Circa gli Stati Generali della Natalità



di Ettore Gotti Tedeschi



Pubblicato sul quotidiano La verità del 12 maggio 2024






Ettore Gotti Tedeschi



Il crollo della natalità in Occidente è origine principale e diretta di “tutti” i problemi mondiali. Mi riferisco ai nobilissimi interventi degli Stati Generali della Natalità, che intendono ancora una volta far riflettere sul tema e arrivare a proposte concrete per invertire il trend.
Il problema natalità è però escatologico oltreché socio-economico. Poiché mi occupo da più di 40anni di questo tema, inizialmente analizzandolo dal punto di vista economico e finanziario, mi propongo di dare un contributo.

Anzitutto chiederei di riflettere sul fatto che l’origine di quasi tutti i problemi di cui soffre l’Occidente son dovuti al crollo della natalità, attenzione, crollo natalità esclusivamente in Occidente, “ricco e dotto”! Crollo che inizia circa 50anni fa e si sviluppa secondo caratteri specifici in tutto il cosiddetto Occidente, soprattutto in Europa e quindi nel nostro Paese.
 
Circa 50anni fa al mondo (valori arrotondati per semplificare) c’erano 4 Miliardi di creature. Oggi sono raddoppiate: 8 Miliardi. Ma attenzione, 50 anni fa su 4 Mld, 1 Mld era in Occidente e 3 Mld nel resto del mondo. Oggi su 8 Mld, in Occidente ci sono ancora 1Mld di persone e 7 Mld son nel resto del mondo.
Vediamo ora gli economics: 50anni fa l’Occidente con il 25%di popolazione controllava circa il 90% del Pil mondiale. Oggi, con il 12.5%ne controlla circa la metà, ed il resto gli è sfuggito di mano…

Son riuscito a provocare la prima riflessione sul perché tutti i grandi cambiamenti son stati originati dal crollo natalità in Occidente?

Ma abbiam capito le cause? Negli ultimi due decenni, soprattutto, ogni anno, alla pubblicazione dei dati demografici leggiamo sempre gli stessi lamenti e le stesse proposte riadattate. Ma sempre di fatto screditate dalla constatazione prevalente e imponente che al mondo siamo troppi (8Mld, il doppio di 50anni fa, appunto). Ma fingiamo di dimenticare che è nel “resto del mondo” che c’è stata crescita di popolazione, in Occidente no! siamo invece lo stesso numero, e siam diventati più poveri e deboli e cerchiamo soluzioni utopistiche per mantenere la leadership.

Sempre ogni anno leggiamo le proposte per frenare il declino, ma sempre le stesse e sempre di carattere socio economico. E, molto raramente, qualcuno si è posto la domanda sulle cause del declino solo in Occidente. Siamo troppo colti e sapienti? Siamo responsabili della nascita della civiltà (cristiana)? Siamo troppo consapevoli dell’impatto ambientale della popolazione? O soprattutto abbiamo perso il vero senso della vita?

Persiste infatti la contrapposizione di due visioni opposte. Una vede appunto nella crescita di popolazione un attentato all’ambiente. L’altra vede (miopisticamente però) nella decrescita della popolazione la causa di impoverimento e perdita competitività.
Ma molto, molto raramente, ci si è soffermati a ricordare che il crollo delle nascite è sempre e solo nel (ex?) ricco e (ex?) colto Occidente, che ha conseguentemente perso la leadership, che cerca di compensare in più modi, inventando un nuovo capitalismo sostenibile e inclusivo.

Qualcuno ha capito, in sostanza, di che si tratta? E’ fondamentale riuscirci, perché ha un drammatico impatto antropologico, e conseguentemente sulla nuova concezione di cosa è “civiltà”.
Frederic Nietzsche aveva perfettamente previsto tutto quanto è accaduto. Ohimè!

Ma che è stato fatto per reagire? Constatiamo che in tutti i paesi occidentali la crescita della natalità è sottozero, cioè meno dei due figli a coppia (cioè crescita zero), indispensabili per assicurare la “sostituzione”. Constatiamo anche che le politiche adottate dai vari governi son state riferite ad aiuti economici e fiscali, strutture sociali (asili), sussidi e benefit di ogni tipo.
Ma il risultato dimostra che non ci sono sostenibili casi di successo cui riferirsi. Perché è inevitabile constatare che, in Occidente, si è persa la visione del senso della vita e del suo valore, e le reazioni (e i risultati) agli stimoli socioeconomici sono pertanto minime .

Il problema non sembra essere pertanto economico e neppure “culturale” e sociale. Il problema, cerchiamo di rifletterci su, è spirituale e impatta l’intera Civiltà Occidentale, che era cristiana.
Se una civiltà disconosce che ci sono “valori non negoziabili “ da proteggere e se questa civiltà li “sotterra” sostituendoli con altri più immanenti, apprezzati da chi non ha probabilmente nozione di “valore”, che succederà?
Ma abbiamo capito cosa significa, per il mondo intero, il crollo della civiltà occidentale?

La ricetta “sconvolgente” a cui pensare.
Temo che per cercare di affrontare il tema natalità, ci sia una “vera grande ricetta” su cui riflettere, tornare a valorizzare il senso della vita e riscoprire il valore unico della Famiglia, perché è la Famiglia che crea i presupposti persino della vera e completa ricchezza.
Oltre a fare calcoli statistici e riadattare formule di soluzione, per chi “crede” (ancora…), temo sia ormai tardi, difficile e complesso evocare il provvidenziale aiuto di una Autorità Morale.
E troppo soggettiva e limitata ai singoli sarebbe la direzione spirituale di un santo sacerdote.
Un miracolo solo potrà salvare famiglia, natalità e civiltà (e perché escluderlo?).
Il problema natalità non è (solo) culturale o economico, è anche (o soprattutto) spirituale, escatologico. Troppo complesso? Troppo tardi?
Ci vorrà molto tempo, certo, forse lo stesso tempo necessario a restaurare la Fede dopo gli ultimi tempi.









 
maggio 2024
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