Il Papa vuole «camminare insieme» agli Ortodossi


Articolo della Fraternità San Pio X





Papa Francesco e il metropolita Agathanghelos




Il 16 maggio 2024, Papa Francesco ha ricevuto in udienza una delegazione della Chiesa ortodossa greca, in occasione dei vent’anni di cooperazione ecumenica tra l’Apostolikì Diakonia della Chiesa di Grecia e il Comitato Cattolico per la collaborazione culturale del Dicastero per la Promozione dell’Unità dei Cristiani.

Rivolgendosi alla delegazione del Collegio Teologico di Atene guidato dal Metropolita Agathanghelos, il Papa ha detto: «Camminando insieme ci prepariamo a ricevere da Dio il dono dell’unità».
Questa udienza si è svolta mentre la Chiesa cattolica prepara le celebrazioni del 1700° anniversario del Concilio di Nicea, che si è svolto tra il 20 maggio e il 25 luglio 325.
Fu in questo Concilio che venne fissato il testo del Credo, noto come Simbolo di Nicea.

Nella bolla che indice l’Anno Santo 2025, Spes non confundit [La speranza non delude], il Papa considera questo anniversario come un invito a procedere «verso l’unità visibile», concordando sulla data di Pasqua che cattolici e ortodossi celebreranno il 20 aprile 2025.

Il Papa intende anche organizzare una celebrazione ecumenica nel 2025 per richiamare la «ricchezza della testimonianza» dei Martiri delle diverse religioni cristiane, che egli definisce «semi dell’unità perché esprimono l’ecumenismo del sangue».

Nel corso dell’udienza, il Papa ha inteso sottolineare: «Camminando insieme, e lavorando insieme e pregando insieme, noi ci prepariamo a ricevere da Dio il dono dell’unità che, come frutto dello Spirito Santo, sarà comunione e armonia nella legittima diversità».
E ha ribadito: «Noi dobbiamo camminare insieme, pregare insieme».
Dopo aver ricordato quanto sia stato felice nell’apprendere che «l’estate prossima, voi accoglierete nel Collegio Teologico di Atene un gruppo di studenti cattolici che saranno introdotti alla conoscenza del greco moderno e della Chiesa ortodossa».

Nel suo discorso, il Papa ha dichiarato che le giovani generazioni sono in grado di «spezzare le catene del risentimento, delle incomprensioni e dei pregiudizi che hanno imprigionato cattolici e ortodossi per secoli, impedendo loro di riconoscersi reciprocamente come fratelli uniti nella diversità». Ha anche sottolineato l’importanza di testimoniare insieme l’amore di Cristo «in questo mondo così diviso e conflittuale».


Una riunione ecumenica a Bari

Dal 3 al 7 giugno 2024, il Comitato coordinatore della Commissione mista internazionale per il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa, si è riunito nella città di Bari, nel Sud dell’Italia, sotto la direzione del cardinale Kurt Koch, Prefetto del Dicastero per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, e del metropolita Job di Pisidie del Patriarcato di Costantinopoli.

Il Comitato ha esaminato il progetto del documento Verso l’unità nella fede: questioni teologiche e canoniche, nel quale sono presentati i progressi del dialogo ad oggi, nonché diverse questioni che dovranno essere affrontate. In particolare, lo studio delle questioni storiche e teologiche legate al tema del Filioque e dell’infallibilità del Papa. A questo scopo sono state istituite due sotto-commissioni.

Nel suo comunicato finale, il Comitato ha precisato: «I membri attendono con impazienza la commemorazione, nel 2025, del 1700° anniversario del primo Concilio ecumenico, svoltosi a Nicea nel 325, e pregano perché questo evento sia fonte di ispirazione sulla via dello ristabilimento della piena comunione».

Commento: l’ecumenismo di Francesco è una praxis, si tratta di «camminare insieme» - in un approccio «sinodale» - e di «pregare insieme» per appianare – secondo lui – tutte le «incomprensioni» dottrinali e tutti i «pregiudizi» teologici. Ma questo disprezzo del dogma potrebbe essere superato da esigenze morali che gli ortodossi non sono disposti a mettere da parte.

Si ricorda infatti l’opposizione che diverse confessioni religiose ortodosse hanno espresso in occasione della pubblicazione di Fiducia supplicans che autorizza la benedizione delle coppie omosessuali. Esse non hanno esitato a considerare che questo documento romano pregiudica il dialogo ecumenico.

In breve, per gli ortodossi scismatici la questione dell’omosessualità non si risolve con la  sinodalità.
Solo Francesco sembra credere che tutte le difficoltà dottrinali e morali possano risolversi con una praxis ecumenica sinodale.








 
agosto 2024
AL SOMMARIO ARTICOLI DIVERSI