In cammino verso il Paradiso


di Candidus

Ripreso da SI SI NO NO, anno L, n. 16, 30 settembre 2024

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Quando si pensa alla solennità di tutti i Santi, a cui segue la Commemorazione dei nostri fratelli defunti, il nostro pensiero corre alle Realtà ultime e la nostra vita si innalza verso il Cielo, alla nostra meta, il Paradiso, dove Gesù ci attende e, con Lui, i nostri cari, i nostri amici, i sacerdoti che ci hanno educato alla Fede cattolica di sempre che non è “sinodale”, ma eterna.


Anticipo di Paradiso

Lo abbiamo, questo anticipo, nella conoscenza di Gesù, come pregustazione di amore, nell’amore personale di Lui, ciò che Sant’Agostino dice della visione beatifica di Dio:
La gioia di quella bellezza sarà tale che ti starà sempre davanti e non ne sarai mai sazio: anzi sempre sazio e mai sazio. Se dico che non ne sarai mai saziato è fame; se dico che sarai satollato, temo che pensi alla nausea. Non ci sarà né fastidio né fame; non so come esprimermi, perché è Ineffabile”.

“Cerchiamo Dio per trovarlo, cerchiamolo dopo averlo trovato. Egli è nascosto, affinché noi sentiamo il desiderio di trovarlo; è immenso così che una volta trovato non si plachi il desiderio di cercarlo. Dice il salmo: ‘Cercate sempre il suo volto’. Egli infatti cerca colui che lo cerca in quanto questi lo comprende; nello stesso tempo aumenta in chi lo ha trovato la capacità di comprenderlo, in modo che l’uomo desidera una più larga conoscenza: quanto più si trova il Signore, tanto maggiormente si desidera trovarlo”.
Tale è la nostra sorte, fin quando giungeremo a quella vita nella quale Dio ci colmerà a tal punto da non ammettere altri gradi di capacità: saremo perfetti senza possibilità di ulteriore perfezione”.

Questa profonda realtà, di vita piena e di gioia ineffabile, comincia già su questa terra, se viviamo uniti a Gesù nella vita della grazia divina: “Gratia, inchoatio vitae aeternae”, insegna maestro Tommaso d’Aquino. La Grazia – Gesù – è l’inizio della vita eterna.
La Messa e la Comunione eucaristica ne sono il più alto preludio, la più intensa pregustazione, il pegno di questa vita del Cielo. “Praesta meae menti de Te vivere et Te illi semper dulce sapere”, prega ancora lo stesso Tommaso nell’Adore Te devote dinanzi a Gesù eucaristico: “Da’ all’alma mia di vivere di Te e di sapere dolcemente di Te”.

Provo in ogni Comunione questo “dolcemente gustare” di Gesù vivo? Trovo gusto a nutrirmi di Gesù, a parlare con Lui e di Lui (cum Jesu, vel de Jesu, come diceva san Domenico di Guzman), a fissare la mente in Lui, come e molto di più della sposa che pensa sempre allo sposo?
Tutto il Vangelo testimonia che Gesù è il Cuore più affettuoso, più amante, più forte e più delicato che abbia mai pulsato nel petto di un uomo. Chi ripone in Lui il proprio amore, ne sente la fortezza e la delicatezza.
Senti come ne fu soggiogato un sacerdote santo, così da vivere già in mezzo a questa esistenza terrena un anticipo di Paradiso:
O mio Amico, o mio Ospite nascosto, o mio Cristo, o mio Dio, Tu sei la mia Vita, il mio Tutto, sei il mio vero io, tanto mi sento preso e posseduto da Te. O Abbraccio del mio Dio, o Gioia, o Pace serena, continuamente diffusa ed esultante, o Prodigio del tuo Amore, o Comunione di ogni istante! Questo solo è vivere. Oggi, Gesù sei stato tutto il giorno con me, non ti sei dipartito mai; un’onda di amore continuo mi ha portato verso di Te e al tramonto di questo giorno, mi sospinge ancora come all’inizio e non mi dà pace, ché Tu non ti esaurisce e sei infinito, inafferrabile, continuamente inseguito e pure sempre posseduto, sazi di Te e pur continuamente lasci in me una fame insaziabile di Te: prendimi, mio Dio, cresci in me fino alla tua statura e che io mi perda in Te
(mons. Giuseppe Canovai, 1904-1942).

Lo stesso anticipo di Paradiso sentiva santa Gertrude (1256-1301) rapita in estasi:
O degnissimo Re dei re, o Gesù, sovrano supremo, Principe di gloria, Maestro dolcissimo, Protettore onnipotente, Tu sei la perla splendente e vivificante della dignità umana, Creatore delle meraviglie nelle anime, Consigliere di sapienza infinita, Amico fedelissimo! Colui che si unisce a Te gusta le più caste gioie, riceve le più tenere carezze da Te, il più dolce degli amici, il più tenero dei cuori, il più affettuoso degli sposi”.


Come posso raggiungerlo?

Chi lo ascolta sinceramente, Gesù, per semplice che sia, lo può comprendere: le anime semplici possono assimilare il suo messaggio; quindi alla sua scuola scoprono ricchezze inesplorate: “Semper nova reperiri possunt in Christo” (abate Gilberto), sempre cose nuove, sempre altre ricchezze si possono trovare in Cristo. Ecco alcune domande a forma di verifica personale:
Quando e come coltiviamo la nostra vita interiore, il nostro rapporto con Gesù? Prolunghiamo la nostra lettura spirituale, la nostra meditazione quotidiana per conoscere e amare meglio e di più Gesù? Che tempo diamo alla preparazione e al ringraziamento alla santa Comunione affinché Gesù prenda più decisivo possesso di noi, delle nostre vite?”. 

L’Apostolo san Pietro, scrivendo la sua 2a lettera (un’enciclica da primo Papa, da testimone di prima mano del nostro Salvatore), aveva ancora gli occhi pieni di luce per essere stato tre anni con Gesù, in particolare “rivedeva” la sua trasfigurazione sul Tabor: “Non è dando retta a favole argute che vi abbiamo esposto la virtù e la verità del nostro Signore Gesù Cristo, per essere stati spettatori (speculatores) della grandezza di Lui, mentre eravamo con Lui sul monte santo (cum ipso in monte sancto) 2a Pt, 1-16)”.

Non saziarti mai di essere “speculator”– spettatore, contemplativo della sua grandezza, della sua potenza, della sua presenza; ti ha chiamato Lui, Gesù, alla vita, al Battesimo, alla consacrazione religiosa, all’Ordine sacro; ti ha separato dal mondo per essere suo e irradiare come un faro la sua luce sul mondo, per lasciare dove passi, nel tuo cammino verso il Paradiso, non qualcosa di viscido, ma le orme della sua presenza.

Le croci e le difficoltà le vedrai alla sua luce. Gesù stesso, se gli dai spazio, agirà in te e opererà tutto questo in Te e per mezzo tuo. Se non condividi la tua vita con Gesù, intristirai, si inaridirà il tuo cuore. Ma se lo cerchi, scoprirai l’amore del suo Cuore divino: ad ogni tua scoperta si ravviverà il desiderio di più ampia e più profonda conoscenza, di più fedele somiglianza con Lui.

Gesù stesso, vivo in te per la sua Grazia santificante – la nuova realtà ontologica, l’essere nuovo dato ad ogni cristiano nel Battesimo – Gesù stesso ti porterà a questa intimità con Lui, che il giorno del nostro “dies natalis”, il nostro definitivo incontro con Lui, ti traghetterà davanti al suo Volto a contemplarlo per sempre.

Il nostro Paradiso è Gesù, già ora. “Il nostro Paradiso sarà Gesù”, come spiegava il piccolo Guido de Fontgalland  (1913-1925), 12 anni appena sul letto di morte. Gesù stesso, come portandoci sull’ascensore delle sue braccia, ci condurrà al gaudio e alla contemplazione eterna. Il compendio, il compimento di tutto. Occorre che rispondiamo “presenti” al suo appello, all’appuntamento con Lui.









 
ottobre 2024
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