“Decreto” della Congregazione della Dottrina per la Fede, 8 novembre 2023

Il castigo di Dio Aleggia sulle nostre teste

di Don Curzio Nitoglia




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Dio castiga


Nell’Antico Testamento il castigo di Dio - nonostante il parere contrario di Bergoglio - è rivelato formalmente: “Se farà il male, lo castigherò” (2 Sam., VII, 14). “Dio castiga e usa misericordia” (Tob., XIII, 2); “Il Signore vi castiga per i vostri peccati” (Tob., XIII, 5); “Castigando il suo peccato Signore tu correggi l’uomo” (Sal., XXXIX, 12); “Signore eri per loro un Dio paziente, pur castigando i loro peccati” (Sal., XCIX, 8); “Dio castigò i re per causa loro” (Sal., CV, 14); “Tu castighi poco alla volta i colpevoli” (Sap., XII, 2); “Il Signore castiga coloro che gli stanno vicino” (Giuditta, VIII, 27); “Con quanta attenzione hai castigato i tuoi figli” (Sap., XII, 21); “Ti castigherò secondo giustizia” (Ger., XXX, 11).

Nel Nuovo Testamento si legge: “Lo castigherò se farà il male” (1 Cor., XVII, 13); “Il Signore riprende e castiga coloro che ama” (Ap., III, 19); “Ogni albero sterile sarà gettato nel fuoco” (Mt., III, 10); “Il castigo di Dio incombe su di lui” (Gv., III, 13); “Dio non risparmiò gli angeli ribelli” (2 Pt., II, 4); “Il diavolo fu gettato nella stagno di fuoco” (Ap., XX, 9).

Certamente l’atto empio ed ereticale di Francesco, che incita i governi a riconoscere e legalizzare il peccato contro natura (8 novembre 2023) merita un castigo divino, il quale non tarderà a piombare sulle nostre teste.

San Giovanni Battista avvisava i Farisei e Sadducei del suo tempo: “La scura è già posta alla radice dell’albero” (Mt., III, 9). Infatti, di lì a 40 anni i Romani distrussero Gerusalemme e il Tempio. 


Due esempi concreti dei castighi divini

1°) Il Diluvio Universale
(Gen., VI, 5 – IX, 17).

«Vedendo Dio com’era grande la malvagità degli uomini sopra la terra e come tutti i pensieri del loro spirito erano intesi a malfare continuamente» la sua Giustizia decretò il Diluvio Universale (Gen., VI, 5-7).

Però, fra tutti gli uomini empi vi era Noè “uomo giusto e perfetto, che era unito a Dio” (v. 14). Dio gli usò misericordia e gli ordinò di costruire un’arca, o meglio una casa con quattro pareti, che s’innalzava sopra una zattera grande e robusta. Dio gli spiegò: “Io manderò sulla terra le acque del Diluvio a uccidere tutti gli uomini […], ma Io farò un Patto con te” (Gen., VI, 17-22). Il Patto con Noè consisteva a salvare lui e la sua famiglia (8 persone in tutto) più tutti gli animali di ogni specie.

Noè fece tutto ciò che Dio aveva comandato e divenne il “secondo progenitore” del genere umano, una sorta di “secondo Adamo”, figura di Cristo il “Nuovo Adamo”.

Dall’annunzio di Dio del futuro Diluvio al suo inizio passarono 120 anni. Noè impiegò circa 100 anni per costruire l’arca (Gen. V, 31), nonostante i motteggi dei suoi contemporanei, figura dei “Cristiani adulti” o bergogliani. Egli predicava loro, la penitenza ed il futuro castigo, ma i suoi amici lo guardavano con ironia e compassione. Anzi, come Gesù ha narrato nel Vangelo (Mt., XXIV, 37): “Gli uomini non badavano alle sue prediche, mangiavano e bevevano …, sino a che non venne il Diluvio e li portò via tutti quanti, mentre Noè entrava nell’arca”. La misericordia di Dio si era esaurita ed era venuta l’ora della giustizia (1) . Infatti, Dio disse a Mosè d’entrare nell’arca poiché “entro sette giorni farò piovere per quaranta giorni e quaranta notti” (Gen., VII, 1 ss.).

L’acqua s’alzò sino sommergere tutta la terra e sorpassò di 15 cubiti (2), ossia di circa quattro metri, le montagne più alte (Gen., VIII, 4). Le acque signoreggiarono sulla terra per 150 giorni (Gen., VIII, 10-24). Poi, l’arca si poggiò pian piano sul monte Ararat (5.165 m.), che si trova nell’attuale Turchia orientale (Armenia).

L’umanità ai tempi di Noè lasciò a Dio un solo modo per raddrizzarla, il castigo della sua giustizia, ma nel tempo stesso la misericordia del Signore concesse agli uomini un tempo notevole per far penitenza (circa 120 anni dall’annuncio del Diluvio, sette giorni dall’inizio del Diluvio alla chiusura dell’arca, quaranta giorni e notti di pioggia ininterrotta e 150 giorni per il processo di riassorbimento del Diluvio).

Allo stesso modo oggi (specialmente dopo le ultime esternazioni di Bergoglio 4 / 29 ottobre 2023; 8 novembre 2023) un castigo mondiale sembra essere l’unico modo che l’umanità abbia lasciato a Dio perché un gran numero di anime si possa ancora salvare dall’orrore di dannarsi per l’eternità. Il castigo della giustizia divina lascia sempre uno spazio alla misericordia, se l’uomo si pente e accetta la Grazia di Dio si salva, se persevera nel male e rifiuta Dio si danna. È quel che succederà tra non molto, se pensiamo come la Maestra più inascoltata dall’uomo: la Storia Sacra, c’insegna.


2°) La distruzione di Sodoma e Gomorra (Gen., XVIII, 16 – XIX, 28).

Inoltre, ai tempi del Patriarca Abramo (circa 1900 anni a. C.), gli abitanti di Sodoma praticavano la sodomia o omosessualità, ma essa non era legalizzata o teorizzata né dai semplici cittadini, né dal Patriarca Abramo, né dal Pontefice.

Tuttavia Dio disse: “Il grido di Sodoma e di Gomorra è cresciuto e i loro peccati si sono aggravati fuor di misura” (Gen., XVIII, 17), cioè la sodomia è un “peccato che grida vendetta al Cielo” (3), poiché infrange gravemente l’ordine sociale, è direttamente contrario al bene dell’umanità, impedendo la procreazione; quindi “grida al cielo”, ossia richiama ed attira la punizione divina già su questa terra anche attraverso elementi naturali sopra coloro che lo commettono.

Abramo, il cui fratello Lot abitava a Sodoma con la sua famiglia e viveva secondo la Legge di Dio, pregò Iddio e Gli chiese di aver misericordia di Sodoma: “Punirai, Signore, il giusto, assieme all’empio? Se a Sodoma vi saranno 10 giusti, anch’essi periranno? Per amore dei 10 giusti non distruggerò Sodoma” (Gen., XVIII, 23).  Dio esige che vi siano almeno 10 giusti, commentano i Padri, per farci capire che per andare in Paradiso occorre osservare i 10 Comandamenti. Però a Sodoma non vi erano neppure 10 giusti, ma solo quattro (Lot, la moglie e due figlie), la metà dei giusti che si salvarono dal Diluvio. Il Signore fece piovere su Sodoma e Gomorra zolfo e fuoco dal cielo e distrusse le due città, i loro abitanti e la regione attorno (Gen., XIX, 23 s.).

Conclusione 

“Decreto” della Congregazione della Dottrina per la Fede, 8 novembre 2023

La vendetta di Dio sarà terribile

Cosa ne sarà di noi? Infatti, a Sodoma la pratica sodomitica non era legalizzata, invece oggi il Papa domanda e decreta addirittura la legalizzazione delle unioni omosessuali e propone come modello di fede e di moralità i transessuali che possono fare da Padrini, ossia padri spirituali per il battesimo e la cresima (“Decreto” della Congregazione della Dottrina per la Fede, dell’8 novembre 2023). È veramente “l’abominio della desolazione nel luogo santo” (Dan., IX, 27; XI, 31; XII, 11; Mt., XXIV, 15) in re morali dopo quello del Pachamama in re dogmatica (novembre 2019).

Non dobbiamo farci illusioni, tale abominio provoca l’ira di Dio, che, tuttavia, è sempre unita e s’accompagna alla Sua misericordia. Il Signore ci castigherà severamente, ma farà misericordia a coloro che si pentiranno del male fatto.

La Madonna nel 1973, di fronte alla marea montante dell’incredulità e dell’immoralità dell’umanità, ad Akita nel Giappone disse, apparendo a una suora, che il primo diluvio fu di acqua, ma ce ne sarebbe stato ben presto un secondo di fuoco.

Non ci resta che far penitenza, umanamente parlando la lotta è ìmpari, le forze del male hanno vinto la battaglia presente, essendosi infiltrate, sino al vertice della Chiesa di Dio. Tuttavia, “il braccio di Dio non s’è accorciato” (Isaia, LIX, 1), la Sua misericordia è sempre infinita e il Signore è pronto a mitigare l’uso della Sua giustizia con la pratica della Sua grande misericordia.

Infine, la promessa di Gesù ci deve assicurare che “le porte degli inferi non prevarranno” (Mt., XVI, 18). Quindi, se la battaglia presente volge alla nostra sconfitta, la guerra finale la vincerà senz’altro Dio assieme alla Sua Chiesa.   


NOTE

1 - Se morirono tutti i discendenti di Seth e Caino, tranne otto persone della famiglia di Noè, ciò non significa che tutti furono dannati. Alcuni di loro ebbero il tempo di chiedere pietà al Signore (sette giorni, quaranta giorni e poi altri centocinquanta giorni) e salvarsi l’anima. Tutto ciò esalta la giustizia e la misericordia di Dio, che non vanno mai disgiunte.
2Il cubito era l’unità di misura dell’antichità ed equivaleva alla lunghezza d’un gomito, ossia l’arto superiore, che va dalla spalla o braccio all’avambraccio (circa 20/30 cm).
3 -  Secondo il Catechismo di S. Pio X del 18 ottobre 1912 (n. 152 e 154) i peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio sono quattro: “L’omicidio volontario, l’omosessualità, l’oppressione dei poveri e frodare la giusta paga agli operai”. Anche Giovanni Paolo II il 3 giugno del 2003 aveva ribadito, tramite la “Congregazione per la Dottrina della Fede”, la dottrina secondo cui non si può arrivare “in nessun modo all’approvazione  del comportamento omosessuale oppure al riconoscimento legale delle unioni omosessuali. […]. Riconoscere legalmente le unioni omosessuali […], significherebbe approvare un comportamento deviante”.





 
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