Il Patriarcato maronita di Antiochia

Articolo della Fraternità San Pio X







Patriarcato maronita di Bkerké



Dopo aver esaminato cosa rappresentano i termini “Patriarcato” e “Patriarca”, proponiamo degli articoli che parlano singolarmente dei sette Patriarcati cattolici che si sono formati nella storia della Chiesa e che hanno ciascuno le loro particolarità.
Continuiamo col Patriarcato Maronita di Antiochia.


Tra le chiese orientali, la Chiesa maronita ha una particolarità: è integralmente cattolica, cioè non vi sono maroniti «ortodossi».
La sua origine risale al V secolo e a questo corrisponde un’altra particolarità: quella di essersi in qualche modo sviluppata nella lotta contro l’eresia e nel mantenimento della fede cattolica.


L’origine del nome «maronita»

Il sito The Maronite Foundation in the world dà ampie informazioni storiche sugli inizi della Chiesa maronita.
Nel primo quarto del V secolo, Marone, un eremita che parlava siriano ed era di origine aramaica, morì nella regione di Cirro, tra Aleppo ed Antiochia, nel Nord-Ovest dell’attuale Siria.

All’epoca romano-bizantina, la regione era conosciuta amministrativamente col nome di Syria Prima. La data della morte di San Marone è incerta: la tradizione parla del 410, ma è certo che egli morì prima che Teodoreto diventasse vescovo di Cirro, nel 423.

San Marone non fondò né una chiesa né un ordini monastico, e non ha lasciato alcun lavoro teologico o filosofico. Egli si consacrò a Cristo e insegnò a numerosi discepoli: monaci, fedeli e religiosi. Egli fondò una scuola spirituale di vita eremitica, che continua a prosperare ancora oggi. Teodoreto la chiamava: «filosofia di vita all’aria aperta».


Le tribolazioni della Chiesa siriana dei primi secoli.


I secoli VI e VII furono segnati in Siria da due grandi eresie che provocarono delle importanti scissioni. Nel VI secolo, alcuni Siriani adottarono l’eresia monofisita, che nega l’esistenza di una natura umana in Gesù Cristo, in quanto sarebbe stata assorbita dalla natura divina: questo è quello che significa il termine «monofisita», che si traduce con «una sola natura».

Fu il monaco Giacomo Baraddai che contribuì all’espansione del monofisismo in Siria, da qui il nome di «giacobiti» col quale erano chiamati i seguaci di tale eresia.
L’origine del monofisismo risale al monaco copto Eutiche, secondo il quale «la natura umana di Cristo aveva cessato di esistere essendo stata assunta dalla persona divina del Figlio di Dio». Questa eresia fu condannata dal Concilio di Calcedonia nel 451.

Nel VII secolo, l’Imperatore Eraclio, volendo far cessare l’eresia giacobita, incoraggiò l’eresia monotelita, che affermava che Cristo possedeva due nature, ma una sola volontà, la volontà divina. Questa tattica fece solo aumentare la confusione; mentre l’eresia monotelita fu condannata dal Concilio di Costantinopoli nel 681.

Nel 451, dopo il Concilio di Calcedonia, la Chiesa siriana si divise in due rami: il ramo giacobita o pre-calcedoniano, perché aveva rifiutato il Concilio di Calcedonia; e il ramo calcedoniano che l’aveva accettato.

Nel 452, influenzati da Teodoreto di Cirro e obbedendo all’ordine dell’Imperatore bizantino Marciano (450-457), i discepoli di San Marone costruirono un monastero sulle foci dell’Oronte e lo chiamarono in onore del loro Patrono: San Maron. Questo monastero divenne rapidamente la roccaforte della dottrina ortodosso-cattolica di definizione calcedoniana nella regione della Siria Seconda (Hama-Homs).

Il monastero di San Maron prosperò e diede vita a numerosi altri monasteri che si sono tutti sviluppati nella Siria Seconda. La comunità che si raccoglieva attorno a questi monasteri si chiamava Beit Maroun.

Questa nuova comunità si diffuse rapidamente in diverse città della Siria romana, predicando la fede di Calcedonia. Essa raggiunse anche numerose posti del Monte Libano, dove Ibrahim di Cirro, uno dei discepoli di San Maron, aveva precedentemente convertito numerosi pagani al cristianesimo nella valle dell’Adonis, che in seguito venne chiamata Nahr Ibrahim.

Più tardi, quando la sede patriarcale di Antiochia divenne vacante in seguito alla conquista arabo-musulmana, la comunità maronita guidata dal monastero di San Marone prese l’iniziativa, alla fine del VII secolo o agli inizi dell’VIII, di eleggere Giovanni Maron II come Patriarca di Antiochia.


Le tribolazioni e le persecuzioni causate dal mondo arabo-musulmano

Nell’VIII secolo, le rivalità tra i cattolici denominati melkiti, i giacobiti (maggioritari) e i maroniti divennero preoccupanti in Siria. Nel IX secolo, una persecuzione religiosa che portà alla distruzione del monastero di San Maron, obbligà i maroniti a fuggire. Essi si rifugiarono in Libano, e il loro patriarcato fu trasferito inizialmente a Byblos.

Durante le Crociate, i maroniti cooperarono con i Franchi e rinnovarono i loro rapporti con Roma. Le loro unione col centro della Cristianità fu sancita nel 1181. L’intera comunità maronita rigettò le tracce del monolitismo che erano penetrate nella loro liturgia, riconobbe il primato del Papa e vi si sottomise.

Tuttavia, con la sconfitta dei Franchi alla fine del XIII secolo, i maroniti furono perseguitati sotto il califfato Omayyade e poi sotto il sultanato dei Mamelucchi (1291-1516), che fecero pagare a caro prezzo la collaborazione con le crociate: numerose campagne militari distrussero interamente il paese maronita nel 1268, nel 1283 e nel 1305.

Da allora, i maroniti subirono altre dure persecuzioni: nel 1860, 12.000 maroniti furono massacrati dal governo in carica. Durante tutte queste persecuzioni, i maroniti rimasero uniti e fedeli alla fede cattolica, ma l’emigrazione divenne significativa: la popolazione maronita della diaspora è stimata in più di tre milioni.

Attualmente, il Patriarca maronita risiede a Bkerké, a Nord di Beirut.






 
luglio 2024
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