Stati Uniti

Una lettera per conservare

la Messa latina tradizionale

Articolo della Fraternità San Pio X











Se fino ad oggi non è stato pubblicato un testo per vietare «totalmente» la Messa tridentina, continuano a moltiplicarsi le limitazioni e le interdizioni: in occasione di avvenimenti diversi per la celebrazione di Messe «annuali» sono state rifiutate le chiese che finora erano state concesse, per esempio in Francia e in Spagna, suscitando incomprensione e preoccupazione.

Una nuova lettera “Agatha Cristie” è stata pubblicata recentemente in Inghilterra con cui si chiede al Papa a non procedere al detto divieto, firmata da una cinquantina di personalità: storici, artisti, giornalisti, Pari della Camera dei Lord e da un membro della famiglia reale britannica.

Così è anche avvenuto negli Stati Uniti, dove la CNA riporta che è stata pubblicata e diffusa una lettera intitolata «Lettera aperta delle Americhe a Papa Francesco», firmata da «eminenti artisti, militanti e responsabili cattolici e non cattolici». Con essa si chiede a Papa Francesco di «astenersi da ogni nuova restrizione nei confronti della Messa tradizionale».

La CNA riferisce che tra i firmatari vi sono «Dana Gioia, ex Presidente del Fondo Nazionale per le Arti, che ha preso l’iniziativa della lettera con l’intermediazione dell’Istituto Benedetto XVI; Flank La Rocca, compositore della “Messa delle Americhe”; David Conte, professore di composizione al Conservatorio di San Francisco; Larry Chapp, teologho; Eduardo Verástegui, produttore cinematografico; Nina Shea, difensore internazione della libertà religiosa; Andrew Sullivan, scittore e autore».

I firmatari chiedono rispettosamente «che non venga imposta alcun altra restrizione alla Messa latina tradizionale, affinché essa possa essere onservata per il bene della Chiesa cattolica e del mondo»


Una visione essenzialmente estetica

Tuttavia, la concezione che hanno i firmatari della Messa tridentina non è teologica, ma essenzialmente estetica. Essi scrivono: «Noi condividiamo l’amore per la bellezza, per la riverenza e per il mistero incarnati nell’antica liturgia della Messa latina».

I firmatari cattolici «promettono una lealtà filiale» al Papa. La maggior parte di essi «assistono regolarmente al Novus Ordo» e professano il loro riconoscimento della validità del nuovo rito. Ma ritengono che «privare la prossima generazione di artisti di questa fonte di mistero, di bellezza e di contemplazione del sacro sembra essere miope.

«Noi tutti, credenti e non credenti, riconosciamo che questa liturgia, che ha ispirato le opere di Palestrina, Bach, Beethoven e generazioni di grandi artisti, è una magnifica conquista della civiltà e fa parte del patrimonio culturale dell’umanità».

«Essa è un rimedio per l’anima, un antidoto contro il materialismo grossolano dell’era postmoderna».

Ed aggiungono le loro voci «non solo a questa generazione di grandi artisti [con riferimento alla recente lettera dall’Inghilterra], ma anche alle generazioni precedenti [con riferimento alla lettera di Agatha Christie del 1971], che hanno chiesto al Papa l’uso della Messa latina».

E’ interessante notare che essi fanno riferimento alla petizione del 1966, molto meno conosciuta, preparata da Cristina Campo, che era stata firmata da W.H. Auden, Evelyn Waugh, Jacques Maritain, François Mauriac, Benjamin Britten e Gertrud von Le Fort.

E commentano: «Firmatari di questo calibro sono la prova che la Messa latina tradizionale non può essere considerata come un semplice rifugio contro la modernità, poiché diversi degli spiriti più creativi del nostro pianeta sono ispirati dalla Messa latina – dalla sua bellezza, dalla sua riverenza, dal suo mistero – per creare nuove opere d’arte e anche per servire i più piccoli tra noi»










 
luglio 2024
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