Olanda: un vescovo parla contro il Sinodo


Articolo della Fraternità San Pio X





Mons. Robert Mutsaerts


Il Sinodo sulla sinodalità, che si svolto a Roma dal 4 al 29 ottobre 2023, ha sollevato numerose critiche. Oltre ai dubia dei cinque cardinali e la coraggiosa lettera pastorale di Mons. Joseph Edward Strickland, vescovo di Tyler, negli Stati Uniti, occorre annoverare le dichiarazioni di Mons. Robert Mutsaerts, vescovo ausiliare di Bois-le-Duc, in Olanda; dichiarazioni riportate dal vaticanista Aldo Maria Valli sul suo blog, il 29 ottobre scorso.

Si tenga presente che l’anno scorso Mons. Mutsaerts decise di abbandonare l’Assemblea sinodale, di cui non esitò a dire: «Dio è assente in questo ignobile processo sinodale».


Il Sinodo delle tenebre

A proposito del Sinodo sulla sinodalità, la cui prima tappa si è conclusa, il prelato olandese dichiara senza mezzi termini: «Quale che sia il significato di sinodalità, i Sinodi hanno lo scopo di stabilire come dobbiamo procedere oggi per promuovere l’avvicinamento degli uomini a Cristo. In questo caso, il problema è che Gesù e la salvezza delle anime (che è in fin dei conti ciò che conta) non figurano affatto nelle discussioni di questo Sinodo.

«Non vi è alcun riferimento ai Padri della Chiesa, ai Santi e ai teologi, e non vi è quasi alcun riferimento alla Bibbia e alla Tradizione. Il Papa cita principalmente se stesso; e non vi è alcuna riflessione filosofica; ciò che domina tutto è il sentimento. Ciò non produce delle idee chiare. Se c’è una cosa che non fa Francesco è proprio questo: produrre chiarezza.

Le risposte ai dubia [dei cinque cardinali] lo dimostrano chiaramente. Ma senza idee chiare si resta nell’oscurità, a brancolare tra le ombre della notte, e tutto quello che rimane sono illusioni più o meno vicine alla verità. Non è forse vero che è la verità che ci rende liberi? Che senso ha enfatizzare la cura pastorale se essa non si basa sulla verità?

Mons. Mutsaerts è nato nel 1958; ha dunque vissuto tutto il periodo della Chiesa postconciliare. E oggi afferma: «Certo, tutti sono i benvenuti nella Chiesa, ma ad una condizione: pentirsi e fare appello alla misericordia di Dio. Questo è il punto centrale della nostra religione: riconoscere che vi è una verità che ci è stata rivelata; è per questo che andiamo in chiesa.

«Noi dobbiamo chiedere perdono e dobbiamo fortificarci nella grazia di Dio, utilizzando i mezzi forniteci dalla grazia: i sacramenti, la Parola di Dio, il sostegno della comunità della fede: e avendo come obiettivo la santificazione».
A questo proposito, Aldo Maria Valli nota: «Parole inabituali oggi, poiché la Chiesa proclama l’accoglienza senza ricordare la necessità della conversione e dell’adesione alla verità».

E il vescovo prosegue: «Essi vogliono che la chiesa cambi le sue regole, cosa che la Chiesa non può fare! Gesù ha detto all’adultera: «Vai, e non peccare più» (Gv. 8, 11)
Certuni invece vogliono che la Chiesa dica: per esempio alle comunità LGBT+: «Vai, e continua».

«Se qualcuno mi chiede una benedizione per un tipo di vita che la Chiesa considera peccaminosa, io naturalmente non gliela darò. Se certe persone si sentono escluse, va bene così. Gesù stesso ha escluso molte persone dicendo loro chiaramente che vi sono di quelli che non ereditano il Regno di Dio».

E il vescovo precisa: «Certo, noi dobbiamo amare il nostro prossimo, ma dobbiamo anche essere capaci di chiamare certi comportamenti per quello che sono: dei peccati. Le risposte vaghe e poco chiare non attirano alcuno nella Chiesa di Cristo. Al contrario, l’adattamento alle norme secolari allontana le persone da Cristo: esse si sentono confermate nelle loro opinioni secolari».

Il primo comandamento di Gesù alla Chiesa non è mai stato l’ascolto, ma la missione: «Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo» [Mt. 28, 19]









 
dicembre 2023
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