L’8 maggio 2024, Papa Francesco ha ricevuto in udienza privata Mundiya Kepanga, capo della tribù Huli della Papuasia Nuova Guinea, una regione dell’Oceania posta a Sud-Ovest dell’Oceano Pacifico, a nord dell’Australia.
L’incontro si è svolto in due tempi: prima nell’Aula Paolo VI e successivamente in piazza San Pietro.
Mundiya Kepanga si è presentato in “alta uniforme”, cioè con l’abbigliamento di capo tribù: diademi colorati, perizoma, seminudo.
Ovviamente non è possibile sapere cosa si siano detti i due capi, soprattutto per la loro totale differenza linguistica.
Tuttavia è stato detto che abbiano discusso della cura della “casa comune”, che è cosa tutta da spiegare – per uno che vive in albergo a Santa Marta a Roma e per l’altro che vive in una foresta dell’Oceania.
E’ stato anche detto che abbiano parlato della deforestazione – che è cosa più comprensibile per Kepanga.

Intendiamoci, non v’è nulla di strano che il capo tribù si sia presentato seminudo, ma resta da spiegare perché non abbia potuto indossare una sorta di mantello, almeno.
Evidentemente, Papa Francesco ci tiene a far circolare le foto con l’abbigliamento tribale del papuasiano, forse per mostrare la sua disponibilità ai confronti dei “poveri”, ma di fatto si dimostra che si tratta di squallido esibizionismo, di cui il papausiano è una inconsapevole vittima.
Insomma, niente di serio.

Non si chiede certo il rispetto per il decoro da tenere in Vaticano e in San Pietro, stiamo infatti parlando di Jorge Mario Bergoglio, immeritatamente capo della Chiesa cattolica.

Come non pensare che nell’occasione il Kepanga si sia convinto che Bergoglio è uno come lui che ha l’abitudine di vestire in modo strano e ridicolo.