Sinodo:

Mons. Schneider attacca la cerimonia penitenziale





Articolo della Fraternità San Pio X






Mons. Athanasius Schneider


Mons. Athanasius Schneider ha aspramente criticato la cerimonia penitenziale prevista per la sera del 1 ottobre 2024, per la fine del ritiro spirituale che inaugurerà la seconda sessione del Sinodo, e l’ha qualificata come uno «strumento» per fare avanzare un programma destinato a promuovere dei cambiamenti nella Chiesa.

Il vescovo ausiliare di Astana ha rilasciato un’intervista al programma The World Over di Raymond Arroyo sull’emittente ETWN, riportata dal LifeSiteNews.
Mons. Schneider ha pesantemente accusato la cerimonia penitenziale, prevista per l’inizio del Sinodo, di voler rendere permanenti le novità del Sinodo: i sette nuovi peccati capitali.

Come abbiamo già riportato su questo sito, i sette peccati sono i seguenti: peccato contro la pace; peccato contro la creazione; peccato contro i popoli autoctoni; peccato contro i migranti; peccato di abuso; peccato contro le donne, la famiglia, la gioventù; peccato contro la dottrina usata come pietre da scagliare; peccato contro la povertà; peccato contro la sinodalità o di mancanza di ascolto, di comunione e partecipazione di tutti.

Il peccato contro la dottrina usata come pietre da scagliare è stato fin dall’inizio criticato dal vescovo: egli ha affermato in modo veritiero e molto fine che «queste dottrine inventate nella cosiddetta sinodalità sono le vere pietre da gettare contro i fedeli, poiché sono delle distorsioni che nuocciono ai fedeli e mettono in pericolo la loro salvezza eterna».

Quanto ai peccati «contro la sinodalità», il vescovo ha ricordato che «tali peccati non ci sono nella Rivelazione divina»; e li ha qualificati come uno «strumento per promuovere un nuovo ordine del giorno in seno al Sinodo, allo scopo di stabilire delle nuove dottrine che sono contrarie alla Rivelazione divina o che minano la Rivelazione divina».

Il vescovo ha affermato che la vera carità include la trasmissione della dottrina cattolica: «Una vera dottrina non è contraria alla carità: la trasmissione della dottrina è una delle più alte espressioni della carità verso il prossimo, perché essa lo conduce alla giusta verità, e solo la luce della verità ci dà la vera felicità».

Mons. Schneider ha aggiunto: «queste nuove dottrine e questi metodi sinodali confusi ci conducono all’ambiguità e all’incertezza, e nessuno donerà la sua vita per qualcosa di ambiguo. Noi doneremo la nostra vita solo per ciò che è vero, per ciò che è solido come una roccia, cioè per Cristo; Egli è la roccia, Egli è la verità, e solo per Lui, con la grazia di Dio, ogni cristiano deve essere pronto a donare la sua vita»


La condanna di Padre Murray

Il sito LifeSiteNews cita anche «il Padre Gerald Murray, sacerdote e canonista di New York», che aveva espresso una condanna simile.
Ricevuto da Raymond Arroyo nel programma The World Over, Padre Murray ha dichiarato che quanto è avvenuto «è una politicizzazione dell’esame di coscienza» Ed ha aggiunto ironicamente: «In effetti avrebbe potuto essere una revisione dell’ordine del giorno di una convention politica».

Padre Murray ha paragonato quanto è avvenuto a delle scene delle dittature comuniste: «E’ come il pensiero di gruppo, come il 1984.  Se sulla sinodalità non la penso esattamente come i dirigenti del Sinodo, sono colpevole di un peccato?».

E ancora: «Nei processi sommari sovietici o nei processi sommari della Cina comunista, non si confessano i peccati degli altri» alludendo al fatto che Papa Francesco chiederà «perdono a Dio e ai fratelli e alle sorelle di tutta l’umanità… a nome di tutti i fedeli».









 
settembre 2024
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