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Su chi ricadrà il sangue innocente? di Elia Banchieri Aschenazisti Per aliam viam reversi sunt in regionem
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(Per un’altra strada fecero ritorno nella loro terra) Mt 2, 12. Chi ha ricevuto la grazia di una fede viva e vi ha corrisposto mediante l’impegno di una costante mortificazione e vigilanza non passa più per le vie della sua vita di prima. Chi ha conosciuto Dio in modo intimo nella preghiera e fecondo nella carità viene avvertito dal Cielo, come i Magi, di non tornare da Erode, ossia di dimenticare lui e le sue subdole richieste; l’ottemperanza ad esse, infatti, causerebbe la morte del bimbo nato nella Betlemme del cuore e comporterebbe inevitabilmente il ripiegamento su modalità di pensiero e di azione incompatibili con la nuova esistenza, trasformata dall’amicizia divina. Il cristiano trasfigurato dalla grazia non si cura più dei potenti di questo mondo alienato, stolide marionette manovrate dal diavolo; tra Gesù ed Erode, ha fatto la sua scelta e gode perciò di una gioia che nulla potrà mai togliergli, se non il suo peccato. Chiodo scaccia chiodo E’ motivo di profonda sofferenza il costatare come tanti pur ferventi cattolici si lascino trascinare indietro sulle vecchie strade non dagli allettamenti del tiranno di turno, bensì dagli scandali provocati dal sistema perverso che assoggetta gran parte dell’umanità nonché dall’apparato ecclesiastico che lo puntella con la sua propaganda pseudoreligiosa oppure con i suoi complici silenzi. Non c’è dubbio: sono spettacoli nauseabondi, ma qual è l’utilità di mettersi ogni volta ad urlare scompostamente per sfogare il proprio sdegno, se chi ha il dovere di intervenire non lo fa? Perché perdere la pace interiore senza alcun effetto, se non quello di far gongolare di piacere i nemici di Dio? In cosa ci ledono quei poveri stolti che non vedono arrivare il castigo, malgrado le lezioni della storia? Nel caso di Parigi, è la stessa città che nel 1814 fu occupata dai Russi, nel 1870 dai Prussiani, nel 1940 dai nazisti. Rien à faire: non capiscono. Nel catalogo delle idee chiare e distinte del loro ottuso razionalismo non c’è il concetto di castigo divino; di conseguenza non sono in grado di pensarlo né, tantomeno, di prevenirlo. Con il suo invincibile attaccamento all’ideologia giacobina, la massoneria francese è sorprendentemente sciocca; quella inglese, con il suo feroce anticattolicesimo, odiosamente cattiva; quella italiana, con la sua vergognosa soggezione all’una e all’altra, assolutamente ininfluente; quella ecclesiastica, con la sua ignominiosa empietà e corruzione, è il ricettacolo delle peggiori perversioni promosse da quelle profane. Vale forse la pena occuparsene e rovinarsi il fegato per questo? o non è piuttosto più sensato volgere lo sguardo altrove, lasciando agli storici l’ingrato compito di attestare fino a qual grado di decomposizione morale è giunto l’Occidente un tempo cristiano? Il guaio peggiore – occorre ribadirlo – è che anche i cattolici impegnati rischiano di farsi travolgere dalla rovina che incombe, distratti come sono dalla rincorsa allo scandalo, che li tiene lontani dalle pratiche di vigilanza e mortificazione richieste dall’amicizia di Dio. I padroni del mondo san bene, istruiti come sono da Lucifero, che un solo cristiano che si santifica è più dannoso per i loro piani di interi eserciti schierati a battaglia; perciò lo istigano a rimpiazzare la vera ascesi con un incessante attivismo, periodicamente riattizzato da qualche esecrabile evento che catalizzi la sua attenzione per un po’ di tempo, facendogli dimenticare il precedente e tenendolo occupato in vane mobilitazioni che non hanno altro effetto che quello di dar più risonanza allo scandalo ed esacerbare ulteriormente gli animi, finché non ne arrivi un altro a cancellare tutto e a reinnescare il meccanismo. Schiavitù moderna Anche in questo caso, purtroppo, ci son tanti che non riescono proprio a capire, convinti come sono di perseguire un obiettivo virtuoso. E probabile che i detentori del vero potere si divertano da matti nel registrare le reazioni alle loro iniziative e siano estremamente soddisfatti nel costatare come le loro deformazioni mentali abbiano contagiato anche i cattolici. La visione del mondo calvinista, da cui ha origine il moderno capitalismo, divide rigidamente l’umanità in due categorie: gli eletti e i reprobi, segnati già in questa vita da un destino immodificabile di prosperità o di abiezione. I buoni sono indefettibilmente buoni, qualunque cosa facciano o non facciano; tutti gli altri sono cattivi – e irrimediabilmente cattivi. Che un giusto possa guastarsi o un peccatore convertirsi non è previsto, a meno che non sia predestinato a ciò da un’elezione “divina” in cui l’uomo non ha alcun ruolo. Questa è la “filosofia” della minoranza anglosassone bianca, ricca e istruita, che tiene il resto della popolazione (bianchi, gialli o neri, fa poca differenza) in condizioni di sostanziale schiavitù, con al collo il cappio di un salario che può esserti tolto da un momento all’altro, al posto della testa uno schermo che ti “informa” su tutto e determina le tue scelte, sulla bocca il bavaglio del politicamente corretto, alle mani le catene di mille regolamenti incessantemente modificati, ai piedi i ceppi del terrore di prendere decisioni autonome. Certo, apparentemente sei libero di andare dove ti pare, di intrupparti nelle orde dei moderni barbari che non devono neppure valicare le Alpi, di invadere le città d’arte senza comprendere nulla dei monumenti davanti ai quali ti fotografi in modo compulsivo; sì, sei dotato dell’ultimo ritrovato tecnologico… ma sei uno schiavo. Diversivi, sempre diversivi… Alla radice di questa impostazione classista, razzista e suprematista all’eccesso, che contrappone una piccola minoranza di privilegiati a una massa di disperati illusi di essere felici, si trova il pensiero della mafia dei banchieri aschenazisti (sic). Il loro senso di superiorità li porta a disprezzare finanche i correligionari comuni, che furono mandati a morte a migliaia, per mano di un regime totalitario da loro stessi finanziato, quale sacrificio propiziatorio offerto a Satana per la realizzazione di un progetto pazzesco, la creazione di uno Stato nella terra perduta dai loro supposti avi, quasi duemila anni fa, in punizione dell’apostasia. Il genocidio che, nell’indifferenza generale, sta avvenendo in questi mesi a Gaza è un altro immane sacrificio umano, benché di qualità inferiore, inteso probabilmente a favorire, questa volta, la ricostruzione del tempio, oltre a precisi interessi economici. Il silenzio e l’acquiescenza di fronte a innumerevoli crimini raccapriccianti hanno fatto cadere tutte le maschere delle “destre” e dei “conservatori”, i quali, nel vano tentativo di giustificarsi, equiparano ipocritamente l’antisionismo all’antisemitismo. Intanto divampano le polemiche a causa di eventi che, per quanto gravi, sono soltanto diversivi che distolgono l’attenzione dai massacri di innocenti commissionati da individui che, in nome di una presunta “elezione”, si considerano al di sopra del bene e del male, trattando gli altri uomini come bestie. Perché su questo tema nessuno alza la voce né propone petizioni? Evidentemente perché ciò non è permesso: è al di fuori del margine di libertà apparente concessa agli schiavi. Chi conosce intimamente Dio, tuttavia, non è prigioniero né di questi divieti né di illusorie rivolte, poiché è certo del Suo imminente giudizio. Ricada su di voi tutto il sangue giusto che è stato sparso sulla terra […]. In verità vi dico: tutto ciò verrà sopra questa generazione (Mt 23, 35-36). |