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Siria: i Patriarchi denunciano i massacri commessi dai jihadisti Articolo della Fraternità San Pio X ![]() Mons. Joseph Absi, Patriarca greco-cattolico melkita di Siria Come abbiamo riportato in un precedente articolo, la vendetta dei jihadisti, che era prevedibile e che molti Siriani temevano, si è abbattuta contro i loro nemici, facendo ad oggi più di 1300 morti. I Patriarchi cristiani hanno pubblicato una dichiarazione comune in cui denunciano i massacri dei civili e lanciano un appello urgente alla pace e alla riconciliazione. I diversi Patriarchi presenti in Siria hanno voluto far sentire la loro voce in mezzo alla crisi che devasta il paese dopo la caduta del Presidente Bachar al-Assad. Essi hanno pubblicato una dichiarazione comune per condannare le violenze di questi ultimi giorni che hanno procurato più di 1300 morti, e per chiamare alla riconciliazione nazionale. Dal 6 marzo, dalle forze di Damasco sono stati uccisi almeno 568 civili in seguito ad un attacco degli insorti nella provincia di Latakia. I combattimenti si sono estesi ad altre regioni come Tartus, Hama e Homs, portando il numero delle vittime a più di 770 in queste zone. Complicità dell’Occidente Mentre i Governi dei paesi occidentali hanno sostenuto il nuovo uomo forte della Siria: Ahmed al-Charaa, e alcuni dei loro ministri hanno visitato il paese in queste ultime settimane, sono iniziate a circolare delle immagini sulle reti sociali, che mostrano le esecuzioni di civili, compresi dei minori. Di fronte a questo terribile massacro, i tre Patriarchi cristiani hanno denunciato gli attacchi contro civili innocenti, comprese donne e bambini, e hanno messo in guardia contro le gravi conseguenze della spirale di violenza che scuote il paese. Nel loro comunicato, i capi religiosi hanno chiesto la fine delle rappresaglie e l’avvio di un processo di riconciliazione nazionale. Comunicato dei Patriarchi cristiani della Siria Damasco, 8 marzo 2025
In questi ultimi giorni, la Siria è stata teatro di una pericolosa crescita della violenza, della turtura e delle uccisioni, che ha portato a degli attacchi contro dei civili innocenti, comprese donne e bambini, nonché a degli assalti contro le abitazioni e a dei saccheggi di beni, in scene che riflettono il grado di sofferenza che sopporta il popolo siriano. Le Chiese cristiane, oltre a condannare fermamente ogni violazione della pace civile, denunciano e respingono i massacri di innocenti e sottolineano la necessità di mettere fine a questi atti orribili contrari ad ogni valore umano e morale. Parimenti, le Chiese esortano ad accelerare l’attuazione di adeguate condizioni per giungere alla riconciliazione nazionale del popolo siriano e ad operare per garantire un clima che permetta di giungere alla transizione verso uno Stato che rispetti tutti i suoi cittadini. (…) Al tempo stesso, le Chiese sottolineano l’unità del territorio siriano e respingono ogni tentativo di dividerlo. Le Chiese esortano tutte le parti coinvolte in Siria ad assumersi la responsabilità di mettere fine al ciclo di violenza e di cercare delle soluzioni pacifiche. Noi preghiamo Dio di proteggere la Siria e il suo popolo e di far regnare la pace su tutto il territorio. Un futuro oscuro per la Siria Difficile proporre altro nelle attuali circostanze, ma, sfortunatamente, la Siria è ormai in mano di fazioni di ex jihadisti che sognano solo di applicare la Sharia e di espellere tutto ciò che non è musulmano. Difficile non vedere le nuvole che si addensano sul cielo siriano. |