Provvidenza e politica



di Elia



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Vos autem hodie proiecistis Deum vestrum
(1 Sam 10, 19).


La nascita dell’antica monarchia d’Israele mostra in modo evidente, da una parte, l’infedeltà degli uomini e, dall’altra, la pazienza e longanimità di Dio.
Volendo far propria la forma di governo dei popoli circostanti, gli Israeliti avevano preteso un Re al posto delle guide di volta in volta scelte dal Signore.
Il profeta Samuele, dopo essersene lamentato con Lui, aveva obbedito al Suo comando di assecondare la richiesta del popolo consacrando l’uomo a tale scopo designato.
Prima di procedere al sorteggio da cui uscirà Saul (peraltro già consacrato dietro indicazione divina), il veggente non si esime però dal giudicare la rivendicazione dei capi come una grave insubordinazione al loro Dio, da essi rifiutato quale unico e vero Re: «Voi, oggi, avete rigettato il vostro Dio, che solo vi ha salvati da tutti i vostri mali e tribolazioni» (1 Sam 10, 19).


Attualità di una vecchia storia

Che cosa dice a noi questa lontana vicenda biblica? Molto più di quanto non appaia a prima vista. Anche i popoli moderni, arrogandosi il diritto di scegliersi la forma di governo, han respinto il vero Re del mondo: il Signore Gesù Cristo, nostro Dio, Creatore e Salvatore.
Le monarchie del cosiddetto ancien régime, per quanto perfettibili, erano legittimate dal diritto divino, che faceva del sovrano il Vicario di Cristo nella sfera temporale, come il Papa lo è nella sfera spirituale. L’esercizio dell’autorità aveva così una connotazione religiosa che, al contempo, la rafforzava e limitava assoggettandola ad un potere superiore e alla legge eterna. L’assolutismo teorizzato nel XVII secolo è un’inaccettabile deformazione della dottrina politica tradizionale, che non ha mai ammesso né tollerato che lo Stato fosse sganciato da qualunque altra potestà.

Al movimento di sovversione dell’ordine naturale cominciato con la Rivoluzione Francese è bastato rimpiazzare il monarca assoluto, che si considerava autocraticamente principio di ogni regola e di ogni potere, con un supposto popolo sovrano che si dovrebbe governare da sé tramite l’elezione di rappresentanti.
Le origini cabalistiche di questo processo sono provate dagli atti del convegno della corrente frankista del giudaismo tenutosi nel 1782, appena sette anni prima del suo avvio; esse sono molto illuminanti riguardo all’attuale stato di cose, che vede la politica europea totalmente manovrata da poteri finanziari nemmeno tanto occulti, ormai. L’unica sostanziale differenza tra la sinistra e la destra è che la prima è emanazione diretta della finanza ashkenazita, la seconda è da essa controllata tramite il denaro: da un lato ci sono i partiti partoriti dal mostro, dall’altro quelli da esso comprati.

Tale situazione è frutto della volontà di emanciparsi dall’universale autorità di Gesù Cristo in nome di una mera illusione: che i popoli possano decidere da sé del proprio destino.
Sottrattisi al benefico potere del Signore, gli uomini si sono inevitabilmente assoggettati a quello di Satana, a cui rendono culto i signori dell’alta finanza.
Di conseguenza, la società moderna si trova ormai in avanzato stato di decomposizione sotto ogni punto di vista; senza nulla togliere alle colpe dei servi di Lucifero, ne siamo pienamente responsabili per la nostra acquiescenza. Incantati prima dal cattolicesimo liberale (ossimoro dottrinale condannato a più riprese dal Magistero, eppure assurto a dogma ispiratore dei democratici cristiani), poi dal marxismo in salsa progressista, ci siamo lasciati manipolare fino al punto di essere intimamente rivoluzionari senza neppure rendercene conto.


Scelta apparente

La maggior parte di noi, così, non riesce più a capacitarsi che, nell’attuale sistema, tutte le forze politiche senza eccezione abbiano un’origine sovversiva e propugnino ideali contrari alla dottrina cattolica tradizionale, comprese quelle di estrema destra; che poi gli aderenti a quest’ultima vadano alla Messa antica per distinguersi dagli altri non cambia nulla nella sostanza né costituisce un punto a favore. Tutt’al più si può rilevare una certa dialettica tra le forze afferenti al giudaismo talmudico e quelle afferenti al giudaismo cabalistico, ma tale contrapposizione vale solo sul piano intermedio, essendo coordinata da un più alto livello di potere che, per mezzo di essa, impedisce a uno dei poli di acquisire un potere eccessivo. L’alternativa è sostanzialmente tra una rivoluzione a marcia lenta e una rivoluzione a marcia veloce, ma il risultato finale è lo stesso.

Si sta festeggiando la spiccata affermazione della destra alle ultime elezioni europee, al netto del forte astensionismo. Se essa è un sussulto di popolazioni esasperate dalle politiche di generale e sistematica dissoluzione portate avanti dalle sinistre, ce ne si può rallegrare, senza tuttavia illudersi che si possa modificare il funzionamento di istituzioni espressamente pensate per l’attuazione di un programma prestabilito il cui fine è esattamente questa dissoluzione, secondo quel principio fondamentale della Cabala che postula la nascita di un mondo nuovo dalle ceneri di quello precedente.
L’unico vantaggio reale che questo cambio del vento potrà comportare è il modo in cui se ne servirà la Provvidenza, se vuole, motivo per cui non ci è sembrato prudente consigliare l’astensione, così come non abbiamo imposto l’obbligo del voto (casomai ne avessimo avuto facoltà).

In ogni caso, dal punto di vista morale non è vera nessuna delle due posizioni assolute che son state presentate e difese in vista delle votazioni. Andare a votare non costituisce una cooperazione diretta e formale alle decisioni cattive che saranno prese dagli eletti, se si dà la preferenza a candidati ritenuti degni; perciò non è peccato.
Chi poi sostiene che il voto è una forma di legittimazione di istituzioni malvagie e non gradite a Dio dovrebbe astenersi da qualunque attività ad esse connessa (come gli impieghi pubblici) e da qualsiasi atto da esse imperato (come versamenti contributivi e pagamento delle tasse), cosa evidentemente impossibile.
Viceversa, non è peccato neppure non andare a votare, dato che si può adempiere anche in altri modi il dovere di contribuire al bene comune. L’obbligo posto da Pio XII vale nel contesto del 1948 e si giustifica con il potere di legare e di sciogliere, col quale in passato (a volte con facilità) si imponevano precetti sotto pena di peccato mortale.


Verità immutabile

Ciò che resta vero è che gli attuali regimi “democratici” sono perversi per essenza in quanto contrari all’ordine stabilito da Dio e ribelli alla sovranità di Cristo. Dato però che viviamo in questo mondo e in quest’epoca, non abbiamo altra scelta che fare il meglio che possiamo, purché rientri nell’ambito del lecito e non sia palesemente dannoso.
La virtù di prudenza e il dono di consiglio ci son stati dati in dotazione proprio per metterci in condizione di esercitare un giusto discernimento nelle concrete circostanze della nostra esistenza, le quali hanno il loro peso (insieme alla materia e all’intenzione) nella valutazione morale degli atti. Fatti salvi i princìpi, che vanno comunque rispettati, pretendere di applicare oggi gli stessi precisi criteri seguiti nel Medioevo significherebbe estraniarsi dalla realtà per rifugiarsi nell’utopia, esattamente come fanno i progressisti più spinti.

Nel servirsi degli strumenti a disposizione per un fine buono o, al contrario, nell’astenersi da ogni attiva cooperazione col sistema, ciò che conta è la ferma convinzione maturata con retta coscienza. In un caso come nell’altro, l’intenzione deve essere quella di offrirsi come strumento ai disegni della Provvidenza, che da qualunque cosa ricava del bene.
La storia dell’antica monarchia di Israele, nata da una ribellione e proseguita con la disobbedienza di Saul, il peccato di Davide, il sincretismo del vecchio Salomone e le innumerevoli infedeltà dei successori, fu preordinata da Dio, malgrado tutto, all’avvento del Messia; la Sua paziente accondiscendenza, pur senza approvare quelle colpe, aveva dunque di mira un fine ben preciso, per quanto lontano nel tempo. Il cattolico che prega e si sforza di adempiere la volontà divina segue, benché a un livello infinitamente più basso, lo stesso modello operativo.









 
giugno 2024
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