PRIORITÀ DELLA SOCIETÀ
O
DELLA PERSONA?




di Don Curzio Nitoglia

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La persona, in quanto civis, è ordinata al bene comune della Società ed è subordinata alla Società, come la parte al tutto (per esempio, la mano all’uomo); quindi vi è una certa priorità sociale/politica del bene comune sulla persona; tuttavia, la persona ontologicamente come soggetto intelligente, libero e fornito di anima immortale, non è l’ingranaggio di una macchina, completamente subordinato al funzionamento di essa, o un’ape subordinata all’alveare.

La persona non è solo un animale politico o sociale, non è solo un membro della Società o un pubblico cittadino, essa è anche e soprattutto un animale razionale, dotato d’anima immortale e d’intelletto per conoscere la Verità Somma e di volontà per amare il Sommo Bene.

Bisogna allora distinguere l’essere umano:

a)    In quanto cittadino, è subordinato alla Società. Poiché l’uomo animale sociale – scrive SAN TOMMASO – è parte della Società, e in quanto tale appartiene al tutto.

b)    In quanto animale razionale e spirituale, sorpassa la Società terrena o civile, ed è ordinato alla Città celeste o divina, che trascende la Società civile. L’uomo non è ordinato alla Società politica secondo tutto se stesso, ma tutto ciò che egli è, può e ha è ordinato a Dio.

Dunque, in quanto cittadino, che tende a un benessere temporale e terreno, l’uomo è ordinato alla Società, come una parte al tutto, ma, in quanto persona razionale e spirituale, è ordinato solo a Dio, avendo una finalità superiore a quella della Società terrena. Il bene della singola persona (Dio) è superiore al bene della Società (benessere temporale), ma ciò non significa che il cittadino in sé considerato sia più nobile dello Stato in sé considerato, che è un insieme di più cittadini; a essere più nobile è il Fine che riguarda la natura umana della persona.

Pertanto: di fronte al bene soprannaturale dell’essere umano, lo Stato deve riconoscere i propri limiti e subordinarsi a tale scopo, che interessa ogni persona razionale e spirituale da esso governata; mentre, sul piano naturale e temporale, ogni singolo cittadino deve subordinarsi allo Stato il cui fine è quello di perseguire il bene comune della comunità.

Lo Stato non deve porre ostacoli al raggiungimento del Fine soprannaturale degli uomini, ma anzi favorirlo secondo quelli che sono i mezzi a sua disposizione, e il singolo individuo non deve pretendere, in nome di un malinteso senso della sua dignità ontologica, di fare ciò che vuole (1).



NOTA

1 -   S. Th., I, q. 29, a. 3; Summa contra Gentiles, lib. III, cap. 112.






 
settembre 2024
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