Iraq: nuovo esodo dei cristiani



Articolo della Fraternità San Pio X





Bandiera dello Stato islamico


All’inizio di agosto 2024, il Patriarca caldeo, Sua Beatitudine il cardinale Louis Raphaël Sako, ha ricordato il secondo anniversario dell’espulsione dei cristiani dalla piana di Ninive; un accaduto che ha lasciato un segno indelebile nella Cristianità irachena e che continua a spingere i cristiani in esilio.


Un brutale esodo in massa: 6 agosto 2014

Il Patriarca Sako ricorda nelle colonne dell’Agenzia Fides: «Questa è una tragedia collettiva che rimane impressa nelle menti delle persone. Certo, l’Isis è stato sconfitto, ma la sua ideologia rimane forte» in numerosi paesi, fino in Africa. L’espulsione è stata effettuata dai jihadisti in piena notte: i cristiani «sono stati costretti a lasciare immediatamente le loro case e tutti i loro beni».

«Intere famiglie sono state buttate giù dal letto tramite gli altoparlanti: le persone sono state obbligate a scappare in pigiama», ha raccontato un testimone; «hanno dovuto lasciare tutto, anche le scarpe, e sono state condotte con la forza verso la zona del Kurdistan», cita sempre Fides. In totale – ricorda l’Agenzia – «circa 120.000 cristiani hanno lasciato la piana di Ninive in quella notte».

Il cardinale Sako ha ricordato che «da allora solo il 60% dei cristiani sono ritornati». «l’esclusione dal lavoro a causa del settarismo, la legge sullo status personale e in particolare l’islamizzazione dei minori quando uno dei genitori diventa musulmano, fanno sì che i cristiani non abbiano più fiducia nel futuro».

Occorre anche tenere presente «l’attuale preoccupante situazione in Medio Oriente e il timore di una guerra totale» che ha comportato «l’emigrazione di più di un milione di cristiani, riducendo considerevolmente il loro numero in Iraq: si stima che ogni mese 100 famiglie cristiane lasciano l’Iraq».


Il ritorno dell’Isis e l’aumento degli attentati

Nel mese di luglio, il sito Asianews ha pubblicato un articolo sul ritorno dell’Isis in Iraq e la moltiplicazione degli attentati nel paese: «nel corso dei primi sei mesi del 2024, lo Stato islamico ha condotto 153 operazioni e sta cercando di ricostituirsi».
Secondo le informazioni americane è da temere un ritorno dello Stato islamico in occasione del decimo anniversario della sua avanzata.

Un altro elemento è costituito dall’«amnistia generale delle milizie curde – sostenute dagli Stati Uniti – nel Nord-Est della Siria, che ha portato alla liberazione di sospetti jihadisti o affiliati all’Isis», osserva Asianews. Anche se i combattenti più pericolosi non vengono rilasciati, «resta il timore che un rilascio in massa possa alimentare di nuovo l’Isis».


Un nuovo esodo dei cristiani dall’Iraq

Il sito Catholic News Agency (CNA) intitola: «I cristiani iracheni lasciano di nuovo la loro patria», e nota che «numerose famiglie fuggono dal paese, cercando rifugio nei paesi vicini per una sosta temporanea prima di partire verso destinazioni lontane come l’Australia», confermando le dichiarazioni del Patriarca Sako.

Lo stesso sito pubblica un’intervista ad Basma Azuz apparsa in ACI Mena, partner della CNA in lingua araba: «L’emigrazione riflette un profondo conflitto tra l’identità e la patria di una persona e la ricerca di sicurezza e diritti (...) A volte è l’unico modo per assicurarsi un futuro migliore».

Basma Azuz attribuisce «la prosecuzione dell’emigrazione dall’Iraq a fattori sociali, economici, di sicurezza e politici, oltre al timore della persecuzione della Chiesa».

«La visita di Papa Francesco aveva suscitato una speranza temporanea. Ma l’aggravarsi della situazione e l’incapacità del Governo di mantenere le sue promesse hanno riacceso il desiderio dei cristiani di emigrare».

CNA conclude dicendo: «l’ondata di emigrazione cristiana non ha risparmiato alcuna città dell’Iraq, comprese quelle della regione del Kurdistan, portando la presenza cristiana quasi all’estinzione. Le statistiche ufficiali della Fondazione Shlama (…) confermano che l’Iraq ha perduto quasi il 90% dei suoi cristiani nel corso degli ultimi due decenni».













 
settembre 2024
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