Il divorziato risposato

che non si fa mancare nulla



Notizia

E’ accaduto a Domodossola (VB): il 2 settembre 2023, il Sindaco Lucio Pizzi si è sposato in municipio con la compagna Rosalba Racco, entrambi divorziati. Li ha sposati il Vice Sindaco nell’aula consiliare alla presenza di amici e parenti.





La cosa anomala è che alla cerimonia, oltre al Vice Sindaco, ha presenziato l’Arciprete di Domodossola, don Vincenzo Barone, attuale Vicario Episcopale della Diocesi di Novara.





L’Arciprete ha benedetto gli anelli nuziali ed ha rivolto un fervorino ai novelli sposi.




Scambio degli anelli



Fervorino del prete


Appare evidente che il Sindaco novello sposo non ha voluto accontentarsi della cerimonia civile a coronamento di questo suo nuovo matrimonio, ha pensato bene di fruire dell’intervento di un prete che benedicesse gli anelli; come se si stesse sposando in chiesa per la prima volta.

Appare altresì evidente che l’Arciprete non è stato minimamente turbato del ri-sposalizio dei due divorziati, come se la cosa fosse normale per le leggi della Chiesa. Benedire gli anelli nell’aula consiliare alla presenza di amici e parenti è stato come fare una predica a favore del divorzio e trasmettere il messaggio che quell’anomalo neo-matrimonio rientrerebbe a giusto titolo nelle prerogative dei nuovi preti della nuova Chiesa.
Ovviamente, l’arciprete non indossava alcun abito liturgico – e ci mancherebbe! – ma la sua presenza ha avallato una cerimonia non cattolica e per certi versi anticattolica; lasciando capire che l’esempio del Sindaco, e suo, poteva essere seguito da chiunque volesse celebrare un matrimonio a modo suo.

E’ grave che questo duplice esempio abbia trasmesso ai presenti il messaggio che possa esistere la commistione, impropria e blasfema, tra il rito cattolico del matrimonio e la cerimonia civile dello stesso. Resta il fatto che, da un punto amministrativo, i due novelli risposati sono in regola con le leggi dello Stato, mentre da un punto di vista cattolico, nonostante l’Arciprete, la loro novella unione non ha alcun valore, non solo canonicamente, ma anche moralmente.
Tuttavia, contenti loro, si può ben dire “tutto va bene madama la marchesa”; dove la marchesa è in questo caso la nuova Chiesa bergogliana, generatrice instancabile di azioni contrarie all’insegnamento secolare della Chiesa.







settembre 2023
AL SOMMARIO ARTICOLI DIVERSI