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Il nostro inquietante futuro digitale Cinzia Notaro intervista Maurizio Martucci “Manuale
di autodifesa per elettrosensibili”, “#Stop 5G” , “Tecnouomo 2030
” i recenti libri-inchiesta del giornalista, scrittore,
conferenziere Maurizio Martucci laureato in Lettere e in Scienze e
Tecnologie delle Comunicazioni, docente nel master di Medicina
Integrata presso l’ Università Guglielmo Marconi, che abbiamo
avuto il piacere d’intervistare. Certamente un’opera destinata ad avere
successo per i temi di grande attualità affrontati e di cui poco
parlano i mezzi di comunicazione di massa riguardo soprattutto i
pericoli a cui la popolazione viene esposta dando un certo risalto agli
aspetti positivi dell’ avanzamento tecnologico.
D. Può fare qualche breve accenno ai documenti, alle ricerche inedite e agli studi riportati nel suo ultimo libro “La verità sull’inquietante futuro digitale”? Si tratta di documenti
ufficiali dei governi centrali e di organismi sovranazionali come
magari l’Europa o la Nato ma pure documenti di consessi di non eletti
come il Forum Economico Mondiale. Portano tutti allo stesso punto. La
verità è che le tecnologie non sono affatto neutre come
in maniera semplicistica si crede e nemmeno sono a servizio dell’utente
consumatore. Tutti gli atti che ho esaminato e riportato nelle mie
inchieste parlano apertamente di una tecnologia al servizio del grande
resettaggio, del cambiamento epocale della società civile e
dell’umanità intera.
E infatti l’Agenda 2030 è una maxi operazione di ingegneria sociale per il cambio degli stili di vita. Quanto agli studi sugli effetti sanitari e ambientali… c’è l’imbarazzo della scelta: il ricercatore svedese Olle Johansson, su questi temi in una guida mondiale per la scienza sganciata dalla lobby dei grandi potentati, afferma che in letteratura biomedica sono disponibili oltre 22.000 voci che attestano gli effetti delle radiofrequenze. E gli esiti, almeno per quelli condotti dalla scienza libera e indipendente, sono inversi e contrari rispetto a quelli rassicuranti e negazionisti del danno adottati dall’OMS in giù. “Segui il denaro”, diceva il giudice Falcone… è la pista per scoprire la verità. D. In qualità di ideatore di “Oasi Sana” quali gli obiettivi che intende raggiungere? E’ l’unico sito di
informazione libera che da oltre 7 anni si occupa in maniera
pressoché esclusiva di inchieste sulla digitalizzazione e sulle
nuove tecnologie, snidando i lati oscuri. “Oasi Sana” è ormai
una realtà consolidata d’inchiesta e notizie per chi fugge dalla
narrazione del mainstream e
cerca altro su 5G, smart city, scuola 4.0, Intelligenza artificiale e
transumanesimo. L’obiettivo primario è già stato
raggiunto: cioè quello di fare informazione senza peli sulla
lingua; ora bisogna ampliare il raggio d’azione per raggiungere
più pubblico e più lettori possibile. E non è
semplice.
D. Come fondatore e portavoce nazionale dell’“Alleanza Italiana Stop 5G” ha gridato ai quattro venti per fermare questo imminente pericolo per l’umanità e l’ecosistema, perché? “Alleanza Italiana Stop5g”
nasce nel 2018 quando in Italia praticamente nessuno aveva mai sentito
parlare di 5G e non si sapeva nemmeno cosa fosse l’Internet delle cose.
Nel 2019 ho organizzato il primo convegno nazionale alle porte di Roma,
poi la prima manifestazione nazionale di piazza, il convegno in
Parlamento, i sit-in fuori l’Istituto Superiore di Sanità, la
Rai e il Ministero della Salute. Abbiamo mobilitato migliaia di
cittadini in tutta Italia, finendo per coinvolgere oltre 600 Comuni
italiani nella lotta al 5G … 5 milioni di cittadini rappresentati. Le
leggi liberticide ci hanno poi imbavagliato nel silenziare i sindaci
tecnoribelli. Lo scorso anno “Alleanza Italiana Stop5G” ha concluso il
suo percorso. Adesso quel tesoro di attivismo e consapevolezza resta a
disposizione di tutti gli italiani che desiderano intraprendere la
lotta contro l’invasione elettromagnetica. Quello che doveva essere
fatto, è stato fatto. Tutto è affidato allo spontaneismo
del popolo che, però, non deve fermarsi alla protesta
dell’antenna davanti casa.
D. Il limite soglia dell’inquinamento elettromagnetico è stato superato? Purtroppo sì, dopo
oltre 30 anni di limite cautelativo. Ma il Governo Meloni, nonostante
abbia ceduto sfacciatamente alle pressioni della lobby delle
telecomunicazioni, non ha avuto il coraggio politico di schizzare la
soglia al limite massimo, questo grazie anche all’azione di resistenza
e di denuncia intrapresa sui territori e in ogni sede politica. Sia
chiaro però un concetto: l’innalzamento dei limiti soglia della
densità di potenza di agenti possibili cancerogeni per
l’umanità, già registrati in +300% dall’Arpa Piemonte,
non serve affatto a far funzionare il 5G, ma a favorire il business
delle multinazionali. Un clamoroso regalo della Meloni da scontare
sulla pelle degli italiani. E c’è già chi sta soffrendo e
vede peggiorare il suo stato di salute per questo….
D. Quali le conseguenze sulla salute, sulla privacy e il controllo sociale? Ci sono studi che parlano di
cancro, ma pure di elettrosensibilità, diabete,
infertilità, insonnia, insomma tanti effetti collaterali
correlati al wireless. E poi ci sono i malati e le sentenze di
tribunale: Radio vaticana insegna!
Privacy e controllo sociale sono invece gli effetti della tecnogabbia, cioè della Repubblica dei gigabit realizzabile con la rete, è la gestione algoritmica e remotizzata di ogni cittadino dalla culla alla tomba, la replica in salsa occidentale del modello cinese. E’ praticamente alle porte. D. Quali i veri scopi della transizione digitale? In realtà sono due,
uno più subdolo dell’altro. E’ il cambio degli stili di vita e
del sistema-paese in ottica Agenda 2030, dove la digitalizzazione la fa
da padrona in stile grande fratello orwelliano. E poi c’è la
disumanizzazione del transumanesimo, cioè il passaggio previsto
sempre nel 2030 dall’Internet delle cose col 5G all’Internet dei corpi
col 6G. Le mie inchieste approfondiscono questo passaggio epocale che
l’opinione pubblica ha difficoltà a capire.
D. “Internet delle cose” basta un clic per “farci esplodere… bloccare account….”? Assolutamente sì. Il
pericolo è che i bannaggi e le censure sui social possano essere
replicati nella vita di tutti i giorni. Le imposizioni come i
coprifuoco che hanno visto lo Smartphone trasformarsi in un
lasciapassare è il simbolo della tecnologia a servizio del
grande progetto finale. In attesa di moneta elettronica, riconoscimento
facciale, identità digitale e tanto altro prossimo alla
realizzazione, se il processo non imploderà.
D. Dietro c’è una volontà di schiavizzare gli utenti? Si tratta di controllare,
gestire i popoli, transumanizzandoli, umanizzando la robotica,
disumanizzando le persone. La saggista americana Shoshana Zuboff parla di capitalismo della
sorveglianza, io preferisco parlare di tecnogabbia e tecnototalitarismo
da terzo millennio.
D. La digitalizzazione approda a scuola. I processi logici possono conoscere un cedimento dinanzi all’Intelligenza Artificiale dal momento che ci si affida ad una macchina? La Scuola 4.0 è la
pietra tombale dell’idea di istruzione nata dalla fine dell’800.
L’avvento degli avatar al
posto degli insegnanti e dell’Intelligenza artificiale salita in
cattedra, è l’inizio del processo di lobomotizzazione delle
nuove generazioni che non a caso sono stati chiamati nativi digitali.
La scuola è stata trasformata in punto di non ritorno per una
umanità che pare col destino già segnato. Identità
liquida e fluida, vite virtuali. Il modello da seguire è quello
californiano, professato dai guru della Silicon Valley.
D. L’era dei cyborg è vicina? Ci siamo. Dal mito di
Prometeo sino ad oggi, mai nella storia dell’umanità si era
arrivati a questo punto. La fusione del fisico col biologico e il
digitale, professata a Davos è l’ascesa di un’accelerazione
ultra-darwinista che punta alla post-umanità. La svolta è
dietro l’angolo: nanorobotica e microtecnologie impiantabili sono ormai
all’ordine del giorno negli esperimenti.
Il cyborg è nell’ibridazione, nella fusione con sensori e microprocessori. D. In una puntata del suo programma on line “La Tecnogabbia” ha parlato in modo approfondito del transumanesimo: quali le sue origini, la sua ideologia? Le origini non sono affatto
remote. Se il termine transumanesimo è stato coniato da Pierre Teilhard de Chardin, il
filosofo-gesuita sconfessato e riabilitato in Vaticano da Bergoglio, ha
avuto poi diffusione con Aldous
Huxley, primo storico
direttore UNESCO-ONU. Per i transumanisti il corpo umano è un
nemico, è fallato, imperfetto, fatto di nascita, malattia,
morte. Con le nuove tecnologie che oggi sono disponibili, vogliono
sostituirsi all’Assoluto e creare la post-umanità. Tra le loro
ambizioni, non a caso, c’è anche l’immortalità.
D. Chi muove le fila per creare il tecno-uomo? Grandi potentati, agenzie
militari, centri di potere, plutocrazie, ne scrivo abbondantemente
nella mia ultima inchiesta, dal titolo proprio… “Tecno-Uomo 2030”, un
libro che forma la trilogia insieme ai miei precedenti “#Stop5G” e
“Manuale di autodifesa”. Leggerli apre gli orizzonti, fa capire a cosa
serve l’elettrosmog, le antenne, e chi sono i vari Gates, Bezos, Musk, Zucherberg e cosa vogliono da noi
quando
vengono a stringere accordi a Palazzo Chigi coi vari governi di turno.
D. Cosa possiamo fare per difenderci e non perdere la nostra umanità? Restare umani. Creare
consapevolezza come passaggio preliminare. Non rendersi
collaborazionisti, senza acquistare prodotti tecnologici che servono a
disumanizzarci. Ne “L’Arte della Guerra”, millenni fa il condottiero e
filosofo cinese Sun Tzu diceva
che in guerra devi conoscere il tuo nemico. E’ la prima regola per
sperare di vincere.
E, in questo caso, restare umani per sopravvivere insieme naturalmente con Madre Terra. |