L’ultimo passo di Bergoglio
verso l’abisso



di Pantaleus


Pubblicato sul quindicinale SI SI NO NO
anno XLIX, n° 21, 15 dicembre 2023
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Qualche anno fa, Francesco, senz’attendere risposta, s’è chiesto a bella posta: “Che cos’è la verità? Che cosa posso dire io dell’omosessualità? Dei divorziati e degli abortisti?”.

Sino a ieri (nel primo decennio di pontificato), pur senza dirlo esplicitamente, egli lasciava errare e fare il male praticamente, non teorizzando esplicitamente nulla.
Quest’è stata sino a ora, la tattica di Bergoglio; tuttavia, adesso (con l’inizio del secondo decennio di pontificato …) è passato alla seconda fase mettendo nero su bianco la teorizzazione del male morale da praticarsi come se fosse bene (Sinodo della Sinodalità e Dichiarazione sui trans/Padrini e omo/ Testimoni dell’8 novembre 2023).

L’8 novembre, infatti, egli ha cambiato tattica e ha affermato esplicitamente l’errore e la degenerazione morale, eretta a principio o decreto.

Ecco le conseguenze dell’apertura alla modernità, iniziata con il Concilio Vaticano II. Infatti, quando si nega – con Hegel – il principio primo speculativo d’identità e non contraddizione (sì = sì, no = no, sì ≠ no), si perde anche il principio primo d’ordine pratico o la sinderesi “bonum faciendum, malum vitandum”, che riposa su quello d’identità (bene = bene, male = male, bene ≠ male); per cui si perde la nozione di bene e di male, li si confonde e si prende il male per il bene e viceversa, riconoscendo le unioni “omo/affettive”...

Tutto è praticamente lecito: il divorzio, l’aborto, l’omosessualità. Soprattutto non bisogna restare troppo a lungo a dibattere teoreticamente e dogmaticamente su tali questioni, che oramai sono sorpassate dalla pratica e dalla vita moderna e contemporanea come pure dalla nuova “pastorale esortativa” bergogliana.

Infatti, la verità non è più la “conformità dell’intelletto alla realtà” (Aristotele e San Tommaso), ma la “conformità dell’intelletto all’esigente della vita contemporanea” (Maurice Blondel).

Siccome, le esigenze della vita contemporanea richiedono ogni tipo di depravazione teoretica (negazione dei primi princìpi speculativi per sé noti ed evidenti) e pratica la negazione della sinderesi: “Occorre fare il bene e fuggire il male”; allora bisogna lasciar fare senza preoccuparsi della verità e moralità oggettiva, naturale e soprannaturalmente rivelata.

Il principio d’identità (sì = sì, no = no), che ha retto e diretto la filosofia classica (Socrate, Platone, Aristotele, Cicerone, Seneca) sino a quella patristica (sant’Agostino) e scolastica (san Bonaventura e san Tommaso d’Aquino), è stato negato nell’antichità dai sofisti e ha caratterizzato il fulcro della filosofia moderna soprattutto hegeliana, la quale si basa sulla contraddittorietà quale mezzo per giungere alla conoscenza filosofica (“tesi, antitesi, sintesi”).

Le conseguenze pratiche, etiche e morali di tale rifiuto sono state tratte soprattutto dalla filosofia post-moderna e contemporanea a partire da Nietzsche, Marx e Freud, secondo la quale bisogna evèrtere il sistema di valori morali classici e cristiani per sostituirgliene uno diametralmente opposto, che ritenga bene ciò che era male e male ciò che era bene.

Si può dire che la prassi di Francesco eguaglia la filosofia post-moderna e supera quella moderna, sopravanza il Vaticano II e inaugura lo spirito del “Vaticano III”, in perpetua evoluzione, aperto e mai chiuso, proprio come il Sinodo della Sinodalità (4 - 29 ottobre 2023) e l’evoluzione creatrice di Teilhard de Chardin, che tende al Cristo cosmico, che sarebbe una specie di punto omega.

Ora, Lucifero è il “patrono” della modernità e post-modernità. Infatti, secondo san Tommaso d’Aquino (S. Th., I, q. 63, a. 7) Lucifero è  caduto sùbito dopo il primo istante della sua creazione poiché per un peccato di superbia naturalistica desiderò e preferì il bene proporzionato alle forze della sua natura angelica a quello soprannaturale della Visione Beatifica di Dio faccia a faccia; oppure, per un peccato d’orgoglio immanentistico volle la beatitudine soprannaturale come dovuta alla sua natura angelica e non come dono gratuito di Dio (S. Th., I, q. 63; Contra Gent., lib. III, cap. 110; De malo, q. 16, a. 2, ad 4).

Questi due errori, e soprattutto il secondo, li ritroviamo nella teologia modernistica condannata da san Pio X (Pascendi, 1907) e da Pio XII (Humani generis, 1950) ed è stato sostenuto specialmente da Henri de Lubac nel suo libro Le Surnaturel (1946), condannato negli anni Cinquanta da Pio XII e poi chiamato come “perito conciliare” da Giovanni XXIII al Vaticano II nel 1960.

Il nichilismo completo è quindi una riedizione del titanismo novecentesco (1), del prometeismo e del luciferismo. “Eritis sicut dii”, ha promesso Satana nel Paradiso terrestre ad Adamo ed Eva (la donna del dialogo … e del diavolo), ma “chi vuol far l’angelo, fa la bestia” e perciò ci siamo ritrovati “in questa valle di lacrime”. Icaro voleva volare con delle ali che si era costruito da sé, ma che si squagliarono alla luce del sole, di modo che il povero Icaro non arrivò in cielo ma fracassò a terra.

Ora il Concilio Vaticano II ha voluto dialogare (come Eva) e far propria la modernità come categoria filosofica (2) e nel post-concilio non solo qualche teologo ma i “periti conciliari” più rinomati e intere Conferenze episcopali hanno tirato delle conclusioni sia in campo dogmatico che morale, le quali sono paragonabili allo spirito del Sessantotto, preparato dalla Scuola di Francoforte e dallo Strutturalismo francese.

Per esempio nel 1965 Herbert Marcuse in Eros e civiltà (tr. it., Torino, Einaudi, 1966) chiedeva la liberazione dal reale (p. 277) sia ontologico che morale, esaltando la dirompente forza rivoluzionaria dell’omosessualità (Eros e civiltà, cit., p. 192). Jean Paul Sartre nel 1969 auspicava l’incesto come liberazione dalla famiglia (Tout, n. 12) e nel 1977 si pronunciava a favore della pedofilia (Le Monde, 26 gennaio).

Infatti, le stesse idee sessantottine le ritroviamo nel famigerato “Catechismo” olandese del 1966 e in quello della Conferenza episcopale belga (2010), che si sono schierate a favore dell’omosessualismo e persino della pedofilia.

Si veda, inoltre, anche Il Corso d’Istruzione di Religione Cattolica, intitolato “Una strada di stelle”, edizioni Elledici, Torino, 2011, con “Nulla osta” del Presidente della Conferenza Episcopale Italiana card. Angelo Bagnasco (protocollo n. 811/2010) del 19 novembre 2010. Il capitolo “Credenti in dialogo”, alle pagine 73 e 74, riporta: «Tutte le religioni sono un cammino verso Dio, come viene spiegato dal brano che ti presentiamo. In un villaggio di ciechi si udì che sarebbe giunto un re a dorso di un elefante. Nessuno di essi aveva mai avvicinato un elefante e si dicevano: “Chissà come sarà fatto?”. Al suo arrivo un gruppetto s’avvicinò per tentare di conoscerlo. Il primo gli toccò la proboscide, il secondo una zanna, il terzo un orecchio, il quarto una zampa, il quinto la pancia e l’ultimo la coda. Se ne tornarono a casa, convinti di sapere esattamente com’era fatto. “Oh, è fantastico!” disse il primo che aveva toccato la proboscide, “così lento e morbido, lungo e forte”. “No!” disse quello che aveva toccato la zanna: “È corto e molto duro”. “Avete torto entrambi” disse il terzo, “è piatto e sottile”. “Oh no”, disse il quarto, che aveva toccato la zampa, “è come un albero!”. Anche gli ultimi due intervennero: “È come un muro!”. “Come una corda!”. Dissero e discussero, sino a litigare e a fare a botte. Finalmente arrivò qualcuno che vedeva bene, e, disse ai ciechi: “Avete ragione tutti. Tutte queste parti assieme, formano l’elefante”. […]. La storia dei ciechi e dell’elefante mostra che ci sono tante strade per arrivare a Dio; esse sembrano molto diverse tra loro. In realtà tutte hanno caratteristiche comuni». In breve per la CEI – come per l’Esoterismo e la Massoneria – nessuna religione è vera in sé, neppure la Religione cattolica, ma se le prendiamo tutte assieme, allora arrivano alla verità. Esse sembrano solo apparentemente diverse, ma realmente sono eguali prese tutte assieme, è per questo che ci si è riuniti tutti assieme ad Assisi nel 1986-2012 e infine ad Abu Dhabi Bergoglio ha sottoscritto una Dichiarazione, nel 2019, in cui si sostiene che tutte le religioni sono state volute, positivamente e non solo permesse, da Dio.

Nell’uomo, dopo il peccato originale, vi sono delle tendenze o inclinazioni disordinate, che lo spingono al male. Esse sono la Tre Concupiscenze: Orgoglio, Avarizia e Lussuria. Quindi, l’educazione delle passioni o istinti sensibili umani è di capitale importanza. Non si tratta di annullarle o reprimerle, ma di educarle e subordinarle all’intelletto e alla volontà (3). Avendo abbandonato la morale e l’ascetica tomistica e controriformistica per aderire al modernismo morale e ascetico chiamato “Americanismo” da Leone XIII in Testem benevolentiae, il Teilhardismo (sin dagli anni Venti-Trenta), il Concilio Vaticano II, il 1968 e il post-concilio hanno aperto la porta alla forza propulsiva e distruttiva delle passioni disordinate. Non si è voluto più insegnare a sublimare, dominare, padroneggiare le passioni per finalizzarle al bene, ma, sotto pretesto di non “reprimere”, le si è lasciate freudianamente in balìa del disordine, che porta l’uomo ad agire male. Ecco come s’è giunti al Catechismo olandese, belga, all’odierna apertura pratica alla comunione ai divorziati conviventi e all’omosessualità (ottobre / novembre 2023).

Bisogna vivere come si pensa (Fede e Buone Opere) altrimenti si finisce per pensare (luteranamente) come si vive (“pecca fortiter sed fortius crede”). Certi fatti incresciosi sono stati pianificati e pensati dal teilhardismo (“l’eterno femminino”), dal Vaticano II (“connubio spurio con la modernità”), dal post-concilio (“post-modernità”) e oggi vengono spinti al parossismo dal “Vaticano III” iniziato praticamente in maniera ufficiale da papa Francesco, che dopo 10 anni di pontificato è passato dalla pratica alla teoria del male non solo più soltanto permessa de facto ma giustificata dottrinalmente.

Ora, un errore (Vaticano II) non si corregge con un altro errore (“Concilio Vaticano III”, che fu richiesto da Küng, Martini e Bergoglio) o con una mezza verità (“Ermeneutica della continuità conclamata e non provata” da Benedetto XVI (4)), ma con la verità integralmente affermata e vissuta.

Per esempio, quando dopo l’Umanesimo e il Rinascimento scoppiò la rivolta protestante, la Chiesa s’interrogò e capì che le false idee e i costumi rilassati umanistico-rinascimentali s’erano infiltrati nel clero e nel popolo cattolico e volle riformarsi tramite il Concilio di Trento, nel quale la Somma Teologica di san Tommaso d’Aquino era aperta davanti all’altare dell’Assise conciliare tridentina. Da essa nacque la fioritura teologica e ascetica della Controriforma (seconda Scolastica e spiritualità ignaziana), che hanno prodotto insigni teologi, Dottori ecclesiastici e grandi santi.

Oggi bisogna, con la grazia di Dio, rieducare tutto l’uomo, nel fisico, nelle passioni sensibili, nelle idee, nell’agire morale e soprannaturale. Non è la modernità del Vaticano II che ci salverà, neppure il dialogo interreligioso del “Vaticano III”, ma la Verità, che è Gesù Cristo “heri, hodie et in saecula” e il “tradidi quod et accepi”.

Non dobbiamo farci illusioni oramai la rivoluzione (individuale, familiare, finanziaria, sociale ed anche religiosa) ha gettato la maschera e parla più che apertamente. Dopo l’apparente battuta d’arresto durante il pontificato di Benedetto XVI (“un passo indietro”… ), la sovversione teologica ha ripreso tutto il suo slancio (… “due passi avanti”), che da antropocentrico diventa antropolatrico e quindi ateistico.

Vedremo – e con l’ottobre / novembre 2023 la stiamo già vedendo – «l’abominazione nel Luogo Santo» in maniera molto più spinta di quanto abbiamo dovuto sopportare da 51 anni (11 ottobre 1962) a questa parte. La tattica di Bergoglio di – inizialmenteparlare senza teorizzare per lasciar fare e distruggere (nel primo decennio del suo pontificato) e – poi – di dichiarare teoricamente dando valore di norma alla degenerazione, è una valanga che solo l’onnipotenza divina potrà arrestare. 

A quest’ultima ennesima uscita (8 novembre 2023) ne seguiranno nel lasso di poco tempo, altre 100, ancora più radicali. Non intendo lasciarmi travolgere da questa marea di orrori filosofico-teologici – inizialmente – pratici e dopo 10 anni anche teorizzati. Non le si può stare dietro: è troppo veloce e distruttiva, è una specie di tsunami a/teologico. Occorre solo avere la pazienza di attendere l’intervento di Dio, il quale non può permettere che questa furia devastatrice avanzi all’infinito e annichili ogni cosa.

La collera divina aleggia sui nostri capi e Bergoglio sta facendo tutto il possibile per sfidare Dio, con continui oltraggi e blasfemie. La guerra in Ucraina e in Palestina, forse sono l’inizio dei dolori.



NOTE

1 -  “Neppure Dio potrà distruggermi”, stava scritto sulla poppa della nave chiamata “Titanic” la quale fu affondata nel 1912 da semplici onde oceaniche, che rispetto a Dio sono più piccole che le gocce di rugiada. Analogamente quando l’uomo sbarcò sulla luna, Paolo VI all’Angelus del 13 luglio 1969 disse: «L’uomo in questa impresa ci si rivela gigante. Ci si rivela divino, non in sé, ma nel suo principio e nel suo destino. Onore all’uomo, onore alla sua dignità, al suo spirito e alla sua vita»  (PAOLO VI, Insegnamenti, vol. VII, 1969, pp. 493-494).
2 -  Padre Yves Congar, creato cardinale da Giovanni Paolo II, ha scritto che il Concilio Vaticano II rappresenta la Rivoluzione francese nella Chiesa. Infatti, esso ha fatto proprio il trinomio del 1789: “Libertà, Eguaglianza e Fraternità” mediante la dottrina sulla “Libertà religiosa” (“Dignitatis humanae”), quella sulla “Collegialità” (“Lumen gentium”), che “eguaglia” Papato ed episcopato, e infine sull’“Ecumenismo”, che fraternizza con tutte le religioni (“Nostra aetate” e “Unitatis redintegratio”).
3S. Th., I-II, qq. 22-48.
4  - “Il Secolo d’Italia” dell’8 luglio 2010 a pagina 26 scrive: «La recente tornata di nomine vaticane fatte da Benedetto XVI promuove il gruppo di “Communio”, la rivista fondata nel 1972 da von Balthasar e che era stata animata da Ratzinger». La rivista “Communio” fu fondata nel 1972 da von Balthasar, de Lubac e Ratzinger per fare da contraltare a “Concilium” fondata nel 1965, che aveva preso dopo il Concilio una piega ultra progressista (con K. Rahner, Küng, Schillebeeckx).
Come si vede, Ratzinger, pur rifacendosi a J. Daniéolu, de Lubac, alla Speyr e a von Balthasar, continuatori della dottrina dell’apocatastasi d’Origene condannata dalla Chiesa a più riprese, è troppo moderato per Bergoglio, che lo vuol sorpassare nella stessa linea d’azione di Rahner, Küng e Schillebeeckx. La lotta dialettica tra Concilium e Communio prosegue e oggi con Francesco la “rahneriana” Concilium vince la “balthasariana” Communio di Benedetto XVI.





 
gennaio 2024
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