Omaggio a San Pio X

nell’anniversario della sua canonizzazione




Articolo della Fraternità San Pio X









Il 29 maggio 1954, settant’anni fa, il Papa Pio XII canonizzò il Papa Pio X al cospetto di una folla incalcolabile. Questa canonizzazione apparve a tutti straordinaria, poiché bisognava risalire al 1712 per vedere esaltata così la figura di un Sommo Pontefice: quando il Papa Clemente XI scrisse nel catalogo dei santi il nome di Pio V, il Papa del Rosario, di Lepanto e della Messa.

Attraverso San Pio X, Papa dal 1903 al 1914, Pio XII volle dare un esempio a tutta la Chiesa della santità di un capo, una «santità tutta papale» (1), in grado di guidare il gregge nei tempi difficili.
Nel “breve” della beatificazione (3 giugno 1951), Pio XII ne elencò i principali tratti degni di richiamare l’attenzione e l’ammirazione delle folle:

1° - La cura per la santità del clero, chiave di volta per rinnovare tutte le cose in Cristo, secondo la sublime divisa di Pio X (2).
Pio X volle un clero che si distinguesse per la sua pietà, la sua obbedienza e la sua scienza.

2° - Il rinnovamento degli studi ecclesiastici. Pio X esortò i filosofi cristiani a difendere la verità sotto la bandiera di San Tommaso d’Aquino. Egli fondò a Roma il Pontificio Istituto Biblico, incoraggiò le scienze teologiche, una esegesi ispirata e una predicazione accurata da parte del clero.

3° - La preoccupazione per la salvezza eterna delle anime. Se Pio X volle un clero santo, fu in vista dell’istruzione dei fedeli, a cui diede il Catechismo destinato sia agli adulti sia ai bambini. Per questi ultimi egli resterà per sempre il Papa dell’Eucarestia, favorendo la Comunione precoce, ma anche – e per tutti – la Comunione frequente e perfino quotidiana.

4° - La difesa della fede integra e pura. Le false dottrine che ripetevano l’insieme degli errori furono smascherate col nome di modernismo e saggiamente represse (enciclica Pascendi, 8 settembre 1907). In queste circostanze, come nella sua battaglia contro le leggi anticlericali e la separazione laica degli Stati, San Pio X fu, secondo le parole del Pastore angelico, un «maestro infallibile della fede», l’«intrepido vincitore della religione» e il «custode della libertà della Chiesa».

5° - L’amore per la liturgia. Iniziatore di un autentico movimento liturgico, Pio X rinnovò la musica sacra, il Breviario e il calendario delle feste, in modo da orientare «risolutamente la Chiesa verso una liturgia interamente impregnata di pietà tradizionale, di grazia sacramentale e di bellezza ispirata» (3).

Sono questi i principali tratti della santità di Pio X, santità di un governo tutto penetrato delle grandezze e delle ricchezze soprannaturali che sono il tesoro della Chiesa.
Pio XII richiamò anche l’opera riformatrice compiuta nella Curia romana, nelle scuole e nelle parrocchie; il formidabile lavoro di raccolta in un solo corpo, adattato alle condizioni della società, delle leggi della Chiesa fino ad allora sparse (Codice di Diritto Canonico promulgato nel 1917). Senza dimenticare l’attenzione rivolta alle missioni evangelizzatrici e perfino l’appello all’unione rivolto agli «Orientali separati».

Questa santità pontificia, Pio XII la canonizzò con uno scopo preciso: al fine di «disporre gli spiriti ad affrontare le loro lotte e per assicurare le nostre vittorie e quelle delle generazioni future» (4).
Proclamato «santo e guida degli uomini di oggi», «apostolo della vita interiore», San Pio X è dato come un «esempio provvidenziale per il mondo intero, in cui la società terrena, divenuta sempre più una sorta di enigma per se stessa, cerca con ansietà una soluzione per ridarsi un’anima! Che essa guardi dunque come ad un modello la Chiesa raccolta intorno ai suoi altari» (5). Poiché questo Papa «suscitava dappertutto un immenso movimento di ritorno agli splendori della liturgia e della musica sacre, e bandiva la bruttezza dal tempio santo di Dio» (6)


Una luce per i nostri tempi

Oggi più che mai, come 70 anni fa, la Chiesa trova in San Pio X, vero santo del papato, un modello e una guida.
Per il clero, affinché ritrovi il senso della sua eminente dignità e della sua vocazione ad essere soprattutto uomini di Dio, votati al Suo culto e alla Sua lode. I sacrosanti riti della liturgia formano innanzi tutto un culto pubblico offerto alla divina Maestà, l’atto stesso del Sacrificio offerto dall’unico Salvatore degli uomini. Non si tratta dell’animazione di una Cena più o meno protestantizzata, senza grandezza né sacerdozio chiaramente definiti. Si tratta di ridare ad ogni sacerdote la sua propria identità: quella di essere un altro Cristo, mediatore fra Dio e gli uomini, incaricato di perdonare i peccati, di distribuire i beni divini alle anime e di condurle in Cielo.
Per i fedeli e l’insieme del popolo cristiano, affinché comprendano l’ardente necessità di salvare le loro anime, di santificare la loro casa, il loro lavoro e la loro città. Saggiamente istruiti nella loro santa religione, sappiano difendersi dalla corruzione del mondo, specialmente dalla corruzione morale e intellettuale.
San Pio X volle che il popolo pregasse sulla bellezza e «riconoscesse nell’Eucarestia il potere di alimentare sostanzialmente la propria vita interiore» (7).

San Pio X organizzò l’Azione Cattolica su basi solide e promosse le attività sociali e professionali dei cattolici in un quadro confessionale; per il popolo e l’insieme degli uomini di buona volontà, affinché trovassero nella Chiesa l’accesso a Gesù Cristo.
Pio XII spiegò anche che fu questa la sua prima preoccupazione, perché Dio «è l’origine e il fondamento di ogni ordine, di ogni giustizia, di ogni diritto nel mondo. Là dove è Dio regnano l’ordine, la giustizia e il diritto». Da qui la grande impresa del pontificato di San Pio X per organizzare il diritto della Chiesa, e da qui anche il primato della fede e della sana dottrina che fu «un servizio di massima carità, reso da un santo come capo della Chiesa, a tutta l’umanità» (8).

Per i nemici della Chiesa, infine, affinché conoscessero l’impavidità e la forza che Dio solo può dare al Suo Vicario in terra e, tramite lui, ai Suoi figli sparsi in tutto il mondo.
Emblematico fu il coraggio col quale Pio X  rifiutò le leggi che separavano Chiesa e Stato, egli «diede alla Francia, crudelmente perseguitata, dei nuovi vescovi e resistette agli assalti dei malvagi» (9).

Sessant’anni fa fu questo che Pio XII mostrò come esempio al mondo: la santità tutta papale di un degno e vero successore di Pietro.
Pio X aveva accettato il supremo pontificato «come un croce» – accepto in crucem. Lo ha lasciato come santo.


[Per chi fosse interessato, riportiamo i riferimenti, in francese, che aiutano a conoscere meglio San Pio X:
- Documents pontificaux de S.S. Saint Pie X, Publications du Courrier de Rome, 2 vol. 1993
- Saint Pie X, Vu de Haut, revue de l’Institut Universitaire Saint-Pie X, n°11 (2003) et n°18 (2011).
- Yves Chiron, Saint Pie X réformateur de l’Eglise, Publications du Courrier de Rome, 1999.


NOTE

1 - Espressione di Don  Victor-Alain Berto, in un articolo pubblicato su La Pensée Catholique, 1951, n°19, p. 27 e ripreso nella raccolta Pour la sainte Eglise romaine, éditions du Cèdre, 1976, p. 95.
2 - «Omnia instaurare in Christo»; frase di San Paolo (Eph 1, 10) ripresa come divisa del pontificato nella prima enciclica di San Pio X, E supremi apostolatus, 4 ottobre 1903.
3 - O. Rousseau, Histoire du mouvement liturgique, Paris, Cerf, 1945, p. 201.
4 - Allocuzione del 3 giugno 1951 (beatificazione) in Documentation catholique n°1097, col. 713-720.
5 - Allocuzione del 29 maggio 1954 (canonizzazione) in Documentation catholique n°1175, col. 711-716.
6 - Don Victor-Alain Berto, « Sainteté de Pie X », in Pour la Sainte Eglise romaine, op. cit., p. 98.
7 - Allocuzione del 29 maggio 1954.
8 - Ibidem.
9 - Ibidem.








 
giugno 2024
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