MARIA MEDIATRICE
E
CORREDENTRICE



di Don Curzio Nitoglia


Gli articoli dell'Autore sono reperibili sul suo sito
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Abbiamo appena terminato una serie di prediche sulla Mariologia e mi sembra opportuno approfondire, per iscritto, la questione della Mediazione universale di Maria, la sua Corredenzione e la dispensazione di tutte le grazie da parte della Madre di Dio.

Spero che questi articoli possano servire a capire meglio il ruolo che gioca Maria nella nostra vita spirituale per poterlo vivere sempre meglio e con maggior fervore.




Prima parte

MARIA MEDIATRICE






La natura della Mediazione

Mediatore è colui, che sta in mezzo a due persone o cose per congiungerle (se non erano già unite) o ricongiungerle (se si erano disgiunte per discordia).

S. Tommaso insegna (S. Th., III, q. 26, a. 1, in corpore) che per essere mediatore si richiedono due cose: 1°) essere in mezzo tra due estremi; ora, Maria sta in mezzo tra Dio e gli uomini, essendo vera Madre fisica di Cristo e vera creatura umana; 2°) congiungere o riunire due entità. Ora, Maria ha compiuto l’ufficio di congiungere Dio e gli uomini, che erano disgiunti a causa del peccato originale. Perciò, Maria ha ridato Dio all’uomo e l’uomo a Dio, mediante la grazia santificante riconsegnata all’uomo.

Maria è Mediatrice tra l’uomo e Dio 1°) in quanto coopera, in maniera subordinata e secondaria, con Cristo al riacquisto della grazia persa per il peccato originale (Maria Corredentrix); 2°) in quanto distribuisce e applica, subordinatamente a Cristo, la grazia riacquistata a tutti gli uomini che non vi pongono ostacolo (Maria dispensatrix omnium gratiarum).


Divisione della Mediazione

La Mediazione si divide in due fasi: 1°) l’acquisto della grazia santificante (mediante la Redenzione); 2°) la distribuzione o dispensazione della grazia, a tutti gli uomini (mediante l’applicazione della Redenzione).

Gesù è Mediatore principale in questo senso e Maria Mediatrice secondaria e subordinata a Cristo: 1°) ricongiungendo l’uomo con Dio dopo il peccato originale; 2°) distribuendo e applicando la grazia santificante a tutti gli uomini che la vogliono ricevere.


Vari tipi di Mediazione

Maria non è Mediatrice principale; indipendente da Cristo; per sé sufficiente; assolutamente necessaria.

La Mediazione di Maria è secondaria e subordinata a quella di Cristo; ma, è dipendente da essa; insufficiente di per sé poiché trae la sua forza da quella di Cristo; solo ipoteticamente o condizionatamente necessaria, cioè è necessaria a condizione che Dio la voglia per sua pura libera scelta (1). 

La Mediazione di Maria, perciò, non contraddice (come obiettano i protestanti) il dogma rivelato in S. Paolo (1 Tim., II, 5-6): “Uno solo è il Mediatore tra Dio e gli uomini, un uomo, Gesù Cristo, il quale diede Se stesso come prezzo di riscatto in favore di tutti”.
Gesù soltanto è Mediatore principale, indipendente, per sé sufficiente, assolutamente necessario (nel piano stabilito dalla SS. Trinità), ma ciò non esclude la cooperazione o Mediazione, secondaria, dipendente, per sé insufficiente, ipoteticamente o condizionatamente necessaria di Maria alla Redenzione del mondo.



Seconda parte

MARIA CORREDENTRICE





A)    Il fatto o l’esistenza della Corredenzione


Maria è Corredentrice, ossia Mediatrice nell’acquisto della grazia santificante.

La Corredenzione di Maria non è una questione periferica alla nostra Fede ma, centrale. Infatti, essa tocca l’essenza del dogma della Redenzione del genere umano.

Dopo il peccato originale Dio era libero di redimerci o meno e di scegliere qualsiasi modo per redimerci. Ora, ha deciso liberamente di redimerci mediante l’Incarnazione del Verbo nel seno della Madonna e, quindi, l’ha associata intimamente alla Redenzione, rendendola Mediatrice (Corredentrice e Dispensatrice).

La prima volta che si trova, applicato a Maria, il termine di Corredentrice è nel XV secolo, mentre il titolo Redentrice lo si trova già nel X secolo (cfr. R. LAURENTIN, Le titre de Corédemptrice, in “Marianum”, n. 13, 1951, p. 429).


Il significato di Corredenzione

Redenzione significa riscattare o pagare un riscatto per riottenere una cosa prima posseduta e poi persa, che si ricompra o riscatta pagando una determinata somma.

Per esempio, quando i banditi rapiscono un bambino, chiedono ai suoi genitori 1 milione di euro in riscatto, se il padre paga ha riscattato o “redento” in senso lato il figlio sborsando 1 milione di euro.
Nel caso della Redenzione dell’umanità Cristo ha pagato, con tutto il suo Sangue sparso sulla Croce, la grazia che Adamo aveva smarrito e che noi abbiamo riacquistato per la Redenzione di Cristo.

Ora, Maria ha cooperato alla Redenzione del genere umano con Cristo in maniera subordinata e secondaria: 1°) acconsentendo all’Incarnazione del Verbo nel suo seno; 2°) offrendo Cristo in Croce al Padre per riscattare o redimere l’umanità; 3°) soffrendo indicibilmente e 4°) “con/morendo” misticamente ai piedi della Croce.
Perciò, Maria è Corredentrice secondaria e subordinata a Cristo.

Gli autori cattolici sostengono comunemente che Maria ha cooperato formalmente alla Redenzione, acconsentendo all’Incarnazione redentiva.

 
Il modo della Corredenzione

Il modo di questa cooperazione è immediato, ossia Dio ha decretato che la Redenzione del genere umano venisse operata direttamente oltre che dai meriti di Gesù (Redentore principale) anche dai meriti di Maria (Corredentrice secondaria), di modo che i meriti di entrambi costituiscono il “prezzo”, stabilito da Dio, per riscattare l’umanità perduta da Adamo.

Maria è Corredentrice e non solo Dispensatrice delle grazie, applicando la Redenzione a ogni uomo che non vi pone ostacolo.

Come si vede la Corredenzione di Maria è un elemento essenziale e non accidentale della Redenzione dell’umanità, di modo che senza la Corredenzione mariana non si avrebbe la Redenzione come la SS. Trinità l’ha voluta e decretata.  

Per fare un esempio, la Corredenzione di Maria è analoga alla nostra cooperazione all’opera della nostra salvezza e santificazione, la quale è essenziale alla nostra Redenzione, ma non pregiudica l’unicità del Redentore Gesù Cristo, Salvatore principale dell’uomo.
Così, Maria coopera, in maniera più eminente, alla nostra salvezza con Gesù Cristo come Corredentrice subordinata e secondaria. Per cui, si può dire - in entrambi i casi - che è Dio solo che redime il genere umano, Maria subordinatamente a Cristo “con/redime” l’umanità in maniera eminente e noi cooperiamo con il nostro libero concorso alla nostra salvezza come cause secondarie assieme e sotto Gesù e a Maria. Così la nostra salvezza senza la nostra cooperazione sarebbe incompleta (“Chi ti ha creato senza di te, non ti salva senza di te”, S. Agostino) e analogamente la nostra salvezza sarebbe incompleta senza la Corredenzione di Maria, cioè non sarebbe quale Dio l’ha decretata.


Obiezione: Maria “redenta” non può essere “Redentrice”

Qualche teologo ha obiettato che anche Maria è stata redenta da Cristo e quindi non può essere nello stesso tempo e sotto lo stesso rapporto “Redentrice” per il principio di non contraddizione.

Si risponde facilmente che Maria è stata redenta in maniera preservativa, ossia è stata preservata dal peccato originale non ancora contratto; mentre gli altri uomini sono redenti in maniera liberativa, cioè sono liberati dal peccato originale già contratto.
Quindi, Maria non è redenta e “Redentrice” nello stesso rapporto ma, redenta in maniera preservativa e Corredentrice in maniera liberativa. Maria non ha cooperato alla sua Redenzione preservativa, che è stata operata solo da Dio, ma ha cooperato alla Redenzione liberatrice di tutti gli uomini infetti dal peccato originale. Perciò, Maria non è redenta e Redentrice di se stessa, vale a dire assieme effetto e causa, il che è impossibile per il principio di non contraddizione, ma prima fu redenta da Cristo e poi Corredentrice con e sotto Cristo. Svanisce, così, ogni ombra di contraddizione nell’essere Maria redenta e “Redentrice”.

Padre Gabriele Roschini (2) scrive che “Cristo prima (per priorità logica e non cronologica) si offrì al Padre in sacrificio per la Redenzione preservativa di Maria e poi insieme alla ‘co-oblazione’ di Maria, Egli si offrì per la Redenzione liberativa di tutti gli altri” (Dizionario di Mariologia, Roma, Studium, 1960, p. 327).

Il Sacrificio che Cristo fece di Sé sulla Croce ha un duplice aspetto: 1°) si offrì per la Redenzione preservativa di Maria; 2°) si offrì, assieme alla “co-oblazione” di Maria, per la Redenzione liberatrice del peccato originale per tutto il genere umano (si noti che vi è una priorità solo logica, ossia quanto al nostro modo di pensare e distinguere per meglio capire ed esprimerci e non una priorità ontologica e cronologica, l’offerta di Gesù essendo una sola cosa). Come si vede l’Immacolata Concezione di Maria la separa da tutti gli altri uomini per permetterle di poter essere Corredentrice di essi.


La S. Scrittura e la Corredenzione mariana

La Genesi (III, 14-15), narrando il peccato di Eva e di Adamo tentati dal diavolo sotto forma di serpente, spiega che Dio rivolto al serpente infernale gli disse:
“Perché hai fatto ciò, sii maledetto… Io metterò delle inimicizie tra te e la Donna, la tua discendenza e la sua discendenza. Ella ti schiaccerà il capo e tu insidierai il suo tallone”.

In questo testo del Vecchio Testamento vengono esposte 4 cose: 1°) una lotta irriconciliabile tra Cristo/Maria contro Satana/seguaci; 2°) la vittoria di Cristo/Maria (Redenzione); 3°) alla lotta di Cristo coronata dalla vittoria (Redenzione) è associata intimamente Maria Sua vera Madre fisica (Corredenzione); 4°) piano del contrappasso o di ritorsione: come il diavolo ha fatto peccare Eva e questa ha tentato Adamo, così Dio e gli Angeli buoni associano Maria la nuova Eva (Eva = Ave) alla lotta e vittoria di Cristo (Redenzione e Corredenzione), che si ha con lo schiacciamento del capo del serpente da parte di Maria, che porta in sé Cristo, ma il diavolo riesce ad insidiare e mordere il calcagno di Maria, ossia i fedeli che non saranno abbastanza forti per resistere alle lusinghe diaboliche come fece la prima Eva, mentre Maria e Gesù si serviranno della cooperazione dei buoni fedeli che sono la parte non morsicata del calcagno (la parte più umile del corpo di Maria) che schiaccerà (“Ipsa cònteret”, Gen., III, 5) il capo del serpente.

Questa è l’interpretazione autentica dei versetti della Genesi data da Pio IX nella Bolla dogmatica Ineffabilis Deus in cui il Papa scrive: “I Padri videro designati [nei versetti della Genesi] Cristo Redentore e Maria congiunta con Cristo da un vincolo strettissimo e indissolubile, esercitando insieme a Cristo e per mezzo di Lui sempiterne inimicizie contro il velenoso serpente, e riportando sopra di lui una pienissima vittoria”.

Per cui si può dire, con certezza teologica, che come Cristo vinse il demonio con la sua Passione, così Maria lo vinse con la sua Compassione. Quindi Maria assieme e subordinatamente a Cristo vinse satana e ci “con/redense”.

Il Vangelo secondo Luca (I, 38) ci narra che l’Angelo Gabriele fu mandato a Maria da Dio per ottenere il suo libero consenso all’Incarnazione e alla Corredenzione.

In questa scena evangelica abbiamo, per contrapposizione a quella della Genesi, la presenza di un Angelo buono (Gabriele), di una nuova Eva (Maria) e di un nuovo Adamo (Cristo).

Ancora nel Vangelo troviamo vaticinata la Corredenzione subordinata e secondaria di Maria e specificatamente nel Vangelo secondo Luca (II, 34-35) in cui il vegliardo Simeone in occasione della presentazione del Bambin Gesù al Tempio predice a Maria la sua intima associazione alla Passione e Morte di Cristo: “Questo bambino è destinato a essere causa della rovina e della resurrezione di molti in Israele e a diventare un segno di contraddizione; la stessa tua anima sarà trapassata da una spada”.

In Luca viene, quindi, presentato il futuro ripieno di ogni dolore di Gesù, al quale sarà associata la Madre la cui anima sarà trafitta misticamente da una spada di dolore. Si noti che nonostante sia presente anche S. Giuseppe il Vangelo non parla di un’associazione subordinata di lui al Sacrificio di Cristo ma, nomina solo ed esclusivamente Maria, unica Corredentrice subordinata in senso stretto.

Nel terzo testo evangelico, di S. Giovanni, Maria ci viene presentata sul Calvario assieme all’Appostolo Giovanni ai piedi della Croce su cui pende Gesù, che dice a Maria: “Donna ecco tuo figlio, figlio [S. Giovanni] ecco tua madre” (Giov., XII, 31).

In breve Maria è la nuova Eva: Madre spirituale di tutti i fedeli, come la vecchia Eva ci rovinò, dando ad Adamo la mela da mangiare.

Lo stesso parallelismo lo ritroviamo nell’ultimo Libro Sacro, L’Apocalisse di Giovanni (cap. XII) in cui ci vengono presentati ancora tre personaggi: la donna (Maria), il suo figlio (Gesù) e il Dragone rosso (satana) che cerca di nuocere alla donna, il quale come nella Genesi voleva morderla, così ora vuole aggredirla, ma il Dragone è sconfitto e la donna con suo figlio son messi in  salvo.


La Tradizione e la Corredenzione mariana

Dal II al XII secolo la dottrina della Corredentrice la troviamo espressa implicitamente dai Santi Padri. Per esempio, S. Giustino (Dialog. cum Thriph., PG 6, 709-712), S. Ireneo (De carne Christi, c. 17, PL 2, 782); Giovanni Geometra che, nel secolo X, per primo parla esplicitamente della Maternità spirituale di Maria e della Corredenzione.

Dal XII al XVII secolo si ha una seconda tappa, in cui si va più nettamente dall’implicito all’esplicito, ossia dalla nuova Eva alla Corredenzione.
Gli autori più famosi sono: S. Bernardo di Chiaravalle (3), Arnoldo di Chartes, S. Alberto Magno, S. Bonaventura; nel XIV secolo abbiamo il Taulero, S. Antonino da Firenze, Dionisio Cartusiano, Alfonso Salmeròn.

Infine dal XVII secolo ai giorni nostri si calcolano 124 teologi nel Seicento che si esprimono a favore della Corredenzione immediata di Maria, tra cui S. Lorenzo da Brindisi, S. Giovanni Eudes, l’Olier.
Nel XVIII secolo solo 53 scrittori ecclesiastici si schierano a favore della Corredentrice.
Nel XIX secolo i teologi pro Corredemptione rimontano a 130, tra cui spicca il card. Alessio Lépicier (L’Immacolata Madre di Dio, Corredentrice del genere umano, Roma, 1905).


Il Magistero e la Corredenzione mariana

Sempre Leone XIII nell’Enciclica Adiutricem populi (1895) insegna che “Colei che era stata cooperatrice nel mistero dell’umana Redenzione, sarebbe stata anche la cooperatrice nella distribuzione delle grazie derivate da una tale Redenzione”, si noti come il Papa distingue la Corredenzione dalla Dispensazione delle grazie e insegni che Maria ha cooperato a entrambi.

S. Pio X nell’Enciclica Ad diem illud (1904), vero capolavoro mariologico, asserisce: “Maria fu associata da Cristo all’opera della nostra salvezza, ci merita de congruo, come dicono i teologi, ciò che Cristo ci merita de condigno”.
Si noti come il Papa afferma due verità: 1°) Maria fu associata alla Redenzione da Cristo e non si associò da se stessa; 2°) in virtù di tale associazione Maria meritò per pura convenienza o degnazione divina (de congruo) le stesse grazie meritate da Cristo per stretta giustizia (de condigno). 

Benedetto XV è il primo Papa a formulare in maniera inequivocabile la dottrina sulla Corredenzione nella Lettera Apostolica Inter Sodalicia (1918), insegnando che “Maria ai piedi della Croce talmente patì e quasi morì col Figlio per placare la giustizia divina, quindi a ragione si può dire che Ella ha redento il genere umano assieme a Cristo”.

Pio XI è il primo Papa a usare il titolo di Corredentrice applicato a Maria nel Messaggio radiofonico del 28 aprile 1935: “Madre di pietà e di misericordia… compaziente e Corredentrice…”.

Pio XII in tre Encicliche tratta della Corredenzione mariana.

La prima enciclica è la Mystici Corporis (1943), in cui il Papa insegna che Maria: “Offerse Gesù al Padre sul Golgota, facendo olocausto di ogni suo diritto materno e del suo materno amore, per tutti i figli di Adamo. Per tal modo, Colei, che - quanto al corpo - era Madre del nostro Capo, poté divenire - quanto allo spirito - madre di tutte le membra”.
Si noti come Pio XII abbia insegnato formalmente che Maria è madre spirituale di tutti i giusti e quindi Madre della Chiesa, che è il Corpo Mistico di Cristo.

Nella seconda Enciclica, sommamente mariana, Ad Coeli Reginam (1954), il Papa insegna che la Madonna è Regina, non solo perché Madre di Cristo, che è Re, ma anche “per la parte singolare che ebbe nell’opera della nostra salvezza, per la volontà di Dio… Maria fu associata a Cristo. […]. Ella è Regina non solo perché Madre di Gesù, ma anche perché, quale nuova Eva, è stata associata al nuovo Adamo. […]. Da quest’unione con Cristo nasce quella regale potenza per cui Ella può dispensare i tesori del Regno del divin Redentore”. Si noti come il Papa insegna che il primo fondamento della Regalità di Maria è la divina Maternità e il secondo fondamento è la Corredenzione.

Infine nell’Enciclica sul S. Cuore Haurietis aquas (1956), papa Pacelli insegna che “Era giusto, infatti, che Colei, la quale era stata associata nell’opera della rigenerazione dei figli di Eva alla vita della grazia, fosse da Gesù stesso proclamata Madre spirituale dell’intera umanità”.

Inoltre, verso la fine dell’Enciclica scrive: “Affinché il culto verso il divin Cuore di Gesù porti frutti più copiosi, i fedeli si facciano un dovere di associarvi intimamente la devozione al Cuore Immacolato di Maria. Infatti, è sommamente conveniente che, come Dio ha voluto associare indissolubilmente la Beata Vergine Maria a Cristo nel compimento della Redenzione […]; così il popolo cristiano, che ha ricevuto la vita divina da Cristo e da Maria, dopo aver tributato i dovuti omaggi al S. Cuore di Gesù, presti anche al Cuore Immacolato di Maria  consimili ossequi di pietà […]. In armonia con questo sapientissimo disegno della Provvidenza divina, Noi stessi volemmo solennemente consacrare la Santa Chiesa e il mondo intero al Cuore Immacolato di Maria ”.


La ragione teologica della Corredenzione

Nella Corredenzione di Maria risplende 1°) la Sapienza divina, che si è servita del medesimo mezzo (la donna) di cui si era servito il diavolo per la rovina dell’umanità, umiliandolo enormemente facendolo sconfiggere da una giovane donna; 2°) la Potenza divina, poiché Dio con un mezzo debole (una giovane donna) ha compiuto un’opera così eccelsa (Redenzione); 3°) la Giustizia divina, la quale ha decretato che la superbia di Adamo ed Eva venisse riparata dall’umiliazione di Gesù e Maria;  4°) la Bontà divina, la quale anziché abbandonare la donna che aveva peccato l’ha nobilitata rendendola Corredentrice.


B)    L’essenza o la natura della Corredenzione

Abbiamo visto il fatto o l’esistenza della Corredenzione ammessa dalla S. Scrittura, dalla Tradizione, dal Magistero ordinario (il che rende questa dottrina una verità di fede, anche se non ancora definita solennemente), ne abbiamo data la ragione teologica; ora, ci resta da vedere la natura della Corredenzione o cosa essa sia.

La Corredenzione è la partecipazione subordinata di Maria alla Redenzione di Cristo. Ora, la Passione di Gesù e la Compassione di Maria hanno operato la nostra Redenzione e Corredenzione, ma in che modo, qual è la loro natura, cosa esse sono esattamente?

San Tommaso d’Aquino (S. Th., III, q. 48) insegna che la Passione di Cristo ha operato la nostra Redenzione in 4 modi: 1°) a modo di merito, meritandoci la grazia santificante perduta col peccato originale, avendo diritto al premio; 2°) a modo di soddisfazione, pagando a Dio il debito per il peccato, riparandolo e intercedendo per noi; 3°) a modo di sacrificio, offrendo Se stesso al Padre come vittima sulla Croce.

Anche Maria ha cooperato subordinatamente a Cristo in questi 4 modi alla nostra Redenzione.

I teologi dicono che ciò che Cristo ci ha meritato de condigno o per stretta giustizia, Maria ce l’ha meritato de congruo o per pura liberalità di Dio. 

Quanto alla natura della cooperazione mariana alla nostra Redenzione i teologi sostengono comunemente che l’offerta che Maria fece di Gesù al Calvario e di se stessa non è un atto sacrificale e sacerdotale in senso stretto; Maria non ha un sacerdozio analogo a quello di Cristo e non ha neppure l’Ordine sacramentale del Sacerdozio cristiano, ma la cooperazione di Maria al Sacrificio di Cristo è equiparabile a quella che hanno tutti i battezzati, i quali possono unirsi al sacerdote (ordinato validamente) e offrire mediante lui il Sacrificio della Messa a Dio, però Maria lo ha in un grado eminentemente superiore a quello di tutti i battezzati, perché è la Madre di Dio. Tuttavia, essa non è sacerdote in senso stretto, pur avendo lo spirito del Sacerdozio. Si noti che il S. Uffizio ha proibito di rappresentare Maria rivestita con gli ornamenti sacerdotali e di chiamarla “Vergine-Sacerdote” (cfr. R. LAURENTIN, Le problème  du sacerdoce marial devant le Magistère, in “Marianum”, n. 10, 1948, pp. 160-178).

Per quanto riguarda la natura della cooperazione di Maria alla Redenzione di Cristo l’opinione comune dei teologi ritiene che essa è immediata, e consiste nel fatto che i suoi meriti e le sue soddisfazioni (assieme e subordinatamente a quelli di Gesù) sono stati voluti, richiesti e accettati dall’Eterno Padre per la riconciliazione del genere umano con Lui (cfr. M. I. NICOLAS, La doctrine de la Corédemption dans le cadre de la doctrine thomiste de la Rédemption, in “Revue thomiste”, n. 47, 1947, pp. 20-42).

Inoltre, Maria, in quanto Madre di Cristo, aveva il diritto di proteggere la Sua vita da tutti gli ingiusti aggressori. Invece, Maria abdicò a questo suo diritto naturale e, in obbedienza alla volontà divina, offrì il Figlio in sacrificio per la Redenzione del genere umano.


Conclusione


La devozione a Maria non si fonda su motivi sentimentalistici, ma strettamente dogmatici. Ella è vera madre di Dio e Corredentrice subordinata del genere umano; inoltre, tutte le grazie passano attraverso lei per giungere da Dio sino a noi (come vedremo nel secondo articolo). Quindi, se vogliamo essere redenti e salvati, secondo il piano scelto da Dio, dobbiamo rivolgerci a Maria per andare a Gesù e all’Umanità di quest’ultimo per accedere alla SS. Trinità. Ad Jesum per Mariam!

Finisco con una bella preghiera di San Francesco di Sales:

«Ricordati, o Dolcissima Vergine Maria, che tu sei mia madre ed io son tuo figlio; tu sei potente ed io sono poverissimo, debole e timido. Io ti supplico di guidarmi in tutte le mie vie, in tutte le mie azioni. Non dirmi che tu non puoi, poiché il tuo amatissimo Figlio ti ha dato ogni potere, sia in cielo che in terra. Non dirmi che tu non sei tenuta a farlo, poiché tu sei la madre spirituale di tutti gli uomini e, particolarmente la mia madre, se tu non potessi ascoltare, io ti scuserei dicendo: “È vero che è mia madre, ma non ha la possibilità e i mezzi per aiutarmi”. Se tu non fossi mia madre, io avrei pazienza e direi: “Ha tutte le possibilità, ma non è mia madre e, quindi, non mi ama”. Invece no, dolcissima Vergine Maria, tu sei mia madre e sei potentissima. Come potrei scusarti, se tu non mi aiutassi e non mi proteggessi? Vedi bene, o Madre, che sei costretta ad ascoltare tutte le mie richieste. Accettami come tuo figlio, senza badare alle mie miserie. Libera la mia anima e il mio corpo da ogni male e dammi tutte le tue virtù, soprattutto l’umiltà e specialmente ***. Regalami tutte le grazie che piacciono a te e alla SS. Trinità. Amen!». 

In un secondo articolo vedremo la questione dell’applicazione dei meriti a ogni uomo da parte di Maria o Maria Dispensatrice universale di tutte le grazie.


NOTE

1 - Cfr. G. ROSCHINI, Mariologia, Roma, Belardetti, II ed., 1947-1948, 4 volumi; ID., Compendium Mariologiae, Roma, Scientia Catholica, 1946; ID., La Madonna secondo la fede e la teologia, II ed., Roma, Ferrari, 1953-1954, 4 volumi; ID., Vita di Maria, Proceno di Viterbo, Effedieffe, III ed., 2017; A. LÉPICIER, Tractatus de Beatissima Virgine Maria Matre Dei, Roma, V ed., 1926; B. MERKELBACH, Mariologia, Parigi, 1939; R. GARRIGOU-LAGRANGE, La Mère du Sauver et notre vie interiéure, Parigi, Beauchesne, 19341 E. CAMPANA, Maria nel dogma cattolico, VI ed., Torino, Marietti, 1954; P. STRAETER, Mariologia, Torino, Marietti, 1952-1953, 3 volumi; D. BERTETTO, Maria nel dogma Cattolico, Torino, S.E.I., II ed., 1956; ID., Maria Madre universale. Mariologia, Firenze, L.E.F., 1958; P. C. LANDUCCI, Maria SS. nel Vangelo, II ed., Cinisello Balsamo, San Paolo, 2000; F. SPADAFORA, Maria Santissima nella Sacra Scrittura, Roma, Ed. Pontificia Università Lateranense, 1963.
2 - In quest’articolo mi baso soprattutto sui testi di p. Roschini, che ritengo essere il maggior mariologo del XX secolo.
3 - S. Bernardo è il campione della Mediazione mariana, della Corredenzione e soprattutto della Dispensazione universale di ogni grazia (come vedremo nella seconda parte dell’articolo). Per quanto riguarda la Corredenzione S. Bernardo, per primo, ha trattato esplicitamente della “soddisfazione” data da Maria per la colpa di Eva scrivendo: “Maria soddisfa per la madre Eva, poiché se l’uomo cadde per mezzo di una donna, ecco che non viene rialzato se non per mezzo di una Donna riparatrice dei proto-parenti” (Hom. II super “Missus est”, PL tomo 183, colonna 62). 






 
Maggio 2024
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