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Il Patriarcato latino di Gerusalemme Articolo della Fraternità San
Pio X
Pubblicato tre parti sul sito informazioni della Fraternità prima parte - seconda parte - terza parte 1099 - I Crociati entrano a Gerusalemme Introduzione Il Patriarcato latino di
Gerusalemme è una Chiesa cattolica il cui territorio comprende
Cipro, Giordania, Israele e Palestina.
Si compone di sei vicariati che operano per sostenere le comunità cristiane di questi paesi. Dal 6 novembre 2020, l’attuale Patriarca di Gerusalemme è il cardinale Pierbattista Pizzaballa. Il cardinale Pierbattista Pizzaballa Noi segnaliamo qui i passaggi storici più significativi che ci aiuteranno a comprendere l’origine e le caratteristiche di questa Istituzione cattolica in Terra Santa. Gerusalemme
e la Palestina ottomana all’inizio del 1800
Dopo la fine delle Crociate (1270), Gerusalemme visse in uno stato di relativo isolamento che durò fino al 1800. In questo lungo periodo, la presenza dei cristiani fu ininterrotta. All’inizio del XIX secolo, Gerusalemme continuò ad essere isolata per ragioni sia politiche sia greografiche, considerando che persisteva il timore di favorire in qualche modo il ritorno dei “Latini”, nome dato agli Europei in generale per il fatto che usavano la lingua latina. Fu a metà del XIX secolo, con l’invenzione delle navi a vapore che permettevano di ridurre il tempo dei viaggi, che divenne più facile arrivare a Gerusalemme. Dopo l’epoca delle Crociate, la presenza dei Latini in Terra Santa fu mantenuta grazie ai Frati Minori, Francescani a cui il Papa affidò più tardi il compito di «guardiani» dei Luoghi Santi; nacque così il titolo di “Custodia della Terra Santa” e al tempo stesso di “Custos”, Custode, con cui si indicava il Superiore delle regioni che costituivano i Luoghi Santi. Un po’ la volta, la Francia, che a partire dal XII secolo aveva ottenuto dal Califfo di Bagdad, Hārūn al-Rashīd, il protettorato dei cattolici in Terra Santa (titolo perduto dopo la Rivoluzione Francese), recuperò il diritto di protezione sui Luoghi Santi e sui cristiani dell’Impero ottomano. Anche gli Ortodossi intensificarono la loro presenza in Terra Santa, a partire dalla caduta di Costantinopoli (1453) e avanzarono diverse rivendicazioni. Con la nascita dell’Impero russo, in Terra Santa i Russi e gli Ortodossi unirono le loro forze per ottenere la supremazia sui Luoghi Santi. Nel corso del 1800, si verificarono tre avvenimenti che contribuirono all’apertura della Palestina all’Occidente. Il primo fu la campagna di Napoleone Bonaparte in Siria nel 1799, in continuità con la campagna d’Egitto, che, malgrado il fallimento, risvegliò l’interesse delle potenze europee per la Palestina. Il secondo fu l’invasione della Palestina da parte di Muhammad Ali Pasha, un ambizioso Vice Re egiziano. L’invasione permise l’apertura della regione alle influenze occidentali, la costituzione di società missionarie cristiane e la fine della discriminazione dei non musulmani. Il terzo avvenimento fu la guerra di Crimea (1853-56), di cui i Luoghi Santi divennero un pretesto. Essa ebbe fine col trattato di Parigi (1856) e sancì la sconfitta della Russia, lasciando in sospeso la questione dei Luoghi Santi Il Papa Pio IX La
restaurazione del Patriarcato latino
Gerusalemme fu la prima sede «episcopale» nella storia della Cristianità. Al tempo della dispersione degli Apostoli, la Chiesa di Gerusalemme era diretta dall’Apostolo San Giacomo, e poi dai suoi successori. Tuttavia, furono le Chiese fondate dagli Apostoli (Antiochia, Alessandria, Roma) che assunsero un’importanza di primo piano, mentre Gerusalemme acquisì solo più tardi lo status di Patriarcato, contemporaneamente a Costantinopoli nel 451. Da allora, a Gerusalemme sono succeduti molti Patriarchi fino alle Crociate. I Crociati istituirono un nuovo Patriarcato e nel 1099 nominarono un Patriarca di rito latino. Per tutto il periodo delle Crociate, la giurisdizione del Patriarcato latino di Gerusalemme si estese al territorio del costituito Regno di Gerusalemme. Il Patriarca controllava direttamente il quartiere cristiano di Gerusalemme e aveva tre vescovi suffraganei: Hebron, Lydda-Ramula e Betlemme-Ascalon. Il Patriarcato aveva poi altre quattro arcidiocesi: Tiro, Cesarea, Nazareth e Petra. I Patriarchi latini si succedettero a Gerusalemme dal 1099 al 1187, poi a San Giovanni d’Acri. Dopo la caduta di San Giovanni d’Acri (1291), non vi fu un Patriarca di Gerusalemme e il titolo passò ad un prelato della Corte pontificia (denominato in partibus infidelium, «sulle terre degli infedeli», espressione usata anche in forma abbreviata: in partibus) col compito di nominare i vescovi, oggi chiamati vescovi titolari, le cui diocesi, puramente onorifiche, si trovavano nei paesi occupati dai Turchi. Questo vecchio sogno di restaurazione verrà portato avanti dalla Congregazione per la Propagazione della Fede (Propaganda Fidei). Fin dalla sua creazione, nel XVII secolo, la Propaganda Fidei dedicò molte energie in Medio Oriente, ma i suoi sforzi vennero bloccati in particolare dalla Rivoluzione Francese (1789) e dalle sue conseguenze in Italia. Fu solo all’inizio del 1800 che la Propaganda Fidei provò ad usare nuovi metodi missionari, con l’introduzione di altri Ordini religiosi, la formazione di un clero locale, la creazione di scuole, ecc. Tutto questo divenne possibile grazie alle facilitazioni accordate direttamente ai cristiani, prima dall’Autorità egiziana e poi dagli Ottomani. Fu così che la Propaganda Fidei cominciò a considerare seriamente la restaurazione del Patriarcato latino, quando constatò il successo in Terra Santa dell’opera missionaria degli ortodossi russi e dei protestanti. Tuttavia, l’opposizione dei Francescani e della Francia e la debolezza del pontificato di Papa Gregorio XVI fecero della questione un mero argomento di discussione. Fu con l’elezione di Pio IX, nel 1847, che il progetto di restaurazione prese forma. Un concorso di avvenimenti favorevoli diede al giovane Papa l’opportunità di realizzare il progetto. Nel febbraio del 1847, la Sublime Porta (nome dell’organo esecutivo del Governo ottomano) inviò il suo ambasciatore Chebib Effendi in Terra Santa: egli propose alla Santa Sede un accordo diretto per la protezione dei cristiani, allo scopo di superare le ripetute ingerenze delle nazioni occidentali nell’Impero ottomano. Il progetto fu accolto favorevolmente da Papa Pio IX, che aveva già in testa un programma ambizioso per i cristiani e le Chiese orientali e che voleva anche affermare l’autonomia della Santa Sede nei confronti delle potenze europee. Ora che i tempi erano maturi a livello internazionale, essendo stati superati i numerosi vincoli locali, l’azione della Propaganda Fidei riprese con la messa a punto di questioni pratiche legate alla restaurazione del Patriarcato latino, che vennero messe per iscritto dal cardinale inglese Charles Acton. Quest’ultimo elencò le diverse ragioni per l’istituzione di una diocesi latina a Gerusalemme, e le questioni inerenti a questa restaurazione: titolo del nuovo vescovo, frontiere della diocesi, risorse, ecc. La Propaganda Fidei definì questi aspetti e il Papa annunciò al mondo intero, con la Lettera Apostolica Nulla celebrior del 23 luglio 1847, la riuscita restaurazione del Patriarcato; e il 4 ottobre 1847 annunciò il nome del nuovo Patriarca. Mons. Giuseppe Valerga - primo Patriarca di Gerusalemme dopo la restaurazione I
primi passi del nuovo Patriarca
Giuseppe Valerga era nato a Loano (Sv) nel 1813 in una famiglia modesta. Entrò nel seminario di Albenga e poi proseguì gli studi a Roma, dove ottenne il titolo di Dottore in Diritto e Teologia e una solida conoscenza delle lingue orientali. Entrò in Propaganda Fidei nel 1836 e si fece notare per le sue competenze. Divenne assistente del vicario apostolico di Aleppo e dal 1842 al 1847 fu mandato a Mosul per aiutare i Padri Domenicani a riprendere la loro missione. Il suo lavoro apostolico, la sua serenità di fronte a situazioni che potevano portare al martirio in diverse occasioni, il suo lavoro accademico (come la redazione di un dizionario caldeo-italiano), fecero di lui un missionario esemplare. Nel 1847 fu chiamato a Roma e consacrato Patriarca dallo stesso Pio IX il 10 ottobre 1847; aveva 34 anni. Nel gennaio 1848 egli arrivò a Gerusalemme, dove fu accolto con entusiasmo. Intraprese immediatamente la formazione di un clero locale, lo sviluppo di una rete di missioni in Palestina e ottenne un aiuto economico dall’Europa. Di fronte alle numerose difficoltà sorte con le Autorità politiche e religiose locali, il Patriarca Valerga rimase fedele al suo ruolo. Dieci anni dopo, la Santa Sede gli affidò nuove responsabilità e lo nominò delegato apostolico per la Siria e il Libano. Poi, il cosiddetto «braccio destro di Pio IX in Oriente» fu chiamato per partecipare al Concilio Vaticano I per sostenere il Papa sulla questione dell’infallibilità. Valerga morì poco tempo dopo il Concilio, a causa di una febbre contratta nel corso di una missione. All’annuncio della sua morte, Pio IX dichiarò: «Noi non possiamo rimpiazzare Valerga». Una delle iniziative di Mons. Valerga fu la rinascita dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Fin dal suo arrivo in Terra Santa, egli si fece un’ottima opinione di questo antico Ordine, che gli era stato affidato come Patriarca latino. Dalla fine delle Crociate erano stati i Francescani a servire il Santo Sepolcro e ad accogliere i pellegrini. Alcuni di loro si recarono a Gerusalemme per ricevere l’investitura di Cavaliere presso la Tomba di Cristo. Inizialmente queste investiture erano affidate ad un Cavaliere laico; poi il Papa concesse al solo Custode della Terra Santa il diritto di procedere all’investitura dei Cavalieri del Santo Sepolcro meritevoli. Lo storico Alphonse Dupront parla di un «rito semi-solitario che la Chiesa e l’Oriente accettarono quasi loro malgrado, per l’audacia di alcuni isolati, vagabondi o sopravvissuti alle campagne dei Crociati». Il Custode e i suoi successori esercitarono questo diritto ininterrottamente dal 1500 al 1848, concedendo l’investitura a 1835 Cavalieri. Mons. Valerga capì rapidamente l’utilità che poteva derivare da questo antico Ordine e gli affidò il nuovo compito di sostenere materialmente e spiritualmente il Patriarcato latino appena restaurato. Fu con la pubblicazione della Lettera Apostolica Cum multa sapienter del 1868 che Pio IX sancì ufficialmente la rinascita dell’Ordine Equestre proposta da Mons. Valerga. La distanza di vent’anni tra il progetto presentato da Mons. Valerga al Papa e l’approvazione del Pontefice dimostra la prudenza della Santa Sede in questa materia. Quest’Ordine è attivo ancora oggi, fedele alla sua missione e continua ad offrire il suo sostegno al clero patriarcale, al Seminario, alle case religiose, alle scuole ecc. Conclusione
La breve cronologia presentata qui dimostra che è possibile datare l’inizio del Patriarcato a Gerusalemme verso il 451, come pure per Costantinopoli. Tuttavia, come abbiamo visto, è solo all’epoca delle Crociate (1099-1291) che Gerusalemme divenne la sede di un Patriarcato latino, anche se non per decisione del Papa dell’epoca. La restaurazione del Patriarcato latino nel XIX secolo può essere considerata come una risposta pastorale della Santa Sede ai molteplici interessi geopolitici e religiosi nati a metà del XIX secolo. |