FIDUCIA SUPPLICANS



Articolo di Don Francesco Cupello







Già dalla presentazione la Dichiarazione Fiducia Supplicans [FS] della Congregazione vaticana per la Dottrina della Fede, mostra una evidente schizofrenia tra la pretesa di rimanere fermi sulla dottrina tradizionale della Chiesa circa il matrimonio, e quella di offrire al contempo un contributo innovativo al significato pastorale delle benedizioni, che implica un vero sviluppo: e allora dov’è la suddetta fermezza?

Quando si parla di coppie irregolari e dello stesso sesso, come si può avanzare la possibilità di benedirle, il che significa accettarle contro la vigente Dottrina della Chiesa e contro quanto stabilito da Dio Creatore?

Come ci si può fidare di una Chiesa, che nel giro di poco più di 100 anni passa da un Papa (S. Pio X) che ritiene l’omosessualità uno dei peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio, a un altro (Papa Francesco) che addirittura approva le benedizioni delle coppie omosessuali? L’abissale distanza tra le due posizioni non può che gravemente pregiudicare la concezione dell’istituzione divina della Chiesa.


Al n. 6 si dice che la benedizione data a “qualsiasi” altra unione, non va confusa con il rito del sacramento del matrimonio [e ci mancherebbe altro!). Ma che cosa vuol dire benedire se non dire bene, approvare, invocare la compiacenza e la benedizione di Dio?
Nel BENEDIZIONALE pubblicato il 31 maggio 1984 ad opera della Congregazione per il Culto Divino, al n. 1 leggiamo: «Origine e fonte di ogni benedizione è Dio, benedetto nei secoli, che è al di sopra di tutte le cose; lui solo è buono e ha fatto bene ogni cosa, per colmare di benedizioni tutte le sue creature». Al n. 3 si legge che «Cristo Signore è la massima benedizione del Padre». Al n. 4 si dice che «per opera dello Spirito Santo, la benedizione di Abramo raggiunge in Cristo il suo pieno compimento».

Al n. 6 è scritto: «Dio, dal quale discende ogni benedizione, concesse che specialmente i patriarchi, i re, i sacerdoti, i leviti, i genitori innalzassero a suo nome lodi e benedizioni e in nome suo trasmettessero le benedizioni divine agli uomini e alle cose create. Quando Dio, o direttamente o per mezzo di altri, benedice, sempre viene assicurato il suo aiuto, annunziata la sua grazia, proclamata la sua fedeltà all’alleanza sancita».

Infine al n. 11 leggiamo ancora: «La Chiesa vuole che la celebrazione di una benedizione torni veramente a lode ed esaltazione di Dio e sia ordinata al profitto spirituale del suo popolo».

Se tutto questo è vero, come si può conciliare la benedizione a una coppia irregolare o addirittura omosessuale, con la benedizione, la prima benedizione di Dio Creatore, attestata dalla Scrittura e data proprio alla prima coppia umana, formata da un uomo e una donna, e strettamente connessa al comando di crescere e moltiplicarsi?
Perciò «la benedizione data a qualsiasi altra unione», come pretende FS (n. 6), contraddice in pieno la benedizione di Dio alla prima coppia. E basterebbe già solo questo per respingere la Dichiarazione FS come contraria alla volontà di Dio e ritenerla un radicale capovolgimento dell’antropologia cristiana e per conseguenza di tutta la secolare Dottrina matrimoniale della Chiesa, nonché di tutta intera la morale sessuale.

Siccome in FS, come continuamente viene sottolineato, ci sono le idee di Papa Francesco, a questo punto non bisogna avere alcun timore di dire a Papa Francesco che le sue idee se le può tenere per sé, perché egli non è al posto che occupa per portare avanti quelle [come chiaramente disse Benedetto di se stesso nell’omelia della Messa di inaugurazione del suo pontificato], ma per custodire il Vangelo e la Dottrina secolare della Chiesa.
Diversamente il suo è un abuso di potere e un comportamento dittatoriale.






 
dicembre 2023
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