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Giuochi Olimpici Perché il Papa ha taciuto sulla blasfema cerimonia di apertura Articolo della Fraternità San Pio X ![]() L’Associazione Vaticana di Atletica Leggera, embrione di un Comitato Olimpico Nazionale Vaticano «La Santa Sede è
rimasta rattristata da certe scene della cerimonia di apertura dei
Giuochi Olimpici di Parigi», così ha dichiarato un
comunicato diffuso la sera del 3 agosto 2024 dall’Ufficio Stampa della
Santa Sede. Mentre Papa Francesco non si era pubblicamente espresso
sull’argomento.
Questo breve testo è stato diffuso solo in francese, ed è giunto dopo numerose reazioni indignate circa la blasfema rappresentazione dell’Ultima Cena messa in opera da drag-queens durante lo spettacolo organizzato sulla Senna il 26 luglio 2024. Questo comunicato stampa minimalista contrasta con le reazioni molto vive suscitate da tale sacrilega parodia. In particolare nelle Chiese orientali. Il Consiglio delle Chiese del Medio Oriente ha dichiarato: «Con tanto amore misto a stupore e disapprovazione, abbiamo visto quanto accaduto alla cerimonia di apertura dei Giuochi Olimpici in Francia, l’oltraggio al mistero dei misteri del cristianesimo e a ciò che è sacro per miliardi di persone in tutto il mondo». Lo stesso Presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ha chiamato al telefono Papa Francesco per lamentarsi della cerimonia di apertura dei Giuochi Olimpici di Parigi, che ha violato i «valori religiosi e morali», come riporta un comunicato pubblicato il 1 agosto 2024 sul canale X della presidenza turca. Il Presidente ha detto al Papa che era «necessario elevare le nostre voci insieme e adottare una posizione comune contro tali fenomeni». Ma il Papa è rimasto zitto. Certe fonti romane hanno spiegato il silenzio del Papa come la volontà di non nuocere all’avvicinamento attuato in questi ultimi anni tra il Vaticano e il Comitato Internazionale Olimpico (CIO), in vista di una partecipazione del più piccolo Stato del mondo alle competizioni sportive, in particolare ai Giuochi Olimpici di Los Angeles nel 2028. A questo scopo il Presidente del CIO, Thomas Bach, è stato ricevuto in Vaticano nel settembre 2022, nel corso di un Congresso sul tema «Lo sport per tutti». Sul sito catholicculture.org Phil Lawler ha osservato con buon senso: «Quando il Vaticano ha pubblicato una breve dichiarazione, questa è stata resa nota al mondo intero un sabato pomeriggio. Tale tempo è generalmente scelto dagli opinionisti che si sentono obbligati a fare una dichiarazione, ma che non vogliono attirare l’attenzione del pubblico – è il tempo che serve per “seppellire” un argomento di attualità. […] “La Santa Sede è rattristata” è l’esordio. «Rattristata? Siamo solo “rattristati” per le pubbliche prese in giro di qualcuno che amiamo? In effetti, il Vaticano ha (deliberatamente) tralasciato l’essenziale. Il comunicato prosegue “deplorando l’offesa arrecata a molti cristiani e credenti di altre religioni” e in seguito fa riferimento alle “allusioni che mettono in ridicolo le convinzioni religiose di numerose persone”. «Lo spettacolo in questione non comportava delle “allusioni” che ridicolizzavano la religione; si è trattato di un attacco pesante. E cosa più importante, lo spettacolo non era solo un’offesa per i cristiani, era un’offesa a Dio. Cosa che il Vaticano ha considerato come una mancanza di buone maniere, ma che in effetti è stata una deliberata blasfemia, una violazione del Primo Comandamento di Dio». Da parte sua, il compatriota di Papa Francesco, José Arturo Quarracino, ha reagito e perfino ruggito il 7 agosto sul sito di Marco Tosatti: «Qual è la risposta del vescovo di Roma a questa azione sacrilega dell’universo LGBT+ e queer? Come sua abitudine, egli ha optato per il silenzio assoluto, come testimonia il messaggio che ha pronunciato Domenica 29 luglio dopo la preghiera dell’Angelus in piazza San Pietro. «Ha parlato di una frana nel Sud dell’Etiopia, del business della produzione di armi (che contraddice lo spirito di fraternità dei Giuochi olimpici!), della Giornata delle persone anziane, dei Romani e dei pellegrini presenti, della festa della Madonna del Monte Carmelo, di un inno neocatecumenale. Ma non ha detto una sola parola sulla blasfemia “olimpica”, neanche per chiedere una preghiera di riparazione. «Ciò che è grave è che con questo assoluto silenzio egli ha avallato, per omissione, l’oltraggio fatto a Gesù Cristo e alla Sua Ultima Cena, nel corso della quale Egli ha istituito l’Eucarestia e anticipato la Sua Resurrezione pasquale e la Sua perenne presenza nella Santa Messa. «[…] In altri termini, il vescovo di Roma se ne è lavato le mani alla maniera di Ponzio Pilato, chiaramente per non dispiacere ai suoi maestri terrestri. Invece di comportarsi da soldato di Nostro Signore e di intervenire in Sua difesa (non era e non è un membro della compagnia di Gesù?), egli ha scelto di tacere e di lasciare agire altri subordinati, senza impegnarsi personalmente, per “andare d’accordo con Dio e col diavolo”, come dice l’adagio popolare». Lo storico Roberto de Mattei non è da meno. Su Corrispondenza Romana del 31 luglio ha parlato di «atto di guerra contro la civiltà cristiana»: «L’iniziativa (blasfema) non viene da un direttore artistico folle, ma esprime un messaggio voluto dalle più alte autorità francesi, a cominciare dal Capo di Stato. «E’ stato il Presidente Emmanuel Macron che, lo scorso 4 marzo, si è detto fiero che la Francia sia il primo paese al mondo ad aver iscritto l’aborto nella sua Carta Costituzionale, qualificando quest’atto come un messaggio universale». E de Mattei ha difeso la Francia cattolica: «Sbaglierebbero coloro che identificassero la Francia con lo spettacolo blasfemo che ha aperto i Giuochi Olimpici. La Francia non è Piazza della Ghigliottina, ma Notre-Dame e la Santa Cappella; la Francia non è Robespierre o Macron, ma San Luigi e Santa Giovanna d’Arco. «Sarebbe dunque errato identificare lo spettacolo di degenerazione che ha offerto Parigi in questi mesi, con la civiltà occidentale a cui la Francia ha dato tanto. L’Occidente è la storia di una fede religiosa, di uno stile di vita, di un’arte, di una letteratura, di una musica, ma anche di grandi battaglie per la difesa della civiltà». Sul sito katholisches.info del 5 agosto, Mons. Marian Eleganti, ex vescovo asusiliare di Mons. Vitus Huonder, ha constatato con forza: «Quale ipocrisia da parte di Macron quando ha condiviso l’orrore per l’incendio di Notre-Dame e ha promesso di ricostruire al più presto questo monumentale Santuario cristiano la cui distruzione è stata capace di commuovere il mondo intero, lui che ora tollera - ed approva – la degradazione dell’Ultima Cena: “E’ la Francia!” sono state le sue parole. Veramente? «Sì, ipocriti e mentitori, è chiaramente la Cena di Leonardo da Vinci che è servita da modello, e non il pasto dionisiaco degli dei, del pittore olandese Jan van Bijlert, il cui dipinto (1635-1640, Museo Magnin a Digione) si ispirava già (in maniera altrettanto provocatoria) a da Vinci. Inoltre, sono stati gli stessi attori che hanno testimoniato che si trattava dell’Ultima Cena». E il prelato svizzero si chiede: «E il riconoscimento di Notre-Dame come monumento dell’alta forma culturale dell’arte e del passato cristiano della Francia, come si concilia con questa degradazione dell’Ultima Cena attuata con l’ostentazione della queerness [ideologia degli orientamenti sessuali contro natura] nella stessa città e nello stesso tempo?». E Francesco tace, perché il Vaticano vuole essere presente ai Giuochi Olimpici di Los Angeles, fra quattro anni. Come riporta l’agenzia svizzera cath.ch, «nel 2021, il Sommo Pontefice ha nominato Mons. Emmanuel Gobilliard delegato ai Giuochi Olimpici di Parigi 2024, per stabilire un legame fra la Chiesa e lo sport”. Quest’ultimo sa che, a parte questo gesto simbolico, il Papa mira a Los Angeles 2028». Manca ancora che il Vaticano abbia il suo Comitato Olimpico. E il Dicastero per la Cultura e l’Educazione, incaricato dello sport, ha dichiarato: “Non siamo mai stati così vicini”. E la Santa Sede ha già avvertito: la sua partecipazione ai Giuochi Olimpici «sarà una maratona di valori», che mancano tanto al nostro mondo. Sì, ma quali valori? Quando Cristo è pubblicamente oltraggiato e il Suo Vicario tace! San Paolo diceva: «Ogni atleta è temperante in tutto; essi lo fanno per ottenere una corona corruttibile, noi invece una incorruttibile» (1 Cor. 9, 25). Essi per punteggi e medaglie, noi per la vita eterna. |