Li massacrano in mezzo al nostro silenzio… 


di Anima Misteriosa


Pubblicato sul sito di Sabino Paciolla






Una icona di Cristo in una chiesa in Siria


In Siria, dove la guerra civile “dovrebbe” essere finita da alcuni mesi, stanno avvenendo numerosi massacri che hanno il sinistro sapore della pulizia etnica, forse di un vero e proprio genocidio, senza che l’Occidente muova un dito: anzi, nei nostri media non se ne parla neanche. In tutto questo, i cristiani sono in grave pericolo e vari sono già stati assassinati.
Per questo, dedico un articolo d’urgenza al soggetto (anche se le mie tempistiche non sono certo quelle delle grandi agenzie di stampa: devo raccogliere i dati forniti da altri).

Premetto che ho faticato a trovare delle fonti serie, perché i principali organi di informazione nostrani tacciono al riguardo: peggio, le poche fonti da me trovate potrebbero, come spesso succede quando si tratta della guerra di Siria, essere parziali a seconda dei loro interessi, come indicherò con qualche esempio tra breve. Comunque, ho preparato una prima sintesi della situazione, sperando di approfondire nei prossimi giorni.

Il 5 marzo 2025, nella zona siriana costiera, a Latakia per essere precisi, alcuni Alawiti hanno attaccato le forze legate al nuovo governo di Ahmed Al-Shara, da dicembre presidente ad interim del paese.
Un passo indietro: dopo l’avanzata delle sue forze a partire da novembre 2024, Al-Shara ha sostituito l’ormai destituito Bashar Al-Assad, sostenuto da Russia ed Iran.

Al-Shara viene dall’orbita di Al-Qaida (anche se sta tentando di rifarsi una verginità politica) e le sue milizie appartengono al gruppo jihadista HTS: Hayat Tahrir-Al-Sham, “Organizzazione per la liberazione del Levante”: è la vecchia Jabhat al-Nusra, che riuniva il grosso dei Sunniti anti-Assad e ha cambiato nome nel 2016 a seguito di una scissione; il movimento auspica la formazione di un governo fondamentalista in Siria (1).

Ma la Siria è un paese ricco di minoranze: mentre il governo di Assad era sostenuto dagli Alawiti, un gruppo sciita formatosi nel X sec., i Sunniti, che sono maggioranza nel resto del mondo arabo, erano vittime di numerose prevaricazioni.
La Siria ospita però anche vari gruppi di Cristiani, Drusi ed altre minoranze: su una popolazione di poco meno di 24 milioni di abitanti, la metà è araba, gli Alawiti sono il 15%, poi abbiamo i Levantini (10%), Curdi (10%), Drusi, Assiri, Turcomanni, Ismailiti, Armeni ecc.
Quanto alle religioni, il 74% sono Sunniti, mentre Alawiti, Sciiti, Ismailiti il 13%, i Cristiani (per lo più ortodossi, uniati – cioè riuniti a Roma – e nestoriani) sono il 10%, mentre i Drusi il 3%.

Dato che sto seguendo l’annuario della CIA (sono loro i più informati), esso segnala che il numero dei cristiani è calato molto perché parecchi hanno dovuto fuggire negli anni di guerra (2). Con una popolazione così eterogenea, il passato regime ha giocato consuetamente la carta del divide et impera, cioè ha instillato la divisione tra i vari gruppi per mantenersi al potere; purtroppo, però, in questa esplosione di violenze, disinformazione, paura e rivendicazioni rischiano di portare il paese al collasso ed al massacro, mentre è molto arduo capire che cosa stia succedendo.

Dicevo che i massacri sono cominciati a Latakia (dove dovrebbero essere ancora ormeggiate delle unità della marina russa, secondo le informazioni a mia disposizione). Alcuni Alawiti, una volta partito al potere, oggi in minoranza, hanno attaccato i miliziani HTS della zona, donde la rappresaglia durissima di questi ultimi, che hanno chiamato rinforzi, operando una rappresaglia al di là di ogni limite: i miliziani sono piombati sui villaggi della costa, per lo più alawiti e cristiani, hanno evacuato a forza le case, sottratto ai civili auto e abitazioni, quindi hanno cominciato i massacri ai danni della popolazione inerme.

Dato che regna la confusione, è molto difficile capire quante vittime ci sono state, ma si parla di almeno 1.000-800 ca. Tra di esse, vari sono cristiani.
Le violenze sono proseguite per giorni: secondo la BBC (3), esse si inseriscono nel quadro di numerosi scontri nelle città costiere di Latakia, Jableh, Tartus e Baniyas, nonché delle rappresaglie del nuovo governo contro i sostenitori di quello vecchio, che a loro volta vogliono destabilizzare l’ordinamento avversario.
Al-Shara intenderebbe portare i facinorosi “davanti alla giustizia” (cosa questo significhi però rimane molto aleatorio): sempre secondo la BBC, membri delle forze armate del precedente governo avrebbero aizzato gli scontri anche per non rendere conto dei massacri operati da loro in precedenza.

Tra le varie fonti da me consultate, Al Jazeera, che è la principale emittente del mondo arabo e situata in Qatar (4), insiste molto sul pericolo della disinformazione (secondo qualcuno, la cosa potrebbe anche risultare ironica…): nonostante la fine ufficiale della guerra civile, nel paese girano ancora troppe armi e dopo anni di informazione dominata dalla propaganda di regime, nei media locali vige il caos; si sono moltiplicati i giornalisti indipendenti (anche improvvisati e privi di mezzi), che divulgano notizie senza controllo; insomma, non si capisce chi appartiene a cosa. Quando l’emittente araba insiste sul fatto che la disinformazione rappresenta un pericolo, perché aizza le minoranze le une contro le altre, donde un accresciuto rischio di violenza, senz’altro dice il vero, così come che è indispensabile ristabilire la pace tra le varie fazioni; tra l’altro ha diffuso il numero delle vittime secondo il Syrian Network for Human Rights: 800 morti nei primi giorni (ora ignoro le nuove cifre, dato che ho trovato materiale solo di una settimana fa).

E’ anche vero che gli attori internazionali giocano sul territorio ciascuno le loro carte per i propri vantaggi (USA; Russia; Iran).
Quando però Al Jazeera afferma che il numero delle vittime cristiane sia stato esagerato e che i media occidentali esagerano altresì nel dipingere il nuovo presidente come jihadista, nutro dei seri dubbi: il Qatar è legato a filo doppio al finanziamento di certi gruppi sunniti.
Senza essere parziali, la fonte più completa che ho trovato è la CBN (Christian Broadcasting Network, statunitense ed evangelica) (5).

Il 5 marzo gli Alawiti hanno ucciso una ventina di membri delle forze governative, ma queste ultime hanno letteralmente annientato interi villaggi, donne e bambini inclusi (tanto che ha dovuto ammettere gli eccessi persino il nuovo presidente): nel massacro sono state sterminate persino le persone che affollavano un edificio ospitante un centro medico.
Le vittime sono confermate dalla Chiesa Ortodossa locale: John Samara, evangelico, direttore esecutivo dell’organizzazione di volontariato Ananias House, ha riferito dell’assassinio a sangue freddo di un padre e figlio evangelici a un check-point.
E’ arrivata anche la notizia del sequestro di alcune ragazze cristiane in un college universitario vicino a Damasco e pare che i sequestratori abbiano accento ceceno (nota mia: la Cecenia è piena di islamisti; uno dei canali migliori per apprendere l’arabo su Youtube è mandato avanti da Ceceni, con tanto di barba d’ordinanza, e che hanno tra l’altro una  pronuncia perfetta!). Infatti, HTS ha permesso a questi miliziani di combattere con le loro forze governative, con questo risultato.

A Damasco si sono riuniti numerosi manifestanti di tutte le minoranze: Sunniti, Cristiani, Drusi, Alawiti, tutti uniti per deplorare le violenze in corso.
Il governo ha lanciato una commissione investigativa per far luce sull’accaduto, commissione comprendente 7 persone, tra cui 2 Alawiti, ma la popolazione è scettica: simili commissioni non hanno concluso un bel nulla in passato.

Alla domanda precisa se i cristiani siano presi di mira esplicitamente, la risposta di Samara è senza appello: .
Da alcuni mesi, le forze governative dell’HTS non fanno altro che ripetere lo stesso ritornello: non appena avremo consolidato il potere, “vi metteremo i piedi sul collo” (traduco alla lettera le parole del volontario).
Del resto, in questo clima, hanno paura persino i Sunniti.

Come conclude il servizio di CBN, i Cristiani sono in Siria dall’epoca di San Paolo e della sua conversione repentina sulla via di Damasco: i Cristiani sono sempre stati dalla parte dei deboli ed hanno fattivamente aiutato i Sunniti perseguitati. Dobbiamo aiutarli a nostra volta, per prevenire il massacro che si sta già compiendo: aiutarli con la preghiera e divulgando le notizie come possiamo, o interpellando le nostre autorità, perché la smettano di ignorare la questione.

“I Cristiani sono in Siria da quando Gesù è morto sulla croce”, dice Samara: è vero e sono crocifissi a loro volta.
Ci stanno insegnando come vivere la nostra fede.


NOTE

1 - Hayat Tahrir -Al-Sham, Enciclopedia Treccani https://www.treccani.it/enciclopedia/eol-hayat-tahrir-al-sham/
2 - Cfr. Syria, https://www.cia.gov/the-world-factbook/countries/syria/#people-and-society
3 - Cfr. Hundreds from Syria’s Alawite community killed, BBC News 10  marzo 2025, https://www.youtube.com/watch?v=mO2SFHc82W0
4 - Cfr. Violence, vengeance & disinformation threatens to derail Syria’s new government | The Listening Post, Al Jazeera English 15 marzo 2025, https://www.youtube.com/watch?v=HGJFyN7Nvko&t=649s
5 = Cfr. The Truth About Christians Killed in Syria, CBN News 11 marzo 2025, https://www.youtube.com/watch?v=bWEbom7iLtE








 
marzo 2025
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