Il Cardinale Zen critica severamente

il Sinodo sulla sinodalità



Articolo della Fraternità San Pio X







Il Cardinale Joseph Zen Ze-kiun
ai funerali di Benedetto XVI, 5 gennaio 2023

 
In un testo pubblicato sul sito oldyosef, il Cardinale Joseph Zen Ze-kiun si rivolge ai fedeli per manifestare la sua preoccupazione per la XVI Assemblea del Sinodo sulla sinodalità e per invitarli a pregare perché «il Sinodo dei vescovi si concluda bene».

In un testo molto lungo, il vescovo emerito di Hong Kong spiega di sentirsi «obbligato a scrivere qualcosa per aiutare» i fedeli «a capire a quale scopo è più importante pregare in questo momento». La sua grande preoccupazione è «il modo in cui si concluderà» il Sinodo sulla sinodalità.


La sinodalità

Per il Cardinale Zen, la sinodalità è riferita al Sinodo: si tratta di «camminare insieme» per compiere bene la propria missione. Non è una cosa da inventare o da scoprire. Anche se i fedeli sono coinvolti nella evangelizzazione, «è la gerarchia che garantisce l’orientamento del cammino della Chiesa e difende il contenuto della Fede trasmessa dagli Apostoli».

Senza farne i nomi, il Cardinale prende di mira i Cardinali, Jean-Claude Hollerich, Mario Grech e Manuel Victor Fernandez che, «non hanno sottolineato la preservazione della Fede, ma i cambiamenti, in particolare nella struttura di funzionamento della Chiesa e nella sua dottrina morale», in particolare per ciò che riguarda le relazioni tra persone dello stesso sesso.


La questione di Fiducia supplicans

Il vescovo emerito di Hong Kong ritorna poi sulla Dichiarazione Fiducia supplicans e la sua storia: la condanna della benedizione delle coppie omosessuali, emessa nel 2021 dalla Congregazione per la Dottrina della Fede; la presenza di questo tema nell’Instrumentum laboris della sessione del 2023 del Sinodo; la lettera del luglio 2023 dei cinque Cardinali al Papa, di cui il Cardinale Zen era uno dei firmatari.
La risposta rapidissima di Francesco, lunga e contorta, che fece sospettare che fosse stata preparata dai responsabili del Sinodo.
La seconda lettera dei Cardinali che chiedeva una risposta con «sì» o «no», e la mancata risposta a questa seconda lettera.


Un Sinodo pilotato verso uno scopo specifico

Il Cardinale Zen riconosce la portata «senza precedenti» di questo Sinodo. Ma secondo lui «era chiaro che la segreteria centrale era strettamente controllata attraverso procedure specifiche: l’accento era messo sulla condivisione e le discussioni erano evitate».
E aggiunge che non può «immaginare che lo stesso metodo venga utilizzato nel Sinodo ufficiale dei vescovi» basato sulla discussione tra pari.

Poi il Cardinale sottolinea il fatto – che aveva già denunciato – che 96 «non-vescovi» (cioè il 26%) hanno diritto di voto tra i membri del Sinodo.
E conclude con forza: «E’ chiaro che l’obiettivo di questo Sinodo è rovesciare la gerarchia della Chiesa è introdurre un sistema democratico».

E fa anche notare che: il Papa può convocare chi vuole per una consultazione, «ma il Sinodo dei Vescovi creato appositamente da Paolo VI per permettere al Papa di sentire i punti di vista dei suoi fratelli vescovi, con il voto dei «non vescovi» non è più un Sinodo di vescovi».


Chiede delle preghiere ai fedeli per tre intenzioni

Perché questa nuova Assemblea sia realmente un Sinodo di vescovi, cioè che i vescovi «si battano per avere più voce, o che almeno i non vescovi non siano autorizzati a votare insieme ai vescovi».

Perché la Dichiarazione Fiducia supplicans, che ha provocato un «grande scisma nella Chiesa» e «la confusione tra i fedeli», su richiesta dei vescovi sia rinviata sine die. Poiché «se la questione non sarà risolta dal Sinodo, l’avvenire della Chiesa sarà molto incerto»; certi amici del Papa, che vogliono cambiare la tradizione della Chiesa in questo ambito, «continuano a portare avanti i loro progetti».

Infine, il cardinale Zen si preoccupa che «i laici abbiano più diritto a “condividere” i compiti “pastorali” della gerarchia»; ma anche che ci sia la possibilità di uno «status indipendente delle Conferenze Episcopali nelle decisioni sulla Fede».
E aggiunge: «questa prospettiva è spaventosa; se si realizzasse non saremmo più cattolici».

Il Cardinale termina la sua lettera invitando al digiuno, alla preghiera, soprattutto alla recita del Rosario, «per essere esauditi»








 
ottobre 2024
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