LE ORIGINI E LE CAUSE
DELL’ODIERNO ANTISIONISMO

GAZA 2023



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Il Sionismo in Palestina
Il cuore del problema


La domanda essenziale cui si deve rispondere non è: “Se Israele debba dare la terra di Palestina ai Palestinesi”, che ne conservano solo il 20%; ma: “Se Israele abbia il diritto di prendere per sé la terra di Palestina”, che oggi appartiene loro al 72%.

Inoltre, i Palestinesi devono avere non solo lo Stato di Palestina, ma anche il diritto di usare la terra di tale Stato. Oggi ai Palestinesi è rimasto solo il 22% della terra della loro Patria e per di più non ne hanno l’uso, che è controllato da Israele.

Infatti, oggi nella striscia di Gaza (40 km di lunghezza per 9 di larghezza circa), i Palestinesi, che vi sono rinchiusi come in un enorme lager, hanno soltanto il possesso de iure ma non de facto. Insomma, non ne hanno l’uso, che è controllato da Israele.

Nel 1947 l’Onu, con la Risoluzione 181, enunciò un Piano di spartizione secondo cui la Palestina sarebbe stata divisa in due parti: il 52% agli Ebrei e il 48% ai Palestinesi.
Però, l’Onu con quale “diritto” si arrogava il potere di assegnare una porzione di Palestina agli Ebrei e una ai Palestinesi, che sono stati derubati di circa la metà della loro Terra?

Perciò, la Risoluzione 181 consigliava soltanto la spartizione, ma non ne decretava l’obbligo; insomma non era normativa.

Da punto di vista della giustizia distributiva, i Palestinesi mantengono ancor oggi il diritto di possesso sul 100% della Palestina come prima del 1947.


Le CAUSE GENERALI DELL’ANTIGIUDAISMO

Lo scrittore e giornalista israelita Bernard Lazare (Nîmes 1865, Parigi 1903) scriveva: “Ovunque gli Ebrei (...), si sono stabiliti, s’è sviluppato l’Antisemitismo, o meglio ancora, l’Antigiudaismo, poiché Antisemitismo è una parola poco esatta” (B. LAZARE, L’Antisemitisme, Documents et témoignages, Vienne 1969, pag. 11). Infatti, gli Arabi sono semiti come gli Ebrei e più degli Askenaziti.

Egli ammette, inoltre, che “il popolo ebreo è stato odiato da tutti i popoli tra i quali si sia stabilito” (op. cit., pag. 11) e ne conclude che le cause generali dell’Antisemitismo risiedono in Israele e non nei popoli che l’hanno combattuto.

Tale ragionamento non è frutto d’odio razziale o d’Antisemitismo, ma è la costatazione di un autore d’origine israelita, dotato di mente lucida e obiettiva.

La Chiesa, per esempio, s’è opposta all’odio razziale e a un’ingiustificata violenza contro il Giudaismo, pur raccomandando costantemente la prudenza e pur prendendo delle misure che preservassero i cristiani dall’influenza giudaica.

Tuttavia, bisogna ammettere, con il Lazare, che “GLI EBREI - in parte almeno - CAUSARONO I LORO MALI” (op. cit., pag. 11), perché solitamente l’ebreo è un “essere asociale, inassimilabile” (“insociable” pag. 12), che rifiuta di farsi assimilare dalla società, in quanto è politicamente e religiosamente esclusivista.

Studiando la storia, si costata come i popoli vinti finivano per sottomettersi ai vincitori, pur mantenendo eventualmente la propria fede. Al contrario, “ovunque gli Ebrei fondarono delle colonie, ovunque furono trasferiti, chiesero non solo di poter praticare la propria religione ma anche di non essere assoggettati ai costumi dei popoli tra i quali erano chiamati a vivere e di potersi governare con le proprie leggi” (op. cit., pag. 13). Dappertutto vollero restare Ebrei, come popolo, come religione e come Stato, e poterono fondare grazie ai privilegi così ottenuti, uno Stato nello Stato.


LEGGE MOSAICA E LEGGE TALMUDICA


A questo punto bisogna rammentare la distinzione importantissima tra la Legge mosaica e quella talmudica, tra il Giudaismo, prima e dopo Cristo. La LEGGE MOSAICA, tutta relativa a Gesù Cristo futuro, è stata ripresa e perfezionata dal Cristianesimo; quella TALMUDICA al contrario è l’antitesi e la corruzione di quella mosaica e cristiana.
Il Talmud e la Càbala spuria impedirono la conversione del popolo eletto al Messia; la dominazione dei Farisei impedì a Israele d’entrare nella Nuova ed Eterna Alleanza.
Il Talmudismo è una degenerazione carnale della Religione mosaica. Infatti, laddove il Mosaismo insegnava che Israele era stato scelto, per pura misericordia divina, per accogliere il Cristo e farlo conoscere a tutte le genti, i Farisei e i Cabalisti-Talmudisti sostenevano che il mondo è stato creato “per essere sottomesso all’impero universale... degli Ebrei” (op. cit. pag. 14).

Ecco la nuova religione giudaica che non ha nulla a che vedere con la Bibbia e con Mosè: il dominio dell’ebraismo sul mondo intero! Secondo questa concezione, da una parte vi sono gli Ebrei, i veri uomini, e dall’altra parte i non-ebrei, i “goim” che sono come delle bestie e devono essere schiavi degli Ebrei.

Quando venne il Messia predicando il Vangelo del Regno dei cieli, perfezionamento e compimento dell’Antico Testamento, i Farisei e i Talmudisti, pur sapendo che Egli era il Messia e Dio stesso, Lo odiarono profondamente fino a metterlo a morte, perché sconvolgeva il loro sogno imperialista di dominio materiale sul mondo intero. Lo stesso sogno imperialista che sta trasformando Gaza in un Campo di sterminio

E’ con la corruzione del Mosaismo in Talmudismo che ebbe inizio una persecuzione SISTEMATICA nei confronti degli Ebrei (cfr. B. LAZARE op. cit., pag. 17). Questo fenomeno si spiega facilmente; col nascere dell’odio e del disprezzo verso tutti i popoli non giudei nacque anche l’inevitabile reazione di questi ultimi. Se, fino ad allora v’erano state soltanto delle esplosioni di odio locale, a partire da quel momento si verificarono delle vessazioni sistematiche verso gli Ebrei stanziati nei vari Paesi.

Ora, se si studia spassionatamente l’invasione - prima della metà e dopo di un altro quarto - della Palestina da parte del Sionismo - prima nel 1948 e poi nel 1967 - si nota che il modo aggressivo e predatorio di fare dei sionisti non può che suscitare la reazione dei Palestinesi, come legittima difesa: Vim vi repellitur. “A ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria”. 

Il Lazare sostiene che LA CAUSA DELLE PERSECUZIONI CONTRO IL GIUDAISMO È’ DA RICERCARSI PROPRIO NEI PRINCÌPI DEL TALMUDISMO E NON NEL COMPORTAMENTO DEI POPOLI OSPITANTI, i quali per lo più non fecero altro che difendersi (“vim vi repellere licet”). Proprio come hanno fatto i Palestinesi, che sono stati derubati dell’80% circa della loro Patria in circa 70 anni, dal 1948 sino a oggi.

“Perché - si chiede il Lazare - in tutti questi Paesi, in tutte queste città gli Ebrei furono odiati? Poiché - risponde - non entrarono mai nello Stato come cittadini, ma come privilegiati. Benché avessero abbandonato la Palestina, essi volevano innanzitutto restare Ebrei, considerando ancora Gerusalemme come la loro unica patria” (...) e rifiutando l’assimilazione da parte dei popoli circostanti (op. cit., pag. 22) (1).

Quest’errore, vecchio di circa 2000 anni, si è riaffacciato prepotentemente alla ribalta nell’ottobre del 2023, preceduto da una lunga serie d’ingiustizie che vanno dal 1948 al 1967 e al 2006. Esso non poteva non suscitare una reazione rabbiosa, come può essere quella di un uomo legato per 70 anni alla catena e derubato della sua stessa casa. 


IL GIUDAISMO AI TEMPI DELLA CRISTIANITA’

Leone XIII ha ricordato autorevolmente come la società medioevale fosse impregnata filosofia del Vangelo. Era inevitabile, pertanto, che il Giudaismo, ostile al Vangelo e alla Chiesa s’opponesse a tale ordine sociale. La Chiesa cattolica dovette, quindi, condurre e guidare una reazione o difesa dal Giudaismo che possiamo chiamare pertanto Antigiudaismo, termine che deve essere accuratamente distinto, come vedremo meglio in seguito, da quello di Antisemitismo.

Il motivo dell’Antigiudaismo è pertanto l’opposizione secolare del Giudaismo talmudico a Nostro Signore Gesù Cristo e alla sua Chiesa, la quale per non soccombere dovette difendersi.

Scrive ancora Lazare: “Per il solo fatto che negavano la divinità di Cristo gli Ebrei, si ponevano come nemici dell’ordine sociale, poiché tale ordine sociale era fondato sul Cristianesimo” (op. cit., pag. 59). Un esempio dei conflitti che potevano nascere tra popolo ebraico e ordine sociale cristiano è quello relativo all’usura. Durante tutto il medioevo e fino al XV secolo la Chiesa proibì il prestito a interesse, ma per l’ebreo questa proibizione non era vincolante: “Gli Ebrei, che a quell’epoca appartenevano per la maggior parte alla classe dei commercianti (...), approfittarono di questa licenza e della situazione economica dei popoli tra i quali vivevano” (op. cit., pag. 62).

“Popolo energico, vivace, d’un orgoglio infinito, che si considerava superiore a tutti gli altri, il popolo ebreo volle diventare una potenza. Aveva istintivamente il gusto del dominio (...). Per esercitare questo tipo di autorità gli Ebrei non ebbero la possibilità di scegliere i mezzi. L’oro diede a essi un potere che TUTTE LE LEGGI RELIGIOSE E POLITICHE RIFIUTAVANO LORO. (...) DETENTORI DELL’ORO DIVENNERO I PADRONI DEI LORO PADRONI (...)” (2) (op. cit., pag. 64).


I Talmudisti naturalmente ebbero una grande influenza nell’instillare quest’amore dell’oro nell’anima dei propri correligionari. Dando importanza solo agli atti esteriori e non curandosi della purezza dell’intenzione, essi resero gretta l’anima ebraica, presentandole come unico fine della vita una felicità naturale e materiale da raggiungere sulla terra.

“Per ottenere questo bene egoista (...) l’ebreo (...) era fatalmente condotto a ricercare l’oro (...) l’ebreo fu diretto verso l’oro; fu preparato a essere (...) l’usuraio. (...) Una volta che l’ebreo diventò tale, l’Antigiudaismo si complicò, le cause sociali si mischiarono alle religiose e l’unione di queste spiega l’intensità e la gravità delle persecuzioni che Israele dovette subire. (...) Il deicida, già oggetto di orrore, essendo diventato pure l’usuraio, l’esattore delle tasse, lo spietato agente del fisco, aggravò l’orrore verso di sé; (...) (op. cit., p. 66). Attirò così su di sé un duplice disprezzo: quello dei cristiani e quello degli oppressi.


I VARI AGENTI DELL’ANTIGIUDAISMO

La Chiesa, fin dai primi secoli, svolse un ruolo di primo piano nel moderare le invadenze dottrinali e pratiche del Giudaismo. Nello svolgere questo compito essa si servì principalmente di due istituzioni: gli Ordini religiosi e l’Inquisizione.
a) Gli Ordini religiosi: la predicazione dei religiosi, riguardante gli Ebrei denunciava innanzitutto il peccato di deicidio, per dimostrare in séguito che essi, tramite l’usura, erano diventati anche i padroni dell’oro, “i succhiatori del sangue dei cristiani”. Così s’esprimevano S. Giovanni da Capestrano, S. Bernardino da Siena, il Beato Bernardino da Feltre... trattando il tema dell’omicidio rituale, di cui ha trattato nel 2007 anche il rebbino Ariel Toaff nel suo libro Pasque di sangue (Bologna, Il Mulino).
b) L’Inquisizione: contrariamente a quanto generalmente si crede l’Inquisizione non perseguiva gli Ebrei a causa della loro razza e neanche a causa della loro religione, ma solamente nella misura in cui essi incitavano alla “giudaizzazione”, oppure, dopo un’eventuale conversione al Cristianesimo, fossero tornati a giudaizzare.
La Chiesa non voleva l’eliminazione degli Ebrei, posti com’erano in uno stato di inferiorità legale, considerandoli come una testimonianza vivente del proprio trionfo.


IL PROTESTANTESIMO E GLI EBREI

La Riforma protestante, come rivoluzionò l’ordine sociale cristiano, mutò anche i rapporti tra gli Ebrei e la società.

“Quando si levò l’alba del sedicesimo secolo, quando il primo soffio di libertà passò sul mondo, gli Ebrei erano un popolo di schiavi. Tuttavia (...) il tempo dei grandi dolori era passato per gli Ebrei (...) incontrarono più comprensione (...) furono disprezzati in maniera meno violenta (...). Eppure gli Ebrei non erano cambiati (...) erano gli altri a essere cambiati.
I cristiani erano diventati meno ferventi e quindi erano portati a detestare meno gli eretici. (...) Durante gli anni che precedettero la Riforma l’ebreo era diventato l’educatore, il maestro di ebraico dei colti, iniziandoli così ai misteri della Càbala e armandoli - contro il Cattolicesimo - dell’esegesi di cui si servirà il Protestantesimo. (...) Quando Lutero pubblicò le sue tesi (...) per un istante i teologi dimenticarono gli Ebrei e dimenticarono anche che il movimento che si andava propagando affondava le sue radici nelle fonti ebraiche (...). È LO SPIRITO EBRAICO CHE TRIONFA CON IL PROTESTANTESIMO (...). È SINGOLARE L’ANALOGIA TRA LUTERO E MAOMETTO. TUTT’E DUE ATTINSERO LE LORO DOTTRINE ALLE FONTI EBRAICHE (...) (op. cit., pagg. 73 - 84) (3).

Infine quando il 27 settembre del 1791 l’Assemblea Costituente dichiarò che gli Ebrei avrebbero avuto in Francia gli stessi diritti dei cittadini attivi, gli Ebrei entrarono a far parte della società.


LA RIVOLUZIONE FRANCESE E GLI EBREI

Con il 27 settembre 1791 gli Ebrei furono ammessi al rango di cittadini attivi. Tuttavia, tale legge dell’Assemblea Costituente “era soprattutto impotente a rompere le catene che gli Ebrei stessi s’erano fabbricate. Essi erano emancipati legalmente ma non moralmente; infatti, mantenevano la loro condotta di vita, i loro costumi e i loro pregiudizi, (...) avevano paura di perdere, a contatto con i non ebrei, la loro personalità e la loro fede. (...) e lo sforzo della maggior parte degli Ebrei tendeva a mantenere la propria identità in mezzo agli stranieri (...). Economicamente, gli Ebrei restarono quello che erano (...): improduttivi (...) e usurai” (op. cit., pag. 102).


DALL’ANTIGIUDAISMO ALL’ANTISEMITISMO razziale


L’Antigiudaismo è propriamente teologico: esso è la reazione della Chiesa all’attacco del Giudaismo talmudico che nei primi secoli cercò di soffocarla nel sangue e nei secoli successivi di distruggerla con le eresie. Per questo la Chiesa dovette scendere in campo contro il Giudaismo. Con il processo di secolarizzazione si assistette a un passaggio graduale dall’Antigiudaismo teologico (che condannava l’odio e la violenza gratuita contro gli Ebrei a eccezione della legittima difesa; ma che raccomandava d’altra parte la prudenza nell’evitare il contagio dal “morbo giudaico”) all’Antisemitismo razziale.

“Ufficialmente la Chiesa ha sempre condannato l’Antisemitismo (...) e ha determinato la forma e i limiti (...) che deve adottare l’azione contro gli Ebrei” (Y. CHEVALIER, L’Antisemitismo, Istituto Propaganda Libraria, Milano, 1991, pag. 220) (4).

Quest’affermazione è verissima a condizione di ben definire il termine di Antisemitismo. Infatti, se la Chiesa ha condannato l’odio gratuito del sangue ebraico, essa non ha mai condannato la lotta al pensiero giudaico-talmudico: al contrario ne è sempre stata la principale maestra.

La tattica attuale degli Ebrei è quella di confondere il significato delle parole, di far credere che non sia lecito reagire all’azione dissolvitrice del Giudaismo contro la Cristianità; per ottenere questo si dà al termine Antisemitismo un significato più ampio di quello che gli ha sempre attribuito la Chiesa. Lo stesso Chevalier cade in questo errore quando afferma che l’Antisemitismo moderno fa sua la teoria del complotto e della congiura ebraica, mentre a propriamente parlare, questa tesi, lungi dall’essere una proprietà dell’Antisemitismo moderno, si trova di già, divinamente rivelata, nel Vangelo.

Leggiamo, infatti, in Giovanni (IX, 22): “CONSPIRAVERANT Judæi ... I Giudei COSPIRAVANO di espellere (scomunicare) dalla Sinagoga chiunque riconoscesse che Gesù era il Cristo”. Consultando i dizionari etimologici della lingua italiana (Devoto-Olii, Zingarelli, Cortellazzo-Zolli, Battaglia...) si ricava che il significato di “cospirare” è: cum (assieme) spirare (soffiare), CONGIURARE, accordarsi segretamente per conseguire un fine. Sinonimo di COMPLOTTARE. Congiurare, a sua volta, viene da: cum, iurare: giurare assieme, unirsi in congiura. Complotto: è sinonimo di congiura, intrigo, macchinazione ai danni di qualcuno. Gli Ebrei perciò cospiravano, congiuravano e complottavano di scomunicare chiunque riconoscesse che Gesù era il Cristo. E oggi il Giudaismo continua a congiurare (nel segreto, con giuramento) contro la Chiesa e gli Stati cristiani per distruggerli, creando a tale scopo anche delle Società segrete che “macchinano” contro di essi (C. J. C., can., n. 2335).

“L’accordo segreto, diretto al rovesciamento improvviso e violento dell’organizzazione politica dominante” (NICOLA ZINGARELLI), non è, quindi, un'invenzione dell’Antisemitismo razziale e biologico, ma si trova già nel cuore del Vangelo, il quale ci racconta la vita di Gesù e il complotto del Giudaismo talmudico contro di Lui, che si risolse nella Sua crocifissione. L’Antisemitismo biologico, bestemmia: “Un ebreo crocefisso è sempre un ebreo” (J. Evola).


Il cristiano che vuol restare tale non può prescindere dal prendere atto dell’esistenza di un complotto di forze occulte (la giudeo-massoneria), che nel segreto cerca di abbattere “il Trono e l’Altare” e non può astenersi dal lottare con tutte le sue forze contro tale complotto, se non vuol vedere Gesù Cristo crocifisso una seconda volta nel Suo Corpo Mistico.


ANTISEMITISMO E MORALE CATTOLICA

L’Antisemitismo in quanto implica odio - scrive monsignor Antonino Romeo - e fomenta (...) la violenza, è contrario alla morale cristiana e comporta gravi pericoli per la Fede come il ... disprezzo dell’Antico Testamento (...). La Chiesa condanna perciò l’odio che è chiamato volgarmente Antisemitismo (Decreto del Sant’Uffizio, 25 marzo 1928)” (A. ROMEO, Antisemitismo, in Enciclopedia Cattolica, Città del Vaticano, 1949, vol. I, col. 1502).

Tuttavia, come ricorda la Civiltà Cattolica: “La giustizia e la carità non escludono la prudente e moderata difesa” (Civiltà Cattolica, 1945, II, p. 274).

“Non è Antisemitismo parlare dei difetti o dei pericoli del Giudaismo - scrive ancora monsignor Romeo - chi ritiene che gli Ebrei siano a capo della Massoneria e del Bolscevismo; non può però - senza grave ingiustizia - accusare TUTTI gli Ebrei. (...). Il cattolico non può, per questioni di sangue o di razza, schivare gli Ebrei rigenerati dal Battesimo, ma li deve trattare fraternamente ed abbracciare. (...) Solo su queste basi, escludendo ogni odio per le persone, è lecito un Antigiudaismo nel campo delle idee, volto alla vigile tutela del patrimonio religioso-morale e sociale della Cristianità” (ibid. col. 1502, 1503).


CHE FARE?

Il mondo ha imboccato, con l’Umanesimo neo-pagano del XV secolo, la strada larga che porta alla “giudaizzazione”, la quale è direttamente proporzionata alla scristianizzazione.

L’unica via per giungere al porto è LASCIARE LA STRADA SBAGLIATA per riprendere quella giusta, come quando, facendo un’escursione in montagna ci accorgiamo che il sentiero che abbiamo percorso con grande fatica ci porta a un precipizio, l’unica alternativa al salto nel vuoto è TORNARE INDIETRO, PER RIANDARE AVANTI NEL SENSO GIUSTO.

“Se non si rimettono gli Ebrei al posto loro - scriveva La Civiltà Cattolica - CON LEGGI umane e cristiane sì, ma DI ECCEZIONE, che tolgano loro l’uguaglianza civile, a cui non hanno diritto (...) non si farà nulla o si farà ben poco. Data la (...) lor natura di stranieri in ogni paese, di nemici della gente di ogni Paese che li sopporta, e di società separata sempre dalle società colle quali convivono: data la morale del Talmud che seguono, e dato IL DOGMA FONDAMENTALE DELLA LORO RELIGIONE, CHE LI SPRONA A IMPADRONIRSI, CON QUALSIASI MEZZO, DEL BENE DI TUTTI I POPOLI (...): dato che, l’esperienza (...) dimostra, che la parità dei diritti coi cristiani (...) ha per effetto o l’oppressione dei cristiani (...) o l’eccidio degli Ebrei da parte dei cristiani, ne scende di conseguenza, che il solo modo di accordare il soggiorno degli Ebrei col diritto dei cristiani, è quello di regolarlo con leggi tali, che al tempo stesso impediscano agli Ebrei di offendere il bene dei cristiani, ed ai cristiani quello degli Ebrei” (La Civiltà Cattolica, 1890, serie XIV, vol. 8, citata in R. PIPERNO, L’Antisemitismo moderno, Cappelli, Rocca San Casciano, 1964, pagg. 139, 140).

Il cattolico deve desiderare con tutto il cuore che gli Ebrei si convertano e vivano; pertanto voler liquidare il problema ebraico mediante l’odio gratuito è un disegno criminale e pazzesco.

Il cattolico inoltre non può restare indifferente o ignorare che il Giudaismo attuale si trova in uno stato di riprovazione da parte di Dio e quindi deve sforzarsi, con carità unita alla prudenza (“Semplici come colombe, prudenti come serpenti”) di aiutare gli Ebrei a uscire dal loro stato di orgoglioso accecamento, che impedisce loro di riconoscere il Messia già venuto e ne fa sognare uno che dovrà dare loro il dominio sul mondo intero.

Così pure, il cattolico non può far finta di nulla e nascondere la testa sotto la sabbia, come lo struzzo, difronte al genocidio che l’entità sionista sta perpetrando ai danni dei Palestinesi. Se lo facesse sarebbe non meno colpevole di Ponzio Pilato.



NOTE

1 - Anche “La Civiltà Cattolica” (contemporanea a Lazare) è dello stesso parere, infatti scrive: «L’antica e la moderna Sinagoga (...) sono tra loro non solo diverse ma opposte (...). SE (...) GLI EBREI PRESENTI SEGUONO (...) LA LEGGE MOSAICA (...) NON SI PUÒ (...)TROVARE RAGIONE SUFFICIENTE (...) DI QUESTA (...) SEMPRE PROFONDA ANTIPATIA TRA L’EBREO ED IL NON EBREO SPECIALMENTE SE CRISTIANO. (...) Nessuna religione né setta si troverà come la presente ebrea (...) in un (...) sempre rinascente urto con tutto il genere umano. Donde si deve ricavare che (...) l’Antigiudaismo sia da attribuire ad una ragione essenziale, generale ed universale, operante in tutti i tempi, luoghi ed individui. Ora questa ragione la si troverà in quella (...) contraddizione che (...) corre tra l’antica, santa e divinamente rivelata ed assistita Sinagoga mosaica e la moderna empia e satanicamente inventata ed ispirata Sinagoga rabbinica. La quale contraddizione versa (...) sopra i punti non soltanto della fede ma della morale, e non solo della morale (...) cristiana ma anche della naturale. FACILMENTE S’INTENDE COME A UNA TAL CONTRADDIZIONE (...) TRA LA MORALE EBRAICA E QUELLA DEL RESTO DEL MONDO, DEBBA NECESSARIAMENTE - SEMPRE E DAPPERTUTTO - SEGUIRE QUEL¬L’ALTRA CONTRADDIZIONE (...) CHE SI CHIAMA ANTIGIUDAISMO (...). Il Giudaismo presente è contrario alla Legge di Mosè e dei Profeti. Perciò L’EBREO PRESENTE (SE OSSERVANTE DELLA SUA LEGGE) È UN NEMICO NATURALE, NECESSARIO E CORDIALE DEL GENERE UMANO NON EBREO. (...) NÉ PERCIÒ MERAVIGLIA CHE VICENDEVOLMENTE IL GENERE UMANO NON EBREO LO STIA SEMPRE PAGANDO DI UGUAL MONETA» (La Civiltà Cattolica, Serie XII, vol. VI, fasc. 814, 10 maggio 1884, pagg. 479, 480).
2 - “La Stampa” del 21 novembre 1992, a pag. 21, riportò che nel 1960 l’ex capo della RAI, Ettore Bernabei, trovandosi in casa di Fanfani, denunciò questo tentativo degli Ebrei di occupare tutti i posti chiave del mondo economico e dei mass media, esclamando: “Ecco la lungimiranza di Pittaluga e dei loro amici della comunità israelitica di Torino, che nel 1924 fondarono la prima stazione radiofonica in Italia. Ecco l’intelligenza, con la quale in molti Paesi del mondo gli israeliti si sono impossessati dei mezzi di comunicazione radiotelevisiva, controllando già l’editoria di molti giornali quotidiani e periodici (...). Nel corso di questi decenni la leadership del capitalismo statunitense è passata lentamente dai protestanti ad un capitalismo misto, protestanti ed ebrei, in particolare a quelli che controllavano le grandi banche della costa atlantica. Infine, dopo l’ultima guerra, in questi anni di guerra fredda, si sono imposti di fatto gli Ebrei del Pacifico, che avevano interessi nel petrolio, e poi si sono impossessati dell’industria spaziale e sempre e soprattutto dei mezzi di comunicazione. ... DIETRO LE GRANDI COMPAGNIE C’È LA GRANDE FINANZA EBRAICA”.
3 - cfr. STEFANO NITOGLIA, L’Islam, anatomia di una setta, ed. Fiducia, Roma 1993.
4 - cfr. anche: J. BARROMI, L’antisemitismo moderno, Marietti, Genova 1988; C. MANNUCCI, L’odio antico, Mondadori, Milano 1993; H. KÜNG, Ebraismo, Rizzoli, Milano 1991; J. ISAAC, Genèse de l’Antisémitisme, éditions Calmann-Lévy, Paris 1956; J. ISAAC, L’Antisemitisme a-t-il des racines chrétiennes?, Fasquelle, Paris 1960.









 
dicembre 2023
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