Bergoglio è Papa o non è Papa?


Intervista a Don Curzio Nitoglia,
condotta da Cinzia Notaro

25 giugno 2024



Pubblicato sul sito di Marco Tosatti





Don Curzio Nitoglia



Bergoglio è Papa o non è Papa? Diversi dubbi sorgono nei fedeli che purtroppo sono tentati di abbandonare la vera e unica Chiesa fondata da Nostro Signore Gesù Cristo.

Quale la verità ?

A fare luce, don Curzio Nitoglia sacerdote in Velletri, provincia di Roma: Se non ci fossero stati “veri” Papi nel corso della storia (fatto dogmatico e giudizio storico), che non significa “buoni” Papi (giudizio di valore), che fine avrebbe fatto il Dogma dell’Apostolicità della Chiesa, ossia la successione ininterrotta di un Papa da un altro, a partire da San Pietro sino alla fine del mondo? Inoltre, se il Concilio Vaticano I non fosse stato un vero Concilio ecumenico, il Dogma dell’infallibilità del Papa e della Chiesa svanirebbe!


Domanda: Se il singolo fedele dubitasse dell’elezione del cardinal Bergoglio dopo le dimissioni di Benedetto XVI o del fatto che sia veramente Papa poiché non ortodosso, come bisognerebbe risolvere questa questione?

Risposta: La soluzione data comunemente dalla sana Teologia è che “l’accettazione pacifica di un Papa, da parte di tutta la Chiesa moralmente unanime (non solo docente, ma anche discente), è il segno e l’effetto infallibile di un’elezione e di un Pontificato validi”.

Perciò l’accettazione di Francesco – da parte della maggioranza dell’Episcopato, dei Cardinali, dei Sacerdoti e dei fedeli – rende canonicamente certa la sua elezione.

Il cardinal Louis Billot (1846 – 1931), uno dei massimi teologi ed ecclesiologi del Novecento, insegna: “Nel caso dell’ipotesi della possibilità di un Papa ritenuto eretico, l’adesione, moralmente unanime, della Chiesa universale sarà sempre, in se stessa, il segno infallibile della legittimità di tale o tal altro Pontefice” (De Ecclesia Christi, Roma, Gregoriana, 1903, vol. I, pp. 612 – 613) . Perciò, sussiste una sanatio in radice di un eventuale Papato storicamente dubbio per il singolo fedele, che lo rende canonicamente indubitato per la Chiesa.


Domanda: Se la Chiesa nella sua totalità morale aderisse a un falso Pontefice “le porte dell’inferno” avrebbero prevalso contro di Essa?

Risposta: Certo, poiché l’erronea adesione a un falso Pontefice sarebbe la stessa cosa di un’erronea adesione a una falsa regola della Fede. Infatti, il Papa e il Magistero vivente nel Papa regnante sono la regola prossima (“Credo, tutto ciò … e che la Santa Chiesa mi propone a credere”) dell’atto di Fede, mentre l’Autorità di Dio che rivela (“Credo tutto ciò che Dio ha rivelato…”) è la regola remota di esso; per cui, se si aderisse a un falso Papa, si accetterebbe implicitamente una falsa Fede, ossia a un falso motivo prossimo della nostra Fede.

Dio può permette un dubbio storico, nei singoli fedeli sull’elezione di un determinato Pontefice, ma non potrebbe permettere che la Chiesa intera (Episcopato, Collegio cardinalizio, Sacerdoti e fedeli) accetti canonicamente come vero Papa, colui, che non lo è realmente.



Domanda: Cosa dire dell’invenzione della figura (inesistente sino al 2013 nella Teologia e nella prassi della Chiesa) del “Papa emerito” da parte di Benedetto XVI?

Risposta: Ha creato una certa confusione nell’ambiente ecclesiale, la quale, nei singoli fedeli, rende ipotizzabile il dubbio storicamente positivo e puramente ipotetico e speculativo sulla possibilità remota che il Papa regnante sia stato sino alla sua morte (31 dicembre 2022) Benedetto XVI. Che “Francesco è Papa” non è solo un fatto puramente umano o storico; non è neppure un Dogma rivelato direttamente o “di Fede divina”, ma è un Fatto dogmatico e “di Fede ecclesiastica” ed ecclesiologicamente infallibile, ovvero strettamente correlato al Dogma del Primato del Papa, dell’Apostolicità della Chiesa romana e della subordinazione dell’Episcopato al Pontefice romano.

Infatti, è un “Fatto ecclesiastico” o ecclesiologicamente e giuridicamente rilevante, se vi sia un Papa che governi in atto la Chiesa (se “bene o male”, non è questo il problema in questione qui)… se Essa possa sussistere senza un Papa in atto, cioè senza un fondamento su cui poggiare.



Domanda: Cosa è scritto nei Trattati di Teologia dogmatica a riguardo ?


Risposta: Tutti i Trattati di Ecclesiologia o di Teologia dogmatica che trattano il tema della Chiesa fondata da Cristo, ammettono che il Fatto dogmatico fa parte dell’oggetto secondario dell’Infallibilità della Chiesa la quale – nel Fatto dogmatico – è indirettamente scevra da errore e ci dà (indirettamente) un’infallibile certezza (“di Fede ecclesiastica”) fattuale (il fatto o l’avvenimento che Francesco è veramente e non solo apparentemente Papa) senza pronunciarsi sulla bontà e rettitudine dottrinale o meno di essi, limitandosi ad enunciare un fatto e “contro il fatto non vale l’argomento”.



Domanda: Come rispondere a coloro che sostengono che la sede di Pietro è vacante?

Risposta: La teoria della Sede vacante (totalmente o solo formalmente), da Giovanni XXIII sino a oggi, cozza contro il fatto dogmatico della necessità che vi sia veramente un Papa in atto a governare la Chiesa e ad esserne il suo fondamento. Così pure, la teoria secondo cui il vero Papa sarebbe stato, anche dopo le sue dimissioni, Benedetto XVI, contrasta con la dottrina ecclesiologica del Fatto dogmatico, che è una Verità “di Fede ecclesiastica”, secondo cui l’accettazione da parte della Chiesa di un Papa eletto, rende certa la sua elezione canonica e, teologicamente/canonicamente, toglie il dubbio, anche storicamente fondato, sulla validità della sua elezione.


Domanda: Da quando si sarebbero infiltrate eresie nella pastorale della Gerarchia ecclesiastica?

Risposta: Novità e persino delle eresie materiali si sono infiltrate a partire da Giovanni XXIII (“contra factum non valet argumentum”), e perciò si può “non ubbidire nelle cose cattive e non adulare i malvagi prelati. I Papi “conciliari” conservano il loro sommo Potere, pur avendone usato male, pertanto, bisogna, come consigliava il cardinal Tommaso de Vio, ricorrere alla preghiera e alla riforma di se stessi perché negli uomini di Chiesa ritorni l’ordine, che solo Dio – tramite il Papa e col concorso delle cause seconde – può restaurare nella Chiesa.


Domanda: I fedeli sembrano confusi sul piano dottrinale. Come affrontare questo dilemma?



Risposta: Purtroppo si riscontra una deficienza di sana dottrina nel Papa, nell’Episcopato ed anche un forte rilassamento nei fedeli così mal guidati da cattivi Pastori. Ora, tale situazione richiede un intervento straordinario dell’Onnipotenza divina, che dopo averci chiamato, con Misericordia, dovrà intervenire con la Sua Giustizia e con il castigo. “A mali estremi, estremi rimedi”.


Domanda: Sono lasciati a sé stessi in balìa dei nemici spirituali, data la deficienza dottrinale a cui ha fatto cenno?

Risposta: Rispondo con una frase di MARIE-THÉODORE RATISBONNE: “In questi tempi, più che una persecuzione, temo una seduzione. I nemici della Chiesa, oggi, si credono e si dicono Cristiani, ma favoriscono l’eresia e lo scisma. Ciò che li rende molto pericolosi è la generale debolezza della fede presso i Cattolici, l’amore sregolato dei piaceri mondani, la licenza immorale generalizzata. La maggior parte dei Cristiani è cristiana solo di nome. Gesù non è conosciuto né amato soprannaturalmente. Perciò, Dio – per guarire una società così gravemente ammalata – castigherà duramente e misericordiosamente. Infatti, se Dio colpisce è soprattutto per guarire” ( Correspondance, Parigi, Poussielgue, 1903, t. II, p. 488).






 
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