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NOLITE INTELLIGERE di Ferenc Juhàsz 1. La perdita dell’Arca dell’Alleanza: le Sacre Scritture conservano ancora il ricordo dei Filistei che rubarono l’Arca dell’Alleanza al popolo eletto di Dio dell’Antico Testamento. L’aggettivo “filisteo” indica una persona che ha una mentaltià grettamente borghese, e al contempo inerte, remissiva e sottomessa ai Filistei di turno. Al filisteo può essere tolto anche il Santissimo perché rinuncia a difendere il senso della sua esistenza umana senza combattere. Se l’uomo può sprofondare e depravarsi fino a questo punto, è perché prima di ciò è vissuto a lungo nell’indifferenza del peccato. Le Sacre Scritture hanno conservato come monito il ricordo dell’infedeltà a Dio commessa al tempo dei Giudici (1220-1050 a.C.): “I figli d’Israele fecero di nuovo il male nel cospetto del Signore, il quale li diede nelle mani dei Filistei per quarant’anni” = “Rursumque filii Israël fecerunt malum in conspectu Domini: qui tradidit eos in manus Philisthinorum quadraginta annis”. (Giudici 13,1). La generazione infedele fu schiacciata sotto il dominio dei Filistei; la generazione umiliata sopravvisse solo per la sua vergogna. Il destino dei figli di Israele si è ripetuto nella vita dei Cattolici. Nelle loro pratiche religiose, lo stile di vita borghese non ha potuto conservare la Santissima Eucaristia trasmessa da Cristo. Quello che per i figli di Mosè fu la perdita dell’Arca dell’Alleanza, per noi Cattolici infedeli è la perdita dell’Eucaristia. Il doloroso ed eterno ricordo della tragedia dell’Arca dell’Alleanza è stato immortalato nelle Scritture come avvertimento per i Cattolici di tutte le epoche a rimanere fedeli a Dio: “E l’Arca di Dio fu presa” = “Et Arca Dei capta est” (1 Samuele 4, 11). Il più grande profeta del popolo Ebraico spiega la causa del male del Popolo Eletto di Dio dell’Antico Testamento: “Ascoltate, ma non comprendete...” = “Audite audientes et nolite intelligere!” (Isaia 6, 9). Il Profeta Isaia (766-686 a.C.), per la coraggiosa trasmissione della Verità divina, fu segato a metà da vivo dai suoi carnefici per ordine dell’empio Re Manasse (697-643 a.C.). 2. Significazione contro Presenza: il Popolo eletto del Nuovo Testamento del nostro Dio, Uno nella natura e Trino nelle Persone, è la Santa Chiesa Cattolica. I peccati dei Cattolici si sono manifestati con i movimenti ereticali. I Filistei del Nuovo Testamento, che cercavano di distruggere la nostra Santissima Eucaristia, hanno attaccato la nostra Chiesa attraverso la Riforma. Poi, come culmine della Riforma calvinista, la sottomissione del clero al liberalismo ha realizzato il sogno della Massoneria: lo sradicamento del culto Eucaristico di Cristo. La Massoneria si infiltrò nell’alto clero ed escluse il pane e il vino dalla definizione di Eucaristia, negando l’interpretazione ontologica della presenza di Cristo sotto le forme consacrate del pane e del vino: “Augustissimo sacramento è la santissima Eucaristia, nella quale lo stesso Cristo Signore è presente, viene offerto ed è assunto” = “Augustissimum Sacramentum est sanctissima Eucharistia, in qua ipsemet Christus Dominus continetur, offertur et sumitur” (CIC 1983, Can. 897). A ciò seguì la riduzione dell’Eucaristia a mera predicazione, come “il racconto dell’istituzione” = “institutionis narratione” (CCC 1353); contemporaneamente, la presenza eucaristica di Cristo fu degradata a mero simbolo del pane e del vino: “I segni del pane e del vino continuano a significare anche la bontà della creazione” = “Panis et vini signa... creationis etiam significare pergunt bonitatem” (CCC 1333). Il congresso della Massoneria, chiamato ingannevolmente Concilio Vaticano II (1962-1965), mise in atto l’eresia di Lutero e Calvino. L’alto clero, sottomesso alla Massoneria, negò dottrinalmente il dogma ancora codificato nel 1917: “Nell’Eucaristia, sotto le specie del pane e del vino si contiene, si offre e si riceve il Signore Cristo stesso è contenuto e consumato” = “In sanctissima Eucharistia sub speciebus panis et vini ipsemet Christus Dominus continetur, offertur, sumitur” (CIC 1917, Can. 801). Al contempo, il canone di scomunica che difendeva l’esistenza ontologica di Cristo sotto le forme consacrate del pane e del vino fu implicitamente sciolto: “Se qualcuno negherà che nel santissimo sacramento dell’Eucarestia è contenuto veramente, realmente e sostanzialmente il Corpo e il Sangue di nostro Signore Gesù Cristo, con l’Anima e la Divinità, e quindi tutto il Cristo, sia anatema!“ = “Si quis negaverit, in sanctissimae Eucharistiae sacramento contineri vere, realiter et substantialiter, corpus et sanguinem, una cum anima et divinitate, Domini nostri Iesu Christi, ac proinde totum Christum..., anathema sit!” (DS 1651). 3. Fede contro Mandato: la lotta per la libertà proclamata dal Congresso della Massoneria mirava a liberare i credenti Cattolici dall’autorità clericale. Questo ha portato al concetto di conversione, cambiamento, trasformazione, da parte della Congregazione per la Dottrina della Fede. La dottrina eucaristica liberale che rifiuta la filosofia Tomista è inclusa nel Catechismo della Chiesa Cattolica (CCC) redatto sotto la direzione del Cardinale Joseph Ratzinger (1977-2005) e approvato da Papa Giovanni Paolo II (1978-2005): “Nell’Eucaristia, Cristo diventa presente attraverso la conversione del pane e del vino nel Suo Corpo e nel suo Sangue” = “In Eucharistia Christus fit praesens per conversionem panis et vini in corpus et sanguinem Christi” (CCC 1375). Il concetto liberale di conversione dalla Congregazione per la Dottrina della Fede è del tutto contrario ai diciannove secoli di Fede Eucaristica Cattolica. Il Miracolo Eucaristico di Lanciano è avvenuto nonostante la perdita di fede del sacerdote!!! La nostra Santa Madre Chiesa ha sempre professato che, le parole di Cristo ripetute da un sacerdote validamente ordinato e dotato del M a n d a t o c r i s t i a n o tramandato dall’Ultima Cena: “Questo infatti è il Mio Corpo” = “Hoc est enim Corpus Meum” – “Questo infatti è il calice del Mio Sangue” = “Hic est enim calix Sanguinis Mei”, hanno come effetto immediato la transustanziazione del pane e del vino liturgicamente consacrati, nel Corpo e nel Sangue di Cristo, indipendentemente dallo stato personale del sacerdote. Questa dottrina Cattolica è stata sottolineata dal Concilio di Trento (1545-1563) nella sua tredicesima sessione: “Il vero Corpo di Nostro Signore e il suo vero Sangue sono presenti sotto le specie del pane e del vino per il potere delle parole” = “Verum Domini nostri Corpus, Verumque Eius Sanguine sub panis et vini specie… exsistere… ex vi verborum…” (DS 1640). 4. Congregazione contro Sacerdozio: la dottrina eucaristica liberale si basa sul noto principio di G.W.F. Hegel (1770-1831): “Ciò che è reale è razionale”. La contrapposizione di questo principio è: “Ciò che è irrazionale è anche irreale”, cioè “L’irrazionalità porta all’irrealtà”. Il principio Scolastico secondo cui “Il pane e il vino liturgicamente consacrati contengono la sostanza del Corpo e del Sangue di Cristo” è del tutto irrazionale. Pertanto, secondo la dottrina liberale eucaristica, la presenza eucaristica di Cristo è possibile solo all’interno dell’assemblea e nella coscienza dei suoi membri. Questa identificazione con la supposizione di Hegel ha portato il Catechismo della Chiesa Cattolica a sostituire la dottrina Eucaristica Tridentina con una dottrina eucaristica liberale: “Nella Liturgia della Messa, esprimiamo la nostra fede nella p r e s e n z a di Cristo, sotto le specie del pane e del vino, tra l’altro, con la genuflesisone e con un profondo inchino in segno di adorazione verso il Signore” = “In Missae liturgia, nostra fidem in p r a e s e n t i a realem Christi sub panis et vini speciebus, exprimimus, inter alia, genua flectentes vel profunde in signum adorationis Domini nos inclinantes” (CCC 1378). Questa dottrina eucaristica liberale è stata confermata anche in un’altra enciclica: “L’Eucaristia, presenza salvifica di Gesù nella comunità dei fedeli e suo nutrimento spirituale, è quanto di più prezioso la Chiesa possa avere nel suo cammino nella storia” = “Eucharistia, salvifica nempe Iesu praesentia in fidelium communitate eiusque spiritalis alimonia, est pretiosissimus thesaurus quem Ecclesia sua in historiae peregrinatione possidere potest” (Giovanni Paolo II: Ecclesia de Eucharistia, 9). Il Nuovo Catechismo, redatto dalla Congregazione per la Dottrina della Fede, non include più la dottrina fondamentale del Concilio di Trento: “Subito dopo la C o n s a c r a z i o n e, il vero Corpo di Nostro Signore e il suo vero Sangue sono presenti sotto le specie del pane e del vino per il potere delle parole” = “Statim post c o n s e c r a z i o n e m Verum Domini nostri Corpus, Verumque eius Sanguinem sub Panis et Vini specie una cum ipsius anima et divinitate existere... ex vi verborum” (DS 1640). 5. Comprensione contro Transustanziazione: l’attuale Novus Ordo Missae (NOM), creato da Annibale Bugnini (1912-1982), non include la Transustanziazione come elemento sostanziale. Nella Messa di sempre (OM), prescritta prima dell’Avvento del 1969, il sacerdote consacrava il pane e il vino liturgici nel Corpo e nel Sangue di Cristo ripetendo le parole pronunciate dal Salvatore nell’Ultima Cena. Come risultato di questa Consacrazione, il pane e il vino venivano trasformati ontologicamente, diventando sostanzialmente il Corpo e il Sangue di Cristo. Nella Nuova Messa introdotta da Papa Paolo VI (1963-1978), il pane e il vino sono trasformati nel Corpo e nel Sangue di Cristo solo in senso ermeneutico, attraverso l’interpretazione. Il concetto di Nuova Messa risale alla teoria eucaristica liberale creata da F. Schleiermacher (1768-1834), teologo e pastore luterano hegeliano. La teoria filosofica dell’ermeneutica si basa sull’opera di Schleiermacher. Secondo la sua interpretazione, l’Eucaristia non può comportare la presenza ontologica di Cristo. Egli ha ridefinito la Presenza come “Comprendere = rendere presente il passato”. Sulla base di ciò, nella Messa di Bugnini, invece della Transustanziazione, viene eseguita il racconto dell’istituzione dell’Eucaristia. Nella M e s s a d i B u g n i n i , il sacerdote non consacra ma, tenendo in mano il pane e il vino liturgici a scopo dimostrativo, legge ad alta voce il racconto dell’Ultima Cena sull’istituzione dell’Eucaristia all’assemblea riunita, come una proclamazione. Prima della lettura, il sacerdote, in qualità di p r e s i d e n t e della “Sinassi eucaristica” (CIC 1983, Can. 899. §2), invoca l’azione dello Spirito Santo = Spirito di comprensione in una nuova preghiera della Messa chiamata Epiclesi. Di conseguenza, i membri dell’assemblea comprendono il racconto dell’istituzione e, così, il Sacrificio della Croce sul Golgota, come il pane e il vino consacrati e offerti da Cristo nell’Ultima Cena, diventano presenti in modo mediato. Nel NOM, non è la Consacrazione da parte del sacerdote, ma la Comprensione attiva da parte della Sinassi, attraverso l’azione dello Spirito Santo, a trasformare ermeneuticamente il pane e il vino nel Corpo e nel Sangue di Cristo. Il Nuovo Catechismo richiama la nostra attenzione su questo punto: “Nell’Epiclesi, la Chiesa prega il Padre di mandare il suo Santo Spirito (o la potenza della sua benedizione) sul pane e sul vino, affinché diventino, per la sua potenza il Corpo e il Sangue di Gesù Cristo e perché coloro che partecipano all’Eucaristia siano un solo corpo e un solo spirito” = “In epiclesi ecclesia ipsa petit a Patre ut Suum mittat Spiritum (vel Suae benedictionis potentiam) super panem et vinum ut, per Eius virtutem, Corpus et Sanguis Iesu Christi fiant, et ut illi qui Eucharistiam participant, unum sint corpus et unus spiritus” (CCC 1353). In questo testo liturgico, l’espressione “sopra il pane e il vino” = “super panem et vinum” è un’invocazione del sacerdote che pronuncia la proclamazione per potenziare l’impatto delle sue parole, chiedendo l’azione dello Spirito di Comprensione, affinché attraverso la Comprensione attiva del “popolo”, l’Ultima Cena Cristica e il passato storico del Sacrificio della Croce sul Golgota diventino presenti nella coscienza di coloro che ascoltano la Parola. Tuttavia, questa Invocazione è solo un espediente letterario nel senso della dogmatica liberale immanentista: l’Eucaristia è intesa come Parola Predicata! 6. Comunione e Unità: l’invocazione dell’Epiclesi di cui sopra ha un duplice scopo. Grazie alla Comprensione operata dallo Spirito Santo, i membri dell’assemblea comprendono il racconto dell’istituzione e, di conseguenza, il Cristo del racconto dell’istituzione dell’Eucaristia e il Sacrificio redentivo di Cristo sulla Croce diventano presenti, poiché “comprendere = rendere presente il passato”, secondo l’ermeneutica di Schleiermacher. Come risultato della profonda comprensione dei membri dell’assemblea, la loro empatia verso Cristo si approfondisce. Sotto l’influenza dello Spirito Santo, i membri della Sinassi diventano così pieni di empatia che, come “Fedeli associati” al Sacrificio di Cristo (“Fideles Sociati”) (CIC 1983, Can. 899 §1), si offrono al Padre, proprio come Cristo ha offerto il suo Sacrificio sulla Croce. Tuttavia, l’invocazione dell’Epiclesi non finisce qui. La sua richiesta chiarisce che il Cristo, che si è reso presente nella coscienza di coloro che ascoltano la Parola attraverso la Comprensione, è il Corpo Mistico di Cristo (Corpus Christi Mysticum), che rappresenta l’interpretazione eucaristica liberale. Secondo la visione protestante liberale, l’assemblea è il Corpo Reale di Cristo (Corpus Christi Reale). Il NOM raggiunge il suo culmine drammatico nella Comunione: quando, nell’ “Amen” confessionale dei membri della assemblea celebrante, il Corpo Mistico di Cristo si unisce al Corpo Reale di Cristo. Nella Messa di Bugnini, il Corpus Christi Mysticum si unisce al Corpus Christi Reale nella Comunione. Ciò si riflette nel testo liturgico della preghiera eucaristica relativa alla Comunione nel NOM: “Signore... dona a noi, che ci nutriamo del Corpo e del Sangue del tuo Figlio – attraverso la Comprensione della Proclamazione dell’Eucaristia – la pienezza dello Santo Spirito perché diventiamo in Cristo un solo corpo e un solo spirito” = “Domine... concede, ut qui Corpore et Sanguine Filii tui reficimur, Spiritu eius Sancto repleti, unum corpus et unus spiritus inveniamur in Christo” (NOM: Prex Eucharistica III, 113). La Comunione nella Nuova Messa è un’azione collettiva in cui si realizza l’auspicata Unità dell’assemblea. La liturgia della Nuova Messa è stata sviluppata sotto la guida di Paolo VI: “Il sacramento eucaristico è segno e causa dell’unità” = “Eucharistiae sacramentum est signum et causa unitatis” Ecclesiae (Paolo VI, Mysterium fidei, 71). 7. Nutrimento Spirituale contro Alimento Celeste: il motivo alla base dello sviluppo della Nuova eucaristia è la costruzione della comunità ecumenica. Il Nuovo catechismo, curato dal Cardinale Ratzinger (KEK 1378), e l’enciclica di Giovanni Paolo II, si distaccano dall’interpretazione Scolastica e Tridentina dell’Eucaristia: “ L’Eucaristia, presenza salvifica di Gesù nella comunità dei fedeli e suo nutrimento spirituale” = “ Eucharistia, salvifica nempe Iesu praesentia in fidelium communitate eiusque spiritalis alimonia” (Giovanni Paolo II, Ecclesia de Eucharistia, 9). La nuova dottrina eucaristica professa la presenza eucaristica comunitaria di Cristo, di cui il pane e il vino liturgici, associati al racconto dell’istituzione, sono solo un segno: sono solo un simbolo del Corpo e del Sangue di Cristo, sacrificato e offerto sul Golgota, e non una rappresentazione ontologica! Ecco perché l’Autorità Ecclesiastica ha reso obbligatorio ricevere il pane liturgico nella mano durante la Comunione!!! Questo nuovo concetto di eucaristia liberale permette la futura realizzazione dell’unità ecumenica, ma nega e consegna alla Massoneria il Gesù Storico che ha istituito l’Eucaristia e i Cattolici un tempo fedeli al credo Tridentino, ma ora diventati filistei. Allo stesso tempo, questa eucaristia liberale che respinge l’accusa di idolatria protestantica da parte dei Cattolici, non trasmette la Grazia Santificante per ottenere la Salvezza! Pertanto, dobbiamo aderire fermamente alla Santa Messa dell’OM, che tiene fede a quanto segue: “L’Eucaristia è l’Alimento Celeste della nostra anima = “Eucharistia est Alimentum Caeleste animae nostrae” (Catechismus Romanus = CR: P2, C4, K70). Nella interpretazione tradizionale Tridentina dell’Eucaristia, la funzione di ricevere l’Eucaristia è la salvezza dell’individuo. Le parole di Cristo si applicano all’Eucaristia nella Santa Messa dell’OM, intesa in senso Tridentino: “Chi mangia questo Pane vivrà in eterno” = “Qui manducat hunc panem, vivet in aeternum”. (Gv 6, 59). Nonostante le macchinazioni della Massoneria, che mettono in pericolo la nostra salvezza, possiamo partecipare al Sostentamento Celeste perché Cristo Nostro Signore ha istituito il Sacerdozio (Lc 22, 19) e il Sacrificio della Santa Messa (DS 1640) per trasmettere i frutti del Sacrificio della Croce (DS 1641). La nostra salvezza dipende dal fatto che i nostri sacerdoti adempiano fedelmente al mandato ricevuto da Cristo (1 Cor 11, 24-26). Possa il nostro Dio Salvatore concederci il Sostentamento Celeste, rubato dall’autorità della Neochiesa liberale e filistea, attraverso la Consacrazione di sacerdoti validamente ordinati che ha come effetto la Transustanziazione!!! Amen. |