Cristianesimo contro democrazia



di Rafael Gambra Ciudad

Articolo pubblicato sulla rivista spagnola Roma, n° 75-1982
e ripreso dal sito spagnolo Syllabus

Rafael Gambra (1920-2004) fu pensatore tradizionalista e professore di filosofia. Legato al tradizionalismo spagnolo, fu strenuo difensore della Cristianità e sostenitore di Mons. Marcel Lefebvre.

i neretti sono nostri


Se in ambito politico vi è una cosa chiara nella Sacra Scrittura e nell’insegnamento del Magistero ecclesiastico, è la verità che il cristianesimo è contrario alla democrazia.
Nulla nella storia del popolo di Dio e nella storia della Chiesa induce a credere che nella vita pubblica si debba fare la volontà del popolo – democratico -; al contrario, tutto induce a credere che nella vita pubblica si deve fare la volontà di Dio.
È chiaro che se, nella mente di Dio, il miglior regime fosse la democrazia, Dio avrebbe proposto a Mosè e Gesù Cristo avrebbe proposto alla Sua Chiesa, il regime democratico.

Per quanto riguarda gli ordini religiosi, nei quali alcuni vorrebbero vedere l’inizio della democrazia moderna, come si vede ne “Le principe de la majorité” di C. Leclerq, inizialmente, negli ordini religiosi e nei monasteri decideva la “sanior pars” - cioè la parte più sana o selezionata -  e non la “maior pars” – la maggioranza -. Nelle organizzazioni religione si giunse alla democrazia “monacale”, come direbbe  Menéndez Pelayo, quando la “parte più sana” coincideva con la “maggioranza”: in una comunità religiosa, la maggioranza è buona e il male sta nella minoranza; il che significa che quando la volontà della maggioranza della collettività – religiosa o civile – coincide di fatto con la volontà di Dio, non si tratta di un inconveniente, ma di cosa conveniente al regime democratico. Al contrario, quando la volontà della maggioranza dei cittadini è diversa e opposta alla volontà di Dio, non conforme alla legge di Dio, allora la democrazia è un male e non è conveniente, perché contraria alla legge naturale, al diritto naturale.
Pertanto, il regime democratico è un bene in una comunità di veri cristiani, di cattolici che pensano e vogliono e agiscono in conformità con la volontà di Dio, ed è esattamente un male in una società pluralista, in una società i cui cittadini prescindono dalla conoscenza e dall’amore di Dio.

Vi è poi un altro ragionamento del tutto chiaro e conclusivo: la democrazia liberale, quella che volgarmente e comunemente si chiama democrazia, è fondata sul liberalismo filosofico, cioè sul razionalismo - la convinzione che nulla è valido se non è razionale - e sul naturalismo - la convinzione che deve respingersi tutto quello che si presenta con pretese soprannaturali. Infatti, l’attuale democrazia spagnola, come la francese, l’inglese, la svedese, l’americana, l’italiana, ecc, si basano su principi puramente razionalistici e naturalistici, atei o, cosa in pratica equivalente, laicisti, laici.

È per questo che il liberalismo filosofico (come si vede nell’enciclica “Libertas” di Leone XIII, e nel “Sillabo” di Pio IX) è contrario alla fede e alla filosofia e alla teologia politica del cattolicesimo; così che la democrazia liberale è contraria e incompatibile con il cattolicesimo, con il cristianesimo autentico.

Suole dirsi che ciò che è sostanzialmente cattolico può dirsi democratico solo esteriormente, secondariamente, accessoriamente, cioè falsamente. E viceversa. Lo si vede già nella legge mosaica: “Non seguirai la maggioranza per agire male” (Es. 23, 2), chi è fedele a Dio non può accettare la legge che gli impone democraticamente la maggioranza, se è in contrasto con la legge Dio. E nella stessa legge mosaica è considerata la possibilità che sia “tutta l’assemblea del popolo” a fare “qualcosa che la legge del Signore proibisce”, poiché nella Bibbia, “la voce del popolo non è la voce di Dio”. Lì si dice quale dev’essere il sacrificio che il popolo deve offrire “per il peccato dell’assemblea” (Lev. 4, 13-21).
Ragion per cui i figli di Dio, nella democrazia laica, devono essere dei resistenti e dei costanti obiettori di coscienza.
È per questo che Pio XII, nel suo Radiomessaggio natalizio del 1944, accetta solo la “sana democrazia”, quella rispettosa della legge di Dio.

Luis M. Anson, direttore generale dell’agenzia di stampa EFE, ha pubblicato su ABC di Madrid (13-X-59), un bellissimo articolo intitolato “Pio XII e la democrazia”, con testi di vari papi che dimostrano come il cristianesimo sia contrario alla democrazia.

Pertanto, coloro che si dichiarano a favore della democrazia, “ipso facto” si pongono in contraddizione con la dottrina cattolica insegnata dalla Tradizione, dalle Scritture e dai Papi.








agosto 2013

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