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Quali sono le priorità di Papa Francesco ? Articolo della Fraternità San Pio X Papa Francesco al G7 2024 in Italia Il 21 maggio 2024,
Papa Francesco ha risposto alle domande di Norah O’Donnel per la rete
televisiva americana CBS. Le
sue risposte – morbide fino alla banalità – hanno fatto reagire
il vaticanista Giuseppe Nardi sul sito katholisches.info; che così
scrive:
«Appare evidente che
Francesco non vuole urtare lo spirito
del tempo. Mentre usa un linguaggio duro con i “cattolici
conservatori” [a proposito dell’accoglienza degli omosessuali favorita
da Fiducia supplicans. NDLR],
ecco che qui usa un linguaggio morbido come la seta.
Un Papa non deve insegnare le Verità della Fede cattolica? Ecco alcune delle risposte molto «politicamente corrette». Sulla guerra in Ucraina, il Papa esclama: «Per favore … nei paesi in guerra, smettete tutti di fare la guerra! Cercate il negoziato. Cercate la pace». Sul conflitto in Medio Oriente, il Papa dichiara: «Ogni ideologia è malvagia. E l’antisemitismo è una ideologia ed è malvagio. L’“anti” è sempre malvagio. Si può criticare questo o quel Governo, il Governo israeliano, il Governo palestinese. Si può criticare ciò che vuole, ma non contro la razza. Né antipalestinese, né antisemita. No! Sui migranti: «L’emigrazione è una cosa che fa crescere un paese. Si dice che voi, gli Irlandesi [Norah O’Donnel è di origine irlandese] avete migrato, portando il whisky, e che gli Italiani sono emigrati e hanno portato la mafia … [ride]. E’ una battuta, non prendetela a male. Ma i migranti talvolta soffrono molto. Essi soffrono molto. […] I migranti devono essere accolti. «Poi vedremo come saranno trattati. Forse che dovrebbero essere rimandati indietro? Non lo so, ma in ogni caso dovrebbero essere esaminati con umanità … con umanità. […] Le persone si lavano le mani dell’innocenza! Sono tanti Ponzio Pilato codardi… che vedono quello che succede, le guerre, l’ingiustizia, i crimini… “va bene, va bene” … e si lavano le mani dell’innocenza. «L’indifferenza. Quando il cuore si indurisce … e diventa indifferente … Per favore, dobbiamo di nuovo rendere il cuore sensibile. Non possiamo essere indifferenti a questi drammi dell’umanità. La mondializzazione dell’indifferenza è una malattia molto brutta, molto brutta». Sull’accoglienza degli omosessuali, il Papa ritorna su Fiducia supplicans che autorizza la benedizione delle coppie dello stesso sesso e tiene a precisare: «Quello che ho permesso non è benedire l’unione. Io non lo posso fare. E’ il Signore che può farlo [sic]. Ma io benedico ogni persona. La benedizione è per tutti. Per tutti. «Benedire una unione omosessuale è contro la legge, la legge naturale, la legge della Chiesa. Ma benedire ogni persona, perché no? La benedizione è per tutti. Certuni si sono indignati per questo. Perché? Per tutti. Per tutti!». Norah O’Donnell gli ricorda: «Lei ha detto: “Chi sono io per giudicare?” L’omosessualità non è un crimine?» E Francesco risponde: «No, è un fatto umano». E qui, Giuseppe Nardi si indigna: «Per Francesco, l’omosessualità è semplicemente “un fatto umano”». Punto. «La risposta ad una domanda morale che riguarda il diritto naturale e la legge divina, ma soprattutto la salvezza delle anime, viene ridotta ad una banalità. Anche l’omicidio è “un fatto umano”. E allora? La domanda che sorge è la seguente: si può sbagliare su questo punto come capo della Chiesa, prendere delle scorciatoie, sottrarsi così alla sua missione di insegnamento?». Sull’opposizione dei conservatori, la giornalista osserva: «Negli Stati Uniti vi sono dei vescovi conservatori che si oppongono ai vostri nuovi sforzi per rivedere gli insegnamenti e le tradizioni. Come reagisce alle loro critiche?». Il Papa risponde: «Essi usano l’aggettivo “conservatore”, il che significa che il conservatore è uno che si aggrappa a qualcosa e non vuole vedere oltre. Si tratta di una attitudine suicida, perché, una cosa è tenere conto della tradizione, considerare le situazioni del passato, e un’altra è rinchiudersi in una scatola dogmatica [sic]». E anche qui, Giuseppe Nardi reagisce: «Su argomenti socio-politici e morali scottanti, che sono importanti per la sinistra woke negli Stati Uniti, Francesco vuole forse dare apparentemente risposte infantili per un mondo infantile? Un Papa non deve forse insegnare ed anche istruire? Certe risposte sono così inconsistenti che sembrano essere state gettate giù in fretta, per farsi applaudire e poter passare all’argomento successivo». Alla fine, Norah O’Donnel lusinga il Papa: «Tante persone … hanno trovato speranza in Lei, perché forse Lei è più aperto e più comprensivo dei precedenti capi della Chiesa». E Francesco ha risposto col suo instancabile ritornello: «Bisogna essere aperti a tutti. La Chiesa è questo: tutti, tutti, tutti». «Che cos’è un peccatore? Anch’io sono un peccatore. Tutti lo siamo! Il Vangelo è per tutti. Se la Chiesa mette una barriera doganale alla sua porta, cessa di essere la Chiesa di Cristo. Tutti!». - Salvo i «conservatori», attaccati alla Tradizione bimillenaria… E il Papa conclude con una breve professione di fede in Rousseau: «Questo mi dà molta speranza. Le persone vogliono vivere. Le persone vanno avanti. E le persone sono fondamentalmente buone. Vi sono dunque alcuni malvagi, ma il cuore è buono». - Non vi è più la natura ferita dal peccato originale? E’ il Vicario di Cristo che parla, o il vicario savoiardo di Jean-Jacques Rousseau ? Vero è che nel corso di questa intervista, Francesco ha fatto sapere che non vi saranno diaconesse nella Chiesa, ma poi ha precisato: non «con gli ordini sacri», e ha aggiunto che «le donne hanno sempre avuto la funzione di diaconesse senza essere diaconesse, non è vero? Le donne offrono un grande servizio come donne, non come ministri […] in seno all’Ordine sacro». Come ha analizzato FSSPX.Actualités del 23 maggio: «le donne non riceveranno il sacramento dell’Ordine, ma saranno “istituite” e “benedette”. Esse avranno un ufficio o un ministero, come sono diventati oggi il lettorato e l’accolitato o come l’ultimo nato: il catechista. «Basterà allora dare loro la possibilità di fare l’omelia nel corso della Messa, di battezzare solennemente, o di assistere il sacerdote all’Altare come un diacono, e la diaconessa avrà tutti i poteri di un diacono … senza l’ordinazione. La confusione sarà allora al colmo. Per la maggior parte delle persone, e anche dei cattolici, esse apparterranno realmente al sacramento dell’Ordine». Il Papa si presenta come un esperto scientifico del clima La settimana precedente l’intervento su CBS, nel corso di un colloquio sul cambiamento climatico tenutosi il 16 maggio sul tema «Dalla crisi climatica alla resilienza climatica», Il Papa si è presentato come un esperto scientifico del clima. Un esperto molto contestabile secondo Phil Lawler, che deplorava sul sito catholicculture.org che Francesco si dimostra dimentico della sua missione di evangelizzare le nazioni e non di prevedere il futuro climatico del pianeta. Il giornalista americano scriveva: «Ci fu un tempo […] in cui ci si poteva aspettare che il Pontefice romano si concentrasse su delle questioni spirituali piuttosto che climatologiche. Ma questo tempo è finito, e oggi nessuno si stupisce che Papa Francesco si esprima a lungo senza affrontare dei temi specificamente cristiani, salvo forse quando dice che la distruzione dell’ambiente è «un’offesa a Dio». Ed egli precisa subito: «Nel suo discorso del 16 maggio, il Papa ha dichiarato [certo] che la distruzione dell’ambiente è causata dall’attività umana, che è motivata dalla cupidigia. Tuttavia, l’essenziale del suo discorso si basa su una serie di ipotesi, nessuna delle quali è tratta dal Vangelo». «Il Papa ha supposto che la recente tendenza all’aumento delle temperature mondiali è destinata a proseguire ed anche ad accelerare, con delle conseguenze disastrose in assenza di nuove politiche pubbliche, perché […] il riscaldamento della terra è dovuto al rapido accumulo di biossido di carbonio nell’atmosfera, e questo accumulo è causato dall’attività umana, in particolare dal consumo di combustibili fossili. Ma, ricorda Phil Lawler: «Ognuna di queste ipotesi è contestata da almeno alcuni scienziati rinomati. E Papa Francesco non ha alcuna autorità per risolvere i dibattiti scientifici. Allora, perché il successore di San Pietro si esprime con tanta sicurezza su questi temi?». «Ebbene, per cominciare, Papa Francesco non si preoccupa di ascoltare le opinioni contrarie. Egli rigetta lo scetticismo nei confronti dell’ideologia del cambiamento climatico, qualificandolo come “stupido”. Inoltre, egli si rivolge ad un pubblico di dirigenti politici e di climatologi – più politici che scientifici - che condividono le sue ipotesi». «Nessuno degli scienziati che hanno sollevato dei seri interrogativi sui modelli di cambiamento climatico sarà ascoltato alla conferenza del Vaticano di questa settimana. In breve, il Papa e le agenzie del Vaticano sotto la sua direzione hanno preso parte al dibattito sul cambiamento climatico. Questo approccio di parte, in una discussione che non implica direttamente la dottrina cattolica, è di per sé imprudente». E Lawler avverte: «Il discorso del Papa del 16 maggio è andato oltre, nella misura in cui si è tuffato a capofitto nei dettagli del dibattito scientifico. Francesco non si è accontentato di insistere perché i dirigenti politici invertano il processo di cambiamento climatico limitando l’utilizzo dei combustibili fossili; ma ha suggerito dei metodi per eliminare il biossido di carbonio dall’atmosfera. «Il servizio informazioni del Vaticano ha riportato: “Egli ha citato in particolare il bacino amazzonico e il Congo, le torbiere, le mangrovie, gli oceani, le barriere coralline, i terreni agricoli e le calotte glaciali”. Così che adesso il successore di San Pietro emana delle direttive per lavorare sulle torbiere e le barriere coralline nel bacino dell’Amazzonia e nel Congo». «Non si tratta di un lavoro missionario, ma di una politica pubblica … per conformarsi alle proposte tratte dai modelli degli “esperti” del clima. [Certo] ha detto al suo uditorio di dirigenti politici che condividono le sue stesse idee: “noi lavoriamo per una cultura della vita o per la cultura della morte”. […] «Queste espressioni di “cultura della vita” e “cultura della morte” sono state rese popolari da Papa Giovanni Paolo II, ma egli allora non parlava del cambiamento climatico; egli denunciava l’approccio delle politiche pubbliche che incoraggiavano l’aborto e l’eutanasia, l’omosessualità e la contraccezione, il divorzio. Ora, il 16 maggio, Papa Francesco si rivolge ad un pubblico dominato da politici che promuovono proprio quelle stesse politiche [di morte]». Phil Lawler si rammarica che avendo “l’occasione di rivolgersi a dei politici che normalmente ignorano il messaggio del Vangelo – avendo l’occasione di sfidare gli avversari della morale cristiana - Il Papa abbia scelto di presentarsi come un esperto di politiche pubbliche, come un campione dei modelli degli scienziati». Dimentico della sua missione di insegnare la fede cattolica. |