Cleveland:

erezione di un santuario diocesano per il rito tradizionale




Articolo della Fraternità San Pio X







La chiesa di Santa Elisabetta d'Ungheria


Mons. Edward Malesic, vescovo di Cleveland, nell’Ohio, Stati Uniti, ha istituito un santuario diocesano dedicato alla Messa tradizionale, conformemente a quanto stabilito dal motu proprio Traditionis Custodes, per preservare la Messa tridentina nella sua diocesi.

Il 28 luglio, Mons. Edward Malesic ha pubblicato un decreto col quale ha reso la chiesa di Santa Elisabetta d’Ungheria un santuario diocesano dedicato alla Messa tradizionale e in cui possono anche essere amministrati gli altri sacramenti. Mons. Malesic ha dichiarato che la chiesa sarà utilizzata  «per il culto secondo il Missale Romanum del 1962 e gli altri testi liturgici in uso allora».

Il vescovo non poteva destinare la chiesa a parrocchia del rito tridentino, visto il divieto del motu proprio di Francesco, ed allora ha concesso il privilegio di poter celebrare i sacramenti e gli altri atti del culto divino propri delle chiese parrocchiali: battesimo, cresima, matrimonio e funerale.

Il decreto prevede anche che la chiesa di Santa Elisabetta d’Ungheria, sede della più antica comunità cristiana ungherese negli Stati Uniti, promuova «l’eredità cristiana del popolo ungherese».

Il motu proprio Traditionis Custodes di Papa Francesco chiede ai vescovi di non concedere la celebrazione della Messa tradizionale nelle «chiese parrocchiali» o di non istituire delle nuove parrocchie personali in cui si celebri questa Messa; non parla invece dei santuari.

Attualmente, nella diocesi di Cleveland vi sono circa una dozzina di luoghi in cui si celebra la Messa tridentina. Il decreto che fa della chiesa di Santa Elisabetta d’Ungheria un santuario entrerà in vigore il 15 agosto, festa dell’Assunzione della Beata Vergine Maria, nonché data della morte di Santo Stefano, Re d’Ungheria, deceduto il 15 agosto 1038.

Il decreto di erezione decide l’istituzione del santuario di Santa Elisabetta d’Ungheria come santuario diocesano per la promozione dell’eredità cristiana del popolo ungherese, nonché per la celebrazione del culto divino secondo i libri liturgici in uso prima della riforma del 1970, cioè il Missale Romanum del 1962 e gli altri testi liturgici in uso allora.

Esso aggiunge che attualmente, secondo Traditionis Custodes,  il santuario non può essere considerato una parrocchia. Tuttavia, in ragione della sua particolare finalità, nella diocesi di Cleveland deve essere considerato come equivalente ad una parrocchia. Di conseguenza, la Curia diocesana e le parrocchie diocesane, nella misura del possibile. devono trattare il santuario come una parrocchia.

Il santuario ha il privilegio di celebrare i sacramenti e gli altri atti del culto divino propri delle chiese parrocchiali, come il battesimo, la cresima, il matrimonio e il funerale. I ministri del santuario devono tuttavia celebrare questi atti validamente e lecitamente secondo le regole del diritto.

Infine, il santuario ha il privilegio di tenere propri registri per i battesimi, le cresime, le prime Comunioni, i matrimoni e i decessi: senza pregiudizio dei diritti della parrocchia territoriale e della parrocchia di Sant’Emerico, che, come parrocchia personale, può celebrare i sacramenti per i cittadini ungheresi in tutta la diocesi di Cleveland e in particolare a Santa Elisabetta d’Ungheria).

Tuttavia, contrariamente a quanto può essere detto, il santuario non sarà «esclusivamente» dedicato alla Messa tradizionale, la quale verrà celebrata, secondo quanto riporta il sito internet della chiesa di Santa Elisabetta d’Ungheria, solo il sabato.
La concessione è dunque limitata. Resta il fatto che l’autorizzazione per celebrare gli altri sacramenti è contraria alle precisazioni date dal cardinale Arthur Roche in risposta a delle domande sul motu proprio, cosa che forse provocherà una reazione da parte del cane da guardia dei «custodi della tradizione».






 
agosto 2023
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