Il cattolicesimo tedesco

sull’orlo di una crisi di nervi


Articolo della Fraternità San Pio X







Mons. Georg Bätzing


Alla vigilia delle elezioni legislative, che dovrebbero segnare la disfatta dei socialdemocratici, le fratture nell’episcopato tedesco – e più in generale nel cattolicesimo oltreReno, appaiono nuovamente in evidenza sulle questioni di identità e di immigrazione.

Il Reno è noto come un fiume capriccioso, per non dire tumultuoso: vedervi una metafora della vita politica ed ecclesiastica tedesca è un tutt’uno e molti non esiteranno a mostrarlo alla vigilia delle elezioni generali, cruciali per la prima potenza europea.

Di fronte ad una serie di attentati terroristici che ha colpito il paese da diversi mesi, i parlamentari tedeschi, alla fine del mese di febbraio 2025, hanno valutato due risoluzioni - simboliche, perché senza valore vincolante per l’esecutivo – che mirano a ristabilire un controllo permanente alle frontiere e ad espellere sistematicamente tutti gli immigrati illegali.

Si tratta di due testi presentati dall’attuale Presidente della CDU (centro-destra): Friedrich Merz, che mira al posto di Cancelliere dopo la possibile vittoria alle legislative del prossimo 23 febbraio 2025. I testi hanno ottenuto i voti del partito della Destra Nazionale: Alternativ für Deutschland (AfD), una formazione odiata da gran parte della classe politica e della Chiesa cattolica tedesca.

All’indomani di un voto che ha sollevato grida di rabbia all’interno della Cattedrale progressista, il molto sinodale vescovo di Limburgo: Mons. Georg Bätzing, Presidente della Conferenza Episcopale Tedesca (DBK), insieme ai responsabili protestanti, ha firmato una dichiarazione comune che giudica l’iniziativa parlamentare «contraria alla Costituzione».

Costoro chiamano ad una unione sacra contro «l’estremismo e in particolare il nazionalismo etnico».

Il 13 febbraio seguente, un islamista tedesco si è lanciato volontariamente sulla folla a Monaco, causando la morte – secondo un bilancio provvisorio – di una bambina di 2 anni e di sua madre, di 37 anni.

La dichiarazione co-firmata da Mons. Georg Bätzing non ha tardato a rivelare ancora una volta le fratture attuali della DBK: il Segretario Generale della più alta istanza ecclesiastica tedesca ha fatto sapere che l'iniziativa non era stata attuata «in coordinazione» con i competenti servizi della Conferenza Episcopale:
«Io raccomando dall’astenersi da altre prese di posizione» - ha avvertito Beate Gilles , che ne ha approfittato per ricordare che la maggior parte dei vescovi erano d’accordo per non intervenire pubblicamente nella campagna elettorale delle legislative. Fatica sprecata.

Ad oggi, hanno reagito tre prelati tedeschi. Il primo: Heinz Wiesemann, vescovo di Spire, per difendere la dichiarazione del Presidente della DBK; gli altri due: Mons. Rudolf Voderholzer, vescovo di Ratisbonne, e Mons. Gregor Maria Hanke, vescovo di Eichstätt, per dissociarsene.

«L’attuale dichiarazione contro il progetto di legge della CDU/CSU non è stata fatta a mio nome, io me ne dissocio completamente» - ha protestato Mons. Voderholzer.
Il portavoce della Conferenza Episcopale: Matthias Kopp, ha dichiarato al Tagespost che alla sede della DBK «sono giunte numerose risposte critiche di cattolici contrari alla dichiarazione di Mons. Bätzing».

Intanto, il Presidente della Federazione degli Imprenditori Cattolici (BKU): Martin Nebeling ha difeso la mozione parlamentare depositata dalla CDU e ha preso le distanze da coloro che, in seno alla gerarchia cattolica, l’hanno criticata, ed ha dichiarato: «Un provvedimento non è cattivo per il solo fatto che lo appoggia l’AfD».

Le divisioni nell’episcopato colpiscono anche le associazioni dei giovani cattolici e il Comitato Centrale dei cattolici tedeschi (ZDK): dopo le severe critiche espresse contro i partiti di centro-destra dalla Presidente del ZDK: Irme Stetter-Karp, la signora Annegret Kramp-Karrenbauer, esponente di spicco  della CDU, ha lasciato le funzioni che svolgeva in seno al Comitato dei laici cattolici.

Si è costretti a constatare che le fratture che si manifestano in seno al cattolicesimo tedesco si allargano col tempo, e i domani luminosi promessi dalle sirene del progressismo si sono trasformati in una dolorosa via crucis. Decisamente, una rondine non fa primavera, soprattutto quando il suo volo segue gli zigzag del Cammino Sinodale.






 
febbraio 2025
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