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7 buone ragioni per andare a Roma Articolo di Don Eric Péron, FSSPX ![]() Più di due milioni di pellegrini e mai meno di duecentomila contemporaneamente nella Città Santa. Quando si sa a quali pericoli si esponevano allora i pellegrini, fossero Rumeni (pellegrini di Roma) o Jacots (pellegrini di Compostela), non dovremmo scacciare dalla nostra mente le obiezioni che ancora ci lasciano titubanti? In realtà, in quei tempi del cristianesimo, la fede era così saldamente radicata nel cuore dei fedeli che la prospettiva delle grazie promesse dal Vicario di Cristo metteva da parte la fin troppo umana prudenza. Roma: Città amata da Dio Una venerabilissima Tradizione di cui si fece garante il Papa Benedetto XIV con tutta la sua autorità di Pontefice, riporta che nel 38 Avanti Cristo, nei primi tempi del governo di Augusto, per un’intera giornata sgorgò dal suolo romano una fonte d’olio, nel quartiere al di là del Tevere. Questo prodigio annunciava la venuta del Messia durante il regno di questo Imperatore e segnava la consacrazione di Roma come la nuova Città Santa. Infatti è con l’olio che si consacravano i Re nel Vecchio Testamento e quest’uso è rimasto nella Chiesa. I primi cristiani di Roma vedevano nell’olio Nostro Signore Gesù Cristo e nella fonte la Santa Vergine Maria, Sua Madre. L’olio che sgorgava dal suolo di Roma annunciava la conversione dell’Impero. ![]() Basilica di Santa Maria in Trastevere Il Papa San Callisto comprò la Taberna Meritoria, una costruzione vicina al luogo del miracolo dell’olio, che era l’ospedale degli invalidi per gli antichi legionari romani, e vi fece costruire una chiesa dedicata alla Madonna dell’Assunzione: Santa Maria in Trastevere. All’interno si può leggere questa iscrizione: «Qui sgorgò l’olio quando Dio nacque dalla Vergine. Con quest’olio, Roma è consacrata a capo delle due parti del mondo». Roma è la nuova Gerusalemme «Certo, Gerusalemme è e sarà sempre per i cristiani un grande e incomparabile ricordo; ma solo Roma è una necessità per i cristiani. E’ qui che Cristo compì la Sua promessa di essere con noi fino alla consumazione dei secoli. E’ qui che la Sua Croce sempre vivente irradia sull’Occidente, patria della civiltà, e sul resto dell’universo per illuminarlo e vivificarlo. L’antica Sion conserva i monumenti e le tracce della dolorosa Passione di Cristo; ma è Roma, la nuova Gerusalemme, che è diventata la riserva del Sangue redentore; è essa che lo effonde e lo versa al mondo intero tramite tutti i canali della giurisdizione, tramite tutti canali del sacerdozio. Gerusalemme è la nostra storia, Roma è la nostra vita». (cardinale Pie). L’olio santo è colato, a significare la consacrazione della Città. Il velo del Tempio si è strappato, la pietra dell’Altare si è spaccata, a significare la fine della Vecchia Alleanza, il cui cuore era Gerusalemme. Ormai è a Roma che si trova la vita. ![]() Basilica di Santa Croce in Gerusalemme Dopo la pace della Chiesa (313), Sant’Elena, madre dell’Imperatore Costantino, ritrovò la vera Croce (festa il 14 settembre). Per accogliere questa molto insigne Reliquia, ella fece costruire al posto del suo palazzo la Basilica di Santa Croce in Gerusalemme (328), posta ad alcune centinaia di metri dal Laterano, quartiere imperiale. Insieme alla vera Croce, ella vi fece depositare il dito di San Tommaso, che questi aveva posto nella gloriosa piaga, due spine della santa Corona, un chiodo della Crocifissione e il Titulus posto sulla Croce che annunciava, in tre lingue, il motivo della condanna: «INRI - Iesus Nazarenus Rex Iudaeorum: Gesù Nazzareno Re dei Giudei». Questa chiesa rappresenta Gerusalemme nella nuova Città Santa; ed è qui che il Papa fa stazione il Venerdì Santo, dopo la Via Crucis al Colosseo. ![]() Reliquie della Croce e della Passione di Cristo nella Basilica di Santa Croce in Gerusalemme Roma è consacrata dal sangue degli Apostoli Il 29 giugno del 67, gli Apostoli Pietro e Paolo, arrestati insieme per ordine di Nerone, uscirono dal carcere Mamertino dove erano stati imprigionati insieme e dove evangelizzarono e battezzarono i loro carcerieri. Pietro fu condotto al circo di Nerone nel piano del Vaticano per essere crocifisso. Paolo, cittadino romano, fu condotto fuori città è venne decapitato. Fin dai primi tempi, i cristiani segnarono i luoghi di sepoltura degli Apostoli, dove si recarono in pellegrinaggio fedeli da tutto l’Impero. Col favore dei tempi di pace relativa dei primi tre secoli, sulle tombe furono costruiti degli oratori. Quando infine la Chiesa trionfò, sotto Costantino, l’Imperatore fece edificare la Basilica di San Pietro al Vaticano e la Basilica di San Paolo Fuori le Mura sulla via Ostiense. Gli scavi avviati da Pio XII e condotti con mano di ferro da Margherita Guarducci a partire dal 1939, provarono che la Tradizione diceva il vero. Dopo anni di attento lavoro, furono rinvenuti, nel 1960, i resti sacri di San Pietro, in basso sulla verticale dell’Altare Maggiore. «La festa odierna, oltre al rispetto che ha acquisito in tutta la terra, nella nostra Città deve essere oggetto di una speciale venerazione, accompagnata da una gioia particolare: di modo che là dove i due principali Apostoli sono morti così gloriosamente, si abbia, nel giorno del loro martirio, una più grane esplosione di gioia. Perché qui sono, o Roma, i due eroi che hanno risplendere ai tuoi occhi il Vangelo di Cristo; ed è per essi che tu, che eri maestra di errori, sei divenuta discepola della verità. Questi sono i tuoi padri e i tuoi veri pastori che, per introdurti nel regno celeste, hanno saputo fondarti molto meglio e molto più felicemente per te di coloro che si presero la briga di gettare le prime fondamenta delle tue mura, e di cui uno, quello da cui viene il nome che porti, ti ha contaminato con l’uccisione di suo fratello. Sono questi due Apostoli che ti hanno elevato ad un tale grado di gloria che tu sei divenuta la Nazione Santa, il popolo scelto, la Città sacerdotale e reale e, tramite la sacra sede del beato Pietro, la capitale del mondo; di modo che la supremazia che ti viene dalle religione divina si estende più di quanto si sia mai estesa la tua dominazione terrena» (San Leone, sermone nella festa dei beati Pietro e Paolo) ![]() Basilica di San Paolo Fuori le Mura Al loro seguito, innumerevoli cristiani verseranno il loro sangue, più che in qualsiasi altra regione dell’Impero, e questo sangue «seme di cristiani», come diceva Tertulliano, sarà fonte feconda di una messe sovrabbondante. Roma è il cuore della Chiesa Obbedendo all’ordine dato da Cristo nel Vangelo: «Quando vi perseguiteranno in una città, fuggite in un’altra», San Pietro si allontanava da Roma lungo la via Appia. Ad un tratto fu colpito dallo stupore: gli apparve Cristo che portava la Sua Croce e andava verso la città. «Domine, quo vadis? Signore, dove vai?», gli chiede inquieto Pietro. «Vado a Roma, per farmi crocifiggere una seconda volta». La lezione fu sufficiente e Pietro tornò indietro. La Tradizione ha segnato il luogo dell’incontro e oggi vi si trova un piccolo oratorio. In effetti bisognava che fosse a Roma che il Principe degli Apostoli compisse la profezia di Nostro Signore: «quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi» (San Giovanni XXI, 18). E l’Apostolo aggiunge: «Questo gli disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio». ![]() Chiesa del Domine, quo vadis Da più di sessant’anni (1305-1376), i Papi avevano lasciato Roma, in preda alle fazioni, per Avignone. Questo esilio ebbe delle funeste conseguenze per tutta la Chiesa. Il cuore della Santa Chiesa è a Roma, e la Provvidenza suscitò una debole fanciulla, Caterina, venticinquenne figlia di un modesto casato di Siena, i Benincasa, per porre rimedio a questo male. Dio colmò la sua serva di favori mistici, di modo che la sua fama da Siena si sparse nell’intera Toscana, poi in tutta Italia e oltre le frontiere. Così questa piccola suora da niente, tutta coronata delle sue stimmate e degli innumerevoli doni che Dio le aveva fatto, avrebbe potuto compiere la sua missione per la quale era stata suscitata: affrettare il ritorno del Papa a Roma. «Io voglio!» diceva con autorità, e Gregorio XI obbedì. Riportare il Papa a Roma, e riportare la Chiesa nella sua vera capitale, fu la prima tappa essenziale nell’urgente riforma della Chiesa che il Papa si era proposto di intraprendere. La Provvidenza volle che Caterina, che era stata strumento di questo ritorno, morisse a Roma (1380) e ivi fosse sepolta. Può essere venerata nella Basilica di Santa Maria Sopra la Minerva. ![]() Basilica di Santa Maria Sopra Minerva ![]() La tomba di Santa Caterina Sant’Ignazio desiderava partire con i suoi fratelli per le lontane contrade dell’Asia, per conquistare le anime a Cristo. Il Papa Paolo III gli ingiunse di rimanere a Roma. «Chi fa del bene a Roma», gli disse il Papa «fa del bene a tutta la Cristianità». Allo stesso modo, Filippo Neri non era andato a Roma per rimanervi, ma lo Spirito Santo lo aspettava. Dopo aver venduto tutti i suoi libri, Pippo Buono, questo era il suo soprannome, cominciò una vita eremitica, peregrinando da una Basilica all’altra. In questo modo egli fece presto vivere una tradizione che dura ancora oggi: compiere il pellegrinaggio delle sette Basiliche maggiori. Una notte, mentre meditava nelle Catacombe di San Sebastiano, gli apparve lo Spirito Santo sotto forma di una palla di fuoco e penetrò nel suo cuore. Questo cuore ardente d’amore per Dio e per il prossimo andò a diffondere questo fuoco in tutta Roma. Tuttavia, il racconto delle meraviglie che si operavano nelle Indie fece nascere in Pippo il desiderio di raggiungere San Francesco Saverio. Egli ne parlò con un’anima santa, il certosino Agostino Ghettini. Il monaco, dopo aver pregato, tornò da Filippo e gli disse: «San Giovanni Battista mi ha rivelato che per te le Indie sono Roma». Roma è terra di Maria Sul Campidoglio vi è una chiesa che si chiama «Ara Coeli», cioè Altare del Cielo. «Secondo la Tradizione, all’interno si può leggere su un fregio marmoreo: questo luogo, chiamato Ara Coeli, è costruito sullo stesso luogo in cui si crede che la Santissima Vergine Maria apparve con suo Figlio all’Imperatore Augusto, tutta coronata con un cerchio d’oro». Questa apparizione seguì l’indagine condotta da Augusto per sapere se poteva concedersi gli onori divini. Dopo aver consultato la Sibilla di Tibur e aver digiunato per tre giorni, Augusto ricevette la rivelazione della Vergine che il luogo dove si trovava era l’Altare del Figlio di Dio. Perciò proibì che fosse chiamato «divus», e fece erigere un Altare al «Primogenito di Dio». ![]() Basilica di Santa Maria in Ara Coeli La più antica chiesa in onore della Vergine Maria è la Basilica di Santa Maria in Trastevere. Ma più importante, per la dimensione, lo splendore e per le insigni reliquie che vi sono contenute è senza dubbio la Basilica di Santa Maria Maggiore. Il vero nome di questa Basilica è Santa Maria delle Nevi e la sua festa è il 5 agosto. Come racconta la lezione del Breviario Romano, il patrizio Giovanni e la sua sposa avevano pregato ardentemente la Vergine che mostrasse loro in che modo desiderava che le dedicassero le loro ricchezze. La notte tra il 4 e il 5 agosto ebbero entrambi lo stesso sogno. L’indomani trovarono il colle Esquilino coperto di neve. Anche Papa Liberio aveva avuto la stessa visione. Avvertito da Giovanni, il Papa andò con tutto il suo clero sul colle innevato e tracciò il perimetro segnato dalla neve per la costruzione della nuova chiesa. ![]() Basilica di Santa Maria Maggiore Nel 590, quando Gregorio che in seguito verrà chiamato Magno era appena salito sul Trono di Pietro, la Città Santa era devastata dalla peste. Il Papa ordinò di invocare Maria. Si fecero digiuni e preghiere e il Papa stesso si mise alla testa di una immensa processione che partì da Santa Maria Maggiore (o dall’Ara Coeli). Si portava in processione l’icona miracolosa della Vergine Maria, la «Salus Populi Romani», che la Tradizione dice sia stata dipinta da San Luca. Quando la processione arrivò sulle rive del Tevere, sul luogo dove oggi si trova Castel Sant’Angelo, si vide l’Arcangelo San Michele apparire nel cielo attorniato da una innumerevole folla di Angeli. Il Capo della Milizia Celeste, con un gesto maestoso, rimise la sua spada nel fodero, segno che la preghiera della Chiesa era esaudita. In seguito, gli Angeli intonarono l’inno Regina Coeli, perché si era nel tempo di Pasqua. ![]() Salus Populi Romani, dipinto attribuito a San Luca Basilica di Santa Maria Maggiore Roma è terra dei Santi Santificata col sangue degli Apostoli, Roma è un terreno fertile che ha dato alla Chiesa in ogni epoca un numero impressionante di Santi. Non vi è una via della Città Santa in cui non vi sia qualche casa, qualche oratorio in cui un Santo è andato a pregare, in cui Cristo o la Vergine sono venuti a visitare qualche anima privilegiata. Facciamo un piccolo giro d’orizzonte che forse darà un assaggio allettante di una passeggiata nel cuore della Città Santa. Il pellegrino scende dal treno a Termini, e subito può entrare nella Basilica del Sacro Cuore, interamente costruita da San Giovanni Bosco, che ubbidì agli ordini di Leone XIII. ![]() Basilica del Sacro Cuore Sull’Altare della Vergine, una placca ricorda la visione che ebbe il Santo della Vergine Maria, che gli rivelò il significato del sogno che egli aveva fatto all’età di nove anni. ![]() Basilica del Sacro Cuore L'Altare di Maria Ausiliatrice Si scende poi per le pendici dell’Esquilino e si incontrano le terme di Diocleziano, costruite in gran parte dagli schiavi cristiani. Ed ecco che si presenta la Basilica di Santa Maria Maggiore in tutto il suo maestoso splendore; oltre alle reliquie del presepe, essa conserva i resti di San Girolamo e quelli di San Pio V, il Papa della Messa e di Lepanto. A pochi metri di distanza, ecco la Basilica di Santa Prassede, che offre alla venerazione la colonna della flagellazione e le reliquie di più di trecento Martiri, fra cui le sorelle Prassede e Pudenziana. ![]() Basilica di Santa Prassede Si scende poi per la via Urbana, in cui si trova la chiesa di Santa Pudenziana, costruita sulla Domus Pudentiana, in cui soggiornò San Pietro. ![]() Chiesa di Santa Pudenziana Un po’ più in basso San Lorenzo in Carcere, luogo dell’incarcerazione del Santo Patrono di Roma. Si giunge poi a Santa Maria ai Monti. Sulla scalinata di questa chiesa, il 16 aprile del 1783, morì di sfinimento il «poverello» del XVIII secolo: San Benedetto Giuseppe Labre. Fu raccolto dal macellaio che lo mise al caldo a casa sua, ma morì pochi minuti dopo, e un grido correva per la Città: «Il Santo è morto!». ![]() Chiesa di Santa Maria ai Monti Si continua quindi verso il Colosseo e si passa davanti alla Basilica di San Pietro in Vincoli, che contiene le catene che legavano San Pietro a Roma, oltre che a Gerusalemme; queste ultime portate a Roma dall’Imperatrice Eudossia nel V secolo, e che si saldarono miracolosamente con le catene romane, quando San Leone Magno le accosto tra loro. ![]() Basilica di San Pietro in Vincoli Si passa quindi davanti al Colosseo, dove numerosi cristiani versarono il loro sangue per Cristo, di essi il più famoso è Sant’Ignazio d’Antiochia, portato a Roma dalla Siria come prigioniero importante per essere divorato dai leoni. Pieno di gioia per il suo prossimo martirio, il Santo Siriano scrisse ai Romani per dissuaderli dal tentare qualsiasi cosa per ottenere la sua libertà: «Scrivo alle chiese, dico a tutti che voglio morire per Dio, se voi non me lo impedite. Io vi scongiuro di non dimostrarmi una tenerezza inopportuna. Lasciate che io sia cibo per le bestie, per mezzo delle quali mi sarà dato di godere di Dio. Io sono il frumento del Signore, bisogna che io sia macinato dai denti delle bestie per diventare il pane di Gesù Cristo». A questo punto bisogna fare una scelta: continuare lungo il Foro Romano per venerare i resti di Santa Francesca Romana, questa favorita dai Romani che noi conosciamo bene per il privilegio che ha avuto di vedere il suo Angelo Custode; poi il Carcere Mamertino, o anche la chiesa dell’«Ara Coeli», costruita sul luogo dove la Tradizione pone l’apparizione della Vergine ad Augusto, essa è ricca di tesori: conserva all’interno il corpo di Sant’Elena, la statua miracolosa del Bambino Gesù. Altrimenti, si supera il Colosseo e si passa sotto l’Arco di Trionfo di Costantino, eretto dopo la sua vittoria a Ponte Milvio. ![]() Chiesa di San Gregorio Magno Poi si incontra la chiesa di San Gregorio Magno, dove il santo Papa fondò un monastero; poi la Basilica dei Santi Giovanni e Paolo, Martiri al tempo di Giuliano l’Apostata, che contiene il corpo di San Paolo della Croce, fondatore dei Passionisti. ![]() Basilica dei Santi Giovanni e Paolo E possiamo concludere il nostro piccolo giro sull’Aventino, dove è vissuto Sant’Alessio, il Santo che fa paura a tutte le promesse spose poiché sparì il giorno del suo matrimonio per vivere come eremita prima di tornare a casa senza rivelarsi e finire la sua vita come vagabondo nel sottoscala; e dove San Domenico installò la casa generale del suo Ordine, in cui passarono San Tommaso d’Aquino, San Pio V e tanti Santi dell’Ordine. Complessivamente si sono percorsi cinque chilometri, camminando per un’ora. E quante meraviglie si son potute vedere, e quante grazie ricevute, pregando tutti questi Santi di cui si sono seguite le tracce e venerando le loro Reliquie. Roma è nostra Infine, Roma è nostra, perché siamo cattolici. «Noi aderiamo con tutto il cuore, con tutta la nostra anima alla Roma cattolica, custode della fede cattolica e delle tradizioni necessarie per mantenere questa fede; alla Roma eterna, maestra di saggezza e di verità». Certo, il pellegrino legato alla Tradizione potrà provare un certo disagio nel percorrere le vie della Città. La sensazione che «Roma non è più Roma», come diceva Mons, Lefebvre, potrà impossessarsi di lui, assistendo suo malgrado ad alcune sconcertanti cerimonie moderne, con urla incessanti, canti grotteschi e puerili battimani. Tuttavia, se permettete ad uno che è abituato a girare a Roma di darvi la sua testimonianza; se vi è una cosa di cui siamo certi quando visitiamo Roma è che siamo a casa nostra. Per il momento vi sono degli importuni che occupano i luoghi, ma essi non sono di casa. Questa liturgia del Vaticano II, celebrata in queste meravigliose Basiliche così ricche non solo di meraviglie artistiche che le riempiono a maggior gloria di Dio, ma anche di tradizioni multisecolari che vivono in ciascuna di esse, è un miscuglio che non conquista e non conquisterà mai. Roma respira, da tutti i pori della sua pelle, la Tradizione cattolica. Più di ogni altra città del mondo, Roma è segnata per sempre dalle gesta che vi ha iscritto la Chiesa cattolica; dal dito di Dio che l’ha indicata come Città Santa; dal sangue degli Apostoli e dei Martiri, che è la continuazione del Sangue di Cristo e che ha consacrato le sue pietre, che ha usato le rovine dei templi per consacrarle al solo vero Dio. Che tristezza, mi si dirà, vedere questi greggi di pellegrini, che sono certo di buona volontà, che vengono per pregare sulla tomba di Giovanni Paolo II, il Papa che ha applicato il Vaticano II, che ha scomunicato Mons. Lefebvre e con lui la Tradizione cattolica! Ma rassicuratevi, giorno verrà che tali processioni cesseranno, perché questo Papa che ha lasciato la Chiesa in uno stato così deplorevole, verrà rimesso nella cripta; al contrario, le folle verranno in massa a prosternarsi in ginocchio dall’altro lato della Basilica, per pregare sulla tomba di San Pio X. ![]() La tomba di San Pio X Andiamo dunque a Roma, a pregare San Pietro, San Paolo, e tutta la litania dei santi Papi, Vescovi, Martiri, Confessori e Vergini che costituiscono la gloria eterna di questa Città, per supplicarli di intercedere presso Nostro Signore Gesù Cristo, Sommo Sacerdote e Eterno Capo della Chiesa, perché susciti per noi un Papa secondo il Suo Cuore, che scaccerà dal Tempio i venditori che hanno trasformato la Casa del Padre in una spelonca di briganti; che con i suoi limpidi insegnamenti aprirà gli occhi ai milioni di cattolici di buona volontà che sono nell’errore per colpa di mercenari che non sono dei buoni pastori; che ridonerà alla mistica Sposa di Cristo, che è la Chiesa cattolica, lo splendore di un tempo. |