Notizie dalla parrocchia cattolica di Gaza,

intitolata alla Sacra Famiglia

gennaio 2024



Articolo di Redazione





La cosiddetta Striscia di Gaza è un territorio della Palestina sulla costa del mar Mediterraneo, prevalentemente desertico il cui centro urbano è la città di Gaza, da cui prende il nome.
Si estende per circa 41 kilometri con una larghezza che va da 6 a 12 kilometri. Confina con Israele a Nord e a Ovest e con l’Egitto a Sud.





La fuga in Egitto della Sacra Famiglia


La striscia di Gaza rientra a pieno titolo in quella che viene chiamata “Terra Santa”: secondo una tradizione ripetuta a più riprese, quando la Sacra Famiglia fuggì dalla Palestina per evitare la ferocia di Erode e rifugiarsi in Egitto, come aveva indicato l’Angelo a San Giuseppe; per giungervi, San Giuseppe e la Santa Vergine con in braccio il Bambino Gesù, seguirono la via lungo il mare e passarono per Gaza, sia all’andata sia al ritorno. 

Dalla striscia di Gaza sono stati originari molti Martiri, confessori e Padri della Chiesa, come Porfirio, Doroteo, Dositeo, Ilarione, Thea, Silvano, Vitale.

La striscia di Gaza conta più di due milioni e trecentomila di abitanti, di cui circa un milione e duecento mila sono rifugiati Palestinesi costretti ad abbandonare la Palestina diventata terra israeliana col sopraggiungere, dopo circa duemila anni, degli Ebrei provenienti dall’Europa e dall’Asia.



Parrocchia cattolica della Sacra Famiglia a Gaza: esterno


La maggior parte degli abitanti di Gaza è musulmana, i cristiani sono una piccola minoranza di circa 1200 persone, che fanno capo alla parrocchia della Sacra Famiglia, che rientra nel Patriarcato latino di Gerusalemme.



Parrocchia cattolica della Sacra Famiglia a Gaza: interno


Insieme alla parrocchia vi sono due scuole cattoliche.




La scuola tenuta dalle Suore del Rosario di Gerusalemme




La scuola bombardata


La cura della parrocchia e delle scuole è affidata ai sacerdoti dell’Istituto del Verbo Incarnato (IVE): Padre Gabriel Romanelli, il parroco, e Padre Youssef Asaad, il vicario,
coadiuvati dalle suore dello stesso Istituto, dalle suore di Madre Teresa e dalle suore del Rosario di Gerusalemme.



Il parroco, il vicario e le suore


Il parroco, Padre Gabriel Romanelli, è argentino di origine italiana, sacerdote dell’Istituto del Verbo Incarnato (Ive).
Attualmente, gennaio 2024, il parroco risiede al Patriarcato di Gerusalemme, perché da inizio ottobre, quando è rientrato da Roma dove ha preso parte alle celebrazioni per la nomina a cardinale del Patriarca Pierbattista Pizzaballa, non è ancora potuto ritornare a Gaza a causa della sopraggiunta guerra condotta da Israele contro il Palestinesi di Gaza.




Padre Gabriel Romanelli


Padre Gabriel ricorda che:
«all’inizio della guerra, come cristiani, eravamo 1.017. Adesso siamo meno di mille. Siamo quasi lo 0,044% della popolazione, come il lievito nell’impasto; 21 cristiani sono morti in questa guerra, il 2% della comunità cristiana!»




Alunni a scuola


«La parrocchia e le scuole costituiscono come un’oasi per gli abitanti della striscia di Gaza. Qui si sono formati e si stanno formando nuove generazioni di uomini e donne. La più antica scuola privata di Gaza è la scuola parrocchiale situata nel quartiere di El-Zeytoun, nello stesso sito del complesso parrocchiale. Si potrebbe dire, che è un’oasi per l’anima e il corpo. Essa è diventata un rifugio per la maggioranza della comunità cristiana e per numerose persone malate e bisognose». 




Alunne a scuola


«Nella sede parrocchiale sono rifugiati più di 600 cattolici e ortodossi. In una delle nostre scuole ci sono duemila e cinquecento rifugiati, tutti civili, nostri vicini musulmani».




La chiesa bombardata dove ci sono stati più di 17 morti.


«Tutti soffrono per gli orrori di questa guerra atroce. Notte e giorno, il fragore dei bombardamenti riempie l’aria di paura, insieme alla sabbia che si solleva dal suolo e alla polvere del cemento frantumato. Con ogni nuovo bombardamento aumenta il già enorme numero di morti, distruzioni, feriti e dispersi; malati che perdono l’ospedale e famiglie che perdono la casa. C’è una terribile sete e fame in città, e lo scoraggiamento, anzi la disperazione, cresce sempre più».




Fedeli a Messa


«La gente dice di non avere nessun posto dove andare. Infatti, è così. L’intera Striscia di Gaza è un grande campo di battaglia dove due milioni e trecentomila persone implorano il Cielo per ciò che gli uomini potrebbero dare, se lo volessero: la cessazione delle ostilità e, con essa, un soffio di speranza.
La telefonata che quasi ogni giorno il Santo Padre Francesco fa a me o al vicario parrocchiale o alle Suore, e l’appello di aiuto lanciato dal nostro Patriarca di Gerusalemme, card. Pizzaballa, sono appunto un barlume di speranza e di incoraggiamento».




Chierichetti a Messa


«Chiediamo per tutte le vittime, una tregua immediata e permanente, la liberazione dei prigionieri e la guarigione di migliaia di feriti e, per la cura di numerosissimi malati, una vera assistenza umanitaria per tutti».




 

«Che Cristo e Sua Madre ci concedano la pace, la pace per tutta la Palestina e Israele. E possa la nostra missione a Gaza continuare ad essere un’oasi e un rifugio per tutti».






 
gennaio 2024
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