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di U. T.


Il rabbino argentino Mario Rojzman, ha regalato al suo amico Bergoglio, neo Vicario di Cristo, una KIPPAH. Non potrà mancare tra poco il dono di una competitiva KEFIAH palestinese. A quando un TURBANTE SIKH?

Con tutto rispetto, Francesco I, da alcuni definito populista, da altri modernista, dai più un inquietante e troppo disinvolto paradosso parvenu della Santa Tradizione cattolica, continua a destarmi qualche disagio.
Mi lascia un po’ interdetto, per esempio, il suo perseverante fervore nel dialogo interreligioso tenacemente perseguito con l’“ABBATTIMENTO DI MURI E COSTRUZIONE DI PONTI FRA LE PERSONE”, come ha riconosciuto alla stampa con enfasi e senza troppa fatica il suo amico rabbino.

Eppure noi cristiani all’antica sappiamo bene che per unire gli uomini non basta gettare PONTI. Bisogna costruire SCALE. E per fare scale basta un bravo carpentiere ecologico come il papà di Gesù, non è necessario un muratore, moderno specialista di scienza delle costruzioni.

Chi può incontrare fruttuosamente il fratello se non sale sino a Dio?
Ma quale Dio?
Quello della Santissima Trinità, quello adorato dai cattolici: proprio così il “Dio cattolico” di recente confuso e messo incautamente nell’angolo da un invasivo ecumenismo, forse eterodosso, di stampo peronista.

UT





ottobre 2013

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