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PAPA FRANCESCO: NON SONO UN PRINCIPE di Luciano Pranzetti Papa Francesco non va al concerto Abbiamo sempre sostenuto la tesi di
un Papa Francesco, desideroso accentratore di visibilità e di
ribalta mediatica, nonostante le continue professioni di umiltà
che, la stampa accodata sottolinea con l’enfasi di una rivelazione.
Tutto ebbe origine in quel 22 di giugno 2013 quando, Mons. Rino Fisichella organizzò, nell’aula “Paolo VI” un concerto di musica classica in onore del nuovo Papa. Pochi minuti prima dell’inizio, ecco, giungere, quale fulmine a ciel sereno, il papale gran rifiuto di assistere al concerto con la ormai nota, ed infelice, giustificazione: “Non sono un principe rinascimentale”. Un gran botto che Mons. Fisichella tentò di ridurre nei confini dell’umiltà, con, in più, la considerazione che il Pontefice si trovava a dover esaminare, insieme ad alcuni vescovi, questioni che riguardano casi gravi di povertà, di emarginazione, di esclusione, cioè la pressante problematica degli “ultimi”’. Nasce, e prende forma, in tal modo, l’icona di un Pontefice dalla vita austera, nemico della mondanità che definisce “la lebbra della Chiesa Cattolica”. E’ un corale inno trionfale quello che la stampa bipartisan scioglie all’inquilino di Santa Marta, il Papa che, con siffatto termine abitativo, si presenta come del tutto alieno dal risiedere nei fastosi Palazzi Apostolici, preferendo la semplicità francescana dell’albergo, appunto, di Santa Marta. Il tutto nella volontà di accostare ogni atto, ogni parola al modello di San Francesco di cui si è assunto il nome, quale programma del suo Pontificato. A dar maggior vigore, per un impatto positivo di questo suo stile fatto di sobrietà, di umiltà, di quel comportamento che lo porta a farsi ultimo tra i pari, eccolo, nel luglio 2014, pranzare alla mensa vaticana insieme ai suoi dipendenti, col mettersi in fila, come uno dei tanti. O come quando, nel luglio del 2018, esce – “Papa solitario” -- di notte a far quattro passi, come un cittadino qualunque, per una Roma deserta e sonnolenta. O come quando, nell’agosto del 2013 telefona allo studente Stefano Cabizza, invitandolo a darsi del tu. E così per altre simili circostanze. Ma c’è qualcosa che stona in questa sequenza di esibizioni, un qualcosa che rivela l’intima tensione del Pontefice alla visibilità mediatica, ed è la presenza degli organi di informazione che ne registrano ogni più piccolo gesto funzionale alla dimostrazione della sua “povertà spirituale”. E già sarebbe sufficiente questa contraddizione a suscitare ampie, e legittime, riserve sul pubblicizzato Papa discreto, anticonformista, ‘’uno di noi’’, come ama definirsi in varie occasioni. Ma è sul serio sincero quando afferma di non essere un principe rinascimentale associato ai grandi concerti di musica classica? Ma è sul serio sincero quando afferma di non essere un principe rinascimentale associato ai grandi concerti di musica classica? Certamente, lo è, e per diretta sua testimonianza: perché quale “principe rinascimentale” non si sarebbe dimenato e scatenato in una vorticosa samba, a RIO – luglio 2013 -- nelle varie fasi della GMG. Certamente, lo è: perché quale principe rinascimentale non si sarebbe lanciato in un indiavolato spettacolo misto di cori e balli, l’agosto del 2018, nell’incontro con 70 mila giovani al Circo Massimo. Certamente, lo è: perché quale principe rinascimentale non avrebbe assistito a un osceno balletto, tenutosi giorni fa, nella Cattedrale di Bruxelles, in occasione della sua visita apostolica. Conclusione: abbiamo un Papa che rifiutandosi di assistere a un concerto di musica classica, dice di sé la verità, di non sentirsi, cioè, un principe rinascimentale, dimostrandolo con l’ assistere a balletti lascivi e partecipando, attivamente, a manifestazioni che definire orgiastiche non è del tutto eccessivo. Questione di stile e di coerenza. |