Il vomito del cane



di Elia



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Costoro bestemmiano tutto ciò che ignorano, mentre, quali muti animali, si corrompono nelle cose che conoscono sul piano naturale. Sono flutti di mare agitato che spumano le loro vergogne, astri erranti ai quali è riservata una tempesta di tenebre per l’eternità. Il cane è tornato al suo vomito (Gd 10.13; 2 Pt 2, 22).

Ci stavamo facendo uno scrupolo di aver etichettato come pornografo il cosiddetto “prefetto della dottrina”. Ci eravamo finora trattenuti dal dichiararlo un maniaco sessuale – cosa che già la faccia, peraltro, denuncia. Ci ripugnava doverci occupare di certe volgarità e bassezze, così come siamo del tutto alieni dal prender gusto a parlare di oscenità clericali. L’attualità, tuttavia, ci obbliga a trattarne almeno il minimo indispensabile per evitare l’accusa di aver taciuto e, soprattutto, per confortare le anime dei buoni cattolici.
La consapevolezza del rischio di far pubblicità al peccato e di allargare così lo scandalo è superata dall’imperativo morale di riprovare l’ignominiosa condizione in cui un problematico papa ha del tutto affossato la Santa Sede, con grave disdoro per tutta la Chiesa.


Tutto si spiega

L’immondo individuo che occupa il secondo posto dopo il Sommo Pontefice, come di recente si è saputo, non è semplicemente un istigatore al peccato grave per via dell’opuscolo dedicato alla libidine procurata con la bocca, ma un vero e proprio apostolo del tantrismo mascherato da prelato vaticano.
In una pubblicazione del 1998, infatti, egli pretende di mescolare mistica e lussuria in una sintesi tanto assurda quanto blasfema. In un delirio di perversione intellettuale e morale, l’orgasmo viene paragonato all’estasi, con un clamoroso capovolgimento della santità nel suo contrario. Senza alcun pudore riguardo ai dettagli osceni e senza il minimo rispetto per l’intimità del lettore, l’autore non si trattiene dall’ostentare i propri disturbi mentali e sessuali (non infrequenti, purtroppo, neppure in altri membri della Curia Romana, a cominciare dal Sostituto).

Se il buddhismo tantrico fornisce ricche indicazioni metodologiche, il contributo “metafisico” più determinante sembra però quello della cabala giudaica, particolarmente in voga, a quanto pare, presso gli ecclesiastici argentini più in vista; più specificamente, le dottrine cassidiche divulgate a partire dal XVIII secolo, poi diffusesi anche in campo cattolico dopo l’ultimo concilio.
Tale pseudomistica, che sconfina nella magia sessuale, è all’origine degli scandali più raccapriccianti emersi negli ultimi anni e perpetrati ai danni di minori, di minorati e di donne o religiose mentalmente manipolate: Jean Vanier, padre Thomas Philippe, padre Marko Ivan Rupnik, per citare solo i casi più eclatanti che han superato la barriera dell’omertà e della segretezza.
Certo, se uno è amico del pontefice regnante, come nel caso del terzo, tutto si aggiusta con un colpo di spugna capace di cancellare perfino una scomunica.


Nefandezze insospettabili

La realtà sommersa, ad ogni modo, è purtroppo molto più vasta. Senza soffermarci sugli scandali di altre comunità francesi e sugli abusi clericali coperti dalle curie diocesane (compresa quella di Roma), non possiamo fare a meno di rammentare un caso di spaventosa gravità che, proprio a pochi metri da Santa Marta, si è perpetuato per decenni: quello del Preseminario San Pio X, portato alla luce, nel Novembre del 2017, da una trasmissione televisiva che non mirava certo al bene della Chiesa ma, se non altro, ha avuto il merito di scoperchiare il calderone. Decine di ragazzini chiamati per lo più dai paesi della Valtellina per fare i chierichetti al Papa e discernere un’eventuale vocazione sacerdotale hanno scoperto una realtà ben diversa dalle loro aspettative: un mondo di perversione organizzato in modo piramidale secondo le più bieche leggi del nonnismo. Protetti e privilegiati dai superiori, i più grandi sfogavano la loro libidine sui più giovani, che a loro volta si rifacevano sui più piccoli.

I più sani, costretti ad assistere alle angherie sessuali cui erano sottoposti i compagni di stanza, si rivolsero all’autorità preposta, che si limitò a cambiare i responsabili senza intervenire per risanare la cancrena, lasciando anzi che la comunità di adolescenti continuasse ad essere usata dai colleghi come riserva di caccia. Il ragazzo polacco che ha reso il caso di pubblico dominio è stato diffamato e criminalizzato, ma non è certo l’unico che abbia raccontato ciò che ha visto.
Nel 2021, vista la pressione mediatica, in Vaticano si è celebrato un processo-farsa che, in barba alle norme, non è stato demandato alla Dottrina della Fede, bensì alla magistratura ordinaria e, per giunta, con una procedura anomala, che ha visto un laico giudicare dei chierici. Quest’ultimo ha stralciato la deposizione più importante, quella del sacerdote che aveva indagato sul caso (ma è completamente estraneo a questo articolo); le prove più importanti erano intanto sparite dai dossier, così che sono stati puniti solo due pesci piccoli e si è coperto tutto il resto.

È ora che tutta la verità venga a galla e sia fatta giustizia alle numerose vittime, alcune delle quali – ciò che è peggio – han perso la fede e non vogliono più aver nulla a che fare con la Chiesa. Perciò facciamo appello a giornalisti e investigatori onesti perché si occupino del caso, così da dimostrare l’assoluta malafede di quanti attualmente amministrano la Santa Sede e da indurli a ritirarsi.
Che la Provvidenza, permettendo il male per trarne un bene maggiore, si serva di loro per i Suoi scopi non implica che si debba assistere inerti allo scempio della Chiesa e delle anime; è comunque doveroso fare il possibile per limitare i danni e opporsi ai crimini della sodomitica mafia vaticana. La preghiera unita alla penitenza rimane la risorsa principale del cristiano; di fronte a un’ostinazione che non dà alcun segno di ravvedimento, tuttavia, vien da domandarsi se essa non sia controproducente, visto che il costante rifiuto delle grazie da parte del beneficiario ne indurisce sempre più il cuore e ne aggrava la pena eterna.


Raccomandazioni per la pace del cuore

Naturalmente non dobbiamo assolutamente permettere che le turpitudini altrui ci sporchino l’anima di sentimenti e desideri cattivi: rabbia, violenza, orgoglio, rancore… L’aver potuto conservare la fede e la grazia, in un marasma del genere, è un dono immenso di cui dobbiamo ringraziare il Signore ogni giorno con la faccia a terra. Malgrado tutte le nostre debolezze, miserie e peccati, Egli non ha permesso che fossimo infettati dall’errore, neppure nelle sue forme più sottili e insidiose, ma ci ha immunizzati da quelle aberrazioni dei cabalisti che tanto danno han prodotto nei consacrati a causa della loro perversa formazione teologica e spirituale.
Con umiltà sempre crescente, coltiviamo una profonda gratitudine e un’imbattibile fiducia in Dio, così da poter resistere ad ogni insidia di quegli esseri irragionevoli che, nell’ignoranza crassa di ciò che bestemmiano, si dimostrano così esperti di peccati e lordure. Continuino pure a schiumare sudiciume e a pascersi del proprio vomito, ma senza togliere la pace interiore a coloro che, con l’aiuto della grazia, si sforzano di compiacere il Signore.


Voi, carissimi, edificando voi stessi sulla vostra fede santissima, pregando nello Spirito Santo, mantenetevi nell’amore di Dio aspettando la misericordia del Signore nostro Gesù Cristo in vista della vita eterna. Alcuni redarguiteli giudicandoli; altri invece salvateli strappandoli dal fuoco; di altri ancora abbiate pietà con timore, odiando perfino la veste contaminata dal loro corpo. A colui che ha il potere di conservarvi senza peccato e di costituirvi immacolati al cospetto della sua gloria nell’esultanza, all’unico Dio, nostro Salvatore, mediante Gesù Cristo nostro Signore, gloria, grandezza, potenza e signoria prima di ogni tempo, ora e per tutti i secoli. Amen! (Gd 20-25).





 
gennaio 2024
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