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Stati Uniti: Francesco piazza uno dei suoi uomini a Washington Articolo della Fraternità San Pio X ![]() Cardinale Robert Walter McElroy Il 6 gennaio 2025, il Vaticano ha comunicato che Papa Francesco ha nominato il cardinale Robert McElroy, vescovo di San Diego, a capo dell’arcidiocesi di Washington. Questo prelato di 70 anni succede al cardinale Wilton Gregory. L’arcidiocesi di Washington conta più di mezzo milione di cattolici. Nato a San Francisco il 5 febbraio 1954, Mons. McElroy è cresciuto nella contea di San Mateo. E’ stato ordinato prete nel 1980 ed ha esercitato le funzioni di vescovo ausiliare a fianco dell’arcivescovo di San Francisco: Mons. Salvatore Cordileone, a partire dal 2010. Nel 2015, Papa Francesco lo ha nominato a capo della diocesi di San Diego. E’ stato elevato al cardinalato nel Concistoro di agosto 2022. Nel corso dei suoi quasi dieci anni come vescovo della diocesi più a Sud della California, il cardinale McElroy si è espresso su un certo numero di questioni controverse. Egli è considerato il cardinale americano il cui pensiero è più vicino a quello di Papa Francesco. Decisamente progressista, il cardinale McElroy è ormai pronto a prendere in carico il territorio ecclesiastico della Capitale del paese, proprio nel momento in cui Donald Trump presterà giuramento per il suo secondo mandato come Presidente degli Stati Uniti. Un passato eloquente Poco tempo dopo l’investitura del Presidente Trump per il suo primo mandato, nel 2017, Robert McElroy, nel corso di un convegno di gruppi religiosi, dichiarò che se Trump era il candidato della «disgregazione», allora un tale disgregazione era necessaria per costruire una società migliore. E affermò: «adesso noi tutti dobbiamo diventare dei perturbatori», riferendosi al ricorso alla forza militare per esplellere i migranti senza documenti. In effetti, è sull’immigrazione che Mons. McElroy si è espresso più apertamente. Nel corso di una veglia di preghiera interconfessionale davanti al Palazzo di giustizia federale nel centro della città di San Diego, nel 2021, il prelato denunciò l’incapacità del Congresso di creare i mezzi per legalizzare alcuni degli 11 milioni di migranti senza documenti presenti negli Stati Uniti. E affermò: «non possiamo più rimanere con le braccia incrociate a guardare i nostri processi politici […] che distruggono i sogni e le speranze dei rifugiati e degli immigrati, che non solo sono venuti qui e hanno vissuto qui, ma hanno anche contribuito a costruire la nostra nazione e a migliorarla». Inoltre, Robert McElroy ha criticato spesso la priorità data all’aborto rispetto ad altre preoccupazioni sociali come la pena di morte, la protezione dei migranti e l’ambiente. In questi ultimi anni, il prelato ha affermato che rifiutare la Comunione ai politici cattolici favorevoli all’aborto equivale ad usare l’Eucarestia come un’arma a fini politici Il 5 maggio 2021, egli ha denunciato ciò che ha chiamato «la teologia dell’indegnità» a ricevere l’Eucarestia, affermando che coloro che la praticano si concentrano troppo sulla disciplina. Il cardinale McElroy appoggia anche le donne diaconesse nella Chiesa ed è un fervente difensore dei cattolici che si identificano come LGBTQIA+. Reazione di Mons. Strickland alla nomina del cardinale McElroy L’ex vescovo di Tyler (Texas): Mons. Joseph Strickland, destituito da Francesco nel 2023, ha reagito alla nomina di questo cardinale apertamente progressista, su Duc in altum, il blog del vaticanista Aldo Maria Valli, il quale ha introdotto le dichiarazioni del vescovo con questa presentazione molto pertinente: «Due anni fa, a gennaio, America, la rivista de Gesuiti negli Stati Uniti pubblicò un articolo del cardinale Robert McElroy, allora vescovo di San Diego, che era una reale sintesi di tutto l’armamentario ideologico della “Chiesa in uscita” cara a Papa Bergoglio, a cominciare dal sì alla Comunione ai divorziati risposati, alle coppie sposate civilmente e alle persone LGBT che non hanno rinunciato al loro modo di vivere. «Adesso McElroy riscuote il suo salario. Infatti, Bergoglio lo ha nominato vescovo di Washington, la città in cui ha regnato dall’inizio del 2000 il mostro predatore McCarrick. La nomina da parte di Bergoglio di un prelato fortemente anti-Trump arriva eppena dopo che il Presidente eletto ha annunciato la scelta di Brian Burch, apertamente critico nei confronti di Francesco, come ambasciatore degli Stati Uniti presso la Santa Sede. «Sulla nomina di McElroy, ecco un commento breve ma esaustivo di Mons. Joseph Strickland, il solo vescovo americano che ha avuto il coraggio di dire le cose come stanno». Mons. Joseph Strickland ha dichiarato a Duc in altum: «Lo scorso novembre, io ho chiesto ai vescovi degli Stati Uniti: “cosa volete?”. Non sorprende il fatto che nessuno di essi mi abbia risposto. La nomina del corrotto cardinale McElroy a capo dell’arcidiocesi di Washington solleva nuovamente la questione. «La flagrante corruzione di Papa Francesco e dei cardinali degli Stati Uniti diventa adesso del tutto evidente con questa nomina, nella stessa arcidiocesi, di un clone di McCarrick, la cui malignità vi ha regnato vent’anni fa. «Tutti quelli di noi che amano Gesù Cristo e la Sua Chiesa devono alzare la voce contro questi lupi nella gerarchia. Di fronte ad una corruzione così flagrante non possiamo rimanere in silenzio. E’ per questo che, ancora una volta, io chiamo i miei fratelli vescovi ad esprimersi per dire no a questo lavoro di permanente indebolimento della verità che è Gesù Cristo». Il cardinale McElroy e il cardinale predatore McCarrick Il 7 gennaio 2025, sul sito Katholisches, il vaticanista Giuseppe Nardi ricordava la filiazione ideologica tra il nuovo cardinale di Washington e il suo predecessore McCarrick: «L’arcivescovado di Washington ingloba la Capitale federale Washington D. C. e quindi riveste un’importanza eminentemente politica, poiché è a Washington che si concentra il potere degli Stati Uniti […] «E’ anche là che risiede il Nunzio apostolico. L’importanza si esprime anche col fatto che tutti gli arcivescovi di Washington, fino ad oggi, sono rivestiti della dignità di cardinale, così da mostrare il loro rango al potere secolare. […] «Lo stesso Theodore McCarrick ha occupato questo posto dal 2000 al 2006 ed ha vegliato, grazie al suo abile lavoro di rete, a che la successione fosse assicurata per la sua tendenza [ideologica]. A McCarrick è succeduto Il cardinale Donald Wuerl (arcivescovo dal 2006 al 2018), finché anche lui è caduto ed ha dovuto dimettersi a causa dello scandalo McCarrick e dello scandalo generale degli abusi sessuali. «Papa Francesco ha assicurato la successione dei McCarrick Boys [i ragazzi di MacCarrick] nominando il cardinale Wilton Gregory (arcivescovo di Washington dal 2019 al 2025). Sui legami tra McCarrick e McElroy, Nico Spuntoni, ne La Nuova Bussola Quotidiana dell’8 gennaio ricorda questo fatto significativo: «Nella ex diocesi di Theodore McCarrik arriva un vescovo che era già stato avvisato nel 2016 del comportamento predatore del vecchio cardinale abusatore [ridotto allo stato laicale nel 2016. NDLR]. «Dopo alcuni incontri, lo psicoterapeuta Richard Sipe, oggi deceduto, fece consegnare a McElroy una lettera che riferiva in dettaglio i contatti sessuali di McCarrick, ma il nuovo arcivescovo di Washington si rifiutò di riceverla [come credibile].» Una nomina eminentemente politica Su Katholisches, Giuseppe Nardi prosegue la sua analisi: «Francesco ha nominato il cardinale Robert McElroy – il successivo McCarrick Boys – arcivescovo di Washington. McElroy è chiaramente identificato nella Chiesa e nel mondo. In passato egli ha difeso ciascuna delle “aperture” controverse e simboliche di Papa Francesco, in particolare quelle a favore dell’immigrazione, dell’omosessualità, dell’aborto e dell’agenda climatica. «Il cardinale bergogliano ha reagito all’opposizione che si è manifestata contro l’autorizzazione delle benedizioni omosessuali, accusandola di essere indice di “omofobia». Nell’insieme, McElroy è sempre stato presente in questi ultimi anni quando si è trattato di chiedere e di promuovere il riconoscimento dell’omosessualità. «Che fosse per obbligo o per convinzione, probabilmente per entrambi, McElroy si è fatto avanti con forza quando si è trattato di contrastare i tentativi dell’episcopato americano di dichiarare scomunicato il Presidente americano Joe Biden e di escluderlo dalla Comunione per la sua politica a favore dell’aborto. «Anche in questo le sue convinzioni coincidevano con quelle di Papa Francesco. Quello su cui McElroy e Papa Francesco sono d’accordo è l’approccio di fondo della questione dell’aborto. Essi sono certo contrari all’uccisione dei bambini non ancora nati, ma quando si tratta di questioni politiche, in cui devono contrastare i loro amici di sinistra ostili alla vita, non intendono più parlare di disaccordo. « “Non bisogna parlarne sempre”, è così che Francesco, nel settembre 2013, presentava la linea di condotta che egli imponeva alla Chiesa col suo pontificato. Non appena formulano rivendicazioni politiche, i gruppi in difesa dei diritti della vita sono percepiti come dirompenti». Nell’assemblea plenaria dell’autunno 2019, quando la Conferenza Episcopale Americana votò per decidere se la rivendicazione del diritto alla vita per i bambini non ancora nati doveva rimanere una questione centrale, la maggioranza dei due terzi si pronunciò a favore; ma McElroy votò contro. Giuseppe Nardi constata: «Ogni anno dell’attuale pontificato, vede la fazione bergogliana rafforzarsi in seno all’episcopato americano. Francesco piazza spietatamente i suoi sostenitori nei posti di comando ovunque possibile. La sede dell’arcivescovo di Washington è una di queste». E aggiunge: «Adesso si comprende perché Francesco ha ricevuto in udienza il 10 ottobre 2024, nel contesto del Sinodo sulla sinodalità a Roma, tre cardinali americani che aveva nominato come padri sinodali, ma non ha ricevuto il quarto che aveva ugualmente nominato. «In effetti ha ricevuto i cardinali Blase Cupich, arcivescovo di Chicago e personaggio più potente dei bergogliani negli Stati Uniti, Joseph William Tobin, arcivescovo di Newark, e Robert McElroy, allora ancora vescovo di San Diego in California, città piuttosto insignificante. «Francesco in effetti aveva nominato quattro McCarrick boys porporati come membri del Sinodo sulla sinodalità, il quarto era Wilton Gregory. Quest’ultimo, benché presente a Roma, avrebbe avuto un “impedimento”. Al momento dell’udienza si trattava chiaramente della successione del cardinale Gregory a Washington». Progressista militante e determinato Giuseppe Nardi sottolinea la determinazione del cardinale McElroy nella sua militanza progressista: «A proposito della politica dell’aborto e della ricezione della Comunione: quando l’arcivescovo Salvatore Cordileone, come arcivescovo di San Francisco, dichiarò nel 2022 che bisognava considerare Nancy Pelosi, uno per personaggi più influenti del Partito Democratico, di sinistra, come scomunicata e bisognava escluderla dalla Comunione a causa della sua politica a favore dell’aborto, McElroy, suffraganeo del vicino metropolita, si oppose fermamente. «McElroy non è un uomo che parla a voce bassa. Egli va avanti. Si può contare su di lui. Lo si apprezza a Santa Marta. Adesso che Donald Trump è riuscito nel colpo del secolo ritornando alla Casa Bianca, Papa Francesco vuole avere a Washington, per i prossimi quattro anni, un uomo anti-Trump sicuro e determinato». |