Il problema femminile



Articolo della Fraternità San Pio X






Tratto da Hojitas de Fe, nº 189,
Giornale del Seminario Internazionale Nuestra Señora Corredentora,
della Fraternità San Pio X in Argentina.







La dama e il cavaliere


Uno dei volumi della preziosa collana «Insegnamenti Pontifici», pubblicato dai monaci di Solesmes nel 1958, ha un titolo sorprendente: Il Problema Femminile.
La cosa non dovrebbe sorprendere, perché nell’ultimo secolo i Papi hanno prestato sempre più attenzione alla crisi della società moderna, e la donna è il perno su cui ruota l’intera società. La società è in crisi, e lo è anche la donna, e la dichiarazione pubblica e ufficiale che la donna è in difficoltà è l’istituzione della sua Giornata. Se c’è stata una Giornata dei lavoratori, è stato perché i lavoratori erano in difficoltà, come nel caso della Giornata dell’ambiente e della Giornata degli animali. Lo stesso vale per la Giornata della donna, l’8 marzo.

E le cose sono peggiorate a tal punto che l’8 marzo scorso si è parlato di uno “sciopero mondiale delle donne”. Cosa può succedere in una società in cui le donne scioperano, come si può risolvere? Tutte sentono che qualcosa non va, che la situazione le fa ammalare, ma quando si tratta di diagnosticare la malattia, la confusione è abissale.
Si reclamano i diritti delle donne, ma per quanto si faccia ricerca, risulta chiaro che nessuno sa più cosa sia una donna, né quale sia il suo posto. Per calmare le acque, a un presidente venne l'idea di elogiare le virtù domestiche della casalinga, ma i cittadini si infuriarono per il suo discorso sessista. Si rinuncia alla casa, al matrimonio e alla maternità. È un dato di fatto che la Chiesa ha restituito alle donne la loro vera dignità, ma ora le si dà fuoco davanti alla cattedrale. Arrivano a bestemmiare contro l’ideale più puro di ogni donna, la Beata Vergine Maria.
O ripristiniamo l’ideale della donna cristiana, o è tutto finito.


1° - La vera bellezza femminile

È vero che, come leggiamo nella Genesi, la donna è stata creata da Dio per l’uomo, ma non per essere sua serva o schiava, bensì come suo aiuto: «Non è bene che l’uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto che gli sia simile» (Gen. 2 18). In termini più precisi, non è una serva per il bene personale dell’uomo, ma un’ausiliaria per il bene comune della famiglia e della società: così l’uomo non è solo, perché per natura è sociale. La donna è il complemento dell’uomo nella vita temporale, è il suo grande bene, perché attraverso di lei l’uomo si prolunga e si moltiplica nella società. Per questo è la sua gloria e la sua gioia. Lo dice San Paolo, quando spiega perché le donne devono coprirsi i capelli nella Chiesa: «L’uomo non deve coprirsi il capo, poiché egli è immagine e gloria di Dio; la donna invece è gloria dell’uomo». (I Cor. 11 7).

Poiché Dio fa bene ogni cosa, e poiché la donna doveva essere un complemento dell’uomo in un compito così grande come la trasmissione della vita e la creazione della società, Dio l’ha resa dolce per l’uomo: attraente. Ma nell’uso di questa parola c’è una spiacevole confusione. Quando si dice che una donna è attraente per un uomo, si pensa subito all’attrattiva fisica. Ma la donna non è un manichino, bensì un essere umano, con corpo e anima, e con un corpo che deve essere subordinato all’anima come cosa secondaria rispetto alla cosa principale.
Dio ha creato la donna come complemento attraente dell’uomo innanzitutto per l’anima, per lo spirito. E anche nella corporeità, ma subordinata allo spirito, come strumento dello spirituale. La vera bellezza della donna non è nelle sue forme femminili, ma nelle sue virtù femminili, che sono giustamente il complemento delle virtù dell’uomo.

L’ordine virtuoso che la grazia deve porre nell’uomo va dallo spirituale al corporale, dall’interiore all’esteriore. In primo luogo, deve mettere la saggezza e la prudenza nell’intelligenza; poi la giustizia nella volontà; quindi la fortezza nell’appetito irascibile, che è come la fonte nell’anima di tutte le passioni che hanno a che fare con i beni difficili e i mali aggressivi, soprattutto l’ira (da cui il suo nome); infine, la grazia deve mettere ordine con la temperanza nell’appetito concupiscibile, che è la fonte delle passioni di amore e odio, desiderio e gioia.

Perciò l’ultima delle virtù da stabilire nell’anima è la castità: l’uomo prudente, giusto e forte deve sempre stare attento alla castità, perché essendo sicuro delle altre virtù, non può esserlo finché non ha raggiunto la perfetta santità. È per questo che San Paolo collega la santità alla castità: «Perché questa è la volontà di Dio, la vostra santificazione: che vi asteniate dalla impudicizia, che ciascuno sappia mantenere il proprio corpo con santità e rispetto, […] Dio non ci ha chiamati all’impurità, ma alla santificazione». (I Tess. 4 3-7).
Ed è solo con il regno della castità che la virtù appare esteriormente, perché l’opera di santificazione raggiunge la sua pienezza: dalla castità nasce il pudore esteriore, che manifesta esteriormente lo splendore di un’anima ordinata.

Ora, non è necessaria una grande penetrazione psicologica per sapere che nell’uomo predominano le passioni dell’irascibile, mentre nella donna predominano le passioni del concupiscibile. L’uomo ha passioni più rapide e impetuose, proprie del combattimento e con oggetti più complessi, perché il bene difficile o arduo proprio di queste passioni è come un bene avvolto nel male, per la difficoltà di raggiungerlo. Nella donna, invece, predominano gli affetti più semplici del concupiscibile, l’amore e l’odio. Ecco perché - diciamolo - la donna è un pessimo nemico. L’uomo, infatti, può combattere il suo nemico, ferirlo e persino ucciderlo, e tuttavia apprezzare il suo coraggio, e subito dopo il combattimento può brindare al suo avversario - se è ancora vivo - con la leale amicizia della pace. Una donna, invece, non prova tanto rabbia verso i suoi nemici quanto odio, il che è ben diverso: o ama o odia, tutto o niente, non fa distinzioni. Per lei la guerra - se la dichiara - è sempre una guerra di sterminio: non finisce finché il nemico non è scomparso. Nei conflitti coniugali, il marito vede nella moglie un avversario con cui combattere per fare pace; la moglie, invece, vede nel marito il male, ed è vero che non è possibile fare un patto con il male, ma solo eliminarlo dalla propria vita.

Ma se l’uomo capisce l’ira e acquisisce più facilmente le virtù che hanno a che fare con la fortezza, la donna capisce l’amore e ha una facilità naturale per le virtù che lo moderano, soprattutto la castità. E queste sono le ultime virtù, quelle che si manifestano più esteriormente, quelle che rendono una persona spiritualmente bella, come la modestia o la raffinatezza esteriore. Ecco perché la fisionomia spirituale di una donna buona è più manifesta e più bella di quella di un buon uomo. Una madre di famiglia virtuosa, rifugio degli afflitti, è più bella nell’aspetto di un militare virtuoso che spacca la testa ai nemici della Chiesa. La bellezza della donna, dunque, sta nella sua facilità ad acquisire le virtù dipendenti dalla temperanza, come la mitezza e l’umiltà, ma soprattutto la più esigente di tutte: la castità. Per questo motivo, la Donna per eccellenza ha come nome proprio la Vergine, e la castità è sempre stata l’ornamento più bello della donna cristiana, sinonimo della sua bellezza.

E per chiunque abbia ancora un po’ di buon senso, è evidente che le virtù femminili sono giustamente il complemento e l’aiuto di quelle maschili, perché a causa del carattere impetuoso delle passioni dell’uomo, fatte per la guerra, la castità è molto problematica per lui, ed è la donna che lo contiene e lo modera, che gli comunica questo complemento di belle virtù, aiutandolo a essere casto, e più mite e umile di cuore.

La castità della famiglia cristiana, e quindi la santità, dipendono in modo particolare dalla donna buona. Deve essere il muro di sostegno che mantiene puri il marito e i figli, che doma l’esercizio dell'autorità da parte del padre di famiglia e che mantiene il resto della famiglia in obbedienza. Pertanto, nella misura in cui una donna è una vera donna, la famiglia e la società sono portate nel loro vero orientamento e la felicità temporale, che deriva da un ordine completo, è raggiunta. La donna buona è la causa della gioia familiare e sociale, così come la Beata Vergine è la causa della gioia di tutta la Chiesa. E se oggi la società sta sprofondando nella depressione e nella tristezza, è perché le donne hanno un problema.


2º Il problema della donna moderna

Una donna si mette nei guai quando smette di capire che è giusto che sia spiritualmente attraente, il che è dato soprattutto dalla castità, e vuole essere attraente attraverso la corporeità. Quando - come sta accadendo sempre più alla donna moderna - il suo ideale non è più la donna pura ma la donna sexy, entra in una spirale viziosa che va dal desiderio all’esasperazione, e da lì alla violazione della natura e all’autodistruzione della società.

Quando un uomo ama la propria moglie per la sua onestà cristiana, tutte le altre dimensioni vengono sublimate e dignificate: i sentimenti diventano più stabili e delicati; la donna, anche se non è bella, diventa bella, perché la sua fisionomia rivela la profondità della sua anima; e la stessa sessualità acquista la sua vera dimensione umana e cristiana, perché è un’unione di corpi e di anime. Questa donna non è gelosa né ansiosa del tempo che passa.

La donna che conquista un uomo con l’attrazione fisica prepara la sua disgrazia, perché tutte le sue dimensioni sono carnali. Non importa che sia dolce, ma suggestiva; l’onestà diventa una sciocchezza. La donna sexy è una donna capovolta, tanto che il suo volto non è più quello che sembra. È una donna che non controlla la sua vita, perché la virtù si acquisisce per merito della buona volontà, mentre la forma fisica dipende dal puro caso, e con il passare del tempo la prima rimane e cresce, mentre la seconda svanisce presto.

È vero che la donna sexy suscita subito l’attenzione di tutti, mentre la donna pura tarda a conquistare l’interesse di tutti, perché la prima è una vetrina, mentre la seconda è un tesoro nascosto. Ma il rapporto con l’uomo la offende, perché la passione, scissa dall’attrazione spirituale, diventa egoismo e disprezzo. E così inizia il conflitto: per gestire l’uomo, questa donna ha solo l’acceleratore del desiderio per attrarlo e il freno della sua resistenza per farsi rispettare. Ma invece di domare l’uomo, come accade alla donna pura, lo esaspera, perché diventa il più arduo dei beni e il più aggressivo dei mali.

Il problema molto grave è che non si tratta più del comportamento personale di alcune o molte donne, ma di un’intera sovversione sociale che si è trasformata in legislazione internazionale. Le donne hanno il diritto di entrare e mescolarsi ovunque, e di mostrarsi come vogliono; la loro immagine provocante invade tutto, moltiplicata da milioni di schermi e di video. E guai all’uomo che osa imporsi! Oggi non c’è più bisogno di essere profeti per indicare le conseguenze: o l’uomo impazzisce di rabbia, o rinuncia alla sua virilità.
Femminicidio o effeminatezza, cosa c’è di più distruttivo per una società?


3° Restaurare la donna in Cristo

«Non è bene che l’uomo sia solo». Non era un bene che Adamo rimanesse da solo e Dio gli si diede Eva come aiuto. Ma il Serpente la sedusse e attraverso di lei avvelenò Adamo, e Satana segue sempre la stessa strategia.
Ma anche Gesù Cristo non doveva essere solo, e come aiuto Gli fu data Maria, che schiacciò la testa di Satana. Attraverso di Lei Nostro Signore ha restaurato la Sua Chiesa, e anche Gesù Cristo segue sempre la stessa strategia.
La restaurazione della società cristiana è soprattutto la restaurazione della donna.

Che le nostre donne non si lascino sedurre dal falso ideale della donna moderna, che già vediamo come trascina la società in un vicolo cieco. «Fallace è la grazia e vana è la bellezza, ma la donna che teme Dio è da lodare» (Prov. 31, 30). La Donna ideale è la Santissima Vergine. Così Nostro Signore chiama sempre Sua Madre nei Vangeli: Donna.
Imitate la Santissima Vergine, siate femminili alla sua maniera.

È molto difficile per una ragazza coltivare questo ideale quando non lo vede da vicino, né sente che qualcuno lo apprezza. Ma se le nostre giovani donne iniziano a conoscere vere donne cristiane, donne forti, molto più femminili e molto più amate, allora saranno incoraggiate a imitarle.
E se avremo donne vere, avremo uomini veri, e ci saranno famiglie e sacerdoti.

Per ristabilire tutte le cose in Cristo dobbiamo cominciare dalla donna.





 
agosto 2023
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