L’ideale ingannevole dell’uguaglianza


Articolo di Don Nicolas Cadiet, FSSPX


Pubblicato sul francese della Fraternità San Pio X

La Porte Latine






La fattoria degli animali


I Giuochi Paraolimpici sono stati oggetto dell’interesse mediatico al pari dei Giuochi Olimpici. Ci si rallegra per la possibilità offerta a tante persone disabili di entrare in competizione nelle discipline atletiche.

Tuttavia, la separazione di queste competizioni in due serie dimostra che non è possibile mettere a confronto le prestazioni degli uni e degli altri e di farli concorrere insieme.
Vi è una disuguaglianza. E la gioia dei competitori e dei vincitori dimostra che essa non è legata al fatto che vi sia disuguaglianza.

Senza dubbio è cosa eccellente organizzare la società in maniera da alleggerire per quanto possibile il peso delle disabilità. E la gioia non viene da una uguaglianza impossibile da stabilire, ma da una vitalità che si manifesta in maniera eclatante nonostante tutti gli ostacoli.

L’uguaglianza è piuttosto uno slogan rivoluzionario.
Vi è indubbiamente uguale dignità tra tutti gli esseri umani, in virtù della natura umana: questa uguaglianza giustifica, per esempio, l’imparzialità della giustizia, ma anche il rigetto assoluto dell’aborto come negazione della dignità e dell’uguaglianza tra l’essere umano non ancora nato e l’essere umano già messo al mondo.

L’uguaglianza rivoluzionaria consiste invece nell’inasprire le gelosie e i risentimenti per farne un fermento per la distruzione dell’ordine stabilito. Essa rivendica una uguaglianza matematica di trattamento fino alla negazione delle diverse realtà.
L’«uguaglianza delle opportunità», il grande slogan dell’educazione nazionale, porta solo al crollo del livello generale degli studi. Essa contribuisce anche alla sovversione della società: è per questo che un prelato ha potuto far notare saggiamente che istituire il «matrimonio per tutti», invece di ristabilire una uguaglianza mancante, consiste in realtà nell’«imporre a tutti il matrimonio di qualcuno».
Cambiare la struttura di base della società per soddisfare una lobby.

Georges Orwell ha fatto giustizia in modo sprezzante di questo sofisma dell’uguaglianza: ne La fattoria degli animali (1945) ha messo in scena una rivoluzione egualitaria degli animali ribelli che porta ad una feroce dittatura, ove i capi della rivoluzione realizzano finalmente il loro sogno: vivere con i borghesi come dei borghesi. Al gran principio «tutti gli animali sono uguali», una mano aggiunge discretamente «… ma alcuni sono più uguali degli altri».

Il mondo è creato da Dio non in assoluta uguaglianza, ma secondo una gerarchia di perfezioni. Ogni essere, quale che sia il suo grado di perfezione, trova la sua felicità nell’esercizio della sua vita propria, integrata nell’armonia del tutto. Elevata dalla grazia, la vita umana, per quanto modesta sia secondo il mondo, può giungere ad una beatitudine indicibile, quella dei figli di Dio in Cielo, in cui «una stella è diversa da un’altra stella per luminosità» (I Cor. 15, 41).
E’ per questo che San Paolo può dire a tutti, grandi e piccoli: «Noi siamo i cooperatori della vostra gioia!» (II Cor. 1, 23).





 
settembre 2024
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