IL MESSAGGIO DI ROMA ANTICA

AL MONDO CONTEMPORANEO
 


di Vincentius

Pubblicato sul quindicinale  Sì Sì No No

Anno L n° 14 – Agosto 2024

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Per quanto riguarda i rapporti tra Cristianesimo e Roma pagana, PLINIO IL VECCHIO († 79) scriveva sulla missione affidata da Dio a Roma antica e all’Italia di condurre tutti gli uomini in un unico consorzio civile e diventare, così, la Patria di ogni popolo (Naturalis historia, III, 3°, 39).

Tuttavia, tale missione naturale di Roma antica doveva essere perfezionata soprannaturalmente dalla Roma cristiana. Infatti, la sola natura sarebbe stata impari a svolgere pienamente tale compito e come insegna San TOMMASO D’AQUINO († 1274) “la Grazia presuppone la natura, non la distrugge, ma la perfeziona” (S. Th., I, q. 1, a. 8, ad 2).

Così la Roma cristiana s’è formata sulla Roma antica, non l’ha distrutta, ma l’ha perfezionata, temperando e sublimando al tempo stesso l’orgoglio con la Giustizia e l’assoggettamento con la Carità.

Fu così che la Roma cristiana compì l’opera della Roma pagana, restaurando e pacificando tutti e tutto in Cristo (“restaurare omnia in Christo”), diventando la Patria spirituale di tutti i popoli del mondo intero. Il Cristianesimo in realtà è stato il perfezionatore della Roma antica e non il suo nemico o distruttore, come vorrebbero alcuni pensatori anticristiani (v. N. MACHIAVELLI † 1527, F. NIETZSCHE † 1900 e J. EVOLA † 1975).

Sant’AGOSTINO († 430) insegnava: “O Roma cristiana: tu unisci i cittadini ai cittadini, le Genti alle Genti, non solo in una certa umana Società, ma anche in un vincolo fraterno di Carità. Tu insegni ai Re come curarsi dei popoli e ammonisci i popoli d’obbedire ai Re” (De moribus Ecclesiae Catholicae, c. 30, n. 63).

PIO XII nel 1941 ha specificato: “O Roma cristiana, il Sangue di Cristo è la tua vita: per quel Sangue tu sei grande e illumini della tua grandezza anche i ruderi e le rovine della tua grandezza pagana e purifichi e consacri i Codici della sapienza giuridica dei Pretori e dei Cesari. Tu sei la Madre d’una Giustizia più alta. Tu sei faro di civiltà, e la civile Europa e il mondo ti devono quanto di più sacro e di più santo, quanto di più saggio e di più onesto esalta i popoli e fa bella la loro storia ” (PIO XII, Messaggio radiofonico al mondo, Natale 1941, in Acta Apostolicae Saedis, ann. XXXIV, pp. 16-18 e 20). 

Nei primi tre secoli, quando la Roma antica non aveva ancora accettato il Vangelo, la Chiesa non ebbe un’efficacia diretta sul Diritto Romano. Tuttavia, quest’influsso fu indiretto, in quanto durante i primi trecento anni la Chiesa cooperò al rinnovamento dei Costumi, illustrando i motivi supremi del Diritto, giungendo, così, a riformare pian piano le istituzioni giuridiche e persino la Filosofia. Infatti, già in SENECA († 65) si ritrovano concetti compatibili con il Cristianesimo, come pure in EPITTETO († 115), MARCO AURELIO († 180) e nel giurista ULPIANO († 228). 

Con COSTANTINO († 337) e il trionfo della Chiesa (313-381), la forza soprannaturale della Religione cristiana si manifestò pienamente e direttamente nel correggere le antiche Istituzioni giuridiche romane e nell’informare le nuove con la sua dottrina: i Codici di TEODOSIO II († 450) e di GIUSTINIANO († 565) e specialmente le Novellae giustinianee (528-534) ne sono gremiti.

Quando Roma antica venne invasa dai Barbari (V sec.), la luce della Roma cristiana unì i Romani con i Barbari, mediante la fusione di elementi giuridici corretti alla luce della divina Rivelazione. Il ‘Diritto Ecclesiastico’ in cooperazione con l’antico ‘Diritto Romano’ cementava nel ‘Diritto Comune a Roma e alla Chiesa’ le varie e diverse legislazioni che i Barbari avevano portato con sé.

I problemi sorti al nascere dell’Impero Romano con la fusione di popoli di stirpe e civiltà diverse e l’adattamento dei rapporti delle varie classi sociali d’uno stesso popolo, furono risolti da Roma con la sua saggezza di riservare alle armi solo la conquista e la conservazione del territorio conquistato e civilizzato. Mai Roma pensò d’imporre con la forza delle armi la pace interna delle classi sociali di uno stesso popolo o la coesistenza di più popoli in uno stesso Impero.

Gli stessi problemi divennero maggiori quando i Barbari invasero Roma antica. Essa si valse della superiorità del ‘Diritto Romano antico’, avendo perso la superiorità bellica, per perfezionare e amalgamare le leggi dei vari popoli barbarici e riformare le loro istituzioni giuridiche e sociali.

Roma conquistata divenne conquistatrice, grazie al suo ingegno, al suo senso del Diritto e della Giustizia. Il ‘Diritto Romano’, ossia dei conquistati, divenne il ‘Diritto’ dei conquistatori, soprattutto grazie all’operato della Chiesa e alla sua forza propulsiva, che la Roma antica aveva consumata. Il Diritto Romano fiorì nei Regni dei Barbari invasori. Infatti, i Barbari sdegnavano inizialmente il ‘Diritto Romano’, dato il separatismo e l’istinto di conservazione che li contraddistingueva.

La Chiesa, divenendo soprannaturalmente e spiritualmente Vincitrice dei Vincitori, aiutò il Diritto naturale Romano a informare e amalgamare i vari popoli barbarici. I Barbari accettarono il principio giustinianeo secondo cui l’Autorità legislatrice è esecutrice della Volontà divina. La Chiesa stessa, che aveva mutuato da Roma antica molte istituzioni di Diritto naturale, grazie alla sua Autorità spirituale, che la Roma antica aveva oramai perso di fronte alla forza delle armi dei Barbari, si servì delle Leggi romane antiche, conformi al Diritto naturale, per far rinascere il Diritto Romano (il “Commune Jus Canonicum”) e naturale presso i Barbari. Ciò che è impossibile all’uomo è possibile a Dio. I Barbari si romanizzarono grazie al Cattolicesimo e ricostituirono l’Impero Romano-Germanico e Sacro, ossia Cristiano.

Quando CARLO MAGNO, nella notte del Natale dell’800, ricevette la corona d’Imperatore del Sacro Romano Impero dalle mani del Papa, ricevette e fece suoi anche il Libro dei Canoni o delle Leggi Romane e Cristiane. Il nuovo Impero era sì Germanico, ma anche Romano e Sacro, ossia della nuova Roma, che aveva perfezionato l’antica come la Grazia perfeziona la natura (S. Th., I, q. 1, a. 8 ad 2). 
Lo stesso Diritto Romano e naturale, di cui si erano avvalsi i Cristiani per perfezionare la legislazione dell’antica Roma, servì alla Chiesa per civilizzare, romanizzare e cristianizzare i popoli barbarici.

Con il Feudalesimo e il frazionamento dell’Impero, fu sempre e ancora il ‘Comune Diritto Canonico’ a mantenere l’unità e a sormontare le forze e i diritti particolaristici di qualsiasi autorità minore. La tendenza unitaria imperiale continuava, così, anche nel frazionamento feudale. Si avverò la predizione di San LEONE MAGNO († 461) fatta alla Roma dei Cesari, diventata Roma di Cristo: “O Roma, sebbene ti sia arricchita di molte vittorie e abbia portato la forza del tuo governo per terra e per mare; tuttavia, ciò che ti ha dato la guerra è minore di ciò che ti ha concesso la Pace Cristiana” (Sermo I in Nativitate Apostolorum Petri et Pauli). 









 
settembre 2024
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