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La piramide e la trottola Articolo di Don Alain Lorans, FSSPX ![]() Il Sinodo sulla
sinodalità, che si svolge in questo mese di ottobre 2024 a Roma,
intende «trasformare le strutture» della Chiesa, per creare
una «Chiesa sinodale».
Si tratta di rigettare il «modo piramidale dell’esercizio dell’autorità», per passare ad un «modo sinodale». Papa Francesco afferma che in questa Chiesa sinodale «come in una piramide capovolta, il vertice è sotto la base». Non c’è bisogno di essere un gran chierico per rendersi conto che la riforma prospettata è una sfida alle leggi elementari della realtà: ci si vuole liberare dalla legge di gravità. Si auspica un governo “leggero” della Chiesa, poiché la costituzione divina della Chiesa oggi è diventata “pesante”. In effetti, questa piramide capovolta non è una riforma, ma una rivoluzione, un completo ribaltamento. Nel linguaggio comune questo si chiama «camminare poggiandosi sulla testa». Ci si dice che la Chiesa sinodale è una Chiesa che permette di «camminare insieme», con riferimento all’etimologia greca del termine “sinodo” – sun-odos : fare strada insieme -, ma ci si dimentica di precisare che si tratta di camminare insieme poggiando sulla testa. L’omissione di questa precisazione non è fortuita, l’indicarla rischierebbe di dissuadere i partecipanti al Sinodo che hanno ancora i piedi per terra. La domanda che sorge è: come mantenere in piedi una piramide quando essa non poggia più sulla base? Vi è solo un modo per farlo: bisogna farla girare come una trottola. Questo movimento rotatorio deve essere incessante se non si vuole vedere la piramide cadere su un fianco. Ecco perché la Chiesa sinodale richiede un clero sinodale e un movimento perpetuo: vibrioni mitrati e nuovi dervisci roteanti che moltiplicano le piroette dottrinali, le giravolte morali e i voltafaccia liturgici. Cinquant’anni fa, il 21 novembre 1974, Mons. Marcel Lefebvre pubblicò una dichiarazione in cui professava il suo amore per la Chiesa Romana: «Noi aderiamo con tutto il cuore, con tutta la nostra anima alla Roma cattolica, custode della fede cattolica e delle tradizioni necessarie per mantenere questa fede, aderiamo alla Roma Eterna, maestra di saggezza di verità». E aggiungeva: «Non si può modificare profondamente la lex orandi senza modificare la lex credendi. Alla nuova Messa corrispondono un Catechismo nuovo, un nuovo sacerdozio, nuovi Seminari, nuove Università; Chiesa carismatica, pentecostale [oggi: “Chiesa sinodale”], tutte cose opposte all’ortodossia e al Magistero di sempre». E giungeva a questa conclusione di una stridente attualità: «La sola attitudine di fedeltà alla Chiesa e alla dottrina cattolica, per la nostra salvezza, è il rifiuto categorico dell’accettazione della riforma. E’ per questo che noi, senza alcuna ribellione, alcuna amarezza, alcun risentimento, proseguiamo la nostra opera di formazione sacerdotale sotto la guida del Magistero di sempre, persuasi che non possiamo rendere un servizio più grande alla Santa Chiesa Cattolica, al Sommo Pontefice e alle future generazioni. […] In attesa che la vera luce della Tradizione disperda le tenebre che oscurano il cielo della Roma Eterna». Con lo stesso spirito, noi oggi rifiutiamo questa «Chiesa sinodale» - piramide capovolta, trottola dottrinale, morale e liturgica. Stat crux dum volvitur orbis, La Croce resta stabile mentre il mondo gira e cambia. |