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UNA QUESTIONE ESSENZIALE di Luciano Pranzetti ![]() E’ in corso in Francia, con
sicuri e puntuali trasferimenti di esportazione in altri Paesi, il
dibattito sul tema etico della gestione riguardante la “fine della
vita”, quella che, in altri termini è detta “Eutanasia di
Stato”.
L’approvazione di tale odg, rilasciata dal Parlamento francese, porterebbe la Francia ad essere la prima nazione ad aver deliberato due provvedimenti di morte, e cioè: l’attuale disegno di legge e il già approvato diritto personale ad abortire. Niente di nuovo sotto il sole dacché la Francia – già dal 1789, anno della Rivoluzione ateo-giacobina – è sempre stata in prima fila nel proporre e nel promuovere ordinamenti politici afferenti il diritto individuale e a deliberare protocolli e misure pratiche per renderli operativi. La questione tocca, violentemente, la nozione teologica della vita, considerata, questa, come realtà di cui a disporre è Colui che la dispensa e la toglie, cioè Dio. Tale affermazione è uno dei capisaldi del Cattolicesimo, valore “non negoziabile” per nessuna causa o ragione. Di tale verità fa fede il Catechismo Della Chiesa Cattolica LEV 1992 che, all’art 2258 così si esprime: “La vita umana è sacra perché, fin dal suo inizio comporta l’azione creatrice di Do e rimane per sempre in una relazione speciale con il Creatore suo unico fine. Solo Dio è il Signore della vita, dall’inizio alla sua fine; nessuno in nessuna circostanza, può rivendicare a sé il diritto di distruggere direttamente un essere umano innocente” (pag. 602 – Ed italiana). L’intento del presente nostro intervento non corrisponde a una esclusiva divagazione filosofica e storica sul tema – che sarebbe assai lunga ma di cui ci ripromettiamo di illustrarlo più in là, dopo aver concluso altri importanti lavori in fase di completamento. No, la ragione che ci ha sollecitato ad entrare nell’agone, è – purtroppo – l’atteggiamento riluttante, diremmo, astenico del Magistero Cattolico il quale, trasformatosi – secondo le linea direttrice vaticansecondista: il dialogo – da vigile custode dell’ortodossia, del tipo “Domini-canis”, in un cucciolo da salotto uggioloso, si vieta la pur minima mossa di reazione, degna di questa parola. E’ di oggi, 2 di dicembre 2024 – Avvenire On Line – un articolo riferito alla “Giornata per la Vita” inserita in chiave “anti aborto” nel contesto delle iniziative programmate per l’anno giubilare 2025, articolo in cui non appaiono punti fermi di denuncia, ma flebili domande in cui risuona la speranza di un cambiamento. Ma quale cambiamento sarà possibile se ancora resta operativo e attuale il giudizio che l’ex Arcivescovo di Genova, Mons Bagnasco – 2008 – emise sulla 194? Il prelato osservava – a un dipresso – che la 194 si configurava come un crimine ma andava, tuttavia, tutelata in quanto, se rettamente applicata, era garanzia di un operar bene. Torniamo al caso francese con il quale concluderemo accompagnati dai ragionamenti in tema di Papa Francesco. Il quale, davanti a un gruppo di parlamentari d’Oltralpe, ha tenuto un discorso che, pur manifestando una dottrina ortodossa, è mancato di quel tono imperioso che, in talune circostanze, risolve problemi annosi condotti con il tira e molla del dialogo-targato CVII. Non sembra eccessivamente preoccupato quando, verso il termine dell’incontro dice: “Esprimo la speranza che anche col vostro contributo il dibattito sulla questione essenziale della fine della vita possa essere condotto nella verità” perché in simili contesti doveva tirar fuori non una “speranziella” ma una ferma certezza che “il tema verrà condotto nella verità”. Ma cosa ci si può attendere da un Sommo Pastore, incapace di usare il bastone sui montoni recalcitranti, capacissimo, invece, di manovrarlo su poche pecore belanti. Vi risulta che abbia impugnato il randello della scomunica, sulla coscienza dell’abortista John Biden ex Presidente USA? |