Tutte le religioni, nessuna religione


di Elia



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Siamo figli di santi e aspettiamo quella vita
che Dio darà a coloro che non mutano mai da lui la loro fede
(Tb 2, 18 Vulg.)


«Tutte le religioni sono percorsi per raggiungere Dio. Esse sono, per fare un paragone, come differenti linguaggi, differenti dialetti, per arrivare a quell’obiettivo, ma Dio è Dio per tutti. Se tu incominci a combattere sostenendo: “La mia religione è più importante della tua; la mia è vera e la tua non lo è”, dove ci porterà tutto ciò? C’è un solo Dio e ognuno di noi possiede un linguaggio per arrivare a Dio» (1).
Queste parole sono di una gravità inconcepibile per molteplici motivi: affermano in modo categorico il relativismo assoluto, sanciscono incondizionatamente l’indifferentismo religioso, riducono Dio a idea o sentimento totalmente soggettivo; non solo negano l’irrinunciabile pretesa del cristianesimo di essere l’unica religione vera, in quanto fondata sulla Rivelazione divina, ma privano ogni religione di qualunque legittimità, se ognuno di noi ha il suo modo proprio di raggiungere Dio: sulla base di questa opinione, possono esserci tante religioni quanti sono gli individui.


La volontà di invertire

Ciò che risulta ancor più sottilmente inquietante è l’implicita inversione della verità e della coscienza, fenomeno tipico di quella categoria di persone che potremmo chiamare invertitori: persone, cioè, che per giustificare il loro immondo vizio, fino a considerarlo persino una forma di eccellenza, si son talmente abituate a capovolgere la visione del reale da finire col vedere tutto in modo rovesciato. Anche la logica, a lungo andare, si inverte e la contraddizione si trasforma in normale principio argomentativo, mentre la coscienza, consequenzialmente, ribalta il giudizio morale e comincia ad approvare il male e condannare il bene. In questo caso, la certezza del cattolico che la sua fede è l’unica vera (certezza necessaria per essere cattolici e foriera di un grande merito) diventa oggetto di biasimo e riprovazione: dovremmo paradossalmente sentirci colpevoli di credere in Dio secondo la verità rivelata da Gesù Cristo!

Sempre implicitamente, si induce a pensare che il sostenere la vera fede sia una forma di violenza e intolleranza, come suggerisce la scelta del verbo combattere, quando invece la religione cattolica, a prescindere dai peccati e dagli errori dei cristiani e degli uomini di Chiesa, è intrinsecamente aliena da qualsiasi azione che non rispetti la coscienza altrui, dato che la conversione richiede l’adesione libera dell’intelletto, senza la quale è impossibile. Sono le altre religioni – tutte, senza eccezione – a fomentare brutalità e sopraffazione verso chi dissente, compreso il “pacifico” buddhismo.
L’empietà di quelle parole è un insulto non solo a Gesù Cristo, agli Apostoli e ai Martiri di tutti i tempi, anche attuali, ma pure a tanti santi confratelli del calibro di Francesco Saverio e Roberto Bellarmino, che spesero la vita a propagare e difendere la fede. Possibile che si siano tutti clamorosamente sbagliati e che la soluzione giusta arrivi finalmente da un protettore di stupratori e pedofili?


Vecchie radici del problema

Tale tendenza all’inversione, naturalmente, non è cominciata oggi. Sono decenni che, nei seminari, regna un’anomala indulgenza nei confronti dei pervertiti e, all’opposto, un’aspra avversione contro i ragazzi dotati di retta fede, sincera pietà e sano senso di continuità. Ai miei tempi eran severissimi se amavi la talare e praticavi devozioni tradizionali, come se ciò fosse stato sicuro sintomo di sterile bigottismo o attaccamento all’esteriorità. I buoni incassavano rimproveri e discriminazioni; i sodomiti venivano cacciati soltanto se il fatto diventava di pubblico dominio o non avevano l’appoggio dei superiori. Tuttora si fanno in quattro per coprire gli scandali senza sanzionare i colpevoli oppure per ottenere la dispensa ai preti che scappano con una donna, così che possano regolarmente sposarsi in chiesa; se ami la Tradizione, invece, diventi automaticamente un reprobo destinato alla morte civile e ti fanno attorno terra bruciata, come se non fossi mai esistito.

Questa è la “Chiesa dell’inclusione”, dove tutto è ammesso, fuorché la sincerità e la rettitudine. Gli invertitori, del resto, si sono a tal punto assuefatti a mentire a sé stessi e agli altri da non rendersene più nemmeno conto; dato che sono incistati in ogni ganglio del potere ecclesiastico, non è poi così sorprendente che le cose vadano in questo modo. Il peggio è che i poveri fedeli che ancora non han perso la fede si vedono anch’essi trattati con fastidio o dileggio da questo clero degenerato, che non si trattiene dal mostrare la propria noia e disaffezione verso tutto ciò che propriamente attiene allo stato e alla missione sacerdotale. Sembra che facciano a gara nel dissacrare gli edifici di culto e la liturgia stessa con le loro buffonesche esibizioni, sapendo solo ripetere a pappagallo i farneticanti vaneggiamenti dell’argentino venuto dalla fine del mondo… e votatosi a portare la Chiesa di Cristo – se possibile – alla fase terminale.
Presunzione davvero demoniaca!


La verità come medicina

Queste disincantate osservazioni non mirano di certo ad aggravare lo sconforto dei buoni, bensì a spiegare una situazione mai verificatasi prima. Sappiamo bene che le porte degli inferi non possono prevalere; chi non ne è realmente convinto non è cattolico. La sopravvivenza della Chiesa a tutte le tempeste è una prova della sua origine ed essenza soprannaturali, così come lo è il fatto che la dottrina cristiana produce una meravigliosa elevazione dell’umano, mentre tutte le eresie e le false religioni o lo sopprimono o lo deformano. Non dobbiamo lasciarci intimidire dalla menzogna, neppure nelle sue espressioni più sfacciate; dobbiamo piuttosto ravvivare una giusta serenità e fierezza di essere discepoli del Cristo, vero Dio e vero uomo, la cui infinita grandezza e sapienza è attestata da schiere di Santi e da innumerevoli miracoli che coprono una storia di due millenni. Non esiste niente che sia simile o paragonabile a ciò che la Chiesa ha prodotto e continua a produrre.

Facciamo dunque verità sul male che infesta la componente terrena del Corpo Mistico, ma badiamo a non dimenticare il bene, immensamente maggiore, in essa presente. Abbiamo a disposizione uno sconfinato tesoro di santità e di dottrina, al quale dobbiamo attingere a piene mani; abbiamo tutti i mezzi della grazia e le risorse di un patrimonio multiforme di spiritualità, teologia, arte e cultura. Il Signore ci chiederà conto di averlo trascurato per concentrarci sulle notizie negative, come quelli che non hanno speranza. Siamo davvero figli di santi e attendiamo la vita eterna, che Dio donerà a coloro che avranno tenuto ferma e immutata la fede in Lui – non certo a quanti avranno promosso l’ateismo rendendo superflua la religione e l’adesione alla verità.

Che questa certezza ci preservi dall’abbattimento e ci infonda il coraggio necessario per non mollare la presa e non esser risucchiati nel gorgo del nichilismo, che ha ingoiato le cattive guide e il loro capo, “profeta” di un mondo informe in cui la gente, dietro l’ipocrita maschera del dialogo, è privata di ogni riferimento per esser completamente sottomessa a un totalitario sistema di potere. Coraggio! Eventi di questo genere fan risaltare la differenza tra il grano e il loglio, serrano le fila dei veri fedeli separandoli dagli apostati, isolano sempre più dal corpo ecclesiale sano colui che ne è considerato il vertice, ma in realtà è rigettato dall’organismo come un agente patogeno, restando sempre più solo e inascoltato. La Provvidenza utilizza perfino le sue bestemmie per un fine di bene.

https://www.aldomariavalli.it/2024/09/15/omelia-per-laddolorata/
https://lanuovabq.it/it/papa-sconcertante-per-arrivare-a-dio-una-religione-vale-laltra


NOTA

1 - La citazione riproduce il testo scritto non letto, per certi versi peggiore del discorso pronunciato a braccio.















 
settembre 2024
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