Rassegna stampa:

l’“Instrumentum laboris” del Sinodo sulla sinodalità


Parte prima

Articolo della Fraternità San Pio X









Il 20 giugno 2023 il Vaticano ha pubblicato il documento di lavoro (Instrumentum laboris) che servirà da cornice ai lavori del Sinodo sulla sinodalità, il prossimo ottobre.

Il 21 giugno il vaticanista di Le Figaro, Jean-Marie Guénois, non ha esitato a scrivere che questo sinodo “intende rovesciare la gerarchia del potere nella Chiesa a vantaggio dei fedeli laici, comprese le donne. Raramente la Chiesa cattolica si è messa in discussione fino a questo punto”.

Il giornalista francese ha infatti notato che questo programma prevede una riflessione su «l’ordinazione sacerdotale degli uomini sposati e l’ordinazione diaconale delle donne», sui vescovi che «dovrebbero essere regolarmente valutati nel loro ufficio e contraddetti, se necessario, nel loro governo», e infine sui «raggruppamenti di Chiese locali delle grandi regioni del mondo [che] possano pesare quanto Roma nelle decisioni importanti».

Jean-Marie Guénois ritiene che «per Francesco si tratta di approfittare degli effetti devastanti della crisi degli abusi sessuali di una minoranza di sacerdoti, per decostruire la gerarchia del potere nella Chiesa partendo, non più dall’alto, ma dal “popolo di Dio”, ovvero, dai laici alla base, che hanno dei “diritti” in virtù della loro “dignità di battezzati”, per lottare contro il “clericalismo» in vista di una rinnovata evangelizzazione».

E aggiunge: «Oltre a questa totale inversione della piramide gerarchica della “Chiesa cattolica” – citata solo dieci volte – che vuole diventare una “Chiesa sinodale” – questo nome compare centodieci volte nel testo –, le richieste di fondo non sorprendono. Corrispondono a tutti gli accenti del pontificato di Papa Francesco”. Ovvero: i poveri, i migranti, l’accoglienza di tutti, cioè “i divorziati risposati, i poligami o le persone LGBTQ+”».

Inoltre, questo progetto rivoluzionario vuole essere inscritto nel diritto della Chiesa, il Diritto Canonico. «In effetti, osserva Jean-Marie Guénois, tutto questo approccio si basa sul postulato scritto come tale dal Vaticano: “Una Chiesa costitutivamente sinodale è chiamata ad articolare il diritto di tutti a partecipare alla vita e alla missione della Chiesa in virtù del loro battesimo con il servizio dell’autorità e l’esercizio della responsabilità”.

«I fedeli cattolici avevano dei doveri, ora hanno dei diritti. È importante “modificare le strutture canoniche e le procedure pastorali per promuovere la corresponsabilità e la trasparenza”, in particolare creando “raggruppamenti di Chiese locali” ma anche “autorità continentali” della Chiesa affinché con “le conferenze episcopali”, “l’autorità dottrinale” possa essere decentralizzata”».

Infine, questa rivoluzione sostiene un metodo che le consente di raggiungere i suoi fini. Il vaticanista francese sottolinea: «Per la prima volta, questo documento di lavoro descrive il nuovo processo decisionale collettivo che il sinodo vorrebbe vedere praticato e insegnato “dal seminario” per essere sicuri che sacerdoti e vescovi non adottino più posizioni dominanti, per coltivare un atteggiamento di “servizio” verso i fedeli».

«Al centro di questo nuovo sistema, questo metodo si chiama “conversazione nello Spirito”. Viene addirittura pubblicato uno schema esplicativo per spiegarne i tre tempi, dopo un “tempo di preghiera”: “Parlare e ascoltare con attenzione il contributo degli altri”, poi “fare spazio all’altro e dire ciò che ‘ha risuonato di più' o ‘ha suscitato maggiori resistenze’».

«Infine, “costruire insieme” “riconoscendo intuizioni e convergenze” e “identificando dissonanze e ostacoli”, ma “lasciando emergere le voci profetiche” perché è importante che “ognuno si senta rappresentato dal risultato dei lavori”». Il testo precisa: “non per reagire e controbattere a quanto ascoltato, riaffermando la propria posizione, ma per esprimere che cosa durante l’ascolto lo ha toccato più profondamente”».

Perché, sempre secondo il documento, “le tracce che l’ascolto delle sorelle e dei fratelli produce nell’interiorità di ciascuno sono il linguaggio con cui lo Spirito Santo fa risuonare la propria voce”. E questo metodo dovrebbe essere applicato a tutti i livelli nella Chiesa creando una funzione di “facilitatore di processi di discernimento comunitario”.

Come potete immaginare, questo documento di lavoro ha suscitato numerosi commenti critici sulla stampa.


Quali sono le note caratteristiche di una Chiesa sinodale?

Sotto il titolo esplicito Sinodalità, espressione di una Chiesa “liquida”, Stefano Fontana su La Nuova Bussola Quotidiana del 21 giugno, descrive cos’è una “Chiesa sinodale”, secondo le parole dell’Instrumentum laboris: «Siccome la sinodalità è ritenuta un processo frutto di una attiva partecipazione del popolo di Dio e quindi una esperienza attiva e di prassi, il documento di lavoro del sinodo caratterizza la “Chiesa sinodale” proprio tramite degli atteggiamenti da assumere, delle prassi da realizzare».

«Una di queste è l’ascolto: la Chiesa sinodale è una Chiesa dell’ascolto. Un’altra è l’umiltà: la Chiesa sinodale è una Chiesa che sa di avere molto da imparare. Una terza è l’atteggiamento dell’incontro e del dialogo con tutti (naturalmente anche in riferimento all’emergenza ecologica)».

«Arriva poi la caratteristica di una Chiesa che non ha paura della verità di cui è portatrice, ma la valorizza senza costringere all’uniformità (una Chiesa plurale, vien da pensare… ma quanto plurale?). Poi non poteva mancare una Chiesa accogliente e aperta a tutti. Infine, la caratteristica più stravagante: una Chiesa in contatto con la sana inquietudine dell’incompletezza».

E conclude: «Non si faticherà a constatare l’assenza di consistenza teologica di queste espressioni. Per questo possiamo dire che l’Instrumentum laboris è un testo ‘liquido’ che, come tale, rimane aperto ad ogni conclusione, anche la più rivoluzionaria».

«Un testo in riferimento dal quale possiamo aspettarci di tutto. Un caso? No, perché il cuore di tutto è il processo, in cui la sinodalità consiste. La liquidità favorisce il processo, la sostituzione della verità con la relazione, il come che diventa prioritario sul cosa e sul perché».


L’Instrumentum laboris mira alla riconfigurazione della Chiesa

Sul suo blog Settimo Cielo, il 28 giugno, Sandro Magister rimarca che l’Instrumentum laboris strumentalizza lo Spirito Santo, a beneficio della nuova Chiesa sinodale. Sotto il titolo Buona conversazione! In un sinodo senza capo né coda, il vaticanista italiano scrive:

«La formula “conversazione nello Spirito” è stata lanciata come filo conduttore della prossima sessione plenaria del sinodo, in programma in ottobre, dai due cardinali che ne guidano lo svolgimento: il maltese Mario Grech e il lussemburghese Jean-Claude Hollerich. Nell’Instrumentum laboris che farà da traccia all’assise, reso pubblico il 20 giugno, la formula ricorre più volte».

«E nella conferenza stampa di presentazione è stata appunto identificata come il “modo di procedere” del sinodo stesso. […] Ma davvero questo sinodo avrà una fine? Stando a come Francesco l’ha fin qui pilotato, e fin che il papa sarà lui, c’è da dubitare. A Francesco interessa più di tutto una cosa: mettere in moto ‘processi’. Di durata non prefissata. Non gli importa se confondenti e confusi, perché lo Spirito Santo saprà Lui dove condurre la Chiesa».

E aggiunge questo interessante riferimento: «Sull’ultimo quaderno de La Civiltà Cattolica, la rivista dei gesuiti di Roma stampata con il previo controllo delle autorità vaticane, c’è un articolo di un gesuita dell’Università di Lovanio, Jos Moons, che dice tutto fin dal titolo: Papa Francesco, lo Spirito Santo e la sinodalità. Verso una riconfigurazione pneumatologica della Chiesa. La vaghissima “conversazione nello Spirito” descritta dall’Instrumentum laboris è la messa in pratica di questa ‘riconfigurazione’. In cui può stare di tutto, in un trionfo della libertà d’opinione e in ostentato ossequio allo Spirito che “soffia dove vuole”».


Quando la “Chiesa in ascolto” si mostra sorda

Sul sito Silere non possumus, che si avvale di informazioni tratte dalle fonti più vicine al potere romano, si poteva leggere il 23 giugno questa rivelazione sullo svolgimento del convegno di presentazione dell’Instrumentum laboris del 20 giugno: “Le istanze del cattolicesimo moderato non sono state affatto prese in considerazione. Ancor meno quelle dei cattolici più tradizionali o tradizionalisti. Questi ultimi hanno sempre denunciato i possibili eccessi del Sinodo… Alla luce degli eventi, è sempre più difficile dargli torto. Quando, durante la conferenza stampa, un giornalista coraggioso ha osato chiedere il motivo di queste assenze, gli è stato risposto: ‘Ascoltiamo tutti’”.

“È come rispondere a qualcuno che mi chiede ‘come va la salute’ che ‘i dottori sono davvero molto bravi’! Impossibile sapere se le persone della segreteria del sinodo siano stupide o intelligenti”.

E si fa notare: “Lo Spirito Santo è menzionato tante volte. Ma non si dice mai che questo Spirito è lo Spirito di Cristo che ci ricorda ciò che il Maestro ci ha insegnato”.







 
agosto 2023
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