Ai giovani germogli della Chiesa


di Elia


Articolo pubblicato sul sito dell'Autore: La scure di Elia

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Sta’ nella moltitudine degli anziani saggi e aderisci di cuore alla loro sapienza
(Sir 6, 35).

Per impegnarci seriamente sulla via della santità, non possiamo fare a meno di considerare in quanti modi, negli ultimi decenni, essa sia stata di fatto preclusa ai cattolici, proprio mentre ci si riempiva la bocca di roboanti proclami sull’universale vocazione ad essa; riconoscere trappole e false piste è infatti indispensabile per ritrovare il retto cammino. Fra le seconde abbiamo già individuato, seppur rapidamente, quelle dei movimenti, celebrati come espressione della cosiddetta primavera conciliare, che in realtà ha disseccato l’autentica vita cristiana. Fra le prime eccelle quella che ha segnato tutta una generazione, ormai matura ma per lo più nostalgica di un passato felice, quando non disillusa di esso: la pratica di leggere la Bibbia da soli e discuterla poi in gruppo mettendo in comune i pensieri di ognuno, scaturiti dalla riflessione personale.

Sì: ci mettevano in mano il volume della Sacra Scrittura con la pretesa che la comprendessimo senza la minima preparazione storico-letteraria, senza un metodo di meditazione se non quello (protestante) della ricerca dei passi indicati a margine, senza alcun riferimento alle interpretazioni forniteci dalla Tradizione e dal Magistero, senza neppure una conoscenza basilare del Catechismo, che ci evitasse di trarre conclusioni erronee e di condividere sciocchezze. Su questo fondamento così precario è poi stato inevitabile che, con una presunzione almeno pari all’ignoranza, ci ritenessimo autonomamente soddisfatti delle nostre infallibili idee che rendevano superflua ogni autorità, dei bei discorsi fumosi che lasciavano tutto com’era, dei buoni sentimenti che gratificavano a buon prezzo la vanità e l’amor proprio, delle fantasiose velleità con cui volevamo cambiare il mondo e la Chiesa…


Santità senza virtù

Nessuno si sognava nemmeno di individuare onestamente i propri vizi, peccati e difetti né tanto meno di combatterli: ci si era finalmente gettati alle spalle l’asfissiante moralismo del passato, con le sue prescrizioni e i suoi divieti; era cominciata l’èra dello spirito. In seminari e conventi, in virtù della libertà ritrovata, dilagava la sodomia, che ancora oggi è implicitamente tutelata e promossa mediante la garanzia della sostanziale impunità e l’allettamento di folgoranti carriere assicurate da onnipotenti cordate. La mancanza, pressoché assoluta, di educazione pratica alle esigenze della vita sacerdotale o religiosa è coperta con un’ipertrofica formazione intellettuale che, il più delle volte, consiste in un ossessivo indottrinamento sui mantra del momento: inclusione, sinodalità, partecipazione… e altre vuotaggini pensate per demolire la struttura divinamente ordinata della Chiesa.

Il giovane clero sembra scambiare la santità per un perfetto adeguamento al mondo e ai suoi “valori”: ogni virtù pare esaurirsi nell’essere come gli altri, nel fare le stesse cose, nell’avere le stesse idee, gli stessi gusti, gli stessi interessi, lo stesso linguaggio, lo stesso abbigliamento.
Mentre i veri cattolici cercano nel consacrato la presenza e la parola di Cristo stesso, molti chierici danno l’impressione di voler sistematicamente frustrare questa legittima aspettativa per suscitarne una diversa, quella del compagno di giochi che ti aiuta a vivere con allegria e, nei momenti più duri, ti dà una pacca sulle spalle accompagnata da qualche banalità udita dal televisore o letta nelle reti sociali, delle quali è un frequentatore maniacale. La predicazione, in tale contesto, non sa far altro che ripetere i luoghi comuni più gettonati o, per riuscire un po’ più originale, proporre bislacche interpretazioni del Vangelo in termini del tutto secolarizzati, in una desolante latitanza della dimensione soprannaturale.


Felici eccezioni
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Grazie a Dio, non mancano lodevoli eccezioni, capaci di infondere speranza. Vedere un giovane sacerdote con la corona in mano, per esempio, ci dà fiducia che la Madre della Chiesa trovi il suo cuore disponibile all’opera della grazia e possa così trasformarlo a poco a poco. Sarebbe certamente auspicabile trovarlo altresì intento a recitare il Breviario (che fra l’altro comporta un obbligo grave), ma è già qualcosa di straordinario, in questi tempi così disastrati, che stia inginocchiato davanti al Tabernacolo. Con cuore paterno, vorremmo incoraggiarlo a non smettere mai di pregare e a lasciarsi condurre senza pregiudizi verso le fonti genuine del culto e della fede, come immeritatamente abbiam potuto noi sotto la guida della Madonna. Poiché non sempre le circostanze ci permettono di parlare agli sconosciuti apertamente, vi esortiamo caldamente a proporre ai vostri Pastori la lettura del Trattato della vera devozione alla Vergine Maria di san Luigi Maria Grignion de Montfort.

La storia della Chiesa abbonda di uomini e donne privilegiati dalla grazia che hanno riversato sugli altri la loro sapienza con la parola e con gli scritti. Malgrado la distanza culturale e spirituale, non bisogna temere di accostarsi al loro insegnamento, ma occorre accettare la sfida di riscoprire quella santa eredità di cui siamo stati scientemente privati. Il timore delle difficoltà iniziali cederà ben presto il posto, con l’aiuto della grazia, alla gioia di aver ritrovato la vera patria dell’anima, nella quale essa potrà dilatarsi senza più le soffocanti barriere dell’odierna (de)formazione ecclesiastica. A tal fine è necessario ristrutturare l’intelletto con lo studio della filosofia tomista, mediante la lettura di qualche opera di Cornelio Fabro o di Réginald Garrigou-Lagrange. Presupposto inderogabile di una sana vita spirituale, infatti, è un pensiero retto, aderente al reale e perciò capace di smascherare tutte le mistificazioni della decadente cultura del nostro tempo.

Al bando i falsi maestri

Con queste armi intellettuali tu, giovane prete o seminarista, diventerai sempre più capace di scoprire agevolmente gli inganni e le menzogne di cui ti han riempito il cervello, continuando a manipolarti la mente. Una decisione importante è quella di metterti a ragionare con la tua testa, anziché delegare qualcun altro, per quanto apparentemente autorevole, a pensare al tuo posto. Ti accorgerai che certi personaggi – fossero pure incaricati di predicare alla Curia Romana – non fanno altro che ripetere, malgrado la loro vasta cultura, vecchi pregiudizi totalmente infondati; sono mentitori di professione privi di pudore, tanto più altezzosi con gli altri quanto più le loro affermazioni sono deboli. Ancora oggi si insiste ridicolmente nel voler contrapporre l’epoca delle persecuzioni all’èra costantiniana, con l’assurda pretesa che la Chiesa, con il Vaticano II, abbia fatto un salto indietro di millesettecento anni per ritrovare la propria autentica fisionomia, deformatasi dopo l’Editto di Milano.

A parte la grave offesa al Signore, implicitamente accusato di aver per tanto tempo lasciato la Sposa priva dell’assistenza dello Spirito Santo, l’evidenza dei fatti dimostra che, dei primi tre secoli, sono semmai rivissute le eresie, prime fra tutte il montanismo, l’arianesimo e la gnosi, con cui il pensiero del quasi nonagenario cappuccino tradisce più di un punto di contatto. È ora che quei vecchi impostori si facciano da parte oppure, se non si decidono spontaneamente, che il buon Dio ce ne liberi una volta per sempre, così che la Chiesa possa rifiorire grazie ai vivaci germogli che stanno spuntando ovunque e che nessuna manovra restrittiva potrà soffocare, dato che là – questa volta sul serio – sta sbocciando una nuova Primavera. Ti supplico: non rimanere dalla parte sbagliata, ma passa di qua e lascia che i morti seppelliscano i loro morti.

Vedete che non mi sono affaticato per me solo, ma per tutti coloro che ricercano la verità
(Sir 24, 47).









luglio 2023
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