Il Preziosissimo Sangue di Nostro Signore


Articolo di Don Bertrand Labouche, FSSPX


Pubblicato sul sito francese della Fraternità San Pio X
La Porte Latine







Questa festa è stata istituita da Papa Pio IX in ricordo del 1 luglio 1849, giorno della vittoria dell’esercito francese sulla Rivoluzione che aveva cacciato il Papa da Roma.

E’ lodevole recitare in tutti i giorni di luglio le belle Litanie del Prezioso Sangue.
«Salvaci!» ripeteremo invocando il Sangue redentore, perché «non è con l’oro e l’argento che siamo stati riscattati, ma col il Prezioso Sangue dell’Agnello immacolato» (I Pietro I, 17-19).

Versare il proprio sangue per Gesù Cristo, per la patria, significa dare la propria vita. Versando il Suo Sangue, Gesù Cristo ha dato la Sua vita perché noi avessimo la vita eterna.

L’inno dei Vespri della festa del Preziosissimo Sangue è una magnifica sintesi dottrinale e spirituale del mistero della nostra redenzione.
Leggiamo attentamente ciascuna delle sue strofe:

Che i crocevia risuonino di canti festosi,
Che la gioia risplenda su ogni fronte,
Con la torcia fiammeggiante in mano,
Avanzino in armoniosa processione bambini e anziani.

Cristo, sul ruvido albero della Croce
Ha versato il suo sangue da innumerevoli ferite,
Nel celebrare questa memoria
Noi dovremmo versare almeno delle lacrime.

A causa del suo crimine,
Il vecchio Adamo ha causato
La morte fatale dell’umanità,
Il nuovo Adamo,
con la Sua innocenza e il Suo amore,
ha restituito la vita a tutti.

Se il Padre Supremo, dall’alto dei Cieli,
ha ascoltato il potente grido del Suo Figlio morente,
Egli ha dovuto essere molto più placato dal Suo sangue,
E farci grazia.

In questo Sangue,
chiunque bagni la sua veste, lava via le macchie.
Assume una lucentezza purpurea,
Che lo rende improvvisamente simile
Agli Angeli e al gradito Re.

Che nessuno ormai si allontani dalla retta via;
Raggiungiamo la meta suprema
Dove Dio che ci aiuta nella corsa,
Ci concederà il nobile premio.

Sii propizio, o Padre Onnipotente,
Innalza nei Cieli più alti
Coloro che hai redento col Sangue del Tuo Figlio,
E che Tu ricrei con lo Spirito di pace.
Così sia.

In ogni Messa, noi assistiamo al mistero ineffabile della transustanziazione del vino nel Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo. Il calice che il sacerdote eleva dopo aver pronunciato le parole della consacrazione contiene il Preziosissimo Sangue del Redentore che è colato sulla Croce.

E ispirandoci al bel commento del Reverendo Padre Lebrun (1), soffermiamoci un po’ sulla consacrazione del Sangue divino:

Nello stesso modo, dopo aver cenato:  dopo aver mangiato l’agnello pasquale e bevuto il primo calice [2], Nostro Signore prese il calice del ringraziamento, che sarà il vero calice eucaristico [3]. Infatti, il Sangue adorabile che esso contiene è, con il suo Santissimo Corpo, il dono più eccellente che possiamo presentare a Dio in ringraziamento per tutte le cose buone di cui ci ricolma incessantemente, e per ottenere tutte le altre cose buone di cui i fedeli avranno bisogno fino alla fine dei tempi.

Preso nelle sue sante e venerabili mani anche questo glorioso calice: questo calice della Cena del Giovedì Santo, utilizzato poi da San Pietro fino a San Sisto II, salvato da San Lorenzo e venerato dopo un lungo viaggio nella Cattedrale di Valencia [4], questo calice che non contiene più le ombre e le figure della legge, ma il Sangue Prezioso da esse significato. Le mani di Cristo sono sante [5] e venerabili, e rivestite della Onnipotenza di Suo Padre.

Di nuovo rendendoti grazie, lo benedisse: con la benedizione di questo calice, Gesù Cristo fa scendere su ciò che esso contiene tutta la virtù necessaria per cambiare il vino nel Suo Sangue.

Lo diede ai suoi discepoli, dicendo: Prendete e bevetene tutti: era necessario che lo bevessero coloro con cui Gesù stava stipulando la nuova alleanza per tutta la Chiesa. E infatti essi ne bevvero tutti [6]. E devono berne anche i sacerdoti che rinnovano questa alleanza e questo sacrificio istituiti allora da Cristo. La Chiesa ha visto in queste parole un precetto che obbliga tutti i sacerdoti che celebrano la Messa a comunicarsi sotto le due specie (l’Ostia e il Sangue del calice); la Chiesa ha riconosciuto che il precetto non riguarda i laici, né i sacerdoti che si comunicano in chiesa senza offrire personalmente il sacrificio. San Paolo ci fa notare questa differenza solo per quanto riguarda la comunione, ponendo la condizione per mangiare il Corpo e bere il Sangue: chiunque mangia il pane o beve il calice del Signore indegnamente, sarà reo del Corpo e del Sangue del Signore [7].

Questo è il Calice del mio Sangue, della nuova ed eterna Alleanza: a questo punto il celebrante passa dal tono di chi racconta al tono di chi compie un’azione: quella di rendere presente, per la virtù di Cristo, il Sangue redentore.

Gesù Cristo, mediatore, è venuto a stipulare una nuova alleanza fra Dio e gli uomini, di cui l’antica alleanza era solo la figura. Questa antica alleanza fu stipulata sul monte Sinai col ministero di Mosè, che ne fu il mediatore. Lì, Dio vi diede i precetti della legge agli Israeliti e promise di considerarli come il Suo popolo eletto e separato da tutti gli altri popoli della terra, a condizione che avessero osservato i Suoi precetti [8]. Essi promisero di esservi fedeli. Mosè prese del sangue delle vittime animali e lo  asperse sul popolo dicendo: questo è il sangue dell’alleanza che Dio ha stipulato con voi.

Ma questa alleanza era figurativa, profetica, e doveva durare solo per un certo tempo.
Il Messia, annunciato e figurato da Mosè, viene a sugellare la nuova alleanza, o nuovo testamento, e la conferma, non col sangue degli animali, ma col Suo stesso Sangue.
Il sangue della prima alleanza poteva produrre solo una purezza esteriore e figurativa, quella di cui gli scribi e i farisei del Vangelo si accontentavano illusoriamente; il Sangue della nuova alleanza è la fonte della purezza interiore, reale e vera. E’ così che il sangue della prima alleanza fu asperso solo esteriormente sugli Ebrei con cui Dio l’aveva stipulata; mentre il Sangue della nuova alleanza doveva essere bevuto, per poter essere ricevuto interiormente.
Ecco perché Gesù Cristo, col più grande di tutti i Suoi miracoli, volle dare il Suo Sangue ai Suoi Apostoli, e in più, prima della Sua morte, ne fece una vera e attuale effusione (quantunque mistica), secondo il testo greco degli evangelisti: che è sparso per voi.
Ed è per questo che Gesù Cristo dice ai Suoi Apostoli: bevetene tutti, questo è il mio sangue della nuova alleanza.  Gesù Cristo ha stabilito questa alleanza dopo aver realizzato tutte le figure mangiando l’agnello pasquale. Egli lo ha fatto in un banchetto, come si fa di solito per le alleanze, facendo il suo testamento di morte, perché il Suo popolo fedele potesse ricevere l’eredità eterna promessa con questa nuova alleanza, per il merito infinito della Sua morte (9). Egli lo ha fatto lasciando alla Chiesa, nella persona dei Suoi Apostoli, la Sua Carne e il Suo Sangue, insieme al potere di poterli produrre fino alla fine dei secoli. E questa alleanza è rinnovata tutti giorni nel Sangue del testamento eterno, durante il Santo Sacrificio della Messa. Questa alleanza è anche nuova ed eterna perché non sarà mai cambiata, come è stato predetto dai profeti (10) e confermato dagli Apostoli.

Mistero di fede: queste due parole non sono nei Vangeli e questo non deve sorprendere, perché gli evangelisti non hanno scritto tutto (San Matteo è il solo che riporta la locuzione enim). E come fa notare Papa Innocenzo III, San Paolo e gli altri Apostoli hanno spesso riportato dei fatti e delle parole omesse in seguito dagli evangelisti. Così, la Chiesa ha ricevuto dalla Tradizione ciò che noi troviamo di particolare nel Canone: elevando gli occhi al Cielo, eterna e mistero di fede. Tutte queste parole si trovano nei più antichi sacramentari [11] della Chiesa romana e devono rientrare tra le verità che Gesù Cristo ha spiegato ai Suoi Apostoli tra la Sua Risurrezione e la Sua Ascensione.

La parola mistero significa segreto. E’ in questo senso che è presa da San Paolo quando parla di mistero della fede che i diaconi devono conservare in una coscienza pura [12], di mistero nascosto e preparato prima di tutti secoli, di mistero di Gesù Cristo che non è stato scoperto ai figli degli uomini in altri tempi
Ora, il più grande di tutti i misteri, e per così dire tutto il segreto della fede, tutto il segreto della religione, è che il Sangue di Dio doveva essere versato per la salvezza del mondo. Questo mistero racchiude tutte queste verità: che i peccati non sono rimessi senza effusione di sangue [13]; che il sangue dei peccatori era indegno di essere offerto a Dio; che da Abele in poi i sacrifici di animali sono stati offerti per i peccati degli uomini e che tuttavia era impossibile che il sangue dei tori e dei capri togliesse i peccati; che occorreva una vittima santa per santificare gli uomini, il Sangue di Dio fatto uomo per riconciliarli e unirli a Dio.
E’ questo il grande Mistero, nascosto fino alla morte e alla Risurrezione del Messia, Mistero mostrato da Gesù Cristo stesso anche i discepoli di Emmaus: Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria? [14]. Mistero di cui il sangue sparso in tutti i sacrifici di animali era sempre stato solo un’ombra e una figura, Mistero rivelato da San Giovanni che chiama Gesù Cristo l’Agnello immolato fin dalla fondazione del mondo [15], e da San Pietro nella sua prima epistola: foste liberati col sangue prezioso di Cristo, come di agnello senza difetti e senza macchia … che fu predestinato già prima della fondazione del mondo, ma si è manifestato negli ultimi tempi per voi.

Il Sangue di Gesù Cristo contenuto nel calice è dunque il Mistero di fede per eccellenza.

Il Quale per voi e per molti sarà sparso in remissione dei peccati: i fedeli, che devono essere esenti da ogni peccato grave per nutrirsi della Carne e del Sangue di Gesù Cristo, e per poter far parte del regno celeste, sono santificati solo con questo Sangue adorabile, sparso per loro il Venerdì Santo. Il testo greco precisa dicendo che sarà sparso per molti, cosa che indica l’effettiva oblazione del Sangue redentore in ogni Messa.

Il Salvatore dice che spargerà il Suo Sangue per gli Apostoli, pro vobis, per voi, e per tutti quelli che credono e si convertiranno, pro multis, per molti, e non pro omnibus, per tutti, (né per la moltitudine, termine ambiguo), poiché la salvezza degli uomini non è affatto universale.
Quantunque Egli sia morto molto realmente per tutti gli uomini, avendo il Suo sacrificio un valore infinito, Dio, dice San Paolo è il Salvatore di tutti gli uomini, ma principalmente dei fedeli [16]. Questa verità sciocca talvolta i nostri contemporanei, tuttavia l’insegnamento degli Apostoli non dà adito a dubbi:
Perché, sappiatelo bene, nessun fornicatore, o impuro, o avaro - che è roba da idolàtri - avrà parte al regno di Cristo e di Dio [17]. Queste parole sono l’eco di quelle di Cristo stesso: Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Ed egli manderà gli angeli e riunirà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo [18]. Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria. E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo.  (…) Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. (…) E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna [19].

Ogni qual volta farete questo: Gesù Cristo ha dato il potere ai sacerdoti di fare ciò che Lui ha fatto, ed essi possono farlo tutte le volte che è conveniente.
Quale intelligenza - esclama Sant’Efrem - può elevarsi a comprendere la grandezza della dignità sacerdotale, e non è forse qui che dobbiamo esclamare con San Paolo: O incomprensibile profondità delle ricchezze della sapienza e della scienza di Dio! Considerate nel sacerdote, dice San Giovanni Crisostomo, la mano di Gesù Cristo che opera invisibilmente, perché non è l’uomo che, sull’altare della consacrazione, produce il Corpo e il Sangue di Gesù Cristo.

Le parole sono pronunciate dal sacerdote, ma sono consacrate dalla virtù di Dio e dalla Sua grazia; cioè esse traggono tutta la loro forza dalla potenza di Dio che, per Sua bontà, le rende efficaci.
Sant’Ambrogio nota, con i Padri e il Concilio di Firenze, che al momento della consacrazione, il sacerdote non parla più da sé, ma in Persona Christi, in Persona di Gesù Cristo, impiegando le Sue stesse parole.

Lo farete in memoria di me: i sacerdoti devono compiere questa azione eccellente in memoria del divino Salvatore, cioè per annunciare la Sua morte fino all’arrivo della fine del mondo, e per rinnovare la memoria del Suo amore immenso, che gli ha fatto dare la Sua vita per gli uomini.
«Il Figlio di Dio … mi ha amato e ha dato se stesso per me» scrive San Paolo ai Galati (II, 20) ed Egli rinnova per noi la Sua oblazione, con lo stesso amore, nel Santo Sacrificio della Messa. 

Come amarLo a nostra volta?

ManifestandoGli una totale fiducia e sforzandoci di evitare il peccato.

Che la Madonna ci aiuti!

Il Sangue di Gesù era all’origine quello della Santa Vergine.

Ovviamente, non possiamo dire che il sangue di Maria fosse anch’esso divino. Il carattere divino del Prezioso Sangue viene dall’unione ipostatica della natura umana e divina di Cristo. Non vi è realtà umana comparabile al valore infinito del Sangue del Figlio di Dio.

«Mi fermo qui, perché la campana mi chiama; vado al torchio della chiesa, all’altare. E’ lì che scorre continuamente il sacro vino del sangue di quest’uva deliziosa e unica, qualcosa che pochi hanno la fortuna di poter bere».
Padre Pio

NOTE


1 - Explication des prières et cérémonies de la Sainte Messe.
2 - Cfr. Lc. XXII.
3 - Dal greco eukaristia, riconoscenza, azione di grazie. Il «grazie» in greco moderno, foneticamente « efiaristo » ha la stessa radice.
4 - Cfr Le Saint Graal ou le vrai Calice de Jésus-Christ, éditions Chiré.
5Chi mi convincerà del peccato?Gv. 8, 46.
6 – I Padri e i teologi sono divisi sulla comunione o no di Giuda.
7 - II Cor. XI, 27.
8Esodo, XIX, 5.
9 - Cfr. Epistola agli Ebrei, IX, 15.
10Io farò con voi un patto eterno - Isaia, LV, 3.
11 – Libri contenenti le preghiere liturgiche della Messa e dei sacramenti. Alcuni hanno più di 1200 anni.
12 - I Tim. III, 9.
13Ebrei IX, 22.
14 - Lc. XXIV, 27–28.
15 - Apoc. 13, 8.
16 - I Tim. IV, 10.
17Efes. V, 5.
18 - Mc. XIII, 26, 27.
19 - Mt. XXV, 31, 46.






 
luglio 2024
AL SOMMARIO ARTICOLI DIVERSI