppie affidatarie la cui qualità è altrettanto incerta, visto che gli interventi si basano sul giudizio insindacabile di assistenti sociali affetti il più delle volte da crassa ignoranza, cecità ideologica e tracotante cialtroneria.

Sarebbe quanto mai opportuno ricordare agli intellettuali da salotto della sinistra radical chic il recente caso di Bibbiano, che, malauguratamente, è solo la punta di una montagna sommersa di accecanti soprusi perpetrati contro le famiglie e i bambini, spesso dati in affido, in barba alla legge vigente, a coppie di pervertiti che li rovinano per tutta la vita. L’allontanamento dai genitori, previsto come extrema ratio in casi (purtroppo non più rarissimi) che lo rendono indispensabile per la tutela fisico-psichica dei minori, è ormai diventato prassi corrente, con il fondato sospetto che favorisca il loro sfruttamento sessuale. Chi finanzia, come spregevole diversivo, certe polemiche contro la Chiesa è direttamente coinvolto in tali orrendi crimini, in funzione dei quali è stata elaborata una visione dello Stato che lo assimila a un Moloch, demoniaco idolo sanguinario che si nutre di innocenti.

Per approfondire:
https://www.mondadoristore.it/Io-bambino-ebreo-rapito-da-Vittorio-Messori/eai978880454531/








luglio 2023
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