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Il Patriarcato Cattolico Armeno di Cilicia La Liturgia Articolo della Fraternità San
Pio X
![]() Raphaël Bedros XXI Minassian, Patriarca (Catholicos) della Chiesa Cattolica Armena di Cilicia La liturgia armena è una
delle liturgie delle Chiese orientali. Essa è usata
esclusivamente dalla Chiesa armena. Composta sostanzialmente da San
Gregorio Nazianzeno e da San Balisio, è in uso dalla fine del V
secolo; essa è stata tradotta dall’originale greco in lingua
armena da San Mesrob e dal Catholicos armeno Giovanni Montagouni nel 406.
La lingua liturgica è l’armeno classico (Grabar), che differisce nettamente dai dialetti armeni moderni orientali e occidentali. Nella celebrazione della Divina Liturgia non è usata la lingua vernacolare. Aspetti generali L’enciclopedia Britannica riporta: «La liturgia di San Gregorio l’Illuminatore, usata dagli Armeni cattolici, si ispira alla liturgia antiochiana di San Giacomo e alla liturgia bizantina di San Giovanni Crisostomo». Ma, «le Chiese di rito armeno, contrariamente alle Chiese bizantine, sono generalmente sprovviste di icone, e invece dell’Iconostasi hanno una tenda che nasconde il sacerdote e l’Altare durante certe parti della liturgia». La diocesi della Chiesa cattolica armena del Regno Unito e dell’Irlanda, spiega che la liturgia armena «conserva spesso delle strutture e degli usi antichi da tempo tolte negli altri riti». I ricercatori considerano la liturgia armena «come un testimone importante per la ricostruzione storica delle strutture e delle pratiche liturgiche antiche». Aspetti particolari della liturgia armena La liturgia armena «si ispira ai riti romani e bizantini. Al posto della balaustre d’Altare o dell’Iconostasi sono utilizzate le tende e anche i paramenti sono particolari. Per la Consacrazione, la Chiesa armena utilizza il pane azzimo, in forma di cialda o di una piccola torta rotonda e sottile. Il vino «dev’essere unicamente di succo fermentato delle migliori uve disponibili. La comunione è data sotto le due specie, l’Ostia viene intinta nel Calice prima di essere distribuita ai comunicanti», questa pratica è detta intinzione. Durante la Quaresima «l’Altare rimane interamente nascosto dalle grandi tende [come si faceva un tempo nella Chiesa latina - NDLR] e in tutte le Domeniche di Quaresima, ad eccezione della Domenica delle Palme, la Messa è celebrata dietro le tende chiuse». Paramenti liturgici I paramenti liturgici armeni per la liturgia sono particolari. Il diacono indossa solo la tunica e la stola. I suddiaconi e il clero ordinario indossano solo la tunica. «Il sacerdote indossa una corona, chiamata Saghavard o casco. I vescovi indossano una mitra di forma quasi identica a quella latina. La mitra è stata introdotta nella Chiesa armena nel XII secolo. Il celebrante «indossa la tunica, più stretta di quella latina. In ciascun braccio indossa dei polsini, poi la stola, la cintura, l'amitto, che è un ampio colletto rigido ricamato con un coprispalle, e infine la casula». I paramenti sono ricamati a mano in diversi colori. Il colore liturgico non si usa nella liturgia armena. Quando il celebrante è un Patriarca o un Catholicos, «indossa anche l’epigonazione [una losanga ricoperta da un panno del colore dell’ornamento, sospesa alla cintura da un cordone sul lato destro, all’altezza del ginocchio]. I vescovi portano un bastone della forma latina». In passato, nella Chiesa armena un tempo non vi era l’organo, «ma solo la musica vocale di stile orientale, accompagnata da due strumenti metallici utilizzati durante diverse parti della liturgia». L’organo è stato introdotto nel 1923. La liturgia armena è divisa in tre parti: 1. Preghiere e cerimonie per preparare gli elementi del Sacrificio. 2. Messa dei catecumeni. 3. Messa dei fedeli. Durante la liturgia sono utilizzati due tipi di benedizione: Benedizione con la Santa Croce e Benedizione con le Sante Specie consacrate (dopo l’elevazione). Queste benedizioni hanno un significato particolare nella cerimonia e invitano i fedeli a benedirsi con il segno della Santa Croce. Una atmosfera speciale di preghiera e di partecipazione è creata durante la cerimonia con l’uso dell’incenso e dei «Kechotz», sorta di ventagli. |