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Il dopo Francesco, la piccola musica che sale Articolo della Fraternità San Pio X ![]() I nuovi cardinali Mentre i bollettini sulla salute di Papa Francesco si susseguono e si assomigliano, l’ipotesi della prossima fine dell’attuale pontificato fa temere ai sostenitori del Pontefice argentino il ritorno di un bilanciamento poco favorevole al progressismo. Perché, dietro le quinte, come nei media, si prepara il dopo Francesco, lontano dalle mura del policlinico Gemelli. Nei pressi di una piazza San Pietro soleggiata e più frequentata del solito – grazie all’anno giubilare – un alto prelato confida a Domenico Agasso: «Cardinali e prelati conservatori spingono per il Conclave. Facendo filtrare il messaggio di un pontificato alla sua fine. Da alcuni mesi (…) essi hanno intensificato i loro piani per accelerare la fine del papato di Bergoglio, sperando nelle sue dimissioni». Il fatto che un ecclesiastico «di alto rango» parli con un giornalista de La Stampa – quotidiano di riferimento in Italia – è di per sé una notizia che rivela gli intrighi di palazzo, per non dire l’aperta guerra di successione, che si svolge all’interno delle mura leonine. E forse anche fuori: «I siluri lanciati contro Papa Francesco vengono dagli Stati Uniti», confida il prelato che vuole conservare l’anonimato, ma che assicura che i «guerrieri culturali» di oltre-Atlantico hanno intrapreso una crociata contro il Pontefice argentino, accusandolo di aver «screditato la battaglia per la vita». Le accuse guardano all’arcidiocesi di New York diretta dal cardinale Timothy Dolan. Il cardinale è considerato come uno dei punti di riferimento del movimento MAGA [Make America Great Again – Rendiamo l’America di nuovo grande], incarnato dal Vice Presidente americano J. D. Vance, ostile ad un progressismo talvolta pilotato direttamente da Casa Santa Marta: «Domenica scorsa [23 febbraio] il cardinale Dolan ha affermato che il Papa era probabilmente prossimo alla morte», sottolinea la fonte ecclesiastica de La Stampa. Essa rivela che il vicario generale di New York: Mons. Joseph P. LaMorte, ha inviato ai sacerdoti della diocesi un Memorandum che indica come ornare le chiese nel caso della Sede Apostolica vacante: «Mentre Jorge Mario Bergoglio si avvicina alla fine del suo cammino terreno, una tradizione molto antica ci muove a recitare per il Papa un Pater, un’Ave e un Gloria Patri. Ed aggiunge: «all’annuncio della morte del Papa, le campane delle chiese dovrebbero suonare 88 volte, il numero di anni vissuti dal Pontefice». E propone «di allestire nella chiesa uno spazio commemorativo che possa includere il cero pasquale acceso, una foto del Papa, un inginocchiatoio, dei ceri da accendere durante la preghiera e un libro in cui i fedeli possano scrivere le loro intenzioni di preghiera». Domenico Agasso rivela che in prima linea tra i prelati presenti per la recita dei Rosari in piazza San Pietro per la salute del Papa, c’erano dei cardinali che, in questi ultimi anni, si sono opposti apertamente alla «linea Bergoglio»: Raymond Leo Burke, Gerhard Müller e Robert Sarah. Segno della fine del regno atteso dagli «oppositori di Francesco» o prova della pietà filiale dei cardinali residenti a Roma? Il lettore può scegliere, ma il giornalista de La Stampa, favorevole all’attuale pontificato, precisa: «Bisogna confessare che i turiferari di Francesco sono affetti da febbrilità. La malattia dell’attuale Pontefice romano, quale che sia l’esito, pone, come forse mai da lungo tempo, la questione della posterità del pontificato di Jorge Mario Bergoglio. Col timore dei progressisti di vedere dilapidata l’eredità di colui che è succeduto a Papa Benedetto XVI sul Soglio di Pietro. L’eredità di Francesco lascia un Sacro Collegio che condivide: i serpenti marini del Sinodo, il posto delle donne nella Chiesa, la benedizione delle coppie dello stesso sesso, le questioni sul celibato sacerdotale, la drastica limitazione della liturgia latina tradizionale, l’accordo Cina-Vaticano … Tanti temi divisivi che non faciliteranno l’emergere di una figura consensuale. Soprattutto perché gli elettori del futuro Papa, 137 fino a questo momento, si conoscono molto poco e non formano un insieme omogeneo, a immagine di una Chiesa diffusa sui cinque continenti. Non c’è bisogno di essere vaticanisti per capire che oggi tutti sono impegnati dietro le quinte per influenzare la futura scelta dei porporati, anche con la mobilitazione dei mezzi mediatici disponibili qua e là. Non c’è dubbio che Papa Francesco sappia ciò che si trama fuori dalle mura del policlinico Gemelli. Durante un incontro con i Gesuiti a Bratislava, il 12 settembre 2021, poco dopo la sua operazione al colon, il Papa dichiarò: «Io conosco gli intrighi. Sono ancora vivo. Anche se alcuni volevano vedermi morire. So che ci sono stati degli incontri tra prelati che pensavano che il Papa fosse in uno stato più grave di quanto si dicesse. Pazienza! Grazie a Dio, io sto bene». Ma tutto avrà una fine… |